Utente:Quarantena/Abbazia di Lerino

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Abbaye de Lérins
Church and monastery of the Lérins Abbey.jpg
Abbazia di Lerino
Stato bandiera Francia
Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra
Comune Cannes
Religione Chiesa cattolica romana
Sito web Sito ufficiale
Oggetto tipo Abbazia
Sigla Ordine qualificante O.Cist.
Sigla Ordine reggente O.Cist.
Inizio della costruzione IV secolo
Completamento XI secoloXIV secolo
Note Monumento storico francese
Coordinate geografiche
43°30′23″N 7°02′51″E / 43.506389, 7.0475 bandiera Francia


L'abbazia di Lerino è un'abbazia cistercense medievale situata in Provenza, nel sud della Francia.

Il monastero e l'abbazia di Lerino sono situati sull'isola di Sant'Onorato (Lerino), di fronte a Cannes. Il primo monastero fu fondato da Sant'Onorato di Arles, verso il 400-410[1].

Il monaco più celebre di questa abbazia fu San Vincenzo di Lerino. All'epoca i monaci del monastero furono accusati di semipelagianesimo da Sant'Agostino d'Ippona.

I monumenti attuali sono stati costruiti tra l'XI e il XIV secolo. Il monastero cluniacense ospita ai nostri giorni una comunità di monaci cistercensi.

Storia

Prima fondazione

L'isola, già nota dai Romani sotto il nome di Lerina, era disabitata e infestata da serpenti. Onorato d'Arles accompagnato dall'eremita san San Caprasio di Lerino, vi fondò un monastero tra la fine del IV e gli inizi del V secolo[2]. Secondo la tradizione, Onorato s'installò sull'isola con l'intenzione di vivere come un eremita, ma fu raggiunto da alcuni discepoli che costituirono una comunità cenobitica intorno a lui.

Così l'isola di Lerino divenne un "immenso convento", come riportato da Giovanni Cassiano. Onorato codificò la vita della comunità, con una regola la cui prima redazione, la «Règle des Quatre Pères», è la prima del genere in Francia.

Nel V e nel VI secolo, il monastero attirò monaci che ne assicurarono la fama. La biblioteca e lo scriptorium erano considerati tra i più interessanti del mondo cristiano[3]. E così san Patrizio studiò qui prima di intraprendere l'evangelizzazione dell'Irlanda; Massimo di Riez e Fausto di Riez furono abati di Lerino prima di diventare vescovi di Riez. Eucherio di Lione vi mandò i propri figli prima di raggiungere lui stesso il monastero, e San Quenin, vescovo di Vaison-la-Romaine, fu ugualmente monaco a Lerino nel corso del VI secolo.

San Lupo di Troyes, san Jacques de Tarentaise e Apollinaire provengono anche loro da questa abbazia. L'abbazia ha fornito tre vescovi dell'diocesi di Arles nel corso del V e del VI secolo: Onorato stesso, Sant'Ilario di Arles e San Cesario d'Arles.

Il monaco più celebre di questa abbazia forse è San Vincenzo di Lerino, fratello di Lupo di Troyes, che redasse a Lerino il Commonitorium[4]. Prendendo posizione contro le posizioni di Agostino d'Ippona circa la grazia, egli dice che la grazia di Dio coopera con l'uomo. Questa posizione fu condannato sotto il nome di semipelagianesimo, al Concilio di Orange del 529.

San Nazario, quattordicesimo abate di Lerino probabilmente durante il regno di Clotario II (584-629), affrontò con successo i resti del paganesimo, sulla costa sud della Francia. Distrusse un santuario di venere vicino a Cannes e fondò sul suo sito un convento femminile, che venne distrutto dai Saraceni nell'VIII secolo.

Alla fine del VI secolo vi si formò anche sant'Attala, poi trasferitosi all'Abbazia di Luxeuil ed in seguito secondo abate dell'abbazia di San Colombano di Bobbio (PC).

Negli anni 630, Sant'Agricola d'Avignone fu monaco a Lerino dall'età di 16 anni prima di diventare vescovo di Avignone. Nel 660 sant'Aygulphe tentò d'instaurare la regola di san Benedetto prima di essere assassinato. Finalmente alla fine del VII secolo i monaci rinunciarono alla regola posta da Onorato e adottarono quella di San Colombano.

Nel corso dei secoli successivi la vita monastica sull'isola fu interrotta a più riprese da incursioni, principalmente attribuibili ai Saraceni. In effetti dopo la sconfitta a Poitiers del 732 i Saraceni ripiegarono sulla Provenza e presero d'assalto l'abbazia che era una preda ricca e facile. Verso quella data[5] cinquecento membri della comunità, compreso l'abate, san Porcario, furono massacrati sull'isola dagli invasori[6]. Uno dei pochi sopravvissuti, sant'Eleuterio ricostruì un nuovo monastero sulle rovine del vecchio[6].

Seconda fondazione

Negli anni tra il 978 e il 1020, Lerino aderì alla riforma cluniacense. Il monastero beneficiò di numerose donazioni e disseminazioni in Provenza dove furono fondati un centinaio di priorati. Nel 1041 i conti di Ventimiglia, Ottone e Corrado, e altri nobili della zona, fecero notevoli donazioni all'abbazia.[7]

Nel 1047 l'isola fu invasa e alcuni monaci furono condotti in cattività in Spagna. Furono riscattati dall'abate dell'Abbazia di San Vittore di Marsiglia, sant'Isarn.

Sull'isola furono costruiti edifici fortificati tra l'XI e il XIV secolo. Un sistema di segnalazione con dei fuochi tra la torre fortificata del monastero e quella di Suquet, a Cannes, fu installato nel 1327.

Le reliquie di Onorato furono ricondotte a Lerino da Arles, nel 1391[8]. L'isola divenne un luogo molto popolare di pellegrinaggi, incoraggiati dagli scritti di Raymond Féraud, monaco che redasse una vita leggendaria di Onorato.

Agli inizi del XV secolo l'isola fu saccheggiata dai pirati genovesi: il monastero fortificato fu difeso soprattutto dai servi. Soldati provenzali (1437), poi francesi (1481), occuparono i piani superiori degli edifici per assicurare la protezione dei monaci. Dal 1464 il monastero fu sottoposto a un regime di commenda fino al 1510, quando Agostino Grimaldi, terzo abate commendatario, rinunciò alla commenda e riformò il monastero e lo aggregò alla congregazione cassinese.

Durante la guerra dei trent'anni, nel 1635, l'isola fu invasa dagli spagnoli e i monaci furono espulsi. Durante l'occupazione gli spagnoli fortificarono l'isola installando delle batterie di cannoni sulle cappelle. Due anni dopo l'isola fu ripresa dai francesi che vi lasciarono permanentemente un'importante guarnigione. Dopo un esilio a Vallauris, i monaci ritornarono ma il monastero continuò a essere sottoposto agli attacchi spagnoli e genovesi.

A partire dal 1636 il regime di commenda fu ristabilito definitamente, causando il declino del monastero. Quando fu chiuso da una commissione reale nel 1788, solo quattro monaci vivevano ancora lì. La proprietà del monastero fu trasferita al vescovo di Grasse.

Con la rivoluzione francese l'isola fu dichiarata bene nazionale e divenne proprietà dello stato. Fu venduta a una ricca attrice, Mademoiselle de Sainval, che vi risiedette per venti anni, trasformando il monastero in sale di ricevimenti.

Terza fondazione

Nel 1859, l'isola fu acquistata dal vescovo di Fréjus, Jordany che cercò di installarvi di nuovo una comunità religiosa.

Dieci anni più tardi vi si insediarono alcuni monaci cistercensi dell'Abbazia di Sénanque. La comunità attuale è costituita da 25 monaci che assicurano, oltre la vita monastica, attività di ospitalità e coltivazione delle vigne.

Monumenti

Il monastero fortificato

Verso il 1073 l'abate Adalberto o Aldeberto II iniziò la costruzione di una torre fortificata che potesse servire da rifugio per i monaci che erano sottoposti a ripetuti attacchi all'isola. La costruzione fu probabilmente parallela all'iniziativa di erigere la torre di Suquet a Cannes. Altri alloggi furono aggiunti in seguito alla torre originaria, nonché due chiostri sovrapposti.

Il sottosuolo, scavato nel XII e XIII secolo, nasconde delle cantine utilizzate per le scorte alimentari dei monaci e anche un frantoio e un forno per il pane.

Il primo piano era dedicato al lavoro e alla vita comune; il chiostro a livello, detto "cloître du travail" (chiostro del lavoro), fu costruito attorno a un cortile che incorporava una cisterna. La maggior parte delle sue colonne proveniva da monumenti romani.

Il secondo piano era dedicato alla preghiera; il chiostro a livello, detto "cloître de la prière" (chiostro della preghiera), fu costruito con dodici colonne ottagonali di marmo. Dà accesso a tre cappelle, tra cui la "Chapelle Sainte Croix" del XIV secolo.

I piani superiori furono riservati ai soldati che assicuravano la protezione del monastero: sale della guarnigione e terrazze di segnalazione e difesa. Ma viste le sue dimensioni (si compone di ottantasei parti e quattro cappelle più 2 cisterne), il monastero non fu mai protetto completamente.

Le cappelle

Nell'isola sono disseminate sette cappelle. Servivano nel Medioevo da stazioni del pellegrinaggio che si volgeva dall'Ascensione alla Pentecoste. Quattro di queste cappelle sono accessibili al pubblico.

Chapelle de la Trinité

La cappella dedicata alla Trinità fu costruita probabilmente nel IX o nel X secolo, si trova nella zona sud-est dell'isola. Testimonia la grande devozione dei monaci alla Trinità. Quando gli spagnoli conquistarono l'isola nel 1635, posarono sul tetto della cappelle una batteria di cannoni.

Chapelle Saint-Sauveur

La cappella dedicata al san Salvatore si trova nel nord-ovest dell'isola, non lontana dall'attuale imbarcadero. È costruita su una pianta ottagonale. La volta a stella che copre la parte centrale è datata XII secolo.

Chapelle Saint-Caprais

Fu costruita in prossimità del luogo dove san Caprasio di Lerino, compagno di Onorato avrebbe vissuto come eremita. Si trova nell'ovest dell'isola.

Chapelle Saint-Pierre

La cappella dedicata a san Pietro si trova a sud, vicino al monastero. È circondata da sepolture medioevali.

Four à boulets

Su iniziativa di Bonaparte nel 1794 sull'isola furono costruiti due forni per palle di cannone (four à boulets).

I forni permettevano di surriscaldare le palle prima che venissero sparate contro le navi, mettendo a fuoco la velatura e i ponti.

Due forni simili furono costruiti sull'Isola di Santa Margherita.

Il chiostro (XI secolo)

Costruito tra l'XI e il XII secolo, è il cuore della vita monastica. Circondato da due grandi sale costruite nel XII secolo e nel XIII secolo, la sala del capitolo dove si organizza la vita della comunità e il refettorio voce i monaci prendono i loro pasti.

Il monastero del XIX secolo

Quando i cistercensi dell'abbazia di Sénanque s'installarono durante il XIX secolo, costruirono dei nuovi edifici e iniziarono un'attività di ospitalità, la coltivazione di vigneti e la vendita del loro vino e dei liquori.

La sistemazione architettonica previde due ali residenziali ad angolo retto con le celle dei monaci, gli appartamenti dell'abate e del priore e la biblioteca; mentre la foresteria fu installata in un'altra ala.

La chiesa originale del XII secolo fu parzialmente distrutta per permettere la costruzione della nuova chiesa, consacrata nel 1928. Degli altri edifici conventuali del XII/XIII secolo, resta il chiostro, la sala capitolare e il refettorio.

Note
Voci correlate
Bibliografia
  • Un monaco dell'abbazia di Lerino, L'Île et l'abbaye de Lérins. Récits & description, Imprimerie de l'Abbaye, 303 pagine, Lerino, 1929.
  • (FR) fra' Marie-Nicolas Aubertin, Lérins - L'île Saint-Honorat, Abbaye de Lérins, bulletin trimestriel, Cannes, 1996
  • (FR) padre Vladimir Gaudrat, Abbaye de Lérins, fotografie di Jérôme Kélagopian, Giletta Nice-Matin, Nizza, 2005, 168 pagine, id =ISBN 2-915606-21-8
Collegamenti esterni