Abbazia di San Pietro (Perugia)
Abbazia di San Pietro | |
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Abbazia di San Pietro, complesso monastico | |
Stato | Italia |
Regione | Umbria |
Provincia | Perugia |
Comune | Perugia |
Diocesi | Perugia-Città della Pieve |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Borgo XX Giugno, 74 06121 Perugia |
Telefono | +39 075 34770 +39 075 34060 |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | benedettina |
Dedicazione | San Pietro apostolo |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Fondatore | san Pietro Vincioli |
Data fondazione | 996 |
Architetti |
Valentino Martelli |
Stile architettonico | Romanico, Tardorinascimentale, Barocco |
Inizio della costruzione | 996 |
Strutture preesistenti | Area funeraria etrusco-romana e chiesa paleocristiana |
Coordinate geografiche | |
Umbria | |
L'Abbazia di San Pietro è un monastero benedettino situato a Perugia nel quartiere di Borgo XX Giugno, sviluppatosi fuori Porta San Pietro e inglobato nel XV secolo nell'ampliamento delle mura civiche.
Storia
Il complesso benedettino venne fondato intorno al 996 dal nobile perugino Pietro Vincioli, che ne fu anche il primo abate, su un'area funeraria etrusco-romana e su una preesistente chiesa paleocristiana del VII secolo, che si vuole essere stata la prima cattedrale. I primi documenti scritti che ricordano il cenobio sono datati al 1002.
Nei secoli seguenti l'abbazia accrebbe enormemente il proprio potere, sino a quando nel 1398 fu messa a fuoco dai perugini, che rimproveravano all'abate Francesco Guidalotti di aver preso parte alla congiura contro Biordo Michelotti, capo della fazione popolare dei Raspanti. Il monastero ebbe un nuovo periodo d'espansione sotto papa Eugenio IV, che l'unì alla Congregazione di Santa Giustina di Padova (detta poi Cassinese), facendogli mantenere così una posizione di prestigio e potere in città.
L'abbazia fu temporaneamente soppressa dai francesi nel 1799.
Nel 1859 i monaci favorirono la rivolta dei perugini contro lo Stato della Chiesa e così dopo l'Unità d'Italia, il nuovo governo gli permise di rimanere nell'abbazia.
Descrizione
Il complesso monastico è attualmente costituito da:
- chiesa abbaziale di San Pietro,
- cortile d'ingresso,
- chiostro maggiore e minore,
- sala capitolare,
- refettorio,
- peschiera,
- archivio storico.
Cortile d'ingresso e campanile
Il cortile d'ingresso, edificato nel 1614 dall'architetto perugino Valentino Martelli e completato da Lorenzo Petrozzi, dà accesso:
- al monastero, oggi sede della Facoltà di Agraria;
- alla basilica, attraverso uno splendido portale del XVI secolo, sormontato da una lunetta decorata con:
- Madonna con Gesù Bambino fra due angeli (prima metà del XVI secolo), affresco, di Giannicola di Paolo.[1]
Il cortile è dominato dal possente campanile, dodecagonale fino al giro di beccatelli, poi esagonale con late bifore gotiche e una trabeazione rinascimentale sulla quale si alza la cuspide slanciata, che sovrappone forme di epoche diverse; la cella campanaria venne realizzata tra il 1463 e il 1468 a opera di Giovanni di Betto e Puccio di Paolo, su progetto di Bernardo Rossellino.
Basilica
La chiesa presenta una pianta basilicale, suddivisa in tre navate da 18 colonne con capitelli ionici di tarda età imperiale, in marmo grigio e granito orientale.
La navata centrale presenta uno splendido soffitto ligneo a cassettoni (1564), opera di Benedetto di Giovanni di Pierantonio.
Lungo le pareti sono collocati dieci grandi dipinti con:
- Storie di Gesù Cristo e dell'Antico Testamento (1592-1594), olio su tela dell'Aliense, che raffigurano:
- Natività di Gesù ed Isacco che benedice Giacobbe;
- Disputa di Gesù con i dottori del Tempio e la regina di Saba davanti a Salomone;
- Battesimo di Gesù e Naman guarito dalla lebbra;
- Nozze di Cana e convito di Abramo;
- Gesù Cristo a cena dal fariseo e Davide rimproverato da Nathan;
- Risurrezione di Lazzaro ed Elia resuscita il figlio della vedova
- Cacciata dei mercanti dal Tempio e Mosè che spezza le Tavole della Legge;
- Ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme e Davide vincitore su Golia;
- Crocifissione e Isacco sul Monte Moria;
- Risurrezione di Gesù Cristo e Giona restituito dalla balena.
Lungo le pareti della navata sinistra, si notano:
- Pietà con san Girolamo e san Leonardo (1469), tempera su tavola, di Bartolomeo Caporali;[2]
- Orazione di Gesù Cristo nell'orto del Getsemani (prima metà del XVII secolo), olio su tela, di Giovanni Lanfranco;
- Giuditta con la testa di Oloferne (XVII secolo), olio su tela, del Sassoferrato;[3]
- San Pietro apostolo e San Paolo (prima metà del XVII secolo) del Guercino;
- pala d'altare con l'Adorazione dei Magi (1508), olio su tavola, di Eusebio da San Giorgio;[4]
- Assunzione di Maria Vergine (metà del XVI secolo), olio su tavola, di Orazio Alfani;[5]
- Pietà (primo quarto del XVI secolo) di Pietro Perugino, proveniente dalla Chiesa di Sant'Agostino;
- Storie della vita di san Mauro e san Placido (XVII secolo) di Giacinto Gimignani.
Inoltre, lungo la navata si aprono tre pregevoli cappelle:
- Cappella Vibi (inizio XVI secolo), opera di Francesco di Guido da Settignano:
- all'altare, Tabernacolo con Gesù Bambino benedicente fra angeli, san Giovanni Battista e san Girolamo (1473), in marmo di Mino da Fiesole;
- nella lunetta al di sopra dell'altare, Annunciazione (1521), affresco, di Giovan Battista Caporali.[6]
- Cappella Ranieri (1505), realizzata da Francesco di Guido da Settignano:
- sulla volta dipinti murali ad affresco del 1863, opera di Annibale Brugnoli;
- alla parete destra, Incontro di Gesù Cristo con santa Veronica (XVII secolo), di Francesco Gessi;
- alla parete sinistra, Orazione di Gesù Cristo nell'orto del Getsemani (prima metà del XVII secolo) di Guido Reni.
- Cappella del Sacramento, che presenta:
- sull'altare: San Pietro apostolo e san Paolo (1825) di Jean-Baptiste Wicar;
- alle pareti, tre dipinti raffiguranti: Il profeta Eliseo, Miracolo della mensa fiorita di san Benedetto da Norcia e Nozze di Cana (1566), olio su tela, di Giorgio Vasari.
Presbiterio
L'abside originale, a pianta semicircolare, venne demolito nel XIV secolo, dopo l'arco della navata centrale, per fare posto al grande vano, con volte e costoloni gotici, dove furono collocati i due organi, il coro e l'altare maggiore.
Nel presbiterio si notano:
- altare maggiore (1592-1608), in marmi policromi, di Valentino Martelli: esso racchiude la tomba di san Pietro Vincioli;
- ciborio (1627), in diaspro e verde antico, di Sante Ghetti;
- coro (1526-1533), in legno intagliato e intarsiato, di Bernardino Antonibi e Stefano Zambelli;
- sul fondo, porta della loggetta (1536), in legno intarsiato, realizzata da fra Damiano da Bergamo, decorata con:
- Annunciazione
- Mosè salvato dalle acque
- Teste di san Pietro e san Paolo.
Lungo la navata destra, si notano di particolare interesse storico-artistico:
- Madonna con Gesù Bambino tre santa Maria Maddalena e san Sebastiano (prima metà del XVI secolo), tavola di Eusebio da San Giorgio;
- Assunzione di Maria Vergine (XVI secolo), attribuita ad Orazio Alfani;
- Miracolo della colonna (XVII secolo) di Giacinto Gimignani;
- Miracolo di san Mauro (XVII secolo), di Cesare Sermei;
- Davide sceglie i tre castighi minacciati dall'angelo (1602) di Ventura Salimbeni;
- San Benedetto da Norcia tra san Placido e san Mauro consegna la Regola ai monaci (prima metà del XVI secolo), attribuita ad Eusebio da San Giorgio;
- Processione di san Gregorio Magno per la cessazione della peste (inizio del XVII secolo) di Ventura Salimbeni;
- Sansone (seconda metà del XVII secolo) di François Perrier;
- Madonna con Gesù Bambino, san Giovannino e sant'Elisabetta (metà del XVII secolo), olio su tela, attribuito a Bonifacio Veronese;[7]
- Madonna del latte con angeli (seconda metà del XVII secolo), olio su tela di Gian Domenico Cerrini.[8]
Controfacciata
Nella controfacciata sono collocati alcuni interessanti dipinti raffiguranti:
- San Pietro apostolo guarisce lo storpio e Liberazione di san Pietro apostolo (XVI secolo), affreschi, di Orazio Alfani.
- San Paolo apostolo a Malta e San Paolo apostolo sul mare in tempesta (terzo quarto del XVI secolo), affreschi, di Leonardo Cungi.
- Trionfo dell'Ordine benedettino (1592), olio su tela, dell'Aliense: il dipinto, uno dei più grandi al mondo, raffigura San Benedetto da Norcia tra santi, papi, cardinali, vescovi e abati dell'Ordine.
Sagrestia
Nella sagrestia, edificata nel 1451, si notano:
- alla parete di fondo, Altare (1487), opera di Francesco di Guido di Virio, su quale è sistemato:
- Gesù Cristo crocifisso (prima metà del XVII secolo), in bronzo, di Alessandro Algardi.
- addossati alle pareti, Armadi (1472), in legno intarsiato, di Mariotto da Pesaro.
- sul piano di calpestio, Pavimento (1563-1564), in maiolica, opera del derutese Giacomo Mancini.
- alle pareti, Cinque scomparti della predella del Polittico di san Pietro (1496-1500), olio su tavola, di Pietro Perugino,[9] raffiguranti:
- San Costanzo di Perugia;[10]
- San Pietro Vincioli;[11]
- Sant'Ercolano; [12]
- San Mauro;[13]
- Santa Scolastica, copia del dipinto originale rubato nel 1916.
- Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino (prima metà del XVIII secolo) di Sebastiano Conca
Monastero
Del complesso monastico si notano:
- Chiostro maggiore (prima metà del XVI secolo), con al centro un puteale (1530), opera di Galeotto di Paolo.
- Sala capitolare, ora biblioteca della Facoltà di Agraria.
- Refettorio, oggi Aula Magna:
- nel vestibolo è collocata un lavabo (1488), in terracotta smaltata, di Benedetto Bonfigli;
- nell'interno, pergamo e tre medaglioni con San Benedetto da Norcia, San Pietro apostolo e Cristogramma (ultimo quarto del XV secolo), in terracotta smaltata, di Benedetto Bonfigli;
- Chiostro minore o delle Stelle (1571), progettato da Galeazzo Alessi.
- Peschiera dei monaci, dove di recente è stato istituito uno splendido Orto botanico medievale, che illustra simbolismi e modi di pensare dell'epoca.
- Biblioteca e Archivio storico, nel quale si conserva un enorme patrimonio librario e documentario, costituito da diplomi pontifici e imperiali, atti giuridici, le Cronache del monastero, la documentazione economica e finanziaria, le mappe.
- Sotterranei del cenobio, ospitano l'Osservatorio sismico "Andrea Bina", diretto da don Martino Siciliani O.S.B., in continuità con la tradizione degli studi scientifici che si sviluppavano nell'Abbazia dal XVII secolo.
Note | |
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Bibliografia | |
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