Giorni
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Letture uniche
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25 dicembre, Natale
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- Lettura - Is 2,1-5 : Verranno molti popoli al tempio di Dio di Giacobbe; egli sarà giudice fra le genti; forgeranno le loro spade in vomeri; casa di Giacobbe, camminiamo nella luce del Signore.
Intorno al 700 a.C. il grande profeta e poeta Isaia preannuncia il progetto del suo Dio: esso riguarda innanzitutto Israele e Gerusalemme, ma abbraccia tutte le genti. Per tutti avverrà una nuova "Parola-legge-torah" da parte di Dio-luce e come frutto una invidiabile pace universale.
- Salmo - Sal 2,7-8.10-11.6.12c - Rit.: Oggi la luce risplende su di noi.
- Epistola - Gal 4,4-6 : Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio perché ricevessimo l'adozione a figli.
San Paolo rilegge le antiche profezie e le precisa: anche per liberarci dal giogo dell'antica Torah, Dio Padre manda il Figlio, che pure è vero uomo ed ebreo, e insieme ci comunicano il loro Spirito, per il quale entriamo nella famiglia della Trinità: come figli adottivi e fratelli tra noi.
Messa del giorno:
- Lettura - Is 8,23b;9,6a : Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; ci è stato dato un figlio, Dio potente.
Intorno al 700 a.C. il dominio pesante degli Assiri toglieva respiro alle regioni ebraiche del nord ( Galilea e dintorni). Il profeta legge anche in quella storia un piano di Dio e ne prevede, con immagini poetiche, un futuro di liberazione e di pace. Tutto collegato con un misterioso neonato: un re con nomi divini, segno del futuro vero re messianico.
- Salmo - Sal 95,1b-3.11-13 - Rit.: Oggi è nato per noi il Salvatore.
- Epistola - Eb 1,1-8a : Dio, che aveva parlato per mezzo dei profeti, ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
A cristiani ebrei in crisi di fede e tentati di ritornare alle parole e ai riti della religione mosaica, la lettera risponde esaltando la dignità regale e divina di Gesù, superiore anche agli Angeli e "ultima" definitiva Parola di Dio. Per quello scopo la lettera applica decisamente a Gesù frasi dell' Antico Testamento.
- Antifona prima del Vangelo - cfr. Lc 2, 14 :
Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace. Alleluia, alleluia, alleluia.
- Vangelo - Lc 2,1-14 : La Vergine diede alla luce il suo figlio primogenito; vi erano alcuni pastori: la gloria del Signore li avvolse di luce.
Da bravo catechista e scrivendo anni dopo la Pasqua di Cristo, san Luca intreccia anche qui storia, fede e predicazione della sua Chiesa. Gesù appartiene alla storia umana come tanti altri bambini; ma solo a lui vanno titoli imperiali e divini: Cristo-re, Signore, salvatore, servito anche dagli Angeli! Eppure i suoi segni sono semplici e poveri ed è il primogenito di un'umile donna di Galilea. Egli però reca gioia e pace anche a disprezzati e peccatori come i pastori: la buona volontà di Dio vuole abbracciare tutti come un padre e una madre. Alla Sua corrisponda anche qualche nostra volontà.
- Dopo il Vangelo - cfr. Lc 2,10-11;1,33 :
Ecco, vi annunzio una grande gioia che sarà di tutto il popolo: nella città di Davide oggi è nato per voi un Salvatore. È il Redentore del mondo, e il suo regno non avrà fine.
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26 dicembre, Santo Stefano
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27 dicembre, San Giovanni Evangelista
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- Lettura - Gv 1,1-10 : Quello che era da principio, quello che noi abbiamo veduto noi lo annunciamo anche a voi.
Giovanni, il discepolo amato, ci invita a camminare nella luce che è Dio stesso. Se seguiremo la testimonianza degli apostoli, che ci raccontano ciò che hanno visto e udito, saremo anche noi discepoli diletti, purificati dal sangue di Cristo.
- Salmo - Sal 96,1-2.5-6.11-12 - Rit.: I tuoi amici, Signore, contempleranno il tuo volto.
- Epistola - Rm 10,8c-15 : Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio!
Il «lieto annuncio» che abbiamo udito apre i nostri cuori alla professione di fede, comunitaria e personale. Insieme alla comunità, infatti, proclamiamo con la bocca la nostra fede e con il cuore daremo la nostra intima adesione a Cristo, per essere da lui salvati.
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28 dicembre, Santi Innocenti martiri
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- Lettura - Ger 31, 15-18. 20 : Una voce si ode a Rama: Rachele piange i suoi figli.
Il profeta Geremia vive la tragedia del suo popolo in parte ucciso e in parte deportato a Babilonia ( 586 a.C.); assiste in lacrime alla partenza dei prigionieri da Gerusalemme desolata verso Rama, poco a nord e prima loro tappa. Lì una tradizione collocava il sepolcro di Rachele, una delle matriarche di Israele, e il profeta la immagina sorgere dalla tomba e piangere come una madre disperata peri il figlio Efraim e altri suoi discendenti. Ma Geremia presta la parola al loro Dio: ci sarà un ritorno e una ripresa di vita! Ciò a causa della paternità e maternità di Dio e al pentimento del suo popolo.
- Salmo - Sal 123, 2-5. 7-8 - Rit.: A te grida, Signore, il dolore innocente.
- Epistola - Rm 8 ,14-21 : Le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi.
Diversi sono per Paolo i motivi della speranza cristiana. Uno è lo Spirito del Padre e del Figlio che, come forza vitale e personale, sostiene e conferma la nostra adozione a figli di Dio: pur fragili, mortali e peccatori possiamo condividere non solo la preghiera di Gesù al suo Abbà, ma anche la sua passione vittoriosa sulla morte. Altro motivo di speranza: il progetto di Dio di coinvolgere anche tutto il creato in una futura e misteriosa liberazione a nuova vita.
- Vangelo - Mt 2, 13b-18 : La strage degli Innocenti.
Il Figlio di Dio condivide con la sua famiglia anche i drammi della vita umana: deve fuggire e scendere in Egitto, come gli antiche patriarchi ebrei. Ma così verrà ripreso e portato a pienezza anche il ritorno di Israele dalla schiavitù del faraone: già Israele era Figlio di Dio, ma Gesù ancora di più. Alcuni bambini di Betlemme subiscono senza colpa una morte tragica, condivisa da madri e padri. Anche attraverso queste tragedie - come tantissime altre -, si compie misteriosamente l'opera di salvezza di Dio già intuita da Geremia e proclamata oggi dalla Chiesa.
- Dopo il Vangelo - cfr. Is 65,19; Ap 21,4.5 :
«Io godrò nel mio popolo – dice il Signore – Non si udranno più in esso voci di pianto, grida di angoscia. Non ci sarà più la morte né lutto né lamento né affanno: ecco, io faccio nuove tutte le cose».
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29 dicembre
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- Lettura - Mi 4, 1-4 : Dalle loro spade faranno aratri, e falci dalle loro lance.
- Salmo - Sal 95 - Rit.: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
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30 dicembre
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31 dicembre
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- Lettura - Mi 5, 2-4a : Sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace.
- Salmo - Sal 95 - Rit.: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
- Vangelo - Lc 2,33-35 : Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele.
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Domenica nell'Ottava del Natale
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- Lettura - Pr 8, 22-31 : La Sapienza eterna di Dio, con lui partecipe della creazione, ha posto le sue delizie tra i figli dell’uomo.
Il libro dei Proverbi raccoglie tante massime per una vita sapientemente impostata. Il brano di oggi, molto poetico, riguarda proprio la Sapienza in quanto tale. Essa è creatura e figlia di Dio, sua cooperatrice nella creazione e quindi diffusa in tutte le creature, ma specialmente nell'uomo! Visione ottimistica e carica di speranza.
- Salmo - 2, 7-8. 10-11. 6. 12c - Rit.: Oggi la luce risplende su di noi. (Sal 4,7 )
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