Anselmo Marzato
Anselmo Marzato, O.F.M. Cap. Cardinale | |
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al secolo Claudio | |
Ottavio Leoni Ritratto del cardinale Anselmo Marzato Kupferstichkabinett, Staatliche Museen di Berlino | |
Età alla morte | 50 anni |
Nascita | Monopoli 1557 |
Morte | Frascati 17 agosto 1607 |
Sepoltura | Chiesa di San Pietro in Montorio (Roma) |
Professione religiosa | Rugge, 23 dicembre 1573 |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato arcivescovo | 12 febbraio 1607 da papa Paolo V |
Consacrazione vescovile | Cappella Sistina, 24 febbraio 1607 da Paolo V |
Creato Cardinale |
9 giugno 1604 da Clemente VIII (vedi) |
Cardinale per | 3 anni, 2 mesi e 8 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Anselmo Marzato, al secolo Claudio (Monopoli, 1557; † Frascati, 17 agosto 1607) è stato un cardinale e arcivescovo italiano, primo frate cappuccino porporato.
Cenni biografici
Nacque il 6 novembre (o 16 novembre) 1543 a Monopoli dove il padre Andrea era governatore. La famiglia era originaria di Sorrento. La madre Cornelia, nata Mailla, era imparentata con la famiglia Tolomei di Siena. Al battesimo ricevette il nome di Claudio.
Formazione e attività
Inizialmente si dedicò agli studi letterari, poi a quelli scientifici. Nel 1573 entrò nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini nel convento di Rugge, vicino a Lecce. Qui fece la professione di fede alla vigilia di Natale, assumendo il nome di Anselmo da Monopoli, che alternò con quello di Anselmo da Sorrento. L'anno dopo fu presso il convento di Fermo, dove probabilmente ebbe come professore di oratoria il famoso predicatore spagnolo Alfonso e dove iniziò la sua attività di predicatore. Ancora in quell'anno fu inviato a Roma per completare gli studi in teologia e filosofia, raggiungendo il grado di magister. Nel corso degli anni Ottanta fu nominato guardiano del convento romano di santa Maria della Concezione e, ancora diacono, predicò nuovamente a Proceno, per passare poi ad Alatri, Cittaducale, Viterbo, Lucca e, nel 1589, a Roma, nella chiesa di san Giovanni dei Fiorentini.
Nel 1587 fu tra gli estensori del sommario per il processo di canonizzazione del cappuccino Felice da Cantalice, promosso dal cardinale protettore dell’Ordine, l'inquisitore Giulio Antonio Santori. Accanto alle qualità di predicatore rivelò anche non comuni attitudini di governo: nel 1589 ben tre diverse province cappuccine – la lombarda, la romana e la pugliese – lo elessero come ministro, e il Marzato, dopo l'intervento del Papa, optò per quella romana.
Nel 1594 fu rinominato provinciale romano per il successivo biennio. Nello stesso anno Clemente VIII lo promosse al prestigioso ufficio di predicatore apostolico, preferendolo al gesuita Roberto Bellarmino e all'oratoriano Cesare Baronio. Il 10 febbraio 1595 fece il suo esordio davanti a un nutrito consesso di cardinali. Tenne l'ufficio per nove anni fra il plauso generale della curia papale e vi rinunciò solo dopo essere stato elevato alla porpora.
Nel 1602 prese parte come teologo ai lavori della congregazione de Auxiliis, in cui pronunciò, l'8 giugno dell'anno seguente, un intervento decisivo per l'affermazione delle posizioni domenicane sostenute da Clemente VIII.
Cardinalato ed episcopato
Fu creato cardinale nel concistoro del 9 giugno 1604. Ricevette il cappello rosso e il titolo presbiterale di san Pietro in Montorio, il 24 giugno seguente fu il primo porporato del suo Ordine.
Partecipò al Conclave del marzo 1605 e a quello del maggio 1605 che elessero papa Leone XI e Paolo V. Il Marzaro, considerato filofrancese, nel secondo conclave concorse a bloccare la candidatura di Bellarmino, suo principale antagonista nella congregazione de Auxiliis divinae gratiae. In quella circostanza i cardinali transalpini, come attestato di stima nei suoi confronti, vollero escluderlo dal veto posto a tutti i candidati al soglio pontificio appartenenti agli ordini regolari. Paolo V, dieci giorni dopo la sua elezione, il 26 maggio 1605, lo deputò a presiedere il successivo capitolo generale dei cappuccini.
Le critiche del porporato al Papa per aver dilazionato ogni soluzione in merito all'annosa questione della grazia, furono forse all'origine della sua nomina arcivescovile che comportò un allontanamento da Roma del cappuccino. Eletto arcivescovo di Chieti, fu consacrato il 24 febbraio 1607 nella Cappella Sistina dal pontefice, coadiuvato dal cardinali Luigi de Torres e Marcello Lante della Rovere. Nella stessa cerimonia fu consacrato il cardinale Pompeo Arrigoni, arcivescovo di Benevento.
Marzato non raggiunse mai l'arcidiocesi come espressamente ordinatogli dal Papa. Le sue già precarie condizioni di salute si aggravarono nell'agosto del 1607. Su consiglio dei medici, si recò nel convento cappuccino di Frascati, dove morì il 17 agosto. Fu seppellito a Roma nella chiesa del suo titolo.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
- Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B. Clun.
- Papa Sisto IV
- Papa Giulio II
- Cardinale Raffaele Sansone Riario
- Papa Leone X
- Papa Paolo III
- Cardinale Francesco Pisani
- Cardinale Alfonso Gesualdo di Conza
- Papa Clemente VIII
- Papa Paolo V
- Cardinale Anselmo Marzato, O.F.M. Cap.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Predicatore apostolico | Successore: | |
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Ambrogio Brandi, O.P. | 1594 - 24 giugno 1604 | Pedro della Madre di Dio[1], O.C.D.. |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Pietro in Montorio | Successore: | |
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Domenico Toschi | 24 giugno 1604 - 17 agosto 1607 | Maffeo Barberini |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Chieti | Successore: | |
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Matteo Sanminiato | 12 febbraio 1607 - 17 agosto 1607 | Orazio Maffei |
Note | |
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Bibbliografia | |
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