Berretta

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Berretta nera

La berretta è uno dei molteplici copricapi utilizzati dal clero cattolico di rito latino, ambrosiano e di altri riti minori occidentali. Essa possiede una forma approssimativamente cubica ed è munita di tre alette rigide e un fiocco sulla parte superiore; i modelli dotati di quattro alette vengono portati solo dai dottori in teologia (ma solo nelle aule dell'università).

I modelli (con rispettivi colori) di berretta sono differenti a seconda del grado ecclesiastico di appartenenza.

Descrizione

Utilizzo

La berretta è indossata in modo tale che un'aletta punti sulla fronte, una verso la destra e una sul retro della testa.

Tale copricapo viene indossato in tempi definiti dalle rubriche anche all'interno delle celebrazioni sacre, in processioni e funzioni all'aperto. È particolare invece l'utilizzo che si compie nella processione iniziale della messa di consacrazione episcopale. I candidati all'episcopato fanno ingresso nella cattedrale indossando i paramenti della Santa Messa e in capo la berretta paonazza.

La berretta fa parte dell'insieme di abiti e insegne ecclesiastiche di chierici, presbiteri, prelati, vescovi, cardinali. Pertanto se a questi è chiesto esplicitamente (in protocolli religiosi o civili) di presentarsi con l'abito corale, dovranno avere in capo oltre che lo zucchetto se usato abitualmente, anche la berretta.

Berretta cardinalizia

Berretta rossa

Per estensione si dice di ricevere la berretta rossa quando un membro del clero è insignito del titolo cardinalizio. Tale modo di dire, intende proprio richiamare il momento nel quale il papa pone sul capo del neocardinale il copricapo in oggetto. Attualmente, di norma, la creazione dei cardinali avviene pubblicamente attraverso il concistoro.

Per un antico privilegio, i capi dei seguenti Stati cattolici - Italia, Spagna, Francia, Portogallo, e forse qualche altro - avevano in passato il diritto di imporre loro stessi la berretta al Nunzio pontificio che fosse stato creato cardinale. In altre parole, al nunzio accreditato presso il loro governo, che con la nomina a porporato cessava dalla carica e ritornava a Roma, oppure in una sede episcopale cardinalizia, il sovrano o il presidente della Repubblica potevano assegnare la berretta di porpora. Il nunzio stava inginocchiato di fronte a loro, e alla presenza di uno stuolo di funzionari e dignitari statali avveniva la caratteristica e inusuale cerimonia. Tutto avveniva nel palazzo sede del capo dello Stato.

Così avvenne per mons. Fietta, cui il presidente Giovanni Gronchi, nel dicembre del 1958, impose la berretta in una solenne cerimonia al Quirinale. Mons. Fietta era stato fino a quel momento nunzio apostolico in Italia (ambasciatore, cioè, del Pontefice). Similmente il presidente del Portogallo impose la berretta al suo nunzio, e così il capo di Stato spagnolo, Francisco Franco.

Un caso singolare fu quello del neo cardinale nominato, mons. Angelo Giuseppe Roncalli e per la figura del capo dello Stato, avvenne nel 1953, a Parigi. Nel palazzo dell'Eliseo, il presidente della Repubblica francese, Vincent Auriol, impose la berretta cardinalizia a mons. Angelo Giuseppe Roncalli, per nove anni nunzio in quella sede diplomatica così importante e, in quel periodo, anche difficile. V. Auriol era socialista e si dichiarava ateo. Ma insistette per avvalersi di questo privilegio, prima esercitato dai re francesi. Il neo cardinale Roncalli, di lì a cinque anni, sarebbe diventato papa, con il nome di Giovanni XXIII.

Il papa Paolo VI, però, decise di abolire questo privilegio, nei primi anni del suo pontificato.

Oggi pertanto tutti i cardinali ricevono la berretta cardinalizia dalle mani del pontefice, in genere nella Basilica di San Pietro o nell'aula delle udienze generali Paolo VI.

Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni