Sant'Enrico II

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Sant'Enrico II il Santo
Laico
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al secolo {{{alsecolo}}}
battezzato
Santo
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Sant'Enrico II imperatore
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 46 o 51 anni
Nascita Bad Abbach o Hildesheim
6 maggio 973 o 978
Morte Grona presso Gottinga
13 luglio 1024
Sepoltura Duomo di Bamberga
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Creazione
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
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Predecessore {{{predecessore}}}
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione 1146, da Eugenio III
Ricorrenza 13 luglio
Altre ricorrenze
Santuario principale Duomo di Bamberga
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
Imperatore del Sacro Romano Impero
(formalmente Imperatore dei Romani)
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Stemma
In carica 14 febbraio 1014 –
13 luglio 1024
Incoronazione 14 febbraio 1014 (Roma)
Investitura
Predecessore

Ottone III

Erede
Successore

Corrado II

Re di Germania
(formalmente Re dei Franchi)
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In carica 6 giugno 1002 –
13 luglio 1024
Incoronazione 6 giugno 1002, Duomo di Magonza
Investitura
Predecessore
Erede {{{erede}}}
Successore
Re d'Italia
(formalmente Re degli Italici)
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{{{didascaliaM}}}
[[File:{{{stemmaM}}}|100px|Stemma]]
Incoronazione 14 maggio 1004 (Pavia)
Investitura
Predecessore

Arduino

Erede {{{erede}}}
Successore

Corrado II

Duca di Baviera
(come Enrico IV)
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{{{didascaliaM}}}
[[File:{{{stemmaM}}}|100px|Stemma]]
In carica 995 –
21 marzo 1004
Incoronazione
Investitura
Predecessore

Enrico II di Baviera

Erede {{{erede}}}
Successore

Enrico V

Duca di Baviera
(per la seconda volta)
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{{{didascaliaM}}}
[[File:{{{stemmaM}}}|100px|Stemma]]
In carica 1009 –
1017
Incoronazione
Investitura
Predecessore

Enrico V

Erede {{{erede}}}
Successore

Enrico V

Duca di Carinzia
(come Enrico III)
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{{{didascaliaM}}}
[[File:{{{stemmaM}}}|100px|Stemma]]
In carica 995 –
1002
Incoronazione
Investitura
Predecessore

Enrico II

Erede {{{erede}}}
Successore

Ottone I

Nome completo {{{nome completo}}}
Trattamento {{{trattamento}}}
Onorificenze
Nome templare {{{nome templare}}}
Nomi postumi
Altri titoli
Casa reale {{{casa reale}}}
Dinastia Dinastia ottoniana
Padre Enrico II di Baviera
Madre Gisella di Borgogna
Coniuge

{{{coniuge 1}}}

Consorte

Cunegonda di Lussemburgo

Consorte di

Figli
Religione Cattolica
Motto reale {{{motto reale}}}
Firma [[File:{{{firma}}}|150x150px]]
Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 13 luglio, n. 1:
« Sant'Enrico, che imperatore dei Romani, si adoperò insieme alla moglie santa Cunegonda per rinnovare la vita della Chiesa e propagare la fede di Cristo in tutta l'Europa; mosso da zelo missionario, istituì molte sedi episcopali e fondò monasteri. A Grona vicino a Göttingen in Germania lasciò in questo giorno la vita. »

Sant'Enrico II il Santo (Bad Abbach o Hildesheim, 6 maggio 973 o 978; † Grona presso Gottinga, 13 luglio 1024) è stato un imperatore germanico. Figlio di Enrico il Pacifico, alla sua morte, nel 995, divenne Duca di Baviera con il nome di Enrico IV di Baviera, fu re d'Italia dal 1002 al 1024, imperatore del Sacro Romano Impero e ultimo esponente della dinastia sassone.

Biografia

Nel 1002, in seguito alla morte del cugino Ottone III, venne eletto re di Germania a Magonza. Nominò suo cancelliere Alberico, vescovo di Como

Molto religioso e convinto assertore delle responsabilità dell'Imperatore nei confronti della fede e della prosperità dei suoi sudditi, esercitò sulla Chiesa e sui monasteri tedeschi un forte controllo, inteso in primo luogo a promuovere una riforma morale dei costumi nello spirito dell'ordine cluniacense, e a livello politico per renderli un contrappeso valido e sostanziale rispetto al potere e all'ingerenza dell'aristocrazia laica, così come era già stato fatto da Ottone I.

Enrico si mostrò in vari modi benefattore della Chiesa, restaurando le sedi di Hildeshein, Magdeburgo, Strasburgo e Meersburg. Nel 1006 fondò la diocesi di Bamberga ed in tale città fece edificare la cattedrale di Bamberga di San Pietro e San Giorgio ed un monastero, onde rafforzare il suo potere in quella parte della Germania. In questa sua opera fu osteggiato dai vescovi di Würzburg ed Eichstätt, che vedevano ridursi parte dei territori della loro giurisdizione. Il sovrano operò sempre con l'approvazione della Santa Sede, al riguardo lo stesso Papa Benedetto VIII officiò nel 1020 la consacrazione della nuova cattedrale.

Il santo imperatore sostenne, come detto, la riforma cluniacense, in particolare Sant'Odilone di Cluny e Riccardo di Saint-Vanne, e fu lui inoltre a sollecitare l'introduzione della recita del Credo nella Messa festiva.

Alcune delle sue azioni politiche appaiono equivoche, se analizzate da un punto di vista del bene del cristianesimo: rovesciò infatti la politica dei suoi predecessori nei confronti di Bisanzio e, come ebbe ad evidenziare il Dvornik, per la prima volta il capo dell'impero del cristianesimo occidentale prende le armi contro un paese (la Polonia), il cui carattere cristiano è stato così apertamente e solennemente benedetto dal suo predecessore.

Pur di perseguire i suoi scopi, strinse alleanze con alcune popolazioni pagane, consentendo loro di praticare le loro religioni apertamente e di portare in battaglia i loro stendardi ed i loro dei. A molti suoi contemporanei tale atteggiamento parve in assoluto contrasto con quello tradizionale dell'imperatore in dovere di convertire i pagani. Fu perciò aspramente criticato da San Bruno di Querfurt, missionario proprio in terra pagana:

« È giusto perseguitare una nazione cristiana e concedere amicizia ad una nazione pagana? In che modo può Cristo avere relazione con Satana? In che modo possiamo paragonare la luce al buio? Non è meglio combattere i pagani per il bene del cristianesimo, piuttosto che far torto ai cristiani per onori terreni? »

Queste sono solo alcune delle ragioni per cui pare fu problematico, agli occhi dei suoi primi biografi, dipingere Enrico II come un santo ed a tal fine non restò che creare, forse artificiosamente edificanti leggende che lo descrissero come un governante riluttante ed un monaco sincero, intento a condurre uno stile di vita ascetico, vivendo il matrimonio in castità. Si trattò però in gran parte di esagerazioni volte ad esaltare oltre misura la sua opera pubblica e la sua vita privata.

Duomo di Bamberga, Tomba di Enrico II e Cunegonda

Vita politica

Enrico si dedicò fondamentalmente a risolvere i problemi della Germania, poiché fin dalla sua elezione gli equilibri di potere tra i vassalli si erano di nuovo spezzati, soprattutto a seguito dell'orientamento prevalentemente italiano nella politica dei suoi predecessori. Negli anni del suo regno dovette così combattere a lungo contro vari signori ribelli, come Baldovino di Fiandra, Federico conte di Lussemburgo, Enrico duca di Baviera o l'arcivescovo di Metz.

Per definire la situazione lungo in confini orientali non esitò ad allearsi con le tribù slave, ancora pagane, contro il duca cristiano Boleslao che mirava al trono di Polonia, ma la guerra poco gli valse perché nello scontro perse la Lusazia e dovette riconoscere l'indipendenza di fatto del regno di Polonia e del suo nuovo sovrano.

Nel 1004 scese in Italia per sconfiggere Arduino d'Ivrea, che i grandi signori italici avevano eletto re d'Italia alla morte di Ottone III. Una volta sconfitto, Enrico cinse a Pavia la Corona del Regno (14 maggio), nonostante le proteste violente della folla.

Tornò nel 1013 per dirimere le controversie tra i candidati al papato della famiglia Crescenzi e dei Conti di Tuscolo, assicurando ai secondi il proprio appoggio. Il 14 febbraio fu incoronato imperatore a Roma per mano dei Papa Benedetto VIII. Ridiscese ancora nel 1021-22 per condurre una breve campagna militare in Puglia e Campania contro i Bizantini. Nel 1022, presiedette, insieme al pontefice, il concilio di Pavia, a conclusione del quale vennero emanati sette canoni contro il concubinato dei sacerdoti e per la difesa dell'integrità dei patrimoni ecclesiastici: questo concilio è considerato un momento importante nel processo di riforma delle Chiesa dell'XI secolo[1].

La sua morte, nel luglio del 1024, fu accompagnata in Italia da sommosse di popolo e l'incendio del palazzo imperiale di Pavia, in Germania da un'irreale assenza di conflitti intestini tra i principi, segno di una politica interna che alla lunga aveva dato i suoi frutti. Gli succedette Corrado II il Salico, iniziatore della dinastia di Franconia.

Enrico II venne canonizzato nel 1146 da papa Eugenio III quale Imperatore devoto, non a caso in un periodo di grande incertezza del potere imperiale e papale, con la città di Roma elevata a Libero Comune e le predicazioni pauperiste di Arnaldo da Brescia che scuotevano gli animi. La sua festa si celebra il 13 luglio.


Lettera di Sant'Enrico II
Enrico per divina Provvidenza re, a tutti i figli della Chiesa presenti e futuri. Siamo invitati e ammoniti dai salutari insegnamenti della Sacra Scrittura di abbandonare i beni temporali e le comodità di questa terra e cercare con ogni mezzo di conseguire le dimore eterne dei cieli. Infatti il godimento della gloria presente è transitorio e vano, a meno che non sia orientato all'eternità celeste. E la misericordia di Dio provvide al genere umano un utile rimedio quando stabilì che i beni della terra fossero il prezzo della patria celeste.

Perciò a noi, memori di questa clemenza e ben sapendo di essere stati innalzati alla dignità regale per una gratuita disposizione della misericordia di Dio, è parsa cosa buona non solo di ampliare le chiese costruite dai nostri predecessori, ma di costruirne delle nuove a maggior gloria di Dio e dotarle di benefici e favori in segno della nostra devozione. Perciò, porgendo vigile ascolto ai comandamenti del Signore e osservando i divini consigli, desideriamo mettere in serbo in cielo i tesori elargiti dalla generosa liberalità divina; in cielo dove i ladri non sfondano né rubano, né il tarlo o la tignola li consumano; in cielo dove, mentre ora ci diamo premura di raccogliervi tutte le nostre cose, anche il nostro cuore possa rivolgersi più spesso con desiderio e con amore. Pertanto vogliamo che tutti i fedeli sappiano che noi abbiamo innalzato alla dignità di prima sede episcopale una località che si chiama Bamberga, lasciataci in eredità dal nostro padre, perché là si mantenga un solenne ricordo di noi e dei nostri genitori e si offra continuamente il sacrificio di salvezza per tutti i fedeli.

Successione delle cariche

Predecessore: Imperatore del Sacro Romano Impero Successore: Quadrato trasparente.png
Ottone III 10021024
Re dei franchi fino all'incoronazione nel 1014
Corrado II I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Ottone III {{{data}}} Corrado II
Predecessore: Duca di Baviera Successore: Bayern Wappen.svg
Enrico II 99521 marzo 1004 Enrico V I

Enrico V 1009-1017 Enrico V II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Enrico II {{{data}}} Enrico V
Predecessore: Duca di Carinzia Successore: Spanheim coat.PNG
Enrico II 995 - 1002 Ottone I I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Enrico II {{{data}}} Ottone I
Note
  1. «La svolta decisiva del movimento riformatore si ebbe al concilio di Pavia nel 1022. Presieduto congiuntamente dall'imperatore Enrico II e da papa Benedetto VIII (1012-1024), il concilio emanò una serie di decreti per correggere la condizione d'ignominia dell'episcopato e le sue smodatezze.» scrive R. Paternoster in [1]
Fonti
  • Tietmaro di Merseburgo - Chronicon (Storia della dinastia sassone in 8 libri fino al 1018) ed. Holtzmann - Berlin 1935
Collegamenti esterni