Settimana Santa a Sessa Aurunca

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Settimana Santa a Sessa Aurunca
SessaAurunca SettimanaSanta Misteri Pieta.jpg

Ambito campano, Gruppo scultoreo della Pietà (fine XVII secolo), legno policromo
Riti della Settimana Santa
Processione
Festa locale
Commemorazione celebrata Passione e morte di Gesù Cristo
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Campania
Provincia Caserta
Comune Sessa Aurunca
Luogo specifico Chiese, vie e piazze del centro storico
Diocesi Sessa Aurunca
Periodo Primavera
Data mobile Lunedì Santo - Sabato Santo
Tradizioni religiose Adorazione eucaristica, processioni, Ufficio delle Tenebre
Tradizioni folcloristiche {{{tradizioni folcloristiche}}}
Tradizioni culinarie Scagliuozzi
Informazioni info@settimanasanta.com
Collegamenti esterni
Sito web
Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA)

La Settimana Santa a Sessa Aurunca (Caserta) rievoca annualmente nella città campana la passione e la morte di Gesù Cristo.

Confraternite

Processione penitenziale della Arciconfraternita della SS. Concezione

Le confraternite sessane coinvolte nell'organizzazione dei riti della Settimana Santa sono:

Descrizione

La Settimana Santa sessana si articola in momenti celebrativi, devozionali e folcloristici, scanditi dalla tradizione, che hanno il proprio culmine in tre riti:

  1. Processioni penitenziali;
  2. Ufficio delle Tenebre;
  3. Processioni dei Misteri.

Processioni penitenziali

La Settimana Santa si apre ufficialmente con le processioni penitenziali delle confraternite sessane, che dalle rispettive chiese si recano nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, per l'Adorazione eucaristica.

Lunedì Santo

La mattina del Lunedì Santo, si svolge la prima processione penitenziale, organizzata dall'Arciconfraternita di San Biagio che prende avvio dalla Chiesa dell'Annunziata. Il corteo è aperto dalla croce penitenziale con l'assistente spirituale; seguono i responsabili della confraternita, priore ed assistenti, i quali precedono i fedeli che partecipano al rito cantando. Andando verso la Cattedrale, i confratelli cantano il Benedictus, più volte ripetuto durante il percorso. Giunti in Duomo, dove sono accolti dal suono delle campane, i confratelli, dopo la benedizione, ascoltano una breve omelia del sacerdote che li ha accompagnati, quindi fanno ritorno alla loro sede, cantando questa volta l'inno del Te Deum.

Nel pomeriggio dalla Chiesa di Santa Maria del Rifugio, partono i confratelli della Confraternita di Santa Maria del Rifugio, che attraversando alcune vie del centro storico raggiunge la Cattedrale.

Martedì Santo

La mattina del Martedì Santo si muove la processione, curata dall'Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Monte dei Morti, partendo dalla Chiesa di San Giovanni a Villa.

Nel pomeriggio si tiene la processione, curata dall'Arciconfraternita della SS. Concezione, che parte dalla Chiesa di San Giovanni a Piazza.

Mercoledì Santo

La mattina del Mercoledì Santo, si svolge il corteo organizzato dalla Confraternita di San Carlo Borromeo, che si avvia dalla chiesa omonima.

Nel pomeriggio, chiude i riti penitenziali, l'Arciconfraternita del SS. Rosario, che parte dall'Oratorio di San Domenico.

Ufficio delle Tenebre

Ufficio delle Tenebre, Saettìa

La sera del Mercoledì Santo, rientrata l'Arciconfraternita del SS. Rosario, si svolge nella Chiesa di San Giovanni a Villa l’Ufficio delle Tenebre (in latino, Mattutinum Tenebrarum), detto popolarmente il Terremoto[1]. La funzione liturgica medita su vari testi sacri e teologici (le Lamentazioni, i Trattati di sant'Agostino e le Epistole di san Paolo e diversi sermoni letti e cantati in latino, con l'accompagnamento dell’harmonium, da lettori e cantori che si tramandano, di generazione in generazione, questo privilegio.

Sul presbiterio viene collocata la saettìa, dove ardono quindici candele. Dopo ogni cantico o salmo si spegne successivamente una candela, lasciando accesa alla fine soltanto quella centrale posta alla sommità del candeliere. Al termine della funzione si eseguono il Miserere (una volta cantato ed una recitato) ed il Benedictus cantato.

Man mano che si procede nel corso della celebrazione la chiesa viene progressivamente oscurata; rimane la sola luce dell'unica candela rimasta che viene presa dal cerimoniere e tenuta accanto all'altare per tutto il tempo in cui si canta l'antifona del Benedictus. Di seguito, mentre i confratelli recitano il Miserere, il cerimoniere nasconde dietro l'altare il solo cero ancora acceso. La chiesa resta così completamente buia finché, recitato nuovamente il Miserere, segue un fragore che viene provocato dai partecipanti e che ricorda la reazione della natura alla morte del Figlio di Dio.

Il "terremoto" termina quando la candela nascosta dietro l'altare riappare ad indicare con la sua luce che l'Ufficio delle Tenebre è finito.

Processioni dei Misteri

Le Processioni dei Misteri, di probabile origine medievale, si svolgono in due diversi giorni.

Venerdì Santo

Processione dei Misteri illuminata dai falò, detti carraciuni

La sera del Venerdì Santo, la città è illuminata dalle sole fiaccole, la banda suona la marcia funebre Lugete Venerese e i confratelli incappucciati dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso escono dalla Chiesa di San Giovanni a Villa, portando a spalla i Misteri della Passione di Gesù Cristo: gruppi scultorei (fine del XVII secolo), in cartapesta, opera di ambito campano, raffiguranti:

Seguono, il corteo iniziale:

Ambito campano, Statue di Gesù Cristo morto con le tre Marie (fine XVII secolo), cartapesta

Chiudono la processione, le Statue delle tre Marie, che indossano preziosi abiti e gioielli, le quali raffigurano:

Alle processioni del Venerdì e del Sabato Santo, tutti gli abitanti della città partecipano alla teatralità di questi eventi, ciascuno con un suo ruolo:

  • confratelli con il proprio abito di penitente;
  • bambini con i turiboli che profumano l'aria d'incenso;
  • bambine vestite da angeli;
  • donne alluttate (vestite a lutto) e scauze (scalze), che, recando pesanti candele, pregano il Gesù Cristo, affinché conceda loro la grazia richiesta.

Inoltre, arrivano fedeli da altre cittadine per fare il voto, come pegno di sofferenza, un atto di speranza per una grazia da avere o un ringraziamento per una preghiera esaudita. Insieme personalizzano il dolore in un momento così pubblico perciò più umiliante ma liberatorio.

Al passaggio lento della processione, accompagnato dal Miserere cantato dai confratelli alternato al suono delle marce funebri eseguite dalla banda cittadina, si accendono i carraciuni (falò formati da fascine raccolte e allestiti nei rioni, ove transita la processione). Inoltre, durante il percorso i confratelli si muovono, riproponendo la tradizionale cunnulella, ossia il classico incedere di due passi avanti e uno indietro.

Dopo aver attraversato le vie del centro storico, aver raggiunto la Cattedrale, la processione ritorna nella Chiesa di San Giovanni a Villa.

Sabato Santo

La processione della mattina del Sabato Santo impegna tutta la popolazione sessana ed è forse quella emotivamente più intensa, durante il quale vengono condotti in corteo due gruppi scultorei:

Processione del Sabato Santo, Gruppo scultoreo della Deposizione di Gesù Cristo dalla croce (fine XVII secolo), cartapesta

La processione del Sabato Santo ha un percorso e gesti rituali abbastanza simili a quella del Venerdì Santo, anche se vi alcune notevoli differenze:

  • Misteri del Sabato sono gruppi scultorei, portati a spalla da circa 25 confratelli;
  • confratelli, pur vestendo l'abito confraternale, non portano il cappuccio abbassato;
  • non viene eseguito il canto del Miserere;
  • non allestiti i carraciuni (grandi falò rionali);
  • minore presenza di confratelli, ma maggiore presenza di donne vestite a lutto e scalze che seguono come ex voto la processione (in particolare la Pietà).

I due Misteri, dopo aver percorso le vie del centro storico sempre con incedere lento, cunnuliato della banda, che ha ripetuto il repertorio di marce funebri della sera precedente, fanno ritorno alle rispettive chiese. Nel frattempo, i confratelli dispensano ai partecipanti le candele ex voto donate dalle donne, nonché la ruta, l'erba dall'acre odore che ogni male stuta: tutti i fedeli li conserveranno gelosamente per l'intero anno.

Sapori di festa

La festa, come vuole la tradizione, vive anche a tavola con i piatti della tradizione:

  • scagliuozzi, frittelle di polenta.

Riconoscimenti

L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia

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Patrimonio immateriale d'Italia

Note
  1. cfr. V. Ago, Ufficio delle Tenebre - Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Monte dei Morti di Sessa Aurunca, Marina di Minturno 1987
Bibliografia
  • Roberto De Simone, Canti e Tradizioni Popolari in Campania, Editore Lato Side, Roma 1979
  • Pietro Perrotta, La Settimana Santa a Sessa Aurunca, Editore Gabriele Corbo, Ferrara 1986
  • Pasquale Stanziale, Il rito, la morte e il tempo. Venticinque tesi sulla Settimana Santa a Sessa Aurunca in Provincia di Caserta, Editore Corrado Zano, Sessa Aurunca 2002
Voci correlate
Collegamenti esterni