Museo Diocesano di Barletta

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Museo Diocesano di Barletta
Barletta MuDi AreaArcheologica III-I.aC.jpg
Strutture murarie daunio-romano (III - I secolo a.C.), tufo, pietra calcarea e laterizi
Categoria Musei diocesani
Stato bandiera Italia
Regione ecclesiastica Regione ecclesiastica Puglia
Regione Stemma Puglia
Provincia Barletta-Andria-Trani
Comune Barletta
Diocesi Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
Indirizzo Piazza Duomo
70051 Barletta (BT)
Telefono +39 0883 531274, +39 0883 494223
Posta elettronica beniculturali@arctrani.it
Sito web [1]
Proprietà Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, Capitolo della Cattedrale
Tipologia arte sacra, archeologico
Contenuti ceramiche, dipinti, lapidi, metalli, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture, suppellettile liturgica
Servizi bookshop, didattica, punto ristoro, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate
Sistema museale di appartenenza Sistema diocesano MAB (Musei, Archivi, Biblioteche)
Sede Museo Concattedrale di Santa Maria Maggiore, ambienti adiacenti
Data di fondazione 1954

Il Museo Diocesano di Barletta, allestito in alcuni ambienti adiacenti alla Duomo, è stato istituito nel 1954, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Concattedrale di Santa Maria Maggiore e dal territorio diocesano.

Il Museo è sede distaccata del Museo Diocesano di Trani.

Percorso espositivo ed opere

L'itinerario museale si sviluppa in cinque sezioni espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XI al XX secolo.

Sezione I - Area archeologica

La sezione archeologica deve essere ricondotta agli inizi degli anni Novanta quando, durante i lavori di restauro della Concattedrale, vennero effettuati alcuni saggi di scavo con l'obiettivo di verificare le condizioni statiche delle strutture portanti dell'edificio. Così nel 1993 - 1994 ebbe inizio lo scavo archeologico che ha portato alla luce secoli di storia e di frequentazione del sito, individuando importanti emergenze archeologiche. Di particolare rilievo:

  • Strutture murarie daunio-romane (III - I secolo a.C.), in tufo, pietra calcarea e laterizi, individuate a tre metri dall'attuale piano di calpestio della Concattedrale.
  • Corredi della tomba a camera (III - I secolo a.C.), costituiti prevalentemente da oggetti in ceramica, ferro e bronzo. In particolare sono stati rinvenuti askoi, ollette, unguentari, strigili di ferro, fibule, coppe a vernice nera, lucerne e askos a vernice nera, specchio di bronzo, chiavi di ferro, tazza biansata, moneta, ago di bronzo, doppia situla, per un totale di settanta oggetti.
  • Resti della basilica paleocristiana (seconda metà VI secolo), in mattoni in laterizio e conci in pietra: questa chiesa, rinvenuta nel sottosuolo della Concattedrale, rappresenta la testimonianza più antica di un edificio di culto cristiano eretto nell'area dove insiste il nucleo storico della città.
  • Mosaici pavimentali della basilica paleocristiana (metà VI secolo), mosaico in pietre varie e cotto, di bottega greco-balcanica.
  • Sarcofago paleocristiano (fine VI secolo), in pietra calcarea scolpita.

Sezione II - Pinacoteca

Giovanni di Francia, Scomparto di polittico con Trinità, Assunzione e transito di Maria Vergine (1450 ca.), tempera su tavola

La sezione conserva dipinti, fra cui spiccano per valore ed interesse culturale:

Paolo Serafini, Gesù Cristo salvatore (fine XIV secolo), tempera su tavola

Sezione III - Statue

La sezione conserva pregevoli dipinti e sculture, tra cui spiccano:

Sezione IV - Paramenti sacri

Nella sezione è possibile ammirare i preziosi paramenti liturgici, tra i quali spiccano:

Manifattura romana, Dalmatica gialla del parato liturgico Barberini (inizio del XVII secolo), teletta d'oro di seta, rifinita da galloni e ricamata con fili d'argento e d'oro
  • Paliotto giallo di san Giuseppe (seconda metà XVIII secolo), in raso di seta, con inserzioni dipinte, ricamato con fili d'argento e sete policrome ad agopittura, di manifattura meridionale, proveniente dalla Concattedrale.
  • Pianeta bianca della beata Vergine Maria (prima metà XIX secolo), in raso di seta, ricamato con fili d'oro e sete policrome ad agopittura, di manifattura pugliese, proveniente dalla Concattedrale.
  • Pianeta rossa dell'arcivescovo Gaetano Maria De Franci (secondo quarto del XIX secolo), in raso di seta, con inserzioni dipinte, ricamato con fili d'argento e d'oro e sete policrome, di manifattura pugliese, proveniente dalla Concattedrale.
  • Pianeta bianca detta di papa Pio IX (metà XIX secolo), in raso di seta, con applicazioni di perle, ricamato con fili d'argento e d'oro e sete policrome ad agopittura, di manifattura romana, proveniente dalla Concattedrale. La pianeta è decorata:
    • sul recto, Allegoria della religione: figura in piedi su una nuvola, vestita con i paramenti pontificali intessuti di fili in oro e argento, regge nella mano un turibolo, tenuto, nell'atto dell'incensare, anche dalla mano sinistra, che sostiene inoltre una croce in legno, poggiata sulla spalla.
    • sul verso, Allegorie delle Virtù teologali (Fede, Speranza e Carità).
  • Pianeta azzurra (metà XIX secolo), in raso di seta, con inserzioni dipinte, rifinito da galloni e ricamato con fili d'argento e d'oro e sete policrome, di manifattura pugliese, proveniente dalla Concattedrale.
  • Piviale bianco (seconda metà XIX secolo), in teletta d'oro di seta con applicazioni in metallo e pietre dure, ricamata con fili d'oro, di manifattura romana, proveniente dalla Concattedrale.

Sezione V - Suppellettile liturgica

La sezione custodisce la notevole raccolta di oggetti liturgici provenienti dal Duomo e da varie chiese barlettane. Di particolare pregio:

Bottega islamica, Scrigno (XII - XIII secolo), bronzo a fusione e lavorato a traforo con aggiunte in ferro
  • Tre oggetti di bottega islamica, giunti a Barletta come bottino di guerra e donati alla Concattedrale per volontà di Giovanni Pipino, comandante delle truppe cristiane, dopo la vittoria contro i Saraceni:
    • Cofanetto cilindrico con decorazioni vegetali ed animali (XII - XIII secolo), in avorio dipinto, elementi in bronzo, di bottega siculo-araba;
    • Gabata (XII - XIII secolo), in bronzo a fusione e lavorato a traforo con aggiunte in ferro, di bottega islamica;
    • Scrigno (XII - XIII secolo), in bronzo a fusione e lavorato a traforo con aggiunte in ferro, di bottega islamica: su questo si trova un'iscrizione, in caratteri nashki e cufici, con una frase augurale che fa supporre un'originaria destinazione privata dell'oggetto:
« Gloria, felicità perfetta, generosità piena, alta gioia perpetua, benessere completo [al possessore]. »
  • Stauroteca (XIII secolo), in metallo, rame e argento con dorature e parti a fusione, cesellato, filigranato, sbalzato, inciso con inseriti castoni con vetri colorati, di bottega veneziana.
  • Stauroteca (prima metà XIII secolo), in rame e argento con dorature e parti a fusione, filigranato, sbalzato, cesellato e inciso con inserzione di castoni con gemme, di bottega meridionale, proveniente dal Monastero di Santa Lucia.
  • Corredo per la Comunione (teca e cucchiaio eucaristico), metà del XVII secolo, in argento a fusione, di bottega pugliese, proveniente dalla Concattedrale.
  • Calice (seconda metà del XVIII secolo), in argento e argento dorato e sbalzato, di bottega orafa napoletana, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria di Nazareth.
  • Calice e patena (XIX secolo), in argento sbalzato, cesellato, smalto e pietre decorative, di bottega orafa francese, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria di Nazareth.
  • Calice (XIX secolo), in argento sbalzato, cesellato, smalto e pietre decorative, di bottega orafa napoletana, proveniente dalla Concattedrale.
  • Teca eucaristica (prima metà del XIX secolo), argento sbalzato e cesellato, di Vincenzo Caruso, proveniente dalla Chiesa di San Cataldo.
  • Pisside (1952), in argento dorato e sbalzato, cammei, pietre dure incastonate ed oro filigranato, prodotto dall'argentiere napoletano "Ascione", proveniente dalla Concattedrale. La pisside venne donata dalla Federazione delle Arciconfraternite partenopee a mons. Marcello Mimmi, quando venne nominato arcivescovo di Napoli.

Galleria fotografica

Bibliografia
  • Erminia Giacomini Miari, Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, Touring Editore, Milano 2005, pp. 213 - 214 ISBN 9788836536535
Voci correlate
Collegamenti esterni