Giovanni Antonio Sangiorgio




Giovanni Antonio Sangiorgio Cardinale | |
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Età alla morte | circa 66 anni |
Nascita | Milano 1443 ca. |
Morte | Roma 14 marzo 1509 |
Sepoltura | Basilica Vaticana |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni |
Nominato vescovo | 14 aprile 1478 da papa Sisto IV |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni |
Creato Cardinale |
20 settembre 1493 da Alessandro VI (vedi) |
Cardinale per | 15 anni, 5 mesi e 24 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Giovanni Antonio Sangiorgio o Sangiorgi (Milano, 1443 ca.; † Roma, 14 marzo 1509) è stato un cardinale e patriarca italiano.
Cenni biografici
Nacque a Milano da Giacomo di Pietro attorno al 1443. La famiglia era originaria di Piacenza e il nonno paterno, che sposò Elisabetta di Antonio Trivulzio, fu creato conte palatino nel 1423 dall'imperatore Sigismondo di Lussemburgo.
Formazione e ministero sacerdotale
Il 16 ottobre 1462, essendo già chierico milanese e studente di diritto civile a Pavia, Sangiorgio ebbe in beneficio da Pio II la parrocchia dei santi Pietro e Lino a Milano. Conseguì il dottorato in utroque iure forse a Pavia, dove fu lettore di diritto canonico tra il 1468 e il 1476. Nel 1469 fu aggregato al collegio dei dottori giuristi dello Studio pavese, in cui fu promotore di lauree; il 7 gennaio 1469, grazie al sostegno del duca Galeazzo Maria Sforza, fu promosso da Paolo II prevosto della basilica di sant'Ambrogio a Milano.
Episcopato
Durante il pontificato di Sisto IV iniziò la sua carriera nella Curia romana; il 1° aprile 1478, per intervento della duchessa Bona di Savoia[1] e del segretario ducale Cicco Simonetta[2], fu promosso vescovo di Alessandria, essendo già uditore di Rota. Dal 1478 risiedette prevalentemente a Roma, fu referendario dal 1483 al 1493; compì inoltre mediazioni politiche e missioni diplomatiche talora per conto della signoria sforzesca.
Cardinalato
Nel concistoro del 20 settembre 1493, papa Alessandro VI lo creò cardinale e gli assegnò la chiesa titolare dei santi Nereo e Achille. Era indicato come il cardinale di Alessandria. Fu trasferito alla diocesi di Parma nel 1499.
Il cardinale Sangiorgio partecipò al conclave del settembre 1503 e fu il cardinale presbitero più anziano presente. Era già presente alla prima Congregazione preliminare, tenutasi il 19 agosto. Fu nel partito filo francese. Il Conclave si aprì il 16 settembre e al primo scrutinio, il 21 settembre, Sangiorgio ricevette otto voti su trentasei. Il cardinale Piccolomini di Siena fu eletto il giorno seguente e prese il nome di Pio III. Regnò solo ventisei giorni, morendo il 18 ottobre.
Il conclave per l'elezione del successore di Pio III iniziò il 31 ottobre, con praticamente gli stessi partecipanti del mese precedente. Il 1º novembre 1503 il cardinale Giuliano della Rovere ricevette tutti i voti espressi, ad eccezione di nove voti sparsi. Sangiorgio non ha ricevuto voti. Il cardinale della Rovere divenne papa Giulio II.
Il 22 dicembre 1503 Sangiorgio mutò titolo in cardinale vescovo della sede suburbicaria di Tusculum, nel 1507 la sede suburbicaria di Palestrina, e l'anno seguente quella di Sabina.
Nell'agosto del 1506, quando papa Giulio guidò l'esercito pontificio a nord per riconquistare gli stati di Perugia e Bologna dai loro tiranni Borgia, Giampaolo Baglione e Giovanni Bentivoglio, lasciò il cardinale Sangiorgio a Roma come suo Legatus at latere, per governare in sua assenza.
Durante la sua assenza da Parma, come cardinale vescovo a Roma, Sangiorgio amministrò la chiesa di Parma attraverso vicari e procuratori; nel 1505 il suo vicario fu mons. Giambatista Capitani, canonico del capitolo della cattedrale di Novara, e dal 1506 mons. Giovanni Luchino, decano del capitolo della cattedrale di Alessandria, ricoprì lo stesso ufficio.
Sangiorgio morì a Roma il 14 marzo 1509.
Opere
Ha lasciato diversi trattati giuridici, alcuni dei quali sono stati pubblicati durante la sua vita. È considerato uno degli ultimi due grandi commentatori di diritto feudale, insieme a Matteo D'Afflitto[3].
- Commentaria in Feudorum Libri III, [4]
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Alessandria | Successore: | ![]() |
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Marco Cattaneo de' Capitaneis[5], O.P. | 14 aprile 1478 - 6 settembre 1499 | Alessandro Guasco[6] |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Nereo e Achilleo | Successore: | ![]() |
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Maffeo Gherardi | 23 settembre 1493 - 23 dicembre 1503 | Juan de Zúñiga y Pimentel |
Predecessore: | Vescovo di Parma | Successore: | ![]() |
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Stefano Taverna[7] | 6 settembre 1499 - 14 marzo 1509 | Alessandro Farnese |
Predecessore: | Patriarca titolare di Gerusalemme | Successore: | ![]() |
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Bartolomeo Della Rovere, O.F.M. | 1500 - 30 dicembre 1503 | Bernardino López de Carvajal |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Frascati | Successore: | ![]() |
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Antonio Pallavicini Gentili | 23 dicembre 1503 - 17 settembre 1507 | Bernardino López de Carvajal |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Palestrina | Successore: | ![]() |
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Antonio Pallavicini Gentili | 17 settembre 1507 - 22 settembre 1508 | Bernardino López de Carvajal |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Sabina | Successore: | ![]() |
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Raffaele Riario | 22 settembre 1508 - 14 marzo 1509 | Bernardino López de Carvajal |
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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