Prospero Intorcetta
Prospero Intorcetta, S.J. Presbitero | |
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Età alla morte | 71 anni |
Nascita | Platia 28 agosto 1625 |
Morte | Hangzhou 3 ottobre 1696 |
Professione religiosa | Macao, 16 febbraio 1656 |
Ordinazione presbiterale | Messina, 1654 |
Prospero Intorcetta (Platia, 28 agosto 1625; † Hangzhou, 3 ottobre 1696) è stato un presbitero, missionario e sinologo italiano. È stato il primo europeo a tradurre le opere di Confucio.
Cenni biografici
Nacque a Platia, in Sicilia, il 28 agosto 1625. All'età di sedici anni i genitori lo iscrissero al Siculorum Gymnasium di Catania per studiare diritto, ma dopo pochi mesi decise di entrare nella Compagnia di Gesù insieme al fratello Francesco. Il 31 dicembre 1642 fu ammesso al noviziato di Messina. Dal 1644 al 1646 intraprese gli studi umanistici presso il collegio di san Francesco Saverio a Palermo, per poi fare ritorno al collegio di Messina, dove per un anno Intorcetta vi insegnò grammatica. Di ritorno a Palermo nel 1647, in due anni vi completò il corso di filosofia e si dedicò alla fisica. Iniziò il periodo di magistero con un incarico di docente a Vizzini dal 1649 al 50, e poi a Caltanissetta fino al 1651. Nell'autunno 1651 fece ritorno al collegio di Messina, dove si iscrisse al corso quadriennale di teologia, che si protrasse fino all'estate 1655. Verso la fine del terzo anno ebbe luogo l'ordinazione sacerdotale.
Durante questi anni espresse più volte presso i superiori il desiderio di andare in missione in estremo oriente. Il 4 aprile 1657 padre Prospero si imbarcò a Vidigueira, in Portogallo, sul Bom Jesus alla volta di Macao, con sedici confratelli, di cui molti morirono di peste durante il viaggio. Giunse a Macao all'inizio del 1659, e il 16 febbraio vi pronunciò i voti solenni. L'anno successivo fu inviato a Jianchang nel sud-est della Cina, dove iniziò l'opera pastorale facendo erigere una chiesa. Nel 1662 inaugurò una stamperia con caratteri latini e cinesi. Uno dei primi libri che vi fu stampato fu il Sapientia cinica.
Le persecuzioni anticristiane del 1665 lo videro portato prigioniero a Pechino e poi esiliato a Canton. Nell'ottobre 1666, fu eletto procuratore a Roma. Tra i compiti assegnatigli non c'era solo quello di riferire al superiore generale sullo stato della missione in Cina, ma soprattutto quello, assai più delicato e pressante, di ottenere dal Papa il permesso di amministrare gli uffici liturgici in cinese, nonché di consacrare sacerdoti nativi.
Il soggiorno a Canton si protrasse per oltre un anno. Padre Prospero raggiuse Macao il 3 settembre 1668, da dove salpò per l'Europa il 21 gennaio 1669; nel 1671 era a Roma. L'anno successivo aveva già approntato una relazione sullo stato della missione cinese, la cui traduzione volgare fu data alle stampe con il titolo Compendiosa narratione dello stato della missione cinese dall'anno 1581 fino al 1669.
Presentato ai cardinali di Propaganda Fide, l'opuscolo intendeva appunto illustrare le condizioni interne della missione in un momento particolarmente delicato della sua vita, nel quale, appena uscita dalle persecuzioni, essa aveva più che mai bisogno di forze nuove. L'Intorcetta si astenne però dal prendere posizione sulla famosa questione dei riti, già in atto ma non ancora del tutto esplosa, grazie anche ai decreti di compromesso emessi dall'Inquisizione nel 1669 e miranti a suddividere per aree geografiche distinte gli ordini religiosi impegnati nell'opera pastorale in Cina, in modo da permettere loro di adottare i propri metodi di evangelizzazione senza entrare in conflitto gli uni con gli altri, con lo scopo di evitare contrasti tra i vari ordini coinvolti nell'evangelizzazione.
Pubblicò altri due documenti, Apologetica disputatio, e l'inedito Informazioni che dà p. Intorcetta, sacerdote della Comp. di Giesù e proc. della Cina, alli eminentissimi signori cardinali della sacra congreg.ne de Propaganda Fide […]. Si tratta delle condizioni che si richiedono in quelli cinesi che si hanno da promuovere alla dignità sacerdotale, e si difende il privilegio conceduto ai padri missionari della Comp. sulla Cina da Paolo V circa la versione della Bibbia, messale, breviario, etc. in lingua cinese polita e propria dei letterati cinesi, In entrambi i testi, diretti alle autorità di Propaganda Fide, padre Intorcetta affrontò una serie di questioni cruciali relative al culto reso in Cina a Confucio e agli antenati, nonché alla formazione del clero nativo.
Rientrato in Cina nell'agosto 1673, padre Intorcetta si stabilì nella città di Hangzhou, provincia di Zhejiang. Dal 1676 sino al 1684 fu visitatore per la Cina e il Giappone. Nel 1687 lo raggiunse la nomina a viceprovinciale della Cina, ufficio che mantenne sino alla promulgazione del famoso editto di tolleranza dell'imperatore Kangxi del 22 marzo 1692, che pose fine, almeno temporaneamente, alle persecuzioni ai danni dei missionari cristiani.
Morì a Hangzhou il 3 ottobre 1696.
Opere
- Il senso della saggezza cinese, come spiegato da frate Ignacio da Costa, portoghese, della Compagnia di Gesù, e resi pubblici da frate Prospero Intorcetta, siciliano, della stessa Compagnia, 1662;
- Sinarum scientia politico-moralis a Prospero Intorcetta siculo Societatis Iesu in lucem edita, Goa, 1669;
- Compendiosa narratione dello stato della missione Cinese, cominciado dall'anno 1581 fino al 1669. Offerta in Roma. Alli eminentissimi Signori Cardinali della Sacra Congregatione de Propaganda fide ... con l'aggiunta de prodigii da Dio operati; e delle lettere venute dalla Corte di Pekino con felicissime nuove Testo online;
- Confucius, Sinarum Philosophus, sive Scientia Sinensis latina exposito studio et operâ Properi Intorcetta, Christiani Herdtrich, Francisci Rougemont, Philippi Couplet, PP. Soc. Jesu, Parigi 1687 Testo online.
Bibliografia | |
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