Certosa di Sant'Ambrogio in Garegnano (Milano)

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Certosa di Sant'Ambrogio in Garegnano
Milano Certosa-Garegnano complesso.png
Milano, Certosa di Garegnano, complesso monastico
Altre denominazioni Certosa di Milano, Certosa di Garegnano
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Lombardia
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lombardia
Provincia Milano
Comune Stemma Milano
Località Garegnano
Diocesi Milano
Religione Cattolica di rito ambrosiano
Indirizzo Via Garegnano, 28
20156 Milano (MI)
Telefono +39 02 38006301
Fax +39 02 38006301
Posta elettronica segreteriacertosa@gmail.com
assuntaincertosa@chiesadimilano.it
Sito web Sito ufficiale
Proprietà Parrocchia di Santa Maria Assunta in Certosa di Garegnano
Oggetto tipo Certosa
Dedicazione Maria Vergine
Sant'Ambrogio di Milano
Sigla Ordine fondatore O.Cart.
Sigla Ordine qualificante O.Cart.
Sigla Ordine reggente O.Cart.
Fondatore Giovanni Visconti
Data fondazione 19 settembre 1349
Architetti Pellegrino Tibaldi (ristrutturazione e ampliamento del XVI secolo)
Vincenzo Seregni (costruzione del chiostro grande e rifacimento della chiesa)
Galeazzo Alessi (facciata)
Stile architettonico Rinascimentale, barocco
Inizio della costruzione 1349
Completamento XVII secolo, inizio
Soppressione 1782
Data di consacrazione 1367
Coordinate geografiche
45°30′09″N 9°07′46″E / 45.502563, 9.129446 Stemma Milano
Mappa di localizzazione New: Milano
Certosa di Milano
Certosa di Milano
Milano centro
Milano centro

La Certosa di Sant'Ambrogio in Garegnano, comunemente nota come Certosa di Garegnano o Certosa di Milano, è un complesso monastico, situato nell'omonimo quartiere, alla periferia nord-occidentale di Milano, che ospitò un monastero certosino, attualmente affidato al clero diocesano di Milano.

Storia

La Certosa venne fondata con atto notarile il 19 settembre 1349, da Giovanni Visconti (1290 ca. - 1354), arcivescovo e signore di Milano, che ne fece dono all'Ordine Certosino, con altri suoi beni personali. Per la costruzione del nuovo monastero, venne scelto un luogo al centro del borgo di Garegnano, lontano dal perimetro delle mura cittadine (mentre oggi è completamente inserito nel tessuto urbano di Milano), per consentire ai monaci di vivere e pregare immergendosi nel silenzio e nella solitudine. I lavori per la sua edificazione si conclusero già nel 1352, anche se la consacrazione solenne della chiesa avvenne solo nel 1367.

Il complesso monastico, nell'estate del 1357, accolse il celebre scrittore Francesco Petrarca (1304 - 1374), che era ospite dei Visconti, il quale trovò in esso, domus nova sed nobilis, un rifugio quieto e fresco lontano dall'agitata vita di corte, diversorium amenissimum saluberrimumque.

Nel 1388 Luchino Novello Visconti, nipote di Giovanni, considerato il secondo fondatore, dona alla sua morte, tutti i suoi beni ai certosini, grazie al quale tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo il monastero fu sottoposto a lavori di ristrutturazione e ampliamento, che comportarono anche la risistemazione dell'apparato decorativo.

Nella seconda metà del XVI secolo, l'aspetto architettonico e figurativo del complesso monastico venne radicalmente trasformato, cancellando quasi completamente (a differenza di quanto si verificò per l'altra grande Certosa lombarda di Pavia) le preesistenze gotiche e rinascimentali. La ristrutturazione e l'ampliamento vennero effettuati su progetto probabilmente di Pellegrino Tibaldi (1527 - 1596), mentre la costruzione del chiostro grande e il rifacimento della chiesa sono attribuibili a Vincenzo Seregni (1519/1520 - 1594) come attestano i numerosi documenti e disegni che ne dimostrano la sua prolungata presenza nel cantiere. Al 1562 risale la nuova consacrazione della chiesa; la data del 1608 è incisa sopra il portale maggiore, pur se il decorso dei lavori, tanto per la parte architettonica quanto per gli apparati plastici e pittorici della facciata e dell'interno, si estese oltre la seconda data.

Nel 1782 i monaci dovettero abbandonare la Certosa in seguito alla soppressione del monastero decretata da Giuseppe II d'Asburgo-Lorena (1741 - 1790), imperatore d'Austria, il quale abolì tutti gli ordini contemplativi. In tale occasione, i beni e i terreni del monastero furono messi in vendita con aste pubbliche e il chiostro grande - fiancheggiato su tre lati dalle celle-casette dei religiosi - fu destinato a polveriera del Castello Sforzesco: questo successivamente guastato dalle truppe napoleoniche venne distrutto nel 1895.

La chiesa, nella notte di Natale del 1783, divenne sede della Parrocchia del borgo di Garegnano, che, dopo l'Unità d'Italia, fu aggregato al Comune di Musocco e nel 1923 venne unito alla città di Milano.

Il complesso fu restaurato nel 1930 dall'architetto Ambrogio Annoni (18821954), ma i bombardamenti della Seconda Guerra mondiale lo distrussero ulteriormente. Inoltre, il chiostro grande già distrutto dai soldati francesi, fu ulteriormente guastato per permettere la realizzazione dello Svincolo Autostradale viale Certosa.

Recenti restauri realizzati in occasione del Giubileo del 2000, hanno riportato sia le opere che la struttura architettonica al loro originario splendore.

Descrizione

Dell'enorme complesso monastico attualmente rimane ben poco, se non la chiesa, il cortile dell'Elemosina, il cortile d'Onore (suggestivo vestibolo ellittico movimentato da tre esedre) e qualche porzione degli edifici dei certosini intorno al chiostro della foresteria, da cui si accede all'antico refettorio, ora cappella delle Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria. Del grande chiostro dei monaci rimane qualche frammento e le linee del portico sul lato verso l'imbocco dell'autostrada.

Chiesa di Santa Maria Assunta

Chiesa di Santa Maria Assunta

Esterno

Dal portale attraverso un atrio e un vestibolo ellittico si raggiunge la chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, dall'elevata facciata, attribuita a Galeazzo Alessi (1512 - 1572) o a Vincenzo Seregni, ma ultimata nel 1608; si presenta divisa in tre ordini simmetrici scandita nei due inferiori da coppie di paraste in granito con capitelli in pietra gialla d'Angera. Il prospetto esterno è arricchito da numerosi elementi architettonici e decorativi che ne vivacizzano la superficie e ne sottolineano il profilo:

Interno

La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), ha una pianta a croce commissa rovesciata e si presenta all'interno a navata unica terminante con un presbiterio absidato semicircolare e coronato da un pregevole tiburio quadrato con cupola ottagonale, che sono opera di Vincenzo Seregni.

Presbiterio

L'intero apparato decorativo del presbiterio fu eseguito ad affresco tra il 1578 e il 1582 da Simone Peterzano e presenta:

Navata e controfacciata
Chiesa di Santa Maria Assunta (interno)

La volta a botte della navata e le pareti, dove si profilano arcate fra lesene, sono decorate da splendidi dipinti murali, ad affresco, eseguiti nel 1629 da Daniele Crespi, che rappresentano il suo maggior impegno decorativo, realizzato in modo che ogni elemento formale si armonizzasse con le linee architettoniche della chiesa; il senso di semplice devozionalità e di raccoglimento suggerito dallo stile pittorico scarno e dal colore omogeneo, intonato sui grigi e sui violetti, costituiscono la caratteristica più peculiare di questa fase dell'attività dell'artista lombardo. I dipinti raffigurano:

Le pareti della navata e la controfacciata sono decorate da uno splendido ciclo di dipinti murali, ad affresco, con le Storie della vita di san Bruno di Colonia, alternate con Santi e beati certosini, realizzati nel 1629 da Daniele Crespi, raffiguranti:

Transetto

Nel transetto, che si interseca con la navata all'inizio della chiesa, si notano:

Sacrestia

A sinistra del presbiterio, si accede alla sacrestia, dove si nota:

Sala Capitolare

A destra del presbiterio, si accede alla Sala capitolare, dove si conservano:

Chiostro della foresteria e refettorio

A destra della chiesa si accede al chiostro della foresteria (fine del XVI secolo), dal quale si entra nell'antico refettorio monastico, ora cappella delle Suore francescane missionarie, decorato con un dipinto murale raffigurante:

Note
  1. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 16.10.2019
  2. Ibidem . URL consultato il 17.10.2019
  3. Ibidem . URL consultato il 17.10.2019
  4. Ibidem . URL consultato il 17.10.2019
  5. Ibidem . URL consultato il 16.10.2019
  6. Ibidem . URL consultato il 16.10.2019
  7. Ibidem . URL consultato il 16.10.2019
  8. Nell'iscrizione identificativa, posta sopra il dipinto, Dionigi di Rijkel (1402 - 1470) è ricordato con il titolo di dottore estatico e indicato come beato, come riportato nel martirologio certosino che lo festeggiato il 12 marzo, mentre la Chiesa lo riconosce solo come venerabile.
  9. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 16.10.2019
Bibliografia
  • Carlo Capponi (a cura di), La Certosa di Garegnano in Milano, col. "Guide Rosse", Silvana, Milano, 2003, ISBN 9788882156732
  • M. Colli, R. Gariboldi, A. Manzoni, La Certosa di Garegnano, Biblioteche Pubbliche di Milano, Milano, 1989
  • Mina Gregori (a cura di), Gli affreschi della Certosa di Garegnano, Arti Grafiche "Amilcare Pizzi", Cinisello Balsamo, 1997
  • Touring Club Italiano (a cura di), Milano, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, pp. 511-512, ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni