Sant'Antelmo di Chignin

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Sant'Antelmo di Chignin, O.Cart.
Vescovo
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Santo
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Daniele Crespi, Sant'Antelmo di Chignin (1629), affresco; Milano, Certosa di Garegnano
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 71 anni
Nascita Chignin
1107
Morte Belley
26 giugno 1178
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Vestizione 1136
Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale XII secolo
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Consacrazione vescovile 7 settembre 1173
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Incarichi ricoperti Vescovo di Belley-Ars
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Fine del
pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione 1607
Ricorrenza 26 giugno
Altre ricorrenze
Santuario principale {{{santuario principale}}}
Attributi Baculo pastorale, Libro, Flagello
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di {{{patrono di}}}
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Incoronazione
Investitura
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Erede
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 26 giugno, n. 9:
« A Belley in Savoia, sant'Antelmo, vescovo, che, da monaco, ricostruì l'edificio della Grande Certosa distrutto da una abbondante nevicata; divenuto poi priore, convocò il Capitolo generale e, elevato alla sede episcopale, rifulse nell'opera di correzione dei costumi di chierici e nobili svolta con instancabile impegno e intrepida fermezza. »

Sant'Antelmo di Chignin (Chignin, 1107; † Belley, 26 giugno 1178) è stato un vescovo e religioso francese.

Biografia

Nacque nel 1107, da nobile famiglia, nel Castello di Chignin, in Savoia. Sin dalla tenera età preferì la solitudine della preghiera alla vita mondana e dissipatrice dei grandi signori.

Fu segretario prima presso la diocesi di Ginevra, poi del vescovo di Belley, da quest'ultimo fu ordinato presbitero. Si recava molto spesso a Portes, dove un suo parente era certosino. La conoscenza della vita monastica cambiò radicalmente l'esistenza di Antelmo, che nel 1136 prese l'abito di san Bruno nel monastero di Portes.

La sua fama di valente amministratore lo portò alla Grande Chartreuse, dove, terminato il noviziato, fu nominato procuratore e amministratore dei beni. La Grande Chartreuse, che nel 1132 era stata gravemente danneggiata da una valanga, attraversava allora un periodo molto difficile. Antelmo si occupò con tutte le sue energie della ricostruzione materiale e morale della comunità, di cui nel 1139, alle dimissioni di Ugo I, divenne il settimo priore. Dopo aver riedificata la Grande Certosa e fatto costruire un acquedotto, il priore si adoperò a ricondurre in suoi monaci al rispetto della primitiva semplicità della Regola e, nello stesso tempo, tentò di rendere più stretti i legami tra le varie case dell'Ordine.

Nel 1142, infatti, nel capitolo generale gli otto priori delle Certose, allora esistenti, stabilirono che il priore della "Grande Certosa" fosse anche il Generale dell'Ordine, cui tutti dovessero obbedienza: fin da allora infatti i vari priori erano sottoposti solo al vescovo della loro diocesi. La fama di Antelio, divenuto primo generale dei Certosini, crebbe enormemente e attirò alla Grande Chartreuse molti nobili che desideravano seguirne l'esempio.

Nel 1149, quando un monaco di Portes fu eletto vescovo di Grenoble, sorsero degli aspri conflitti e alcuni certosini uscirono dal monastero per sostenere le loro ragioni di fronte ai tribunali. Antelmo, fortemente amareggiato da questa grave infrazione, dopo che Papa Eugenio III compose la vertenza, impose ai certosini una penitenza: ma il Papa reintegrò i monaci nell'Ordine senza alcuna formalità. Per questo Antelmo, pur non opponendosi alle decisioni del Papa, diede le dimissioni, che tuttavia ritirò momentaneamente a seguito di un intervento di San Bernardo, per farle poi accettare di nuovo nel 1151 e ritirarsi a vita contemplativa.

Nel 1152 Bernardo di Varey, fondatore di Portes, ottenne che Antelmo fosse designato a succedergli e questi, pur mantenendo la sua carica solo per breve tempo, con la sua grande carità si guadagnò l'appellativo di "padre dei poveri". Per questo Antelio nelle immagini che ci sono pervenute, viene effigiato nell'atto di accogliere gente di ogni età, aiutandola moralmente e materialmente nei suoi bisogni, con sullo sfondo la sua Certosa, di cui ebbe sempre nostalgia e che andava spesso a visitare.

Quando nel 1159 la cristianità fu divisa in due parti che sostenevano, l'una Alessandro III, Papa legittimamente eletto e l'altra l'antipapa Vittore IV, designato da Federico Barbarossa, Antelmo si schierò dalla parte di Alessandro e gli portò il sostegno della Francia, della Spagna e dell'Inghilterra. Molto probabilmente, in ringraziamento di questa azione, il Papa obbligò Antelmo ad accettare la carica di vescovo di Belley, alla quale era stato eletto all'unanimità il 7 settembre 1163. La consacrazione avvenne nella cattedrale di Bourges.

Anche nell'esercizio del suo ministero Antelmo conservò intatti quei caratteri di grande umiltà e carità che lo avevano reso famoso e si guadagnò tanto l'affetto del popolo, che la città di Belley, dopo la sua morte, fu chiamata per un certo tempo Antelmopoli. Nello stesso tempo, per la sua sagacia fu scelto dal Papa per una delicata missione in Inghilterra: il tentativo di riconciliazione tra Enrico II e san Tommaso Becket. Tuttavia il Barbarossa impedì la partenza di Antelmo, forse per vendicarsi della posizione ostile da questi avuta nei confronti di Vittore IV.

In seguito però l'imperatore mutò condotta nei riguardi di Antelmo e nel 1175 gli conferì la sovranità su Belley e dintorni, creandolo inoltre principe vescovo del Sacro Romano Impero. Il titolo di principe di Belley procurò ad Antelmo non poche difficoltà, che amareggiarono gli ultimi anni della sua vita. Umberto III, conte di Maurienne, non si rassegnò a perdere i diritti su Belley e iniziò una politica di provocazione nei confronti di Antelmo, facendo dapprima arrestare, in violazione del diritto di giurisdizione della Chiesa sul clero e poi uccidere un sacerdote. Antelmo scomunicò il conte, ma questi ottenne dal Papa Alessandro III, cui era ricorso, l'annullamento della scomunica. Allora Antelmo, indignato, si ritirò nella Grande Charteuse, ma il popolo e il clero ricorsero al Papa, che gli ordinò formalmente di riprendere il suo posto e, nel contempo, ingiunse a Umberto di fare penitenza.

Antelmo tornò quindi a Belley, continuando tuttavia a essere osteggiato da Umberto, che continuò a tramare contro di lui giungendo perfino a progettare di assassinarlo. Il 26 giugno 1178, colpito da grave malattia, Antelmo morì, dopo aver ricevuto l'omaggio del Conte di Mourienne, che al suo capezzale fece sincera ammenda dei suoi torti.

Culto

I funerali di Antelmo furono imponenti e il suo culto si diffuse immediatamente. Nel 1630 le sue spoglie furono esumate e traslate in una cappella a lui dedicata. Durante al rivoluzione francese questa fu profanata, ma le reliquie di Antalmo non andarono disperse e il 30 giugno 1829 il vescovo di Belley le depose in un bellissimo reliquiario, che alla fine del secolo fu sostituito da un altro in bronzo offerto dalla Grande Charteuse.

Successioni

Predecessore: Ministro generale dell'Ordine certosino Successore: Carthusian coat of arms-2006 04 22.png
Ugo I
1136-139
1139 -1151 Basilio
1151-1174
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Ugo I
1136-139
{{{data}}} Basilio
1151-1174
Predecessore: Vescovo di Belley Successore: Bishopcoa.png
Ponce de Thoire 7 settembre 1163 - 26 giugno 1178 Renaud I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Ponce de Thoire {{{data}}} Renaud