Museo Diocesano di Lecce
Museo Diocesano di Lecce | |
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Nicolas Poussin, Pasce oves meas (secondo quarto del XVII secolo), olio su tela | |
Categoria | Musei diocesani |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Puglia |
Regione | Puglia |
Provincia | Lecce |
Comune | Lecce |
Diocesi | Arcidiocesi di Lecce |
Indirizzo | Piazza Duomo, 5 73100 Lecce (LE) |
Telefono | +39 0832 333506, +39 0832 244764 |
Posta elettronica | museo@diocesilecce.org |
Proprietà | Arcidiocesi di Lecce |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | arredi sacri, dipinti, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, archivio storico, biblioteca, biglietteria, bookshop, visite guidate |
Sede Museo | Seminario Arcivescovile |
Datazione sede | 1694 - 1709 |
Data di fondazione | 2004 |
Il Museo Diocesano di Lecce, allestito nel Seminario Arcivescovile,[1] è stato inaugurato nel 2004 in occasione della "Triennale d'Arte Sacra Contemporanea", per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di Maria Santissima Assunta e dal territorio diocesano.
Percorso espositivo ed opere
L'itinerario museale si sviluppa in quattro sale espositive ed un soppalco, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XV al XIX secolo, disposte in ordine cronologico.
Sala I
La sala conserva opere ed oggetti liturgici, databili dal XV alla fine del XVII secolo, fra cui spiccano per valore ed interesse culturale:
- Madonna del Carmine (XV secolo), tempera su tela, di ambito veneziano, proveniente dalla Chiesa del Carmine.
- Madonna Assunta (1611), olio su tela, di Gian Domenico Catalano.
- Madonna con Gesù Bambino e angeli musicanti (XVII secolo), olio su tela, del pittore napoletano di Ippolito Borghese.
- Sacra Famiglia con san Giovannino e donatore in preghiera (secondo quarto del XVII secolo), olio su tela, di Paolo Finoglio.
- Pasce oves meas (secondo quarto del XVII secolo), olio su tela, di Nicolas Poussin.
- Busto di sant'Oronzo (1671), in argento, sbalzato, cesellato e pietre preziose, dell'argentiere napoletano Domenico Gigante.
- Anello episcopale detto Anello di sant'Oronzo (1671), in argento fuso con pietra preziosa, di Domenico Gigante.
- Martirio di san Pietro (seconda metà del XVII secolo), olio su tela, di Luca Giordano.
- Tronetto per esposizione eucaristica (1697), in argento, sbalzato, cesellato e legno, dell'argentiere Gaetano Starace.
- Riposo dalla fuga in Egitto (1716), olio su tela, di Paolo De Matteis.
- Ostensorio (XVIII secolo), in argento sbalzato, cesellato e legno con smeraldi e rubini, di bottega napoletana.
Sala II
Nella sono esposti opere databili dal XVII al XVIII secolo. Di rilievo:
- Pala d'altare con Martirio di sant'Orsola e le compagne (1620 ca.), olio su tela, di Paolo Finoglio, proveniente dalla Chiesa del Carmine.
- Dipinti (seconda metà del XVIII secolo), olio su tela, di Oronzo Tiso, raffiguranti:
- Madonna del Rosario (1780 ca.);
- Natività di Maria;
- Presentazione di Maria al Tempio;
- Presentazione di Gesù al Tempio;
- Madonna Addolorata (1780 ca.);
- Abramo e i tre angeli;
- Trasporto dell'Arca Santa
- Dipinti (seconda metà del XVIII secolo), di Serafino Elmo, raffiguranti:
- Agar e Ismaele, olio su tavola;
- Dio appare in sogno a Salomone in Gabaon, olio su tavola;
- Gloria di sant'Oronzo (1766), olio su tela: nell'opera è raffigurato il santo che riceve da Gesù Cristo il mandato di proteggere la città di Lecce dalla peste.
Sale III - IV
Le due sale presentano pregevoli dipinti e sculture, tra cui spiccano:
- Busto dell'Ecce Homo (fine XVI secolo), in legno dipinto, di bottega napoletana.
- Statua della Madonna assunta e angeli (1689), in legno policromo e dorato, realizzata da Nicolò Fumo, proveniente dalla Cattedrale, commissionata dall'arcivescovo Michele Pignatelli (1682 - 1695).
- Busto di san Cesario (1720), in legno scolpito e argentato, di Nicolò Fumo.
- Immacolata Concezione (XVIII secolo), in cartapesta modellata e dipinta, terracotta modellata e dipinta, metallo fuso e dorato, di bottega napoletana. La statua indossa:
- Veste (XIX secolo), in seta bianca ricamata in oro, merletto e tela di cotone, di manifattura salentina;
- Mantello (XIX secolo), in seta celeste, di manifattura salentina.
- Statua di Giuditta con la testa di Oloferne (1898), in cartapesta policroma, di Raffaele Caretta: quest'opera fu premiata con la medaglia d'argento all'Esposizione Internazionale di Torino.
Soppalco
Nel soppalco sono conservati sono esposti preziosi oggetti liturgici e paramenti sacri.
Oggetti liturgici
I preziosi oggetti liturgici esposti sono prevalentemente opera di botteghe orafe napoletane, fra cui spiccano:
- Croce d'altare (XVII secolo), in legno scolpito e dipinto, avorio scolpito, lapislazzolo, argento cesellato, di bottega napoletana.
- Turibolo (XVII secolo), in argento traforato, cesellato e inciso, di Renzo Pompeo.
- Due calici (1671), in argento filigranato, dorato e smeraldo, di bottega veneziana.
- Pisside (1698), in argento sbalzato e cesellato, di Gaetano Starace.
- Pace (XVIII secolo), in argento sbalzato e cesellato, di bottega napoletana.
- Ostensorio raggiato (1762), in argento fuso e cesellato, diamante, smeraldo e rubino, di ambito napoletano.
- Baculo pastorale (1697), in argento sbalzato e cesellato, di Gaetano Storace.
- Pisside (1775), argento fuso, cesellato, dorato, eseguiti dall'argentiere napoletano "F.F.".
- Legatura di Messale (1778), in argento sbalzato, cesellato, opera di Anastasia Salvatore.
- Servizio di cartegloria (1788), in lamina d'argento sbalzato e cesellato, legno scolpito e bronzo dorato, di bottega napoletana.
- Cinque calici (ultimo quarto del XVIII - inizio del XIX secolo), in argento dorato, sbalzato e cesellato, di bottega napoletana.
- Coppia di candelieri (XIX secolo), in argento traforato, cesellato e ottone fuso e cesellato, dell'argentiere napoletano di A. Arillo.
- Coppia di vasi portapalma (XIX secolo), in argento sbalzato, cesellato e legno scolpito, eseguiti dall'argentiere napoletano "V.B.".
- Croce d'altare (XIX secolo), in argento sbalzato e cesellato, di bottega napoletana.
- Faldistorio (primo quarto del XIX secolo), in argento fuso e cesellato, ferro battuto e dipinto, ottone fuso, di bottega napoletana: questo è anche corredato da:
- Copertura di faldistorio con stemma dell'arcivescovo Gennaro Trama (primo quarto del XIX secolo), in seta rossa laminata, di manifattura dell'Italia meridionale.
Paramenti liturgici
I paramenti liturgici conservati furono realizzati da manifatture di diversa provenienza. Di rilievo:
- Pianeta e stola bianca (XVI secolo), in velluto su fondo di taffetas di seta, profilato con ricamo in oro filato, di manifattura italiana.
- Pianeta (XVII secolo), in taffetas broccato, ricamato con disegno "a meandro", di manifattura francese.
- Pianeta rossa dell'arcivescovo Antonio Pignatelli (1671 - 1682), in teletta ricamata in oro e argento filato, di manifattura napoletana.
- Pianeta (XVIII secolo), in taffetas broccato, ricamato con disegno "a meandro", di manifattura francese.
- Mitria bianca dell'arcivescovo Scipione Sersale (1744 - 1751), in seta ricamata in argento filato, di manifattura napoletana.
- Parato liturgico dell'arcivescovo Alfonso Sozy Carafa (terzo quarto del XVIII secolo), costituito da 4 pezzi (pianeta, stola, borsa e velo da calice), in gros de tours ricamato in oro lamellare e filato, di manifattura napoletana.
Galleria fotografica
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Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |
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