Chiesa di Santa Maria in Via (Roma)
Chiesa di Santa Maria in Via | |
Roma, Chiesa di Santa Maria in Via | |
Altre denominazioni | Chiesa di Santa Maria del Pozzo |
---|---|
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Largo Chigi 00187 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 916500308 |
Posta elettronica |
santamariainvia@osm-provinciadiromagna.it mgesoratorio68@gmail.com |
Sito web | Sito ufficiale |
Oggetto tipo | Chiesa |
Dedicazione | Maria Vergine |
Sigla Ordine qualificante | O.S.M. |
Sigla Ordine reggente | O.S.M. |
Fondatore | cardinale Pietro Capocci |
Data fondazione | XIII secolo, metà |
Architetti |
Giacomo Della Porta Francesco da Volterra Carlo Lambardi Carlo Rainaldi (completamento della facciata) Virginio Vespignani (restauro del XIX secolo) |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio della costruzione | 1594 |
Completamento | 1897 |
Strutture preesistenti | stalle del palazzo del cardinale Pietro Capocci |
Materiali | travertino |
Iscrizioni |
DEO IN HON(orem) MARIAE VIRGINIS MATRIS DEI DD A MCCLVI; FRONS ERECTA A.D. MDXCVI RESTITUTA MDCCCC |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Santa Maria in Via, detta anche Chiesa di Santa Maria del Pozzo, è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Trevi.
Storia
Dalle origini al Trecento
La denominazione "in via" è di incerta origine: alcuni studiosi ritengono possa derivare dalla sua prossimità con la Via Lata (l'odierna Via del Corso)[1] - detta popolarmente "la Via" - nodo cruciale dell'area, altri dalla sua posizione in quanto, come ancora oggi è ben visibile, la chiesa era situata "in via", ovvero "in mezzo alla strada".
La chiesa, di antica fondazione, è menzionata per la prima volta in una bolla del 955 di papa Agapito II (946-955), ma deve la sua fama a un evento miracoloso. Infatti, nel sito ove oggi sorge l'edificio sacro in passato vi erano le stalle del palazzo del cardinale Pietro Capocci (1200 ca.-1259). Secondo la tradizione, nella notte tra il 26 e il 27 settembre 1256, un servo del prelato, per sbaglio o forse volontariamente, fece cadere nel pozzo situato nelle stalle un'immagine della Madonna, dipinta su una lastra di ardesia, che prima ancora che toccasse il fondo, le acque, rigurgitando improvvisamente e in maniera abbondante, l'avevano riportata in superficie. Il Capocci, avvisato dell'avvenimento, accorse immediatamente in quel luogo e, dopo una breve preghiera, raccolse il dipinto e la fuoriuscita dell'acqua terminò. Il cardinale, dopo aver informato dell'evento papa Alessandro IV (1254-1261), decise di erigere una cappella intorno al pozzo miracoloso, da consacrare a Maria Vergine, attigua alla precedente.
Dal Quattrocento a oggi
Nel 1491 Innocenzo VIII (1484-1492) ordinò che la cappella, ormai in rovina, venisse demolita e fosse costruito una nuova chiesa, alla quale fu successivamente annesso un convento che, nel 1513, Leone X (1513-1521) affidò ai Servi di Maria.
Grazie alla generosità di monsignor Giovanni Battista Canobi, primo segretario di Gregorio XIII e di Clemente VIII, nel 1592, sotto la direzione di Giacomo Della Porta (1532-1602) e, subito dopo, di Francesco da Volterra (1535-1594), ebbe inizio la ricostruzione della facciata che, in antecedenza, era più semplice e spoglia. Fu in occasione di questi lavori che la cappella e il pozzo vennero inglobati all'interno della chiesa, come dimostra la maggiore profondità di questa rispetto alle altre. Interrotti i lavori per la morte del Canobi (1596), essi furono ripresi nel 1609 per iniziativa del cardinale Roberto Bellarmino (1542-1621) e sotto la direzione di Carlo Lambardi (1545-1619). Tuttavia la facciata, come ora si presenta, fu ripensata e ultimata nel 1681 da Carlo Rainaldi (1611-1691) su commissione del vescovo di Rieti, Giorgio Bolognetti (1595-1680), congiunto del Canobi.
L'interno della chiesa fu restaurato a metà del XIX secolo da Virginio Vespignani (1808-1882), al quale si deve gran parte dell'apparato decorativo in marmi policromi.
Nel 1897, a causa dei lavori di apertura della nuova Via del Tritone, l'edificio sacro fu sottoposto a ulteriori restauri e rimaneggiamenti sul lato settentrionale.
La chiesa era sede parrocchiale, ma è stata soppressa il 18 ottobre 2020.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santa Maria in Via, istituito da Giulio III il 4 dicembre 1551: il titolo attualmente (2021) è vacante.
Descrizione
Esterno
La chiesa si presenta con un'alta facciata in travertino, articolata in due ordini: il superiore presenta due vasi fiammeggianti e due snelle volute disposte ai lati del prospetto, al centro del quale si apre un finestrone con balaustra, affiancato da due colonne corinzie e sormontato da un timpano centinato con conchiglia; un timpano composito, formato dall'inserimento di un timpano curvilineo in uno triangolare, conclude la sommità della facciata. L'inferiore è aperto da un alto portale con timpano triangolare e fiancheggiato da due colonne corinzie e da due finestre laterali con timpano centinato. Notevole il fregio con cui si conclude il primo ordine, impreziosito da angeli e ghirlande vegetali, al centro del quale è posta un'iscrizione nella quale si legge:
(LA) | (IT) | ||||
« | FRONS ERECTA A.D. MDXCVI RESTITUTA MDCCCC » | « | Facciata eretta nell'anno del Signore 1596 (e) restaurata nel 1900 » |
Sopra il fregio, a separare i due ordini, corre una lunga iscrizione dedicatoria che recita:
(LA) | (IT) | ||||
« | DEO IN HON(orem) MARIAE VIRGINIS MATRIS DEI DD A MCCLVI » | « | Dedicata a Dio in onore di Maria Vergine Madre di Dio nell'anno 1256 » |
Interno
L'interno della chiesa, orientato (ossia con l'abside rivolto a Est), presenta una pianta a navata unica terminante con profondo abside semicircolare e quattro cappelle per lato. La navata è coperta da una volta a botte decorata al centro con un dipinto murale raffigurante:
- Prima messa di san Filippo Benizi (1723-1724 ca.), affresco di Giovanni Domenico Piestrini.[2]
Lato sinistro
Lungo il lato sinistro si aprono quattro cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a sant'Andrea apostolo, detta anche Cappella Del Bufalo-Cancellieri, si conserva:
- all'altare, pala con Sant'Andrea apostolo (inizio del XVII secolo), olio su tela di Giuseppe Franco detto delle Lodole.
- alla parete destra, Monumento funebre del cardinale Innocenzo Del Bufalo-Cancellieri (post 1610), in marmi policromi di ambito romano.
- nella seconda cappella, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, è collocata:
- all'altare, pala con Sacro Cuore di Gesù (1961), olio su tela di Tarsicio Bendini.
- nella terza cappella, dedicata ai Sette santi fondatori, è custodita:
- all'altare, pala con Madonna e Sette santi fondatori (primo quarto del XIX secolo), olio su tela di Giovanni Bigatti.
- nella quarta cappella, dedicata a san Pellegrino Laziosi, detta anche Cappella Marucelli, si nota:
- all'altare, pala con San Pellegrino Laziosi risanato dall'apparizione di Gesù Cristo crocifisso (metà del XVIII secolo), olio su tela di Giuseppe Montesanti.
Presbiterio e altare maggiore
Nel profondo presbiterio, rialzato di alcuni gradini e delimitato da una balaustra, entro una splendida mostra d'altare, in marmi policromi del 1758-1761, si può ammirare:
- Statua della Madonna addolorata (1763), in legno intagliato policromo, di Ferdinando Raggi.
Lato destro
Lungo il lato destro si aprono quattro cappelle:
- nella prima cappella, dedicata alla Madonna del Pozzo, sono custoditi:
- all'altare, entro mostra, Maria Vergine detta Madonna del Pozzo (XIII secolo), lastra di ardesia dipinta, di ambito romano.
- Pozzo del miracolo, ancora funzionante, dal quale si attinge l'acqua che i fedeli ancora oggi bevono con fiduciosa devozione o la portano ai propri congiunti e conoscenti infermi.
- alla parete sinistra, Il cardinale Pietro Capocci, attorniato dal suo seguito, recupera l'immagine di Maria Vergine emersa dalle acque del pozzo (1672), olio su tela di ambito veneto: l'opera venne commissionata dal cardinale Carlo Carafa della Spina (1611-1680) e non si esclude che le sembianze del Capocci siano proprio le sue.
- sulla volta, Incoronazione di Maria Vergine (1946), affresco di Michelangelo Bedini.
- nella seconda cappella, dedicata a san Filippo Benizi, si conservano:
- all'altare, pala con Estasi di san Filippo Benizi (1626), olio su tela di Antonio Circignani detto il Pomarancio;
- alla parete sinistra, San Filippo Benizi sul letto di morte guarisce un'indemoniata (1620-1640), olio su tela di Tommaso Luini detto il Caravaggino;[3]
- alla parete destra, Miracolo di san Filippo Benizi (1620-1637), olio su tela, attribuita ad Andrea Sacchi o Tommaso Luini detto il Caravaggino;[4]
- sulla volta, Angeli musicanti (1626), affresco di Antonio Circignani detto il Pomarancio.
- nella terza cappella, dedicata all'Annunciazione, detta anche Cappella Aldobrandini si possono ammirare:
- ciclo di tre dipinti con Storie dell'infanzia di Gesù, eseguiti nel 1594-1596 da Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino, commissionati dal cardinale Pietro Aldobrandini (1571-1621) e raffiguranti:
- all'altare, pala con Annunciazione, olio su tela;[5]
- alle pareti laterali, Adorazione dei pastori e Adorazione dei Magi, affreschi.[6][7]
- sulla volta, Dio Padre e Storie della vita di Gesù Cristo e della Madonna (1594-1596 ca.), affreschi di Jacopo Zucchi.[8][9]
- ciclo di tre dipinti con Storie dell'infanzia di Gesù, eseguiti nel 1594-1596 da Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino, commissionati dal cardinale Pietro Aldobrandini (1571-1621) e raffiguranti:
- nella quarta cappella, dedicata alla Santissima Trinità, progettata dall'architetto Carlo Lambardi per la sua famiglia, si notano:
- all'altare, Trinità con san Giovanni Battista, san Francesco d'Assisi, san Giovanni evangelista e santa Maria Maddalena (post 1608), affresco di Cristoforo Casolani: al centro dell'opera è inserita una scultura raffigurante:
- Gesù Cristo crocifisso (XVI secolo), in legno intagliato, di ambito romano.
- all'altare, Trinità con san Giovanni Battista, san Francesco d'Assisi, san Giovanni evangelista e santa Maria Maddalena (post 1608), affresco di Cristoforo Casolani: al centro dell'opera è inserita una scultura raffigurante:
Presepio
Nel periodo natalizio, nella chiesa viene esposto un suggestivo presepio napoletano del XVIII secolo e nel chiostro è allestita una mostra di presepi, a cura della sezione romana dell'"Associazione Italiana Amici del Presepio"
Note | |
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Bibliografia | |
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