Francisco Javier Mier y Campillo

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Francisco Javier Mier y Campillo
Vescovo
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al secolo
battezzato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 70 anni
Nascita Alles
18 febbraio 1748
Morte Madrid
12 maggio 1818
Sepoltura Convento di Santo Domingo, Madrid
Conversione
Appartenenza
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Vestizione [[{{{aVest}}}]]
Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale 1773 ca.
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Nominato vescovo 24 maggio 1802 papa Pio VI
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Consacrazione vescovile settembre 1802 dall'arc. Felipe Antonio Fernández y Vallejo
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a Cardinale
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Francisco Javier Mier y Campillo (Alles, 18 febbraio 1748; † Madrid, 12 maggio 1818) è stato un vescovo inquisitore generale spagnolo.

Cenni biografici

Nacque il 18 febbraio 1748 a Alles nelle Asturie, i genitori, José Antonio de Mier y Mier e Josefa del Campillo y Cossío, lo portarono a battesimo tre giorni dopo la sua nascita, dandogli i nomi di Francisco Javier Juan Domingo.

Formazione e ministero sacerdotale

Studiò all'università di Valladolid, dove si laureò in filosofia e teologia rispettivamente nel 1768 e nel 1771, l'anno seguente conseguì la licenza e il dottorato in teologia presso il seminario diocesano di Avila.

Fu ordinato sacerdote intorno al 1773. Più tardi è probabile che abbia lavorato come insegnante a Valladolid. Si oppose a diverse prebende e ottenne il canonicato magistrale di Valladolid. In seguito, divenne tesoriere della cattedrale di Santiago de Compostela.

Ministero episcopale

Il 24 maggio 1802 fu nominato vescovo di Almería da Pio VII, su proposta di Carlo IV di Spagna.

Durante il suo episcopato fu eletto deputato alle Cortes per la provincia di Granada nel 1813. Dopo il definitivo abbandono della capitale da parte dei francesi il 27 maggio 1813, si trasferì a Madrid il 15 gennaio 1814.

La guerra d'indipendenza (nel dicembre 1808 Napoleone aveva soppresso l'Inquisizione) generò un'esplosione nazionalista che avrebbe apertamente affrontato tutta l'ideologia liberale. Sebbene abolita, l'Inquisizione continuò ad operare da Cadice, fino a quando le Cortes del 1812 ne riaprirono i tribunali. Il vescovo Mier si rifiutò di prestare giuramento al re Giuseppe Bonaparte, così i francesi dichiararono vacante la sua sede e nulle le nomine fatte dal vescovo.

Il re Ferdinando VII di Spagna lo nominò inquisitore generale il 22 luglio 1814, sostituendo il dimissionario Ramón José Arce (1808), in segno di gratitudine. Il Sant'Uffizio era stato ristabilito con regio decreto di giovedì 21 luglio dello stesso anno. Il nuovo inquisitore pubblicò a Madrid il 5 aprile 1815 un editto che pretendeva di giustificare la restaurazione dell'Ancien Régime. Mons. Mier fu uno degli assolutisti che firmarono il Manifesto dei Persiani[1].

Nel 1815 fu decorato con la Gran Croce del Reale e Distinto Ordine di Carlo III dal re Ferdinando VII. Nello stesso anno presentò le sue dimissioni da vescovo di Almería.

Morte

Morì a Madrid il 12 maggio 1818 e fu sepolto nel convento di Santo Domingo.​

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Onorificenze

Croce dell'ordine di Carlo III - nastrino per uniforme ordinaria Croce dell'ordine di Carlo III

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Almería Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Juan Antonio Viana (Ch), O.C.D. 18 dicembre 1797 - 20 gennaio 1801 Antonio Pérez Minayo (Ch) I
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con
con
Juan Antonio Viana (Ch), O.C.D. {{{data}}} Antonio Pérez Minayo (Ch)
Predecessore: Inquisitore generale di Spagna Successore: Inquisición española.svg
Ramón José Arce 22 luglio 1814 - 21 luglio 1814 Jerónimo Castillón y Salas I
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con
con
Ramón José Arce {{{data}}} Jerónimo Castillón y Salas
Note
  1. Manifiesto de los Persas fu un testo sottoscritto a Madrid il 12 aprile 1814 da 69 deputati spagnoli, capeggiati da Bernardo Mozo de Rosales e Juan López Reina, per sollecitare il sovrano Ferdinando VII, giunto a Puçol di ritorno dal suo esilio, a restaurare l'antico regime e ad abrogare le leggi delle Cortes di Cadice. Il nome del manifesto fa riferimento all'usanza degli antichi persiani di tenere cinque giorni di anarchia a seguito della morte del re. Nel testo, quest'anarchia è associata al sistema liberale instaurato in Spagna con la promulgazione della Costituzione del 1812, quest'ultima considerata come il corrispettivo spagnolo della rivoluzione francese. Ferdinando VII sfruttò poi il documento, nel maggio successivo, come base per il ritorno all'assolutismo.
Bibliografia