Assunzione della Beata Vergine Maria

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Questa voce riguarda la festività della Chiesa.
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Assunzione della Beata Vergine Maria

Venezia BaS.MariaGloriosaFrari Tiziano AssunzioneMaria 1516-18.jpg
Tiziano Vecellio, Assunzione di Maria Vergine (1516 - 1518), olio su tavola; Venezia, Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari
Solennità
Mistero celebrato Assunzione della Madonna in Paradiso
Riferimenti Munificentissimus Deus
Periodo
Data 15 agosto
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Colore liturgico Bianco
Rito
Note
nel Rito ambrosiano, qualora la solennità cadesse di domenica, la celebrazione è traslata al 16 agosto[1].
Rito Romano
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Periodo
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Rito Ambrosiano
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Celebrata a
Tradizioni religiose
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Chiamata anche
Feste correlate Dormizione di Maria
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 15 agosto, n. 1:
« Solennità dell'Assunzione della beata Vergine Maria, Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo, che, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta anima e corpo nella gloria celeste. Questa verità di fede ricevuta dalla tradizione della Chiesa fu solennemente definita dal Papa Pio XII. »

La Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria è la festa della Chiesa Cattolica e delle Chiese Orientali che celebra l'omonimo dogma mariano.

Storia

La festa è certamente di origine orientale, anche se sono incerte il momento e la località in cui nacque[2].

In Oriente

In passato si ipotizzò che essa derivasse dalla festa di una chiesa mariana, detta Kathisma, situata tra Gerusalemme e Betlemme, festa celebrata il 15 agosto, come attesta un lezionario armeno; ma tale ipotesi è oggi abbandonata, perché si tratta della dedicazione di quella chiesa. Pare inverosimile anche "una specie di trasporto della primitiva festa mariana, comune quasi a tutti i riti orientali, posta o dopo il Natale oppure dopo l'Epifania"[2].

Un lezionario georgiano dell'VIII secolo che rispecchia usanze gerosolimitane della fine del VII secolo attesta la celebrazione della Memoria di Santa Maria a Gerusalemme il 15 agosto; essa aveva al principio uno spiccato carattere popolare e invocava la protezione di Maria sulle Vigne; sarebbe inoltre legata a una chiesa costruita, pare, da Eudossia verso il 450 nel Getsemani. La festa, che appare subito dopo la solenne proclamazione della Maternità Divina ad Efeso (431) riguardava Maria nella qualità di Madre di Dio, come dimostrano altri testi. Tuttavia nel VI secolo si credette di ravvisare in quella chiesa il luogo della sepoltura della Madonna, ed è probabile che le narrazioni degli apocrifi intorno alla morte di Maria abbiano contribuito a trasformare la celebrazione gerosolimitana del 15 agosto in una festa della morte della Madonna. È questa oggi l'ipotesi più accreditata[3].

Sembra sia stato l'imperatore Maurizio (582-602) a ordinare che la festa della κοίμησις (koímesis, "dormizione") di Maria fosse celebrata in tutto l'Impero; infatti è a partire da quel tempo che essa divenne molto popolare.

La prima festività di Maria vuole quindi commemorare il suo dies natalis ("giorno della nascita [al cielo]"), analogo a quello che si celebrava anticamente per i martiri e poi per i santi in genere[4].

In Occidente

Dall'Oriente la festa passò in Occidente per diverse vie[3].

Nella Spagna e nella Gallia una festa mariana, in un primo tempo generica, ma poi come celebrazione dell'Assunzione, appare alla fine del VI secolo; Gregorio di Tours nel parla nel c. 9 del De gloria martyrum; tale festa si celebrava il 18 gennaio. Però a Roma Papa Gregorio Magno († 604) non conosce ancora alcuna festa mariana particolare.

Verso quell'epoca nacque una festa generica di Maria Madre di Dio in octabas Domini ("nell'ottava [della nascita] del Signore"), cioè il 1º gennaio.

A Roma la vera e propria festa dell'Assunzione di Maria è attestata sotto papa Sergio I (687-701), sotto il quale si ha notizia di quattro festa mariane in Roma: in un suo costitutum egli decreta che le feste della Purificazione, dell'Annunciazione, dell'Assunzione (chiamata Dormitio, "Dormizione") e della Natività di Maria siano celebrate con una solenne processione da Sant'Adriano al Foro a Santa Maria Maggiore. È quindi certo che tali feste furono introdotte a Roma durante il VII secolo.

Cercando di capire chi introdusse queste feste vengono fatti vari nomi di vari papi greci, tra cui Teodoro I; tuttavia si ritiene che l'introduzione di queste feste mariane con decreto pontificio avrebbe dovuto lasciare una qualche traccia nel Liber Pontificalis. Pare perciò più verosimile una lenta infiltrazione, probabilmente attraverso i monaci orientali emigrati in massa dall'Oriente nei primi decenni dello stesso VII secolo a causa delle invasioni persiane e arabe[5].

La festa dell'Assunzione prese rapidamente il primo posto tra le altre feste mariane. Il nome odierno compare nel Sacramentario Gregoriano Adrianeo (fine dell'VIII secolo), che ha la dizione Assumptio[6], che in seguito si impone lentamente[7].

I testi liturgici più antichi contemplano la morte corporale di Maria, la sua corporale Assunzione e glorificazione in cielo.

Alla fine dell'VIII secolo la festa aveva già una vigilia e papa Leone IV († 855) vi aggiunse l'ottava

Mentre nel Rito Romano la festa dell'Assunta entrò a far parte delle celebrazioni intorno al VII secolo, a Milano è documentata nel IX secolo.

La liturgia romana attuale

Dopo la definizione del dogma dell'Assunta da parte di Pio XII nel 1950 la liturgia della solennità fu ristrutturata per esprimere in modo adeguato il mistero della glorificazione di Maria. La riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II rielaborò ulteriormente i testi: la Messa del giorno mantenne in gran parte i testi del 1950, ma per le letture non evangeliche e il prefazio si introdussero testi nuovi; venne inoltre aggiunto un formulario per la Messa vespertina della vigilia[8].

La liturgia odierna invita a guardare il dogma dell'Assunzione nel quadro globale della storia della salvezza, come una realtà che riguarda da vicino tutti i credenti. La pre-redenta è anche la pre-risorta: dopo Cristo e prima di tutti gli altri[9].

La Messa in Rito romano

Il prefazio proprio della solennità sviluppa il mistero celebrato ispirandosi ampiamente al n. 68 della Lumen Gentium, e offre una bella sintesi del significato cristologico ed ecclesiale della celebrazione mariana: la Madre di Dio innalzata al cielo, il cui corpo non aveva conosciuto corruzione, è diventata "immagine della Chiesa... compimento del mistero della salvezza... segno di consolazione e di sicura speranza" per il popolo di Dio pellegrino sulla terra.

Le letture bibliche sono le seguenti:

Messa vespertina della vigilia
Messa del giorno

La Liturgia delle Ore nel Rito romano

La lettura biblica dell'Ufficio delle Letture (Ef 1,16-2,10 ) annuncia la partecipazione futura dei cristiani al trionfo di Cristo sulla morte. La lettura patristica raccoglie, attraverso la costituzione dogmatica Munificentissimus Deus di Pio XII (1950), la testimonianza della fede dei Padri delle Chiese Orientali nell'Assunzione di Maria.

Le letture brevi delle Lodi Mattutine e dei Vespri sviluppano lo stesso tema della lettura biblica dell'Ufficio delle Letture.

Nel Rito Ambrosiano

Messa della vigilia

La solennità dell'Assunzione della Beata Vergine è celebrata, nelle diocesi di rito ambrosiano, utilizzano le stesse letture del Rito Romano ad eccezione della Lettura della vigilia (Lettura vigiliare) e dell'Epistola e del Vangelo della messa del giorno che, pur prendendo spunto dagli stessi Libri biblici, propongono diversi versetti.:

Messa vigiliare vespertina

(è recitato il Salmello al posto del Salmo[12])

Messa del giorno:

Periodo postconciliate dal 1976 al 2008

Dal 1976 fino al 2008, le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (a eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Durante quest'ultimo periodo le letture della solennità erano identiche a quelle del Rito romano. Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura.[13].

Nel Rito ambrosiano antico

Nel rito ambrosiano antico la solennità è denominata IN FESTO ASSUMPTIONIS BEATÆ VIRGINIS MARIÆ. Il grado della Celebrazione è solennità. Le letture in Rito moderno hanno letture diverse rispetto al Rito antico.

  • Lectio: Sir 24, 9-20
  • Psalmellus: Dilexisti justitiam, et odisti iniquitatem. Propterea unxit te Deus, Deus tuus, oleo lætitiæ præ consortibus tuis. (Hai amato la giustizia e odiato l'iniquità. Per questo, Dio, il tuo Dio, ti ha consacrata con l'olio di letizia a

preferenza delle tue compagne. Cfr. Sal 45 )

  • Epistola: 2Cor 10, 17-18; 11, 1-10
  • Halleluja: Diffusa est gratia in labiis tuis: propterea benedixit te Deus in æternum. (È diffusa la grazia sulle tue labbra: perciò Dio ti ha benedetta per l'eternità.)
  • Evangelium: Lc 10, 38-42
  • Antiphona Post Evangelium (Antifona dopo il Vangelo): Exaltata est sancta Dei Genitrix *super choros Angelorum ad cælestia regna. † Halleluja. (La santa Genitrice di Dio è stata innalzata nei regni celesti, sopra i cori degli Angeli. Alleluia)

Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[14] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):

(LA) (IT)
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« Concede nobis, quæsumus, omnipotens Deus, ad beatæ Mariæ semper Virginis gaudia æterna pertingere: de cujus nos veneranda Assumptione, tribuis annua solemnitate gaudere. » « Concedici, te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che ai gaudii eterni, nei quali si trova la beata e sempre Vergine Maria, perveniamo pure noi: ai quali concedi di celebrare con esultanza l'annuale solenne ricorrenza della sua venerabile Assunzione. »
({{{4}}})

Qualora la solennità cadesse di domenica, affinché la celebrazione mariana non vada persa, la stessa è traslata al 16 agosto, poiché nel rito Ambrosiano le feste del Signore sono sempre prioritarie rispetto le festività mariane[15]. Tuttavia, per il bene pastorale dei fedeli, fuori dei tempi di Avvento, Quaresima e Pasqua, nelle domeniche nelle quali ricorra una solennità della Beata Vergine Maria, o di un Santo o di più Santi di precetto, si può celebrare una messa votiva della Beata Vergine Maria o in onore del Santo, conservando preferibilmente le letture della domenica.

Usanze a margine della festa

I Bizantini, fin dal tempo di Teodoro Studita (826) premettono alla festa un digiuno di quindici giorni[3].

Presso gli Armeni il celebrante benedice dopo la Messa, ai piedi dell'altare, alcuni grappoli d'uva che vengono poi distribuiti agli astanti.

In Occidente durante il medioevo si accompagnarono a questa festa diversi usi popolari, specialmente nel settentrione, come la benedizione delle erbe e delle primizie del raccolto.


Note
  1. Con la prevalenza della domenica, non si intende sminuire l'importanza della Madre di Dio, ma lasciarla illuminare dall'azione redentrice del Figlio. Così, se la giornata del 15 agosto sarà riservata al Signore risorto, la celebrazione mariana non andrà persa, ma verrà collocata al lunedì 16.
  2. 2,0 2,1 Giuseppe Löw (1949) 208.
  3. 3,0 3,1 3,2 Giuseppe Löw (1949) 209.
  4. Matías Augé (1988) 232.
  5. Giuseppe Löw (1949) 210.
  6. N. 148.
  7. Matías Augé (1988) 235.
  8. Matías Augé (1988) 242.
  9. 9,0 9,1 Matías Augé (1988) 243.
  10. È un testo difficile la cui interpretazione mariana in passato è stata discussa. Oggi molti esegeti vedono in Ap 12 contemporaneamente Maria e il popolo di Dio. La lotta del drago contro la donna e suo figlio è una rappresentazione apocalittica del combattimento tra il popolo di Dio e il regno di satana, combattimento che finisce con il trionfo del regno di Dio. Cfr. Matías Augé (1988) 243.
  11. Nel Messale del 1960 appariva solo la prima parte del Magnificat.
  12. Normalmente l'esecuzione del Salmello comporta l'intervento del solista (o del coro), che propone la prima parte, cui segue la risposta dell'assemblea nella seconda parte. Durante il Salmello il sacerdote celebrante rimane all'altare e, terminato il Salmello, canta o recita l'Orazione che chiude la prima parte dei Vespri. Il Salmello è un Salmo cantato e abbreviato che di solito ha relazione con le verità contenute nella Lettura. Serve a meditare sulla lettura appena proclamata.
  13. Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi op. cit.
  14. Velo che copre le Oblate, il pane e il vino posti sull'altare per il sacrificio.
  15. Norme per l'ordinamento dell'anno liturgico e del calendario in vigore dagli inizi degli anni ottanta e non introdotta dalla riforma del Nuovo Lezionario Ambrosiano.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni