Settimana Santa a Taranto
Settimana Santa a Taranto | |
Settimana Santa tarantina, alcuni elementi tradizionali | |
Riti della Settimana Santa Processione | |
Festa locale | |
Commemorazione celebrata | Passione e morte di Gesù Cristo |
Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Provincia | Taranto |
Comune | Taranto |
Luogo specifico | Vie del centro storico, Chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo, Chiesa di San Domenico Maggiore |
Diocesi | Taranto |
Periodo | Primavera |
Data mobile | Venerdì precedente la Domenica delle Palme - Venerdì Santo |
Organizzata da | Confraternite dell'Addolorata e del Carmine |
Tradizioni religiose | Processioni, sacre rappresentazioni |
Collegamenti esterni Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA) Sito web | |
La Settimana Santa a Taranto rievoca annualmente nella città pugliese con processioni e sacre rappresentazioni, la passione e morte di Gesù Cristo.
Descrizione
La Settimana Santa si articola in momenti celebrativi, devozionali e folcloristici, che hanno il loro culmine nelle seguenti tradizioni:
Processione del SS. Crocifisso
I riti della Settimana Santa tarantina, da alcuni decenni,[1] hanno un prologo la sera del Venerdì di Passione,[2] con la processione del SS. Crocifisso, organizzata dal "Gruppo del SS. Crocifisso" della Parrocchia di San Lorenzo da Brindisi, che percorre le vie del quartiere della Salinella con il simulacro del SS. Crocifisso.
Le "Gare"
Nella Domenica delle Palme, si svolgono le tradizionali aste (dette Gare) durante le quali i membri delle Confraternite dell'Addolorata e del Carmine si contendono i simboli delle processioni della Settimana Santa. In questa giornata, le Confraternite convocano le assemblee straordinarie, alle quali possono prendere parte solo i membri che sono in regola con il pagamento della quota sociale annuale e che non sono incorsi in sanzioni disciplinari. Durante, la riunione, un incaricato della Confraternita (il segretario o uno degli assistenti del priore) presenta, uno alla volta, i simboli delle processioni ed i confratelli dichiarano le proprie offerte in danaro, sino a quando l'ultima non è superata da una maggiore e ne viene così sancita l'aggiudicazione.
La somma totale di denaro realizzata viene utilizzata per:
- far fronte alle spese che la fraternità affronta non solo in occasione della Settimana Santa, ma anche durante l'intero anno;
- retribuire i complessi bandistici che partecipano alle processioni;
- provvedere alla manutenzione della cappella cimiteriale;
- sostenere alcune opere caritative.
Non esiste un "listino" per l'aggiudicazione di un simbolo e le cifre offerte variano di anno in anno, a seconda del numero dei confratelli, che vi partecipano, e dalle loro disponibilità economiche.
Un tempo le Gare si svolgevano all'interno delle chiese di San Domenico Maggiore e del Carmine, mentre da alcuni anni, per ragioni di ordine e decoro, si svolgono in luoghi più consoni. Infatti, attualmente l'asta della Confraternita dell'Addolorata si tiene presso la chiesa di Sant'Agostino (attualmente non officiata), mentre quella dell'Arciconfraternita del Carmine nel salone dell'Amministrazione provinciale.
I simboli più ambiti sono la traccola per i confratelli dell'Addolorata, e la statua di Gesù Cristo morto per quelli del Carmine.
Pellegrinaggio dei "Perdoni"
I Perdoni (in dialetto, le Perdúne) sono penitenti della confraternita del Carmine, che a coppie (dette poste) nel pomeriggio del Giovedì Santo escono ad intervalli dalla Chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo per effettuare un pellegrinaggio verso le principali chiese del Borgo Antico e del Borgo Nuovo, per sostare in adorazione dinanzi agli altari della reposizione (detti sepolcri) e lasciare poi il posto alla coppia successiva.
La coppia che esce dal portone della sagrestia - rivolta verso il Borgo Nuovo - compie il pellegrinaggio per i sepolcri della città Nuova e si chiama posta di campagna, a ricordo del fatto che alle origini dei riti, tale zona non esisteva, mentre la coppia che esce dal portone principale, rivolto verso il nucleo antico della città, compie il pellegrinaggio per i sepolcri della città Vecchia e per questo conserva il nome di posta di città. Oltre i sepolcri del Borgo antico, visitano anche la Chiesa di San Domenico Maggiore per il saluto alla Madonna addolorata, prima dell'uscita della stessa nella processione notturna.
I Perdoni sono scalzi e vestiti con l'abito tradizionale dei penitenti composto da:
- camice bianco stretto in vita e sui polsi;
- corona del rosario nera appesa in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, pendenti sulla destra del camice;
- cingolo nero, in cuoio, attaccato in vita e fatta pendere sul lato sinistro del camice, simboleggiante la frusta che colpì Gesù;
- mozzetta crema abbottonata sul davanti;
- due scapolari con ricamate in seta blu le iscrizioni: Decor e Carmeli;
- cappuccio bianco con due fori all'altezza degli occhi;
- cappello nero bordato con nastro blu, dai cui lati scendono altri due nastri anch'essi blu, indossato sopra al cappuccio o appoggiato sopra le spalle, fissato in vita con un nastro che viene fatto passare attraverso un'asola che si trova nell'abbottonatura della mozzetta;
- guanti bianchi di cotone o di pelle.
I Perdoni, inoltre, portano un bordone, alto circa due metri, ovvero l'antico bastone dei pellegrini: infatti, le Perdúne sono così chiamati in ricordo dei pellegrini che si recavano a Roma per ottenere il perdono dei peccati.
Il lento incedere dei confratelli è caratterizzato da un dondolio, detto in dialetto tarantino nazzecata.
L'uscita dei Perdoni è il primo atto della Settimana Santa tarantina che coinvolge l'intera cittadinanza.
Processione della Madonna addolorata
La Processione della Madonna addolorata parte alla mezzanotte del Giovedì Santo dalla Chiesa di San Domenico Maggiore, dopo il discorso dell'arcivescovo sul sagrato della stessa.
La processione è aperta dal traccolante, ossia il confratello che utilizza la traccola, uno strumento che emette, quando viene agitato, un suono roco con il quale è scandito il cammino della processione. Seguono:
- un confratello con la croce della Passione;
- una coppia di bambini, detti le pesare, perché portano appesi al collo una pietra, in legno, che rappresenta probabilmente il peso dei peccati;
- tre crociferi, che a differenza di tutti gli altri confratelli procedono a piedi scalzi, recando sulle spalle una croce lignea nera:[3] questi sono intervallati da quindici poste, che simboleggiano i misteri del Rosario;
- tre confratelli che portano le mazze processionali, detti mazzieri, che hanno il compito di mantenere l'ordine della processione e di sostituire, in caso di necessità, i membri del sodalizio che ricoprono altri ruoli;
- il trono, costituito da tre confratelli uno dei quali, quello centrale, reca in mano un bastone con pomello e nappa argentea, che rappresenta l'autorità della Confraternita, che non coincide necessariamente con il priore, perché in questa processione è il confratello aggiudicatario del simbolo;
- il celebrante accompagnato da alcuni chierici;
- la statua della Madonna addolorata (seconda metà del XVII secolo) con una veste nera, che tiene sulla mano destra il fazzoletto, finemente ricamato, e con la sinistra il cuore trafitto. Il simulacro viene portato in processione a spalla da otto confratelli, quattro con la veste tradizionale e quattro con abito, guanti e cravatta neri;
- fedeli penitenti, donne e uomini, che spesso a piedi scalzi e con ceri in mano adempiono ad un voto fatto oppure vivono un personale momento di penitenza.
La processione è accompagnata, lungo tutto il percorso, da due bande musicali, che, suonando marce funebri tradizionali, accompagnano il lento incedere dei confratelli, caratterizzato da un dondolio (in dialetto, nazzecata).
I confratelli sono vestiti con l'abito tradizionale che si compone di:
- camice bianco stretto in vita e sui polsi;
- corona del rosario nera appesa in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, pendenti sulla destra del camice;
- cingolo nero bordato di bianco con quattro fasce alle cui estremità sono applicate due nappe, e pendenti sulla sinistra del camice;
- mozzetta nera bordata di bianco decorata con un gallone, in metallo, raffigurante la Madonna addolorata;
- cappello nero bordato di bianco, appoggiato sulle spalle e fissato in vita con un nastro che viene fatto passare attraverso un'asola situata nell'abbottonatura della mozzetta;
- cappuccio bianco con due fori all'altezza degli occhi;
- corona di sterpi poggiata sul capo;
- calze e guanti bianchi;
- scarpe con lacci bianchi e coccarde di nastro bianco e bottoncini neri applicati su di esse.
La processione si sviluppa lungo un percorso articolato che giunge sino al Borgo Nuovo, da cui dopo una breve sosta, torna verso la Città Vecchia per rientrare nella Chiesa di San Domenico Maggiore verso le ore 14.00 del Venerdì Santo.
Processione dei Misteri
La Processione dei Misteri esce alle 17.00 del Venerdì Santo dalla Chiesa della Madonna del Carmine, portando le statue che rappresentano alcuni momenti della passione di Gesù, e procede per le strade del Borgo Nuovo.
La processione ebbe inizio il 4 aprile 1765, Venerdì Santo, quando alla Confraternita del Carmine vennero donate, con atto notarile, le due statue di Gesù Cristo morto e della Madonna addolorata dal nobiluomo tarantino Francescantonio Calò. Dalla prima realizzazione del corteo, il sodalizio ha sempre curato lo svolgimento della processione arricchita nel tempo con nuove statue, sino alla struttura attuale, che presenta otto sculture processionali.
I confratelli sono vestiti con l'abito tradizionale dei Perdoni e procedono a ritmo lento accompagnati dalle marce funebri.
La processione è aperta dal traccolante, l'unico singolo a reggere il bordone e ad indossare il cappello, al quale seguono:
- lo stendardo processionale della Confraternita listato a lutto, per la morte di Cristo;
- la croce della Passione, detta Croce dei Misteri;
- le otto statue dei Misteri, intervallate da coppie di confratelli, che raffigurano alcuni momenti della passione:
- Gesù Cristo prega nell'orto di Gethsemani;
- Gesù Cristo alla colonna;
- Ecce Homo;
- Gesù Cristo cade sotto la croce;
- Gesù Cristo crocifisso;
- Croce penitenziale con la Sacra Sindone;
- Gesù Cristo morto, disteso sul cataletto e ricoperto da un velo trapunto di stelle d'oro, ai lati camminano quattro notabili della città o Cavalieri del Santo Sepolcro, che reggono il laccio d'onore;
- Madonna addolorata, preceduta dal sacerdote e dai chierici.
La processione è accompagnata, lungo tutto il percorso, da tre bande musicali, quattro dal 2012, che suonano marce funebri.
Il corteo, dopo aver effettuato una sosta nella Chiesa di San Francesco da Paola, riprende il cammino del ritorno, per rientrare nelle prime ore del mattino di Sabato Santo nella Chiesa della Madonna del Carmine con un rito particolare e suggestivo: il traccolante (ossia il Perdone incappucciato che guida la processione con la traccola) batte per tre volte col bordone sul portone per far riaprire la chiesa.
Quando la porta si chiude alle spalle dell'ultima statua terminano i riti della Settimana Santa tarantina e tutti si preparano alla liturgia della Veglia pasquale, con cui si celebra la risurrezione di Cristo.
Riconoscimenti
L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA) ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia
Patrimonio immateriale d'Italia
Note | |
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Bibliografia | |
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