San Giovanni Battista Candotti

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San Giovanni Battista Candotti
Presbitero
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Giovanni Battista Candotti
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 66 anni
Nascita Codroipo
1º agosto 1809
Morte Cividale
11 aprile 1876
Sepoltura
Conversione
Appartenenza Arcidiocesi di Udine
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale Udine, 9 settembre 1832 da Emmanuele Lodi
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da {{{venerato da}}}
Venerabile il 6 agosto 1907, da Pio X
Beatificazione 2 giugno 1929, da Pio XI
Canonizzazione 1º aprile 1934, da Pio XI
Ricorrenza 31 gennaio
Altre ricorrenze
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Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Incoronazione
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Altri titoli
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Consorte

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Figli
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Collegamenti esterni
Invito all'ascolto
Brano 1: Sinfonia in Re minore, op. 142
Brano 2: Exultate Deo
Firma autografa
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San Giovanni Battista Candotti (Codroipo, 1º agosto 1809; † Cividale, 11 aprile 1876) è stato un presbitero, compositore di musica sacra e maestro di cappella italiano. Fu uno dei più dotti promotori del ritorno alla tradizione polifonica della scuola romana e dedicò la sua vita alla riforma della musica liturgica.

Notizie biografiche

Figlio di Paolo e Giustina de Fazio, di modesta estrazione sociale e di pochi mezzi, fin dalla tenera età dimostrò di avere notevoli qualità intellettuali, che furono notate da don Zaccaria Tiritelli, arciprete e vicario foraneo di Cotroipo, uomo di brillante iniziativa.

Il sacerdote, conscio delle difficoltà economiche della famiglia, prese sotto le sue cure il fanciullo e lo avviò al seminario, dove il ragazzo si distinse per i suoi risultati nello studio della letteratura italiana e delle lettere antiche, dell'ebraico e del greco biblico.

In particolare il greco lo interessò al punto che, quando iniziò a comporre musica, spesso usò al posto del suo nome lo pesudonimo Cinosofo, traduzione in greco del suo cognome[1].

Appassionato di musica, ricevette i primi rudimenti, limitati però a poche lezioni teoriche, dai maestri Antonio Diana[2] e Leonardo Marzona[3]; per il resto coltivò la sua grande cultura musicale da autodidatta, sia per la composizione che nello studio storico: fece molte ricerche particolarmente sui musicisti friulani spesso poco conosciuti[4] e fin dall'età di sedici anni cominciò a mettere in partitura le sue prime composizioni. Nel 1826 fu eseguita la sua prima opera, una Messa a tre voci, nel seminario in occasione della festa di San Luigi Gonzaga.

Fu ordinato il 9 settembre 1832 a Udine e celebrò la sua prima messa nel paese natale il successivo 30 settembre. In questa occasione fu eseguito un suo mottetto a quattro voci, che riscosse notevole consenso: sollecitato da mons. Giuseppe Ferrandini, si trasferì a Cividale, nel cui Duomo dapprima diventò organista e successivamente ricoprì sino alla morte il ruolo di maestro di cappella.

Nella nuova destinazione, esercitò con animo pio e generoso il ministero sacerdotale, amato dai fedeli e dalla popolazione e si dedicò instancabilmente ai compiti propri della sua carica e alla musica in genere: nei cinquant'anni di attività da musicista, egli non smise mai di comporre, di studiare e di tenere contatti con eminenti figure del campo musicale europeo, divenendo socio della Reale Accademia di Firenze.

Fra le sue numerose attività inserì anche la guida dei fanciulli e l'insegnamento: fondò un ginnasio privato per i giovani di Cividale, ed ebbe egli stesso allievi di musica, fra i quali Jacopo Tomadini, che Candotti stesso definì "il mio più grande capolavoro"; insieme, i due percorsero - come altri a loro contemporanei - i primi passi della via riformatrice che portò poi al movimento ceciliano.

Nel 1854 vinse il primo premio nel concorso indetto dalla Société Réligieuse de Nancy con la Messa di Nancy (opp.347-349); nel 1862 un'altra sua messa a 4 voci virili risultò seconda al concorso dell'Union Choral di Parigi; partecipò con altre sue opere anche ad altri concorsi a Parigi e a Firenze, e ottenne premi e riconoscimenti. Tutto ciò gli procurò numerose offerte di prestigiose nomine, che egli sempre rifiutò, preferendo rimanere fedele ai propri impegni.

Nel 1869 cominciò ad accusare disturbi agli occhi, che si aggravarono nel 1871 tanto da impedirgli di scrivere (ma non di comporre dettando ad altri); una cura effettuata a seguito di ricovero a Padova gli restituì la vista nel 1873.

Negli ultimi anni di vita scrisse un catalogo cronologico delle sue opere, pubblicato in forma anastatica nel 1976 in occasione del centenario della morte: comprende 519 composizioni e a margine di alcune di quelle giovanili egli annotò di suo pugno un commento ironico sulla loro qualità[5].

Opere musicali

Scrisse più di 500 opere (il catalogo stilato da lui stesso ne conta 519), per lo più di musica sacra, per organo, per coro accompagnato, per coro a cappella e per orchestra; i manoscritti si trovano quasi tutti nell'archivio Capitolare del Duomo di Cividale del Friuli.

Per quanto riguarda la musica vocale e orchestrale, il suo corpus musicale può essere suddiviso in due periodi: infatti, le sue opere giovanili sono molto fresche ma ancora influenzate dal gusto operistico e un po' spettacolare, erede del Barocco, che in quegli anni era molto diffuso nelle chiese: la ricca vena melodica ricorda in special modo Gioacchino Rossini, con colori però più raffinati che richiamano spesso Wolfgang Amadeus Mozart.

Nella maturità invece sviluppò insieme a Tomadini un nuovo stile più sobrio, già nel solco di quella auspicata riforma della musica sacra che sfociò di lì a poco nel movimento ceciliano. Nelle sue composizioni, soprattutto quelle vocali, eliminò o almeno ridusse il più possibile gli assoli e le improvvisazioni dei cantanti e cancellò comunque ogni formula operistica e ogni virtuosismo, facendo invece ampio uso del contrappunto secondo il celebrato stile alla palestrina e rendendo l'armonia molto fluida. Egli anzi diede prova di una eccezionale padronanza della tecnica contrappuntistica e della fuga, che egli usava però sempre tenendo ben presente che l'obiettivo principale era la comprensibilità del testo.

Un esempio di questo modo di comporre è la Messa alla Palestrina nel genere semplice, da cantarsi a due cori alternativamente, composta in settembre 1849 per la Cappella di Codroipo mia patria (op. 306 - il manoscritto originale è conservato presso l'Archivio Arcipretale di Codroipo).

Molto interessante è anche la produzione organistica, che pone Candotti a pieno titolo nella tradizione dei compositori/organisti italiani come Giovanni Morandi e Padre Davide Maria da Bergamo.

Anche essa può essere suddivisa in due periodi: la parte più corposa copre un primo periodo di tempo che va dal 1827 (quando aveva 18 anni di età) al 1848 (39 anni) e può quindi essere considerata giovanile e della prima maturità. In queste composizioni la fantasia melodica è accesa e dilaga con un linguaggio musicale non accademico, fruibile da tutti; il gusto risente meno delle prese di posizione riformatrici nei confronti della musica sacra, tanto che all'ascolto risulta difficile capire a quale periodo della vita di Candotti esse risalgano.

Dal 1847 Cantotti tornò alla scrittura per organo, e, pur non improntando rigorosamente le sue opere allo stile contrappuntistico, fu comunque ancora autore originale, componendo partiture per organo con una rimarchevole parte per pedaliera indipendente.

Nel vasto catalogo della sua produzione entrarono:

  • 19 messe a tre voci virili con orchestra;
  • 36 messe oer tre o quattro voci virili e organo (sono quelle che ricevettero premi e riconoscimenti);
  • 26 messe a cappella o con organo ad libitum;
  • 99 salmi, tra i quali 16 Dixit Dominus con orchestra o organo e 31 Magnificat;
  • 34 inni, tra cui Invictus heros Numinis per soprano, contralto, tenore e basso, composto nel 1871 per la cappella imperiale di Praga; e Iesu redemptor omnium (op. 320), composto nel 1839 per tenore, coro, orchestra e organo e rielaborato per soprano, coro e organo in occasione di una esecuzione avvenuta con grande consenso nel 1874 nella cappella imperiale di Praga;
  • il Processionarium foroiuliense, sedici inni corali composti nel 1852 (op. 328) e rielaborati nel 1873 (op. 480);

e ancora litanie, responsori, Te Deum, antifone, brani sia del Proprium che dell'ordinario della messa.

Come detto, i manoscritti sono per la maggior parte conservati nell'archivio Capitolare di Cividale. Alcuni si trovano a Venezia presso il Fondo musicale di Santa Maria della Fava:

  • Credo / a tre Voci Concertato / Del M.o Candotti / Con Orchestra;
  • Dixit / a tre Voci Con.to / Del M:o Candotti / 1839 / Con Orchestra.;
  • Dixit [T II rip.];
  • Gloria / a 3. Voci Concertato con / Grande Orchestra del / M:o Candotti. / 1841;
  • Gloria / a 3. Voci con Orchestra del M:o Candotti.;
  • Qui tollis. / Volendo introdurre un Qui sedes;
  • Gloria / Concertato a 3. Voci in Sib. / con Strumenti da fiato / Del Maestro Candotti.;
  • Kyrie / a tre Voci concertato / Del M:o Candotti. / Con Orchestra.;
  • Kyrie, Gloria e Credo a tre / voci / del Maestro Candotti. (partic.);
  • Magnificat / a 3. Voci Con:to / Del M:o Candotti. / 1840 / Con Orchestra;
  • Magnificat a 3 (T II rip.);
  • Sanctus, Benedictus, Agnus Dei / a 3. Voci / Concertato con Orchestra / Del M:o Gio: Batta Candotti 1841;
  • Tantum ergo. / a 3. Voci Concertato / Del Maestro G. B. Candotti / 1839.

Oltre alla musica liturgica, egli scrisse anche canzoncine, cori popolari e musica per banda, sinfonie, sonate, marce, pastorali; compose anche musica folcloristica friulana, come Il cjalzumît (in dialetto) e "La Berecchinissima", del 1837, per organo e bugul, uno strumento tipico della zona del cividalese.

Le composizioni per organo sono state recentemente edite in una collana di 10 volumi[6]. Nel 2004 è stato anche pubblicato un CD contenente un excursus sulle sue opere, a cura dell'organista Stefano Barberino, per il Progetto Integrato Cultura e la Regione Friuli. La provincia di Udine organizza dal 2009 un annuale Festival Organistico Internazionale Friulano "Giovanni Battista Candotti".

Trattati

Annullo filatelico Numero 1499 del 17 ottobre 2009 - Bicentenario nascita di Don Giovanni Battista Candotti

Scrisse due trattati di musicologia, entrambi di vasta risonanza all'epoca:

  • Sul Canto ecclesiastico e sulla musica di chiesa, dissertazione, edito da Merlo, Venezia, 1847, che Fétis definì uno scritto pregevole;
  • Pensieri sul carattere della musica da chiesa, edito da Ricordi, Milano, 1851 (pubblicata anche in caratteri braille a Padova nel 1856).

Collaborò inoltre con alcune prestigiose riviste musicali: scrisse diversi articoli sui musicisti friulani per la Gazzetta musicale di Milano e un certo numero di articoli sulla riforma della musica sacra per alcune riviste francesi, soprattutto la Revue de musique religieuse di Parigi.

Ebbe anche il grande merito di portare alla luce il prezioso patrimonio di musiche in monodia e in discanto che giaceva nei libri corali della biblioteca capitolare del Duomo di Cividale.

Epistolario

L'epistolario, conservato presso l'Archivio Capitolare di Cividale e in corso di pubblicazione, contiene oltre quattromila lettere inviate e ricevute nel periodo 1826-1876.

Questo carteggio testimonia la stima di cui godeva nell'ambiente musicale anche a livello europeo: tra i corrispondenti infatti figurano musicisti; Franz Xaver Witt, Alberto Mazzucato, Michele Indri, Jacopo Tomadini, Francesco Comencini, Onofrio Turchetto; musicologi di primissimo piano: Adrien de la Fage, Edmond de Coussemaker, François-Joseph Fétis, Felix Danjou, Gaetano Gaspari, Francesco Caffi, Guerrino Amelli; editori musicali: Giulio Ricordi e Luigi Berletti; importanti riviste: La Gazzetta Musicale di Milano, Musica Sacra; intellettuali e studiosi friulani dell'epoca.

Note
  1. Egli ottenne la parola Cinosofo scomponendo Candotto in cino (= cane) dal greco κύων, κυνός, kýon, kynós e sofo (= dotto) dal greco σοφός, sophós
  2. Antonio Diana, musicista del XIX secolo, autore di musica sacra per organo
  3. Leonardo Marzona (Venzone 1773 - San Daniele del Friuli 1852), musicista e compositore.
  4. "Io sono in debito con lui per buone notizie su questi artisti" scrisse François-Joseph Fétis, op.cit..
  5. Scrisse testualmente "Non vale niente"
  6. Giovanni Battista Candotti, Composizioni per organo, 10 volumi, Armelin, Padova, 2004
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni