Luis de Molina
Luis de Molina, S.J. Presbitero | |
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Età alla morte | 65 anni |
Nascita | Cuenca 1535 |
Morte | Madrid 12 ottobre 1600 |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Luis de Molina (Cuenca, 1535; † Madrid, 12 ottobre 1600) è stato un presbitero, teologo e giurista spagnolo.
Cenni biografici
Nacque a Cuenca in una famiglia della nobiltà castigliana nel 1535, entrò nella Compagnia di Gesù ad Alcalá de Henares nel 1553 e in seguito si stabilì in Portogallo dove studiò presso l'università di Coimbra. Lì subì l'influenza di Pedro da Fonseca, S.J., con il quale iniziò a insegnare filosofia dal 1563 al 1567. In seguito fu professore all'università di Évora, università affidata ai gesuiti del Portogallo, dove insegnò teologia dal 1568 al 1588. Nel 1590, dopo vent'anni di insegnamento, particolarmente dedicati all'approfondimento della Summa Theologiae di san Tommaso d'Aquino.
Attorno al 1590 si ritirò nella sua città natale di Cuenca dove si dedicò alla difesa della sua principale opera teologica, il De concordia liberi arbitrii cum divinae gratiae donis, pubblicato a Lisbona nel 1588, in cui aveva esposto un'originale teoria soteriologica sul rapporto tra libero arbitrio e grazia divina. Questa teoria era scaturita dalle riflessioni circa le tesi sulla grazia da parte della Riforma protestante. In reazione alla dottrina luterana e in opposizione alla teoria agostiniana, Molina, rifacendosi parzialmente alle posizioni pelagiane, reinterpretò il rapporto tra libertà individuale e grazia divina sostenendo che quest'ultima era efficace unicamente in virtù dello sforzo della volontà umana e del consenso al bene; veniva anche indagata la relazione tra libertà individuale con la prescienza e la predestinazione.
L'accento posto sulla volontà umana ai fini dell'azione della grazia divina, scaturito dalla riflessione circa le teorie protestanti sulla grazia, fu considerato però eccessivo e suscitò l'accesa reazione dei teologi cattolici dell'università di Salamanca e dei domenicani, che definirono eretiche queste teorie che invece vennero accolte e sostenute da tutti i maggiori teologi gesuiti. La questione passò da prima al vaglio dell'inquisizione spagnola.
Nel 1596 papa Clemente VIII, avocò a sé la questione molinista e nominò una commissione definita congregazione de Auxiliis divinae gratiae, per dirimerla definitivamente; la posizione molinista fu difesa da Gregorio de Valencia[1], S.J., mentre i domenicani erano rappresentati da Tomas de Lemos[2], O.P.. La morte del pontefice rimandò la sentenza al suo successore Paolo V che, sentiti i pareri di due eminenti teologi Francesco di Sales e Roberto Bellarmino, pose fine alla controversia senza decretare vincitori e vinti.
Notevole fu anche il contributo di Molina alla dottrina giuridica dell'epoca: nel suo De iustitia et iure (1593-1609) trattò dei rapporti tra stato e Chiesa e accennò ai problemi economici del suo tempo.
Morì a Madrid il 12 ottobre 1600, senza sapere cosa la Chiesa avrebbe deciso sulla sua teologia.
Opere
- De liberi arbitrii cum gratiae donis, divina praescientia, praedestinatione et reprobatione concordia, 4 voll., Lisbona, 1588; 2ª ed. Antwerp, 1595.
- (LA) De Hispanorum primogeniorum origine ac natura su gutenberg.beic.it, Pedro Landri, Lugduni, 1588
- De jure et justitia, 6 voll., 1593-1609.
- (LA) De iustitia et iure su gutenberg.beic.it, vol. 1, Marc Michel & C Bousquet, Coloniae Allobrogum, 1733
- (LA) De iustitia et iure su gutenberg.beic.it, vol. 2, Marc Michel & C Bousquet, Coloniae Allobrogum, 1733
- (LA) De iustitia et iure su gutenberg.beic.it, vol. 3, Marc Michel & C Bousquet, Coloniae Allobrogum, 1733
- (LA) De iustitia et iure su gutenberg.beic.it, vol. 4, Marc Michel & C Bousquet, Coloniae Allobrogum, 1733
- (LA) De iustitia et iure su gutenberg.beic.it, vol. 5, Marc Michel & C Bousquet, Coloniae Allobrogum, 1733
- (LA) Commentaria in primam partem divi Thomae, 2 voll., fol., Cuenca, 1593
- (LA) Commentaria in primam divi Thomae partem su gutenberg.beic.it, Compagnia Minima, Venetiis, 1594
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