Jacques Davy du Perron
Jacques Davy du Perron Cardinale | |
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Età alla morte | 61 anni |
Nascita | Saint-Lô 25 novembre 1556 |
Morte | Bagnolet 5 settembre 1618 |
Sepoltura | Cattedrale di Sens |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 11 dicembre 1592 da Clemente VIII |
Consacrazione vescovile | 27 dicembre 1595 dal card. arc. François de Joyeuse |
Elevazione ad Arcivescovo | 9 ottobre 1606 da papa Paolo V |
Creato Cardinale |
9 giugno 1604 da Clemente VIII (vedi) |
Cardinale per | 14 anni, 2 mesi e 26 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Jacques Davy du Perron (Saint-Lô, 25 novembre 1556; † Bagnolet, 5 settembre 1618) è stato un cardinale, arcivescovo e teologo francese, poeta, diplomatico e predicatore.
Cenni biografici
Nacque a Saint-Lô in Normandia il 25 novembre 1556 da Julien Davy e Ursule le Cointe. I genitori si convertirono al luteranesimo e a causa delle persecuzioni in Francia si stabilirono a Berna dove il padre, di professione medico, divenne pastore protestante. Il figlio ricevette una buona istruzione dal genitore che gli insegnò il latino e la matematica. Datato di una intelligenza fuori del comune apprese da autodidatta il greco, l'ebraico e la filosofia.
Verso il 1562 Jacques du Perron rientrò con la famiglia in Francia, ma una nuova persecuzione costrinse presto la famiglia a cercare rifugio dapprima a Jersey e infine in Normandia. Con la sua prodigiosa memoria, acquisì giovanissimo una vasta erudizione che attirarono l'attenzione degli uomini di cultura. All'età di vent'anni, grazie all'amicizia con il conte Jacques de Matignon, ottenne udienza dal re Enrico III, che rimase impressionato dall'erudizione del giovane.
Formazione e attività diplomatica
Il conte di Matignon lo mise in contatto con vari eruditi del tempo come Jean Touchard, abate di Bellozane, già precettore del cardinale di Vendôme e dell'abate Philippe Desportes. L'abate Touchard consigliò al giovane Jacques du Perron di intraprendere lo studio dei Padri della Chiesa, in particolare di san Tommaso d'Aquino e di sant'Agostino. Grazie a questi studi decise di abbandonare il protestantesimo per il cattolicesimo. Era di carattere collerico ed impulsivo, che sfociava in aggressioni fisiche gravi che sembra portarono anche all'uccisione di una persona.[1]
Dopo l'uccisione di Enrico III nel 1589, su richiesta dell'abate Touchard, entrò al servizio del cardinale Carlo Borbone di Vendôme(ch), capo della Lega cattolica francese, che richiedeva al nuovo re, l'ugonotto Enrico IV di Francia, l'abiura della fede protestante.
Ministero episcopale
Trovò comunque stima presso il nuovo re che nel 1591 lo nominò vescovo di Évreux.
Il giovane vescovo si occupò dei vari aspetti, privati e pubblici, legati alla conversione di Enrico IV al cattolicesimo, che avverrà nel 1593: lo istruì sulla religione cattolica, assieme al futuro cardinale Arnaud d'Ossat. Con questi sollecitò presso la Santa Sede l'assoluzione del re. Rese pubblica l'abiura di Enrico IV della religione protestante, fece togliere l'interdetto papale contro la Francia compiendo a Roma, al posto di Enrico IV, gli atti penitenziali richiesti dalla Santa Sede nel 1594.
Rientrato in diocesi, si prodigò nella predicazione a favore della fede cattolica e nella polemica anticalvinista, anche con dibattiti pubblici con intellettuali protestanti, per esempio col teologo Philippe Duplessis-Mornay a Fontainebleau nel 1600 e con lo scrittore Théodore Agrippa d'Aubigné. Fra l'altro ottenne la conversione di Henry de Sponde (Ch), che divenne poi vescovo di Pamiers, e del generale al servizio degli Svizzeri, Nicolas Harlay de Sancy.[2] Nel 1604 il re lo volle protettore della Francia a Roma.
Cardinalato
Fu creato cardinale da Clemente VIII nel Concistoro del 9 giugno 1604 con il titolo di cardinale presbitero di Sant'Agnese in Agone. Prese parte ai lavori conclusivi della congregazione de Auxiliis divinae gratiae voluta dal pontefice nel 1597 per risolvere la diatriba teologica tra tomisti e molinisti. Alla corte di Clemente VIII, partecipò ai due conclavi del 1605 dove contribuì con la sua eloquenza all'elezione di papa Leone XI il 1º aprile e a quella di papa Paolo V il 16 maggio.
Nell'ottobre del 1606 divenne gran elemosiniere di Francia. Fu trasferito all'arcidiocesi di Sens pur mantenendo la conduzione della precedente diocesi fino al 4 luglio 1608. Come grande elemosiniere e consigliere della reggenza, fu il promotore dei miglioramenti apportati al collegio reale di Francia, con la progettazione del nuovo edificio centrale, il cui progetto fu approvato da Enrico IV, e che vide la posa della prima pietra il 28 agosto 1610 al successore Luigi XIII.
Dopo la morte di Enrico IV (1610), nel 1612 tenne un sinodo a Parigi dove si condannò l'opera del teologo Edmond Richer, Libellus de ecclesiastica et politica potestate,[3] ricevendone i ringraziamenti da Roma. Prese parte attiva negli Stati generali del 1614 difendendo le riforme della Chiesa dettate dal concilio di Trento su posizioni ultramontane contrarie al gallicanesimo.
Il quel periodo si racconta di un avvenimento curioso, che illustra il carattere del cardinale. Egli risiedeva nella parrocchia parigina di Saint-Paul. Un giorno inviò un gentiluomo a dire al curato di venirlo a trovare per un affare che gli doveva comunicare. Questi gli fece rispondere che si sarebbe presentato ma non vi andò. Dopo poco tempo non vedendolo, il porporato gli mandò a dire di presentarsi. Ricevendone la stessa risposta ma senza che il curato si presentasse. Trascorso ancora parecchio tempo e non essendosi presentato, indignato per il comportamento del prevosto, lo convocò di nuovo. Questi allora gli rispose: « Dite a monsignore il cardinale, che lui è curato di Roma, e che io lo sono di Parigi, e è lui nella mia parrocchia e non io nella sua.»
Du Perron, alla vigorosa risposta disse:« Ha ragione, sono suo parrocchiano, sono io che devo andare da lui.» Si recò quindi subito al suo domicilio. Appena questi lo vide in strada gli corse incontro, al che il cardinale molto felice lo abbracciò e i due divennero buoni amici.
Morte
L'ultimo periodo della sua vita lo trascorse ritirato nella sua casa di Bagnolet. Là eresse una stamperia privata dove mise a stampa varie sue opere. Ammalatosi gravemente si recò a Parigi ma la morì dopo quindici giorni il 5 settembre 1618.
Elenco non esaustivo delle opere
- L'Évangile de Rome […] G. Cartier, (1600) online
- Apologie pour les pères Jésuites, 1614 online
- Brief discours sur quelques poinct concernans la police de l’Église et de l’État: et particulièrement sur la reception du Concile de Trente & la venalité des offices. Parigi (1615)
- Oraison funèbre sur la mort de Monsieur de Ronsard (1586). Riedizione : Droz, Ginevra, 1985.
- Le Cardinal Jacques Davy du Perron : mélanges publiés à l’occasion du IV centenaire de sa naissance, Saint-Lô, Imp. Jacqueline, 1956.
- Œuvres diverses, Ginevra, Slatkine Reprints, 1969.
- Recueil des poésies de Monsieur Du Perron, Parigi, Actes Sud-Papiers, 1988.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
- Cardinale François de Joyeuse
- Cardinale Jacques du Perron
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Évreux | Successore: | |
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Claude de Sanctes, O.S.A. (Ch) | 11 dicembre 1592 - 4 luglio 1608 | Guillaume de Péricard (Ch) |
Predecessore: | Abate commendatario di Notre-Dame de Lyre | Successore: | |
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Charles III de Bourbon | 1º gennaio 1599 - 5 settembre 1618 | Jean Davy du Perron |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sant'Agnese in Agone | Successore: | |
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Antonio Maria Gallo | 7 gennaio 1605 - 5 settembre 1618 | Andrea Baroni Peretti Montalto |
Predecessore: | Arcivescovo di Sens | Successore: | |
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Renaud de Beaune (Ch) | 9 ottobre 1606 - 5 settembre 1618 | Jean du Perron (Ch) |
Predecessore: | Grande elemosiniere di Francia | Successore: | |
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Renaud de Beaune de Semblançay (Ch) | 1606 - 5 settembre 1618 | François de La Rochefoucauld |
Note | |
Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
- Vescovi di Évreux
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