Museo Diocesano di Velletri
Museo Diocesano di Velletri | |
Francesco da Siena, Madonna con Gesù Bambino in gloria con san Pietro e san Paolo (metà del XVI secolo), tavola | |
Categoria | Musei diocesani |
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Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Lazio |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Velletri |
Diocesi | Sede suburbicaria di Velletri-Segni |
Indirizzo |
Corso della Repubblica, 347 00049 Velletri (RM) |
Telefono | +39 06 9628838 |
Fax | +39 06 9628838 |
Posta elettronica | museo@museodiocesanovelletri.it |
Proprietà | Diocesi di Velletri-Segni |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | dipinti, lapidi, monete, medaglie, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica, tessuti |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, bookshop, didattica, fototeca, mediateca, sale per eventi e mostre temporanee, videoteca, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Sistema Museale Urbano di Velletri, Sistema Museale Tematico - MusArt |
Sede Museo | ex Seminario Vescovile |
Datazione sede | XVII secolo |
Fondatori | cardinale Basilio Pompili |
Data di fondazione | 1927 |
Il Museo Diocesano di Velletri (Roma) è allestito nell'ex Seminario Vescovile, annesso al complesso monumentale del Duomo, fu istituito nel 1927, per volere del cardinale Basilio Pompili (1917 - 1931), con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di San Clemente e dal territorio diocesano.
Storia
Il Museo venne istituito nel 1927 dal cardinale Basilio Pompili, vescovo di Velletri (1917 - 1931) e vicario di Roma, con la denominazione di Museo Capitolare ed ebbe come prima sede la Casa dei Canonici.
Nel 1943, prima dei bombardamenti che semi-distrussero la città di Velletri, le collezioni furono depositate nella Città del Vaticano e tornarono nella Cattedrale solo alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1946 il cardinale Clemente Micara, vescovo di Velletri (1946 - 1965) decise di ricostituire il Museo, la raccolta fu collocata provvisoriamente nei locali ricavati nell'antico Coro d'Inverno dei Canonici. La sede, ben presto, si rivelò inadeguata e il Capitolo decise di costruire dei locali appositi in cui custodire il patrimonio storico-artistico diocesano.
Nel 1983, in seguito al furto di numerose opere, tra cui anche la celebre Croce Veliterna, alcune delle quali recuperate dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e restituite alla Diocesi di Velletri nel 1998, il vescovo Andrea Maria Erba (1988 - 2006) decise di dargli una nuova e definitiva sede nei locali del Seminario Vescovile, che vennero completamente restaurati per tale scopo.
Il 22 gennaio 2000 venne inaugurata la nuova sede del Museo e il suo allestimento.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa in un atrio e sei sale espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XI al XIX secolo.
Atrio
Nell'atrio, che dà accesso al Museo vero e proprio, è collocato:
- Gesù Cristo crocifisso con san Giovanni, la Madonna e il committente inginocchiato in adorazione (1475 - 1485 ca.), affresco staccato, opera della bottega di Antoniazzo Romano, proveniente dall'Abbazia agostiniana di Santa Maria dell'Orto.
Sala I
La sala è dedicata a Marcello Pellegrini, il quale nel 2003 ha donato al Museo:
- Servizio liturgico (1880), in argento dorato, con smalti e pietre, realizzato a Parigi nella bottega di Henri Chevron. Il servizio è composto da ostensorio, calice, pisside e ampolline.
Sala II
Nella sala sono esposti preziosi oggetti liturgici e paramenti sacri. Di rilievo:
- Stauroteca detta Croce Veliterna (prima metà del XII secolo), in argento dorato e filigranato con perle e smalti, realizzata da una bottega palermitana. La croce fu donata alla Cattedrale nel 1256 da Rainaldo de' Conti, vescovo di Velletri e legato pontificio alla corte di Federico II di Svevia, che divenne papa nel 1254 con il nome di Alessandro IV.
- Quattro frammenti dell'Exultet (XII secolo) di scuola cassinese.
- Pianeta di papa Benedetto XI (fine XIII - inizio XIV secolo), in seta ricamata in opus romanum.
- Bande ricamate di pianeta (prima metà del XVI secolo) di manifattura fiorentina.
Sala III
La sala presenta:
- Reliquiario a busto di san Clemente I (1632 - 1639), in ottone e rame, dorato e argentato, realizzato da Giuliano Finelli, allievo di Gian Lorenzo Bernini, opera commissionata dal cardinale Domenico Ginnasi per la nuova cappella dei Santi Protettori della Cattedrale.
- Piviale con stemma del cardinale Francesco Barberini junior (secondo quarto del XVIII secolo).
- Calice del cardinale Stefano Borgia (fine del XVIII secolo), opera dell'argentiere Vincenzo Coaci.
Sala IV
Nella sala si trovano pregevoli dipinti, eseguiti tra l'Alto ed il Basso Medioevo, tra cui spiccano:
- Gesù Cristo salvatore (XIII secolo), tempera su tavola, di ambito laziale.[1]
- Madonna con Gesù Bambino (XIII - XIV secolo), attribuita a Giovanni da Taranto, proveniente dall'Abbazia di Santa Maria dell'Orto.
- San Clemente, sant'Eleuterio, san Geraldo e san Ponziano (prima metà del XV secolo), tavola di anonimo pittore laziale.[2]
- Madonna con Gesù Bambino detta Madonna dell'Umiltà (1425 - 1427 ca.), tempera su tavola, di Gentile da Fabriano: dipinto trasferito nel 1633 dal cardinale Domenico Ginnetti dalla Chiesa dei Santi Cosma e Damiano ai Fori in Roma alla Chiesa di Sant'Apollonia a Velletri.[3]
- Visitazione e Davide (1434), tavola di Bicci di Lorenzo, proveniente dalla Cattedrale di San Clemente.[4]
Sala V
La sala presenta pregevoli dipinti rinascimentali, tra i quali si notano:
- Madonna con Gesù Bambino detta Madonna del Soccorso (1483), tempera su tavola, di Antoniazzo Romano, proveniente dalla Cappella di Sant'Eleuterio della Cattedrale.[5]
- Madonna con Gesù Bambino (1486), tempera su tavola, di Antoniazzo Romano, proveniente dalla Cappella dell'Immacolata Concezione nella Cattedrale, fu commissionata del Capitolo come ex voto per invocare la fine della peste che stava flagellando la città.
- Madonna di Loreto (1500) di Giambattista Rositi, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria del Trivio.[6]
- Sacra Famiglia (inizio XVI secolo), di scuola bolognese di Lorenzo Costa.
- Scomparto di predella con la Pentecoste (1544), tavola di Francesco da Siena.[7]
- Madonna con Gesù Bambino in gloria con san Pietro e san Paolo (metà del XVI secolo), tavola di Francesco da Siena, proveniente dall'altare maggiore della Chiesa di Santa Maria del Trivio. L'opera venne eseguita su commissione del cardinale Giovanni Domenico De Cupis.
- Madonna con Gesù Bambino con san Giovanni Battista e santa Lucia (1530 ca.), olio su tavola, della scuola di Francesco Raibolini detto il Francia, proveniente dalla Chiesa di Santa Lucia.
Sala VI
La sala sono esposte opere dal XVII al XX secolo, tra queste si ricordano:
- Perdono d'Assisi (1595), olio su tela, di Frans Van de Casteele, su commissione di Clemente VIII, proveniente dalla Chiesa del Convento dei Cappuccini di Collevecchio.
- Moltiplicazione dei pani e dei pesci (XVII secolo), opera di ambito romano, donata al Museo dal Ministro dell'Educazione Nazionale in occasione dell'inaugurazione nel 1927.
- Caduta di san Paolo (1697), olio su tavola, attribuito a Giovan Battista Lenardi, proveniente dalla distrutta Chiesa di San Giovanni Battista, detta dell'Ospedale, perché dell'Ordine Ospedaliero del Fatebenefratelli.
- Circoncisione di Gesù (fine XVII - inizio XVIII secolo), di ambito romano.
- Madonna del Rosario con san Domenico di Guzman, santa Caterina da Siena e san Giovanni Battista (1747), olio su tela, di Sebastiano Conca, proveniente dalla Cattedrale.
- Stendardo processionale con Storie della vita di san Francesco d'Assisi (1826) dipinto da Giuseppe Della Valle.
- Due lunette con Annunciazione ed Incoronazione di Maria Vergine (1836 - 1837), di Luigi Fioroni, provenienti dalla Cappella di Santa Maria delle Grazie in Cattedrale.
- Madonna con Gesù Bambino con sant'Eleuterio, san Clemente, san Ponziano e san Geraldo (1840), opera realizzata da Domenico Tojetti, proveniente dalla Cappella del Suffragio nella Cattedrale.
Galleria fotografica
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Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |