Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini (Roma)




Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini | |
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Roma, Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | Roma |
Comune | ![]() |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Acciaioli, 2 00186 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 68892059 |
Fax | +39 06 68892059 |
Proprietà | Arciconfratemita di San Giovanni de' Fiorentini detta della Pietà |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | San Giovanni Battista |
Fondatore | 1519 |
Data fondazione | Papa Leone X |
Architetti |
Jacopo Sansovino (progetto e inizio costruzione) |
Stile architettonico | Rinascimentale, barocco |
Inizio della costruzione | 1519 |
Completamento | 1738 |
Titolo | San Giovanni Battista dei Fiorentini (titolo cardinalizio) |
Strutture preesistenti | Chiesa di San Pantaleone juxta flumen |
Pianta | basilicale con tre navate |
Iscrizioni | CLEMENS XII PONT. MAX. A S MDCCXXXIV |
Marcatura | Stemma di papa Clemente XII |
Coordinate geografiche | |
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La Basilica di San Giovanni dei Fiorentini è una chiesa di Roma, che sorge all'estremità settentrionale di Via Giulia, situata nel centro storico della città, nel rione Ponte; questa è la chiesa regionale dei fiorentini.
Indice
Storia
Origini
La rivoluzione urbanistica immaginata da papa Giulio II si concretizzò nel 1508 con l'apertura di via Giulia, rettifilo che dal centro cittadino portava sino in Vaticano. Proprio al 1508 si data il primo progetto di Donato Bramante per una chiesa per la numerosa comunità fiorentina, che viveva in questa zona e che potesse divenire il terminale architettonico della strada. Tale primo progetto a pianta centrale, seppure non andato oltre la planimetria, costituirà un importante precedente, in quanto la Fabrica di San Giovanni de' Fiorentini procederà parallelamente per temi e progetti alla Fabrica di San Pietro, copiandone addirittura i partiti decorativi.
Cinquecento: fondazione della chiesa
La costruzione della basilica si concretizzò grazie all'impegno di due grandi papi toscani della famiglia De' Medici, Leone X (1513-1521) e Clemente VII (1523-1534), tanto che il primo con la bolla del 29 gennaio 1519, concesse all'Università della Nazione Fiorentina e Compagnia della Pietà di Roma, l'antica Chiesa di San Pantaleone juxta flumen, documentata già nel XII secolo, che i fiorentini demolirono per costruire la splendida basilica, dedicandola a san Giovanni Battista, patrono di Firenze.
Dal primo progetto irrealizzato si arrivò nel 1519, sotto Leone X, viene indetto un concorso per l'effettiva realizzazione a cui partecipano tutti i più importanti architetti dell'epoca: Jacopo Sansovino, Raffaello Sanzio, Giuliano da Sangallo e Baldassarre Peruzzi. Fra i progetti presentati, il pontefice scelse quello di Jacopo Sansovino, che iniziò la costruzione nel 1519 a pianta centrale, incontrando si dall'inizio dei lavori notevoli difficoltà.
Nel 1523, dopo l'elezione di Clemente VII, la direzione del cantiere passò ad Antonio da Sangallo il Giovane (1484-1546), il quale realizzò le fondazioni, dopodiché vi fu una lunga fase di stasi dei lavori successiva al Sacco di Roma (1527) che ripresero solo nel 1534 e che l'architetto fiorentino diresse fino alla sua morte. Neanche, comunque, lui riuscì a portare a termine il proprio progetto, peraltro basato sulla integrazione tra la pianta centrale e quella longitudinale.
Nel 1559 anche Michelangelo presentò un suo progetto, a cui però non fu mai dato seguito, del quale però rimangono cinque splendidi disegni che immaginano un'edificio a pianta centrale cui affida la realizzazione al suo allievo Tiberio Calcagni che ne trarrà anche un modello ligneo.
Nel 1564, fu nominato rettore di questa chiesa (ancora in costruzione), san Filippo Neri (1515-1595) su insistenza dei fiorentini, desiderosi di avere una figura carismatica alla guida della loro nuova chiesa nazionale, che proprio qui fondò gli Oratoriani con alcuni dei suoi primi discepoli (Cesare Baronio, Giovanni Francesco Bordino e Germanico Fedeli) che vi risiedevano, anche se il Santo continuò ad abitare nella Chiesa di San Girolamo della Carità. Fu rettore di San Giovanni fino al 1575, quando il papa Gregorio XIII approvò la nuova Congregazione dell'Oratorio e concesse a questa la Chiesa di Santa Maria in Vallicella, che ne divenne la sede.
Dal Seicento al Settecento: completamento dei lavori
A partire dal 1583 i lavori furono ripresi da Giacomo della Porta che imposta una chiesa a pianta basilicale con tre navate, con cinque cappelle per lato, tre catini absidati al sommocroce e cupola. Il completamento avverrà solo nel 1620 con Carlo Maderno, il quale ridurrà il progetto del suo predecessore, concludendo abside e transetti con tre pareti piane con finestroni e edificando nel 1634 la slanciata cupola in laterizi e stucco.
Nel corso del Seicento le più importanti famiglie fiorentine di Roma si occuparono della decorazione della chiesa. All'inizio del XVII secolo venne commissionato a Pietro da Cortona per l'altare maggiore un allestimento provvisorio di legno e stucco con imponenti dipinti presi a prestito dalla Chiesa Nuova, successivamente con il patronato della famiglia Falconieri fu richiesto allo stesso architetto un progetto definitivo che vedeva la messa in opera di un gruppo scultoreo eseguito, tra il 1634 e il 1644, da Francesco Mochi. L'attuale apparato decorativo dell'altare verrà poi realizzato sul medesimo tema, ma in maniera formalmente diversa, alla metà del XVII secolo, da Francesco Borromini con al centro il gruppo scultoreo di Ercole Antonio Raggi.
La chiesa fu ultimata solo tra il 1734 e il 1738, da Alessandro Galilei, che morì un anno prima del completamento della facciata.
Dall'Ottocento a oggi
La chiesa è sede parrocchiale, istituita il 24 ottobre 1906 dal papa Pio X con la costituzione apostolica Susceptum Deo inspirante e affidata al clero diocesano di Roma.
Il 19 agosto 1918 papa Benedetto XV l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[1]
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di San Giovanni Battista dei Fiorentini, istituito da papa Giovanni XXIII il 12 marzo 1960: l'attuale titolare è il cardinale Giuseppe Petrocchi.
Descrizione
Esterno
Facciata
La facciata, in travertino, eretta dall'architetto Alessandro Galilei nel 1734, è divisa in due ordini da un aggettante cornicione su mensole che al centro reca la seguente iscrizione:
« | CLEMENS XII PONT. MAX. A S MDCCXXXIV. » |
L'ordine inferiore presenta tre portali d'ingresso, corrispondenti alle tre navate interne, i quali sono inquadrati da otto semicolonne con capitelli corinzi: due laterali, sormontati da finestre quadrate e con timpano semicircolare, mentre quello centrale, con timpano triangolare, è sormontato da:
- al centro, Stemma di papa Clemente XII
- ai lati, Statue delle Allegorie della Carità e della Fortezza (1749-1750) di Filippo Della Valle.[2]
Inoltre, le semicolonne inquadrano quattro nicchie sopra al quale sono collocati altrettanti rilievi raffiguranti:
- Storie della vita di san Giovanni Battista di Filippo Della Valle, di Pietro Bracci e altri.
L'ordine superiore, con sei statue di santi fiorentini, presenta al centro un grande finestrone a balcone, con balaustra marmorea e timpano semicircolare, inquadrato da quattro semicolonne; un grande timpano triangolare conclude la facciata.
Cupola e campanile
La cupola si imposta su un alto tamburo ottagonale sul quale si aprono quattro finestre rettangolari, con eleganti cornici e altrettante nicchie ad arco. Sopra, dopo una zona intermedia leggermente arretrata, si eleva la calotta, scandita in sezioni ogivali, che si conclude con una graziosa lanternina barocca finestrata.
Nel campanile venne collocata un'antica campana, che la tradizione vuole provenga dalla Cattedrale di San Paolo di Londra, con l'iscrizione in inglese che recita:
« | Maria is my name. » |
Interno
L'interno, a pianta basilicale, diviso in tre navate da due file di possenti pilastri in muratura con addossate lesene corinzie e presenta cinque cappelle per lato e volta a botte; il pavimento in marmi policromi a motivi geometrici risale al 1851.
Nella navata centrale, inquadrata da pilastri sorreggenti arcate a tutto sesto, sul lato sinistro sono collocate, affiancate:
- Tomba dell'architetto Carlo Maderno (1556-1629)
- Tomba dell'architetto Francesco Borromini (1599-1667)
All'incrocio tra la navata centrale e il transetto s'innalza la cupola che presenta:
- al centro, Colomba dello Spirito Santo;
- nel tamburo, Iscrizione dedicatoria che riporta l'anno di completamento, 1614.
Lungo la navata sinistra si aprono cinque pregevoli cappelle, progettate da Giacomo Della Porta:
- nella prima cappella, dedicata a san Sebastiano, si conserva:
- all'altare, San Sebastiano curato dalle pie donne (1626-1632), olio su tela, di Giovanni Battista Vanni.[3]
- nella seconda cappella, dedicata a santa Maria Maddalena de 'Pazzi, detta anche Cappella Cavalcanti, venne realizzata su progetto di Giacomo della Porta, si nota:
- all'altare, Visione di santa Maria Maddalena de' Pazzi (prima metà del XVII secolo), olio su tela di Francesco Curradi.
- nella terza cappella, che funge da battistero sin dalla fondazione della Chiesa, sono custoditi:
- San Giovanni Battista predica nel deserto (1580-1583 ca.), olio su tela di Giovanni Battista Naldini.[4]
- Gruppo scultoreo con Battesimo di Gesù Cristo (1634-1644 ca.), in marmo, di Francesco Mochi:[5][6] la splendida opera realizzata per l'altare maggiore di San Giovanni dei Fiorentini per varie motivazioni fu portata in un primo momento a Palazzo Falconieri, a Via Giulia, per essere poi collocata nel 1805, nell'ambito dei lavori diretti da Giuseppe Valadier, sulla Piazza di Ponte Milvio. Nel 1955 il gruppo fu trasportato a Palazzo Braschi, sede del Museo di Roma, dove è rimasto fino al 2016 quando è stato riportato nella Basilica.[7] Dal 2017 ha trovato collocazione definitiva in questa cappella.[8]
- nella quarta cappella, dedicata a sant'Antonio Abate, detta anche la Cappella Bacelli, si conservano:
- all'altare, pala con Morte di sant'Antonio abate (1612), olio su tela di Agostino Ciampelli.[9]
- alle pareti, Storie della vita di san Lorenzo (primo quarto del XVII secolo), affreschi di Antonio Tempesta.
- sopra i monumenti funebri, Angeli piangenti (secondo quarto del XVII secolo), in marmo di François Duquesnoy.
- nella quinta cappella, dedicata a san Francesco d'Assisi, detta anche Cappella Scarlatti, sono custoditi:
- all'altare, San Francesco d'Assisi (1585), olio su tela di Santi di Tito.
- alle pareti, Storie della vita di san Francesco d'Assisi (1583-1585), affreschi di Niccolò Circignani.
- all'esterno, sono collocati:
- a sinistra, Monumento funebre di Girolamo Samminiati (1733), in marmo di Filippo Della Valle.[10]
- a destra, Monumento funebre di Alessandro Gregorio Capponi (1746), in marmo, disegnato da Ferdinando Fuga con l'apparato scultoreo eseguito da René-Michel Slodtz.[11]
Transetto sinistro
Nel terminale del transetto sinistro è posta la cappella, dedicata a santa Maria Maddalena
- all'altare, Santa Maria Maddalena (1620), olio su tela, attribuita ad Astolfo Petrazzi.
- sulla parete, entro nicchia, Busto di Antonio Barberini (1629-1631 ca.), in marmo, della bottega di Gian Lorenzo Bernini.[12]
Dal transetto sinistro, accanto all'altare maggiore, si accede alla cappella, dedicata al Crocifisso, detta anche Cappella Sacchetti, progettata da Carlo Maderno, dove si conservano:
- all'altare, su fondo in marmo nero africano lucidato a specchio, Gesù Cristo crocifisso (ultimo quarto del XVI-primo quarto del XVII secolo), in bronzo, realizzato da Paolo Sanquirico, su disegno di Prospero Antichi detto il Bresciano.
- alla volta e alle pareti laterali, Storie della passione di Gesù Cristo (1621-1624), affreschi di Giovanni Lanfranco, tra i quali si nota:
- a sinistra, Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani;[13]
- a destra, Salita di Gesù Cristo al monte Calvario.[14]
Presbiterio
Il presbiterio, finanziato dalla famiglia Falconieri, fu disegnato da Pietro da Cortona nel 1634, eseguito da Francesco Borromini e ultimato tra il 1673 e il 1676 da Ciro Ferri, presenta:
- al centro, entro la splendida mostra d'altare, realizzata da Francesco Borromini nel 1640, gruppo scultoreo con Battesimo di Gesù Cristo (1669), in marmo di Ercole Antonio Raggi.[15]
- a sinistra, Monumento funebre del cardinale Lelio Falconieri (1669 ca.), in marmo di Ercole Ferrata.[16]
- a destra, Monumento funebre di Orazio Falconieri e Ottavia Sacchetti (1665-1669 ca.), in marmo di Domenico Guidi.[17]
Transetto destro
Nel terminale del transetto destro è posta la cappella, dedicata ai santi Cosma e Damiano, detta anche Cappella Merli, progettata da Carlo Maderno, dove si conservano:
- all'altare, Martirio dei santi Cosma e Damiano (1667), olio su tela di Salvator Rosa.[18]
- a sinistra, Monumento funebre di Ottavio Corsini (1641-1642 ca.), in marmo di Alessandro Algardi.[19]
- a destra, Monumento funebre di Ottaviano Acciaioli (post 1659), in marmo di Ercole Ferrata.[20]
Dal transetto destro, accanto all'altare maggiore, si accede alla cappella, dedicata alla Madonna della Misericordia, dove si notano:
- all'altare, Madonna con Gesù Bambino (fine XV secolo), affresco attribuito a Filippino Lippi.
- alla parete sinistra, Natività di Maria (primo quarto del XVII secolo), affresco di Agostino Ciampelli.
- alla parete destra, Transito di Maria Vergine (1617-1618 ca.), affresco di Anastasio Fontebuoni.[21]
Lungo la navata destra si aprono cinque pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a san Vincenzo Ferrer, detta anche Cappella Fantoni, si conserva:
- all'altare, San Vincenzo Ferrer benedice la folla (1598-1599), olio su tela di Domenico Cresti detto il Passignano.[22]
- nella seconda cappella, dedicata a san Filippo Benizi, detta anche Cappella Firenzuola, progettata da Giacomo della Porta, si notano:
- all'altare, San Filippo Benizi (primo quarto del XVII secolo), olio su tela di ambito toscano.
- alle pareti, Storie della vita di san Simone e san Giuda Taddeo (primo quarto del XVII secolo), affreschi attribuiti a Orazio Gentileschi.
- nel vestibolo d'accesso alla sacrestia, strutturalmente simile a una cappella, si nota:
- alla parete sinistra, Busto di papa Clemente XII (1750), in marmo di Filippo Della Valle.
- nella quarta cappella, dedicata a san Girolamo, detta anche Cappella Mancini, sono collocati:
- all'altare, San Girolamo penitente nel deserto (1599), tavola di Santi di Tito.[23]
- a sinistra, Michelangelo illustra la costruzione della chiesa (1599), olio su tela di Domenico Cresti detto il Passignano;
- a destra, San Girolamo nello studio (1599), tavola di Ludovico Cardi detto il Cigoli.[24]
- nella quinta cappella, dedicata a san Filippo Neri, detta anche Cappella Torriani, progettata dall'architetto Ferdinando Fuga, si nota:
- all'esterno, sul pilastro destro, Monumento funebre di Francesca Caldarini Pecori Riccardi (1655), in marmo, attribuito ad Ercole Antonio Raggi o a Lorenzo Merlini.[25]
Archivio dell'Arciconfraternita dei Fiorentini e Museo d'Arte Sacra
Nella Basilica sono collocati:
- Archivio Storico dell'Arciconfraternita dei Fiorentini che conserva scritti, documenti, progetti e spartiti, databili dal XV secolo a oggi, fra i quali documenti curiosi come il verbale di cacciata di Leonardo da Vinci dal sodalizio per il mancato pagamento della tassa d'ingresso.
- Museo d'Arte Sacra San Giovanni dei Fiorentini, collocato nel sottotetto della navata destra, inaugurato nel 2001, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente prevalentemente dalla chiesa e da altri edifici di culto del territorio diocesano.
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Per approfondire, vedi la voce Museo d'Arte Sacra San Giovanni dei Fiorentini. |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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