Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle (Milano)
Abbazia di Chiaravalle | |
Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle, chiesa abbaziale | |
Stato | Italia |
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Regione | Lombardia |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lombardia |
Provincia | Milano |
Comune | Milano |
Località | Chiaravalle Milanese |
Diocesi | Milano |
Religione | Cattolica di rito ambrosiano |
Indirizzo | Via Sant'Arialdo 102 - 20139 Milano |
Telefono | +39 02 57403404 |
Posta elettronica | s.m.chiaravalle@libero.it |
Sito web | Sito ufficiale |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | cistercense |
Dedicazione | Maria Vergine |
Sigla Ordine qualificante | O.Cist. |
Sigla Ordine reggente | O.Cist. |
Fondatore | San Bernardo di Chiaravalle |
Data fondazione | 1135 |
Architetti |
Donato Bramante (chiostro e sala capitolare) Giovanni Antonio Amadeo (chiostro e sala capitolare) Francesco Pecorari (torre nolare) |
Stile architettonico | Gotico |
Inizio della costruzione | 1135 |
Completamento | XVII secolo |
Data di consacrazione | 1221 |
Consacrato da | Enrico I da Settala |
Coordinate geografiche | |
Milano | |
L'Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle (in latino, Sanctæ Mariæ Clarævallis Mediolanensis, conosciuta anche come Santa Maria di Roveniano) è un complesso monastico cistercense del XII secolo, situata nel comune di Milano.
Nei dintorni dell'Abbazia si è sviluppato un borgo, un tempo comune indipendente, con il nome di Chiaravalle Milanese, oggi annesso al comune di Milano e sede, tra l'altro, di uno dei suoi cimiteri.
Indice |
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Storia
Dalla fondazione al Seicento
L'Abbazia venne fondata il 22 gennaio 1135, come filiazione dell'Abbazia di Cîteaux, e costituisce oggi uno dei primi esempi di gotico in Italia.
Il 10 ottobre del 1134 giunsero in Lombardia i primi monaci cistercensi provenienti dalla località di Moiremont, vicino a Digione (da cui prende il nome un'altra abbazia, quella di Morimondo), che si stabilirono a Coronate presso Pieve di Abbiategrasso.
Un altro gruppo di cistercensi, provenienti invece da Cîteaux, giunse all'inizio del 1135 a Milano, ospiti dei benedettini di sant'Ambrogio, in sostegno di papa Innocenzo II contro l'antipapa Anacleto II. La disputa si risolse in favore del primo, grazie all'intervento di Bernardo di Chiaravalle, che decise, inoltre, di bonificare la zona paludosa a sud della città (chiamata Roveniano o Rovegnano) e di fondarvi una nuova abbazia; lasciò quindi sul posto un gruppo di monaci con lo scopo di raccogliere fondi utili alla costruzione della chiesa.
Il 2 maggio 1221 il vescovo di Milano, Enrico I da Settala, consacrò la chiesa a Santa Maria, come ricordato da un'epigrafe collocata nel chiostro.
Le prime costruzioni realizzate dai monaci erano provvisorie, e solo tra il 1150 e il 1160 fu iniziata la costruzione della chiesa attuale, che si protrasse fino al 1221; di quella originaria del 1135 non rimane oggi alcuna traccia.
Durante il XIII secolo i lavori proseguirono con la realizzazione del primo chiostro, situato a sud della chiesa. In seguito, nel XIV secolo, fu costruito il tiburio e il refettorio.
Nel 1412 venne costruita, per volere dell'abate, una piccola cappella, situata in corrispondenza del transetto meridionale, rimaneggiata nel XVII secolo, è oggi utilizzata come sacrestia. Nel 1442, l'abbazia venne trasformata mutata in commenda.
Durante il Rinascimento, molti artisti lavorarono all'Abbazia, tra i quali si ricordano:
- Donato Bramante e Giovanni Antonio Amadeo, che nel 1490, su commissione del cardinale Ascanio Maria Sforza Visconti (1455 – 1505), fratello di Ludovico il Moro, costruirono il Chiostro Grande e la Sala capitolare.
- Bernardino Luini, il quale nel 1512, dipinse nel transetto della chiesa la cosiddetta Madonna della buonanotte.
Successivamente, tra il 1614 ed il 1616, i fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro Della Rovere, detti Fiammenghini, ebbero l'incarico di decorare le pareti interne della chiesa.
Dal Settecento ad oggi
Nel 1798 con l'avvento della Repubblica Cisalpina, la serena vita claustrale, venne interrotta dalla cacciata dei monaci dal cenobio milanese, la chiesa divenne parrocchia del borgo limitrofo e i suoi beni furono venduti, avviando così la decadenza del monastero.
Nel 1861, per far spazio alla linea ferroviaria, Milano - Pavia - Genova, il Chiostro Grande fu demolito, sebbene costruito sul solo lato adiacente all'abbazia, come visibile nelle stampe d'epoca.
È solo nel 1894 che l'Ufficio per la Conservazione dei Monumenti acquistò l'abbazia dai privati, dando avvio ad una lunga e complessa opera di recupero e restauro del cenobio, sotto la direzione dell'architetto e storico dell'arte, Luca Beltrami (1854 – 1933), e dal 1905 dell'architetto Gaetano Moretti (1860 – 1938).
Nel Dopoguerra, tra il 1945 ed il 1954, sull'Abbazia furono effettuati ulteriori restauri, che condussero anche alla ricollocazione del Coro ligneo nella navata centrale, che era stato temporaneamente trasferito nella Certosa di Pavia.
Nel 1952 i monaci cistercensi tornarono nell'abbazia, grazie all'intervento del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, riprendendo il possesso del monastero a patto di riuscire a terminare i restauri entro nove anni e, in questo modo, ottenendo l'uso dell'abbazia e delle terre ad essa adiacenti per i successivi ventinove anni, rinnovabili.
Tra il 1970 ed il 1972 furono effettuati i restauri dei dipinti murali del tiburio e, dal 2004, sono in corso i restauri degli affreschi della torre nolare e degli edifici dell'ingresso.
Attualmente, l'abbazia è sede parrocchiale, dedicata a Santa Maria e San Pietro.
Descrizione
Il complesso monastico è attualmente costituito da:
- chiesa abbaziale,
- chiostro,
- sala capitolare,
- refettorio,
- edifici dell'ingresso.
Ingresso
L'accesso al complesso monastico avviene attraverso una torre, costruita all'inizio del XVI secolo, per volere del re Luigi XII di Francia (1462 – 1515), a fianco della quale sorge l'oratorio dedicato a San Bernardo, dove si conserva:
- Gesù Cristo davanti a Pilato (prima metà del XVI secolo), affresco, attribuito al pittore svizzero Hans Witz.
Inoltre, di particolare interesse si osservano:
- griglia di ferro battuto (fine del XVII secolo) che caratterizza l'entrata;
- due brevi tratti, ai lati della torre d'accesso, dell'antica cinta muraria, che circondava il monastero, mentre non vi è più alcuna traccia del fossato.
Piazzale
Il piazzale (1) antistante la chiesa si allarga gradatamente man mano che ci si avvicina ad essa, mentre è stretto subito dopo l'ingresso. Da notare, sulla sinistra, una piccola chiesa, dedicata a san Bernardo di Chiaravalle, risalente al 1412 ed in seguito riadattata a spezieria a seguito della costruzione, nel 1762, di un'altra chiesa, sempre dedicata al Santo, sul lato opposto attaccata all'antica foresteria.
Nella prima chiesa si possono osservare frammenti degli affreschi attribuiti a Callisto Piazza, nell'altra invece si trova:
- Incoronazione di Maria Vergine con san Benedetto da Norcia e san Bernardo di Chiaravalle (1572), affresco, di Bernardino Gatti detto Il Sojaro, allievo del Correggio: questa opera nel 1952, durante i restauri della chiesa, venne trasferita in alla riapertura delle finestre dell'abside.
Chiesa
Esterno
Facciata
La facciata della chiesa è quella precedente al rifacimento seicentesco, riportata alla luce con il restauro del 1926. Si intravedono ancora, nella struttura attuale e in particolare nelle due entrate laterali, i segni del rifacimento e alcuni elementi architettonici non ben integrati col resto della struttura. Il nartece (2), edificato nel XVII secolo, è tutt'ora conservato. Sostituisce l'originale duecentesco, del quale si conservano le murature laterali.
Si presenta con la tradizionale forma a capanna, con la cornice sorretta da piccoli archetti in cotto; rimane ancora la pietra bianca della facciata seicentesca, in palese stonatura col resto del progetto. I tre archi sono allineati con gli ingressi. Di particolare pregio storico-artistico:
- Portone d'ingresso a due battenti (inizio del XVI secolo), in legno intagliato e scolpito, con raffigurati entro formelle:
- in basso, San Roberto di Molesme, sant'Alberico di Citeaux, santo Stefano Harding, san Bernardo di Chiaravalle;
- in alto, Stemma dell'abbazia con la Cicogna, baculo pastorale e mitria (stemma dell'abbazia).
Torre nolare
La torre nolare (5), detta Ciribiciàccola, s'innalza partendo dal tiburio, ad un'altezza di 9 metri, con due sezioni ottagonali, di 4,14 metri la prima e di 12,19 la seconda, per poi diventare di forma conica per 11,97 metri. Da qui alla croce apicale, posta su di un mappamondo, si raggiunge l'altezza di 56,26 metri. Ognuna delle zone è divisa a sua volta in due parti che sono caratterizzate da archetti pensili di varie forme, con cornici lavorate e accompagnate dai pinnacoli conici bianchi che delimitano le zone. Le bifore, trifore e quadrifore sono realizzate in marmo di Candoglia (lo stesso del Duomo di Milano), mentre le monofore sono in cotto. La torre nolare venne verosimilmente costruita, intorno al 1329 - 1340, su progetto dell'architetto cremonese Francesco Pecorari. Essa fu rimaneggiata varie volte nel corso dei secoli, come il resto dell'abbazia, e solo nel 1905 furono rimosse le aggiunte del XVIII secolo.
La torre, in dialetto milanese, è chiamata Ciribiciàccola ed un'antica filastrocca così e ne parla:
(MIL) | (IT) | ||||
« | Sura del campanil de Ciaravall gh'è una ciribiciàccula cun cinqcentcinquantacinq ciribiciaccolìtt. Var püsse'e la ciribiciàccula, che i soo cinqcentcinquantacinq ciribiciacculìtt? Quand i cinqcentcinquantacinq ciribiciacculìtt vòeren ciciarà cun la ciribiciàccula, la ciribiciàccula l'è pronta a ciciarà cun i cinqcentcinquantacinq ciribiciacculitt. La ciribiciàccula la ciciàra, i ciribiciacculìtt ciciàren, ma la ciciaràda de la ciribiciàccula l'è püsse'e lunga de quela de i cinqcentcinquantacinq ciribiciacculìtt. » |
« | Sul campanile di Chiaravalle c'è una ciribiciaccola con cinquecentocinquantacinque ciribiciaccolini.[1] Vale di più la ciribiciaccola dei cinquecentocinquantacinque ciribiciaccolini? Quando i cinquecentocinquantacinque ciribiciaccolini vogliono chiacchierare con la ciribiciaccola la ciribiciaccola è pronta a chiacchierare con cinquecentocinquantacinque ciribiciaccolini la ciribicciaccola chiacchiera, i ciribiciaccolini chiacchierano, ma la chiacchierata della ciribiciaccola è più lunga di quella dei cinquecentocinquantacinque ciribiciaccolini. » | ||
(Filastrocca dialettale
)
|
Interno
L'interno della chiesa si presenta a pianta a croce latina, suddivisa in tre navate (3) con volta a crociera, sorrette da pilastri in cotto ai lati, e con abside quadrangolare. Il corpo principale è formato da quattro campate, mentre una quinta più piccola forma il presbiterio. I bracci del transetto sono formati da due campate rettangolari, mentre l'incrocio viene deformato dalla cupola della torre. Nella quarta campata si notano i pilastri rettangolari, collegati ad un muro che sostiene il coro.
Nonostante l'Ordine cistercense sia caratterizzato (per volontà di san Bernardo, come segno di povertà) da una quasi totale mancanza di decorazioni, gli affreschi della cupola e delle tombe furono una chiara eccezione; è solo in seguito, tra il XVI e XVII secolo, che l'edifico sacro venne dipinto in stile barocco, in netto contrasto con le indicazioni del fondatore.
All'interno della chiesa, di particolare interesse storico-artistico:
- Dipinti murali ad affresco, realizzati tra il 1614 ed il 1616, dai fratelli Giovan Battista e Giovan Mauro Della Rovere, detti i Fiammenghini.
- Coro ligneo (4), 1645 ca., in noce, intagliato da Carlo Garavaglia, il quale presenta:
- due ordini di 39 stalli, disposti su due file;
- pannelli intagliati e scolpiti con le Storie della vita di san Bernardo di Chiaravalle;
- puttini, lesene e incastonati in piccoli scompartimenti. Ogni figura è diversa dalle altre, caratterizzata in modo mirabile e rifinita in ogni più piccolo particolare, sia per quanto riguarda le persone sia per i dettagli dei paesaggi e dei più semplici elementi di sostegno: ad esempio sono degni di nota i puttini che sorreggono i capitelli ai lati del coro o l'angelo che sorregge un timpano intagliato con le figure dei Santi.
Tiburio
La cupola, che nel XIII secolo era di modeste dimensioni, venne rialzata nel XIV secolo e trasformata da quadrato a pianta ottagonale. L'ottagono, che all'esterno dà inizio alla torre tiburio (5), forma all'interno il tamburo di una cupola a otto spicchi decorati con dipinti murali ad affresco,[2] alcuni molto frammentari, realizzati nel 1330 circa da due pittori:
- il primo di provenienza lombarda, il cosiddetto "Primo Maestro di Chiaravalle", al quale si deve la decorazione della cupola, della torre nolare e del ciclo del tamburo raffigurante:
- il secondo identificato con Stefano Fiorentino, allievo di Giotto, al quale si devono:
- Storie di Maria Vergine, post Resurrectionem.
Presbiterio
Il presbiterio (6) è la zona più illuminata della chiesa, in quanto riceve la luce da tutti e quattro i lati: sul parete di fondo dell'abside, da tre lunghe finestre ad arco acuto, sui lati nord e sud da due finestroni e sul lato occidentale dalle stesse finestre della cupola. Il presbiterio è costituito dalla settima campata della navata centrale, ed accoglie, addossato al muro di fondo, l'altare maggiore. Le pareti laterali sono decorate con due dipinti murali ad affresco, eseguiti nel 1616 dai Fiammenghini, raffiguranti:
- Adorazione dei pastori;
- Madonna del latte.
Transetto
Il transetto della chiesa è decorato con dipinti murali ad affresco, opera dei Fiammenghini, che terminarono il loro lavoro nel 1615:
- nel braccio sinistro (7), dedicato ai Martiri dell'Ordine cistercense, sono rappresentati:
- alle pareti, Martirio delle monache cistercensi nel monastero di Vittavia e Martirio di san Casimiro;
- sulla volta, Quattro Santi martiri cistercensi.
- nel braccio destro (8), dedicato ai Santi e vescovi dell'Ordine, sono raffigurati:
- alle pareti, Fondazione del primo monastero di Cîteaux e Albero genealogico dell'Ordine;
- sulla volta, San Cristiano d'Irlanda, san Pietro II di Tarantasia, sant'Edmondo di Canterbury e san Guglielmo di Malavalle.
Dal transetto si accede al cimitero dell'abbazia e alla sagrestia.
Madonna della buonanotte
Dal transetto meridionale si accede ad una scala che conduce al dormitorio, risalente al 1493, in cima alla quale si giunge in un pianerottolo decorato con dipinto murale raffigurante:
- Madonna con Gesù Bambino in trono tra due angeli musicanti, detta Madonna della buonanotte (1512), affresco, di Bernardino Luini: il titolo dell'opera deriva dall'abitudine dei monaci che, risalendo verso il dormitorio, salutavano la Vergine con un ultimo Ave Maria del giorno.
Sacrestia
La sacrestia (9) fu costruita nel 1412 dall'abate Fontana ed ampliamenti nel 1600 e nel 1708. L'ambiente presenta due campate con volta a botte, un'abside semiottagonale e due finestre a sesto acuto ed un grande oculo. Di rilievo:
- Pala d'altare con Entrata di san Bernardo di Chiaravalle a Milano (secondo quarto del XVI secolo), affresco, di Callisto Piazza.
Chiostro
Il chiostro (10) venne edificato nel XIII secolo, e ricostruito negli anni Cinquanta; l'unico lato originale è quello adiacente alla chiesa. Nel 1861, per far spazio alla linea ferroviaria Milano - Pavia - Genova, il lato effettivamente realizzato del Chiostro Grande del Bramante o dell'Amadeo fu distrutto.
Nel lato settentrionale è conservato un dipinto murale raffigurante:
- Madonna in trono con Gesù Bambino onorata dai monaci cistercensi (secondo quarto del XVI secolo), affresco attribuito a Callisto Piazza.
Inoltre, sono da notare sono le colonnine annodate poste sul lato nord-ovest e la semplicità dei capitelli delle altre colonne, decorate con foglie, aquile e volti umani, in molti casi fortunati ritrovamenti in fase di restauro, utilizzate per le colonnine attuali.
Nell'angolo nord-ovest del chiostro è collocata un'epigrafe commemorativa, in caratteri semigotici, posta in occasione della consacrazione della chiesa nel 1221, sormontata dalla Cicogna, dove si legge:
« | Nell'anno di grazia 1135 addì 22.1, fu costruito questo monastero dal beato Bernardo abbate di Chiaravalle: nel 1221 fu consacrata questa Chiesa dal Signor Enrico Arcivescovo milanese, il 2 maggio, in onore di Santa Maria di Chiaravalle. » |
Sala capitolare
Della sala capitolare (11) è rimasta la la struttura a nove campate e traccie di archi a muro; tutto il resto fu ristrutturato varie volte. Alla fine del XV secolo, vi lavorò il Donato Bramante, decorando la parete settentrionale, con tre graffiti che raffigurano:
- Vedute della città di Milano, dove sono riconoscibili alcuni monumenti:
- Duomo, ancora senza le guglie;
- Chiesa di Santa Maria delle Grazie;
- Castello sforzesco che mostra ancora l'antica torre del Filarete.
Alla sala capitolare si accede dal lato orientale del chiostro, attraverso un portale romanico, esso è il luogo più sacro dopo la chiesa. Le finestre quadrate sono dovute al rifacimento rinascimentale, sopra le originali ad arco a tutto sesto.
Refettorio
Dal lato meridionale del chiostro si entra nel refettorio (12), una grande sala che ha le dimensioni di una basilica di cinque campate, ad unica navata e con volta a crociera.
Stemma dell'Abbazia
Lo stemma dell'Abbazia di Chiaravalle, fin dal XV secolo, è costituito da una cicogna che stringe nel becco il baculo pastorale, sul quale si annoda un nastro bianco a modo di cartiglio (per inserire il nome dell'abate o un motto programmatico); accanto la mitra abbaziale.
Galleria fotografica
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Note | |
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Bibliografia | |
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