Veglia Pasquale

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1leftarrow.png Voci principali: Pasqua, Triduo Pasquale.
Un cero pasquale: acceso nella Veglia Pasquale, è simbolo di Cristo risorto

La Veglia pasquale è la solenne celebrazione della Risurrezione del Signore, nel cuore del Triduo Pasquale della Passione, morte e Risurrezione di Gesù.

È la celebrazione più importante dell'anno liturgico, perché celebra la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte.

È la più ricca liturgia di tutto l'Anno Liturgico, ed è articolata in modo da essere la "Madre di tutte le veglie", la celebrazione dalla quale nascono tutte le altre.

Struttura della celebrazione

La Veglia si articola in quattro parti:

  1. Liturgia del Fuoco
  2. Liturgia della Parola
  3. Liturgia battesimale
  4. Liturgia eucaristica

Liturgia del Fuoco

La processione del clero esce dalla chiesa, lasciata completamente al buio, senza luci né candele accese, dal Venerdì Santo. Una volta fuori dalla chiesa, i concelebranti raggiungono un braciere precedentemente preparato, e dopo un breve saluto iniziale (senza il Segno della Croce) il celebrante benedice il fuoco. Quindi prende delle braci e le mette nel turibolo e accende, da quella fiamma, il Cero pasquale; benedice poi il cero pasquale, tracciandovi una croce, le lettere greche Alfa e Omega e le cifre dell'anno; prende cinque grani di incenso e li conficca alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le Cinque Piaghe di Gesù, delle mani, dei piedi e del costato.

Quindi il diacono, portando il Cero pasquale, comincia la processione che entrerà in chiesa, intonando per la prima volta "Lumen Christi" (La luce di Cristo), e il popolo risponde "Deo Gratias" (Rendiamo grazie a Dio). Dietro il Cero pasquale si riforma la processione iniziale, e si accodano anche i fedeli; sulla porta il diacono intona di nuovo "Lumen Christi", e tutti i presenti accendono una candela; arrivati al presbiterio il diacono intona per la terza volta "Lumen Christi" e si accendono le luci della chiesa. Quindi viene riposto e incensato il cero pasquale e il libro, dal quale un diacono, o un cantore, intona l'Exultet (Preconio Pasquale) o Annuncio pasquale. Terminato l'annuncio tutti spengono le candele, ed inizia la liturgia della Parola, introdotta dal celebrante.

Liturgia della Parola

La Liturgia della Parola della Veglia di Pasqua è la più ricca di tutte le celebrazioni dell'anno; consta di sette letture e otto salmi dall'antico testamento, un'epistola di San Paolo ed il Vangelo scelto tra i tre sinottici, a seconda dell'Anno liturgico allo scopo di ripercorrere la storia della redenzione dall'origine della vita in Dio. Dopo ogni lettura e ogni salmo vi è l'orazione del celebrante. Si devono leggere almeno tre letture, ed è obbligatoria quella tratta dal Libro dell'Esodo.

L'orazione dopo ogni lettura suggerisce l'interpretazione cristologica, ecclesiale e sacramentale della lettura, secondo lo schema seguente:

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Dopo l'Orazione, alla settima lettura il celebrante intona il Gloria; all'intonazione seguirà il suono delle campane, secondo gli usi locali, e il suono dell'organo, ad accompagnarle; se le luci della chiesa non erano state accese tutte alla Liturgia del Fuoco, si accendono le restanti. Quindi si canta il Gloria, accompagnato dagli strumenti musicali.

Segue l'Orazione Colletta, e quindi le ultime letture:

salmo responsoriale: Sal 117

L'Omelia conclude la Liturgia della Parola.

Nel Rito ambrosiano

Le letture vigiliari del Rito Ambrosiano sono sei:

Seguono quindi le letture della Liturgia della Parola propriamente detta:

Liturgia Battesimale

È uso celebrare anche dei battesimi la notte di Pasqua, in questo momento liturgico. Tutti i fedeli riaccendono la candela che avevano all'inizio.

Dopo una breve introduzione si cantano le Litanie dei Santi. Quindi il celebrante, pronunciata la preghiera, prende il Cero pasquale e lo immerge parzialmente nell'acqua del Battistero, benedicendo l'acqua. Poi passa ad aspergere tutto il popolo. Nel caso in cui ci siano battesimi, si compie in questo momento il rito, che puo' avvenire anche per immersione come nelle comunità neocatecumenali, altrimenti si pronuncia la professione delle promesse battesimali. È possibile concludere la Liturgia Battesimale con la Preghiera dei fedeli.

Liturgia eucaristica

Segue la Liturgia Eucaristica, articolata come in tutte le celebrazioni eucaristiche; alla fine il celebrante dà la benedizione, concludendo così una grande celebrazione che era cominciata il Giovedì Santo con la Messa in Coena Domini.


Note
  1. Il Salmello è un Salmo cantato e abbreviato che di solito ha relazione con le verità contenute nella Lettura. Serve a meditare sulla lettura appena proclamata.
Voci correlate
Collegamenti esterni