Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini (Roma)
Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini | |
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Roma, Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Acciaioli, 2 00186 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 68892059 |
Fax | +39 06 68892059 |
Proprietà | Arciconfraternita di San Giovanni de' Fiorentini detta della Pietà |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | San Giovanni Battista |
Fondatore | Papa Leone X |
Data fondazione | 1520 |
Architetti |
Jacopo Sansovino (progetto e inizio costruzione) |
Stile architettonico | Rinascimentale, barocco |
Inizio della costruzione | 1520 |
Completamento | 1738 |
Titolo | San Giovanni Battista dei Fiorentini (titolo cardinalizio) |
Strutture preesistenti | Chiesa di San Pantaleone juxta flumen |
Pianta | basilicale |
Materiali | travertino |
Iscrizioni | CLEMENS XII PONT. MAX. A S MDCCXXXIV |
Marcatura | Stemma di papa Clemente XII |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica di San Giovanni dei Fiorentini è una chiesa di Roma, che sorge all'estremità settentrionale di Via Giulia, situata nel centro storico della città, nel rione Ponte; questa è la chiesa regionale dei fiorentini.
Storia
Origini e confraternita
Sin dal XIV secolo molti fiorentini residenti a Roma svolgevano nella contrada dei Banchi, di fronte al Ponte Elio, l'attività di mercanti e cambiavalute. Il sito, poi divenuto il centro del Rione Ponte, era attraversato dai pellegrini che si recavano alla Basilica di San Pietro in Vaticano e con i quali i fiorentini intrattenevano rapporti commerciali e valutari, godendo di particolari privilegi come la parziale esenzione da imposte e gabelle.
Nel 1448, i fiorentini durante una terribile epidemia di peste che aveva colpito Roma, istituirono la Confraternita della Pietà, i cui membri avevano il compito di assistere gli ammalati e di dare sepoltura alle molte vittime del morbo. Passato il momento critico essi continuarono comunque a riunirsi e scelsero quale sede la Chiesa di Santa Lucia Vecchia nel rione Ponte, ottenuta dal Capitolo di San Pietro, il cui titolo venne mutato in San Giovanni in Lucia, in onore di san Giovanni Battista, patrono di Firenze. Qui rimasero fino al 1488, anno in cui gli venne affidata la piccola e antica Chiesa di San Pantaleone juxta flumen,[1] documentata già nel XII secolo.
Cinquecento: fondazione della chiesa
La rivoluzione urbanistica immaginata da papa Giulio II (1503-1513) si concretizzò nel 1508 con l'apertura di via Giulia, rettifilo che dal centro cittadino portava sino in Vaticano. Proprio in quel anno la Confraternita ottenne dal pontefice il consenso alla demolizione dell'antica chiesa e alla costruzione della nuova, e si data il primo progetto dell'edificio redatto da Donato Bramante (1444-1514) che doveva diventare il terminale architettonico della strada. Tale disegno a pianta centrale, seppure non andato oltre la planimetria, costituirà un importante precedente, in quanto la Fabbrica di San Giovanni de' Fiorentini procederà parallelamente per temi e modelli alla Fabbrica di San Pietro, copiandone addirittura i partiti decorativi.
La costruzione della basilica si concretizzò grazie all'impegno di due grandi papi toscani della famiglia De' Medici: Leone X (1513-1521) e Clemente VII (1523-1534).
Infatti, dal primo progetto irrealizzato si arrivò nel 1519 grazie a Leone X che indisse un concorso per la costruzione della nuova chiesa, dedicata a san Giovanni Battista, da edificarsi all'inizio della via Giulia, dove i fiorentini possedevano alcune case donate loro da Giulio II prima di morire. Tra i molti disegni presentati, dai più importanti architetti dell'epoca (Jacopo Sansovino, Raffaello Sanzio, Giuliano da Sangallo e Baldassarre Peruzzi), il pontefice scelse quello di Jacopo Sansovino (1468-1570), il quale, nel 1520, diede avvio ai lavori di costruzione dell'edificio a pianta centrale, incontrando sin dall'inizio notevoli difficoltà.
Nel 1523, dopo l'elezione di Clemente VII, la direzione del cantiere passò ad Antonio da Sangallo il Giovane (1484-1546), che realizzò le fondazioni, dopodiché vi fu una lunga fase di stasi dei lavori successiva al Sacco di Roma (1527) che ripresero solo nel 1534 e che l'architetto fiorentino diresse fino alla sua morte. Neanche, comunque, lui riuscì a portare a termine il proprio progetto, peraltro basato sull'integrazione tra la pianta centrale e quella longitudinale.
Nel 1559 anche Michelangelo (1475-1564) presentò un proprio progetto, a cui però non fu mai dato seguito, del quale rimangono cinque splendidi disegni che immaginano un'edificio a pianta centrale, la cui esecuzione venne affidata al suo allievo Tiberio Calcagni (1532-1565) che ne trarrà anche un modello ligneo.
Nel 1564, fu nominato rettore della basilica (ancora in costruzione), san Filippo Neri (1515-1595) su insistenza dei fiorentini, desiderosi di avere una figura carismatica alla guida della loro nuova chiesa nazionale, che proprio qui fondò gli Oratoriani con alcuni dei suoi primi discepoli (Cesare Baronio, Giovanni Francesco Bordino e Germanico Fedeli) che vi risiedevano, anche se il Santo continuò ad abitare nella Chiesa di San Girolamo della Carità. Fu rettore di San Giovanni fino al 1575, quando il Gregorio XIII (1572-1585) approvò la nuova Congregazione dell'Oratorio e concesse a questa la Chiesa di Santa Maria in Vallicella, che ne divenne la sede.
Nel 1583 i lavori furono ripresi da Giacomo della Porta (1532–1602) che impostò una chiesa a pianta basilicale con tre navate, con cinque cappelle per lato, tre catini absidati al sommocroce e cupola.
Dal Seicento al Settecento: completamento dei lavori
La costruzione dell'edificio nuovamente interrotta nel 1592, venne riavviata nel 1602, durante il pontificato di Clemente VIII (1592-1605). Il completamento avverrà solo nel 1620 con l'intervento di Carlo Maderno (1556-1629), il quale ridurrà il progetto del suo predecessore, concludendo abside e transetti con tre pareti piane con finestroni e innalzando la slanciata cupola in laterizi e stucco.
Nel corso del Seicento le più importanti famiglie fiorentine di Roma si occuparono della decorazione e arredo dell'aula liturgica. All'inizio del XVII secolo, infatti, venne commissionato a Pietro da Cortona (1596-1669) per l'altare maggiore un allestimento provvisorio di legno e stucco con imponenti dipinti presi a prestito dalla Chiesa Nuova, successivamente con il patronato della famiglia Falconieri fu richiesto allo stesso architetto un progetto definitivo che vedeva la messa in opera di un gruppo scultoreo eseguito, tra il 1634 e il 1644, da Francesco Mochi. L'attuale apparato decorativo dell'altare verrà poi realizzato con il medesimo tema, ma in maniera formalmente diversa, alla metà del XVII secolo, da Francesco Borromini (1599-1667) con al centro il gruppo scultoreo di Ercole Antonio Raggi (1624–1686).
Tra il 1734 e il 1738, durante il pontificato di Clemente XII (1730-1740), la chiesa fu finalmente ultimata, con l'esecuzione della facciata in splendide forme tardo-barocche, secondo un progetto di Alessandro Galilei (1691-1736), che morì due anni prima del completamento.
Dall'Ottocento a oggi
La chiesa è sede parrocchiale, istituita il 24 ottobre 1906 dal papa Pio X (1903-1914) con la costituzione apostolica Susceptum Deo inspirante e affidata al clero diocesano di Roma.
Il 19 agosto 1918 papa Benedetto XV (1914-1922) l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[2]
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di San Giovanni Battista dei Fiorentini, istituito da papa Giovanni XXIII il 12 marzo 1960: l'attuale titolare è il cardinale Giuseppe Petrocchi.
Descrizione
Esterno
Facciata
L'ampia facciata, in travertino, eretta dall'architetto Alessandro Galilei nel 1734, è divisa in due ordini da un aggettante cornicione su mensole che al centro reca l'iscrizione:
« | CLEMENS XII PONT. MAX. A S MDCCXXXIV. » |
L'ordine inferiore presenta tre portali d'ingresso, corrispondenti alle tre navate interne, inquadrati da otto semicolonne con capitelli corinzi: due laterali, sormontati da finestre quadrate con timpano semicircolare, mentre quello centrale, con timpano triangolare, è sormontato da sculture raffiguranti:
- al centro, Stemma di papa Clemente XII;
- ai lati, Statue delle Allegorie della Carità e della Fortezza (1749-1750) di Filippo Della Valle.[3]
Inoltre, le semicolonne inquadrano quattro nicchie centinate sopra alle quali sono collocati altrettanti rilievi eseguiti intorno al 1735 da vari artisti con Storie della vita di san Giovanni Battista raffiguranti:
- Visitazione di Paolo Benaglia;
- Battesimo di Gesù Cristo di Pietro Bracci;
- San Giovanni Battista predica nel deserto di Filippo della Valle;
- Decapitazione di san Giovanni Battista di Domenico Scaramuzzi.
Un attico, raccordato con volute all'ordine superiore, è ornato da sei statue di santi e beati fiorentini, tre per parte, raffiguranti:
- a sinistra,
- a destra,
L'ordine superiore presenta al centro un grande finestrone a balcone, con balaustra marmorea e timpano semicircolare, inquadrato da quattro semicolonne; un grande timpano triangolare conclude la facciata.
Cupola e campanile
La cupola si imposta su un alto tamburo ottagonale sul quale si aprono quattro finestre rettangolari, con eleganti cornici e altrettante nicchie centinate. Sopra, dopo una zona intermedia leggermente arretrata, si eleva la calotta, scandita in sezioni ogivali, che si conclude con un grazioso lanternino barocco finestrato e decorato con volute a figura leonina.
Nel campanile a vela, dotato di tre campane, una delle quali venne acquistata nel 1583, che secondo la tradizione proviene dalla Cattedrale di San Paolo a Londra, dove era stata prelevata dopo la Riforma anglicana. L'opera reca l'iscrizione in inglese che recita:
« | Maria is my name. » |
Interno
L'interno, a pianta basilicale, diviso in tre navate da due file di possenti pilastri in muratura con addossate lesene corinzie e presenta cinque cappelle per lato e volta a botte; il pavimento in marmi policromi a motivi geometrici risale al 1851.
Nella navata centrale, inquadrata da pilastri sorreggenti arcate a tutto sesto, sul lato sinistro sono collocate nel pavimento, affiancate:
- Tomba dell'architetto Carlo Maderno (1556-1629)
- Tomba dell'architetto Francesco Borromini (1599-1667)
All'incrocio tra la navata centrale e il transetto s'innalza la semplice ed elegante cupola che presenta nella calotta:
- al centro, Colomba dello Spirito Santo;
- nella cornice, Iscrizione dedicatoria che riporta l'anno di completamento, 1614.
Lungo la navata sinistra si aprono cinque pregevoli cappelle, progettate da Giacomo Della Porta:
- nella prima cappella, dedicata a san Sebastiano, detta anche Cappella Montauti, si conserva:
- all'altare, San Sebastiano curato dalle pie donne (1626-1632), olio su tela, di Giovanni Battista Vanni.[4]
- nella seconda cappella, dedicata a santa Maria Maddalena de' Pazzi, detta anche Cappella Cavalcanti, si nota:
- all'altare, Visione di santa Maria Maddalena de' Pazzi (1660 ca.), olio su tela di Francesco Curradi.
- alle pareti laterali, Vestizione di Carlomanno e Madonna in trono tra san Luca e san Paolo (1595), affreschi di Giovanni Balducci.
- nella terza cappella, che funge da battistero sin dalla fondazione della chiesa, sono custoditi:
- San Giovanni Battista predica nel deserto (1580-1583 ca.), olio su tela di Giovanni Battista Naldini.[5]
- Gruppo scultoreo con Battesimo di Gesù Cristo (1634-1644 ca.), in marmo, di Francesco Mochi:[6][7] la splendida opera realizzata per l'altare maggiore di San Giovanni dei Fiorentini per varie motivazioni fu portata in un primo momento a Palazzo Falconieri, a Via Giulia, per essere poi collocata nel 1805, nell'ambito dei lavori diretti da Giuseppe Valadier, sulla Piazza di Ponte Milvio. Nel 1955 il gruppo fu trasportato a Palazzo Braschi, sede del Museo di Roma, dove è rimasto fino al 2016 quando è stato riportato nella Basilica.[8] Dal 2017 ha trovato collocazione definitiva in questa cappella.[9]
- nella quarta cappella, dedicata a sant'Antonio Abate, detta anche la Cappella Bacelli, si conservano:
- all'altare, pala con Morte di sant'Antonio abate (1612), olio su tela di Agostino Ciampelli.[10]
- sulla volta, Storie della vita di san Lorenzo (primo quarto del XVII secolo), affreschi di Antonio Tempesta.
- alle pareti laterali,
- in alto, Vocazione di san Pietro e Conversione di san Paolo (1660 ca.), olio su tela di Giovanni Angelo Canini.
- in basso, sopra ai monumenti funebri, Angeli piangenti reggistemma (secondo quarto del XVII secolo), in marmo di François Duquesnoy.
- nella quinta cappella, dedicata a san Francesco d'Assisi, detta anche Cappella Scarlatti, sono custoditi:
- all'altare, San Francesco d'Assisi (1585), olio su tela di Santi di Tito.
- alla parete sinistra, Papa Onorio III approva la Regola francescana (1583-1585), affresco di Niccolò Circignani.
- alla parete destra, San Francesco d'Assisi davanti al sultano (1583-1585), affresco di Niccolò Circignani.
- all'esterno, sono collocati:
- a sinistra, Monumento funebre di Girolamo Samminiati (1733), in marmo di Filippo Della Valle.[11]
- a destra, Monumento funebre di Alessandro Gregorio Capponi (1746), in marmo, disegnato da Ferdinando Fuga con l'apparato scultoreo eseguito da René-Michel Slodtz.[12]
Transetto sinistro
Nel terminale del transetto sinistro è posta la cappella, dedicata a santa Maria Maddalena, detta anche Cappella Capponi, dove si notano:
- all'altare, Santa Maria Maddalena in gloria (1622), olio su tela di Astolfo Petrazzi.
- alla parete destra, Monumento funebre di Antonio Barberini (1629-1631 ca.), in marmo della bottega di Gian Lorenzo Bernini.[13]
Cappella del Crocifisso
Dal transetto sinistro, accanto all'altare maggiore, si accede alla cappella, dedicata al Crocifisso, detta anche Cappella Sacchetti, progettata da Carlo Maderno, dove si conservano:
- all'altare, su fondo in marmo nero africano lucidato a specchio, Gesù Cristo crocifisso (inizio del XVII secolo), in bronzo, realizzato da Paolo Sanquirico, su disegno di Prospero Antichi detto il Bresciano.
- sulla volta e alle pareti, Storie della passione di Gesù Cristo eseguite nel 1621-1624 da Giovanni Lanfranco, tra le quali si notano:
- sulla volta, Resurrezione di Gesù Cristo, affresco;
- alla parete sinistra, Salita di Gesù Cristo al monte Calvario, olio su tela;[14]
- alla parete destra, Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani, olio su tela.[15]
Presbiterio
Il presbiterio, finanziato dalle famiglie Falconieri e Sacchetti, fu disegnato da Pietro da Cortona nel 1634, ma eseguito oltre vent'anni dopo da Francesco Borromini e ultimato tra il 1673 e il 1676 da Ciro Ferri, presenta:
- all'altare, entro la splendida mostra, realizzata da Francesco Borromini nel 1640, gruppo scultoreo con Battesimo di Gesù Cristo (1669), in marmo di Ercole Antonio Raggi.[16]
- alla parete sinistra, Monumento funebre del cardinale Lelio Falconieri (1669 ca.), in marmo di Ercole Ferrata.[17]
- alla parete destra, Monumento funebre di Orazio Falconieri e Ottavia Sacchetti (1665-1669 ca.), in marmo di Domenico Guidi.[18]
Cappella della Madonna della Misericordia
Dal transetto destro, accanto all'altare maggiore, si accede alla cappella, dedicata alla Madonna della Misericordia, progettata da Carlo Maderno, dove si notano:
- all'altare, Madonna con Gesù Bambino (fine XV secolo), affresco attribuito a Filippino Lippi: l'opera è inquadrata da una splendida cornice di bronzo dorato eseguita nel 1674 dall'orafo Marco Gamberucci.
- alla parete sinistra, Nascita di Maria (primo quarto del XVII secolo), affresco di Agostino Ciampelli.
- alla parete destra, Transito di Maria Vergine (1617-1618 ca.), affresco di Anastasio Fontebuoni.[19]
Transetto destro
Nel terminale del transetto destro è posta la cappella, dedicata ai santi Cosma e Damiano, detta anche Cappella Merli, progettata da Carlo Maderno, dove si conservano:
- all'altare, Martirio dei santi Cosma e Damiano (1669), olio su tela di Salvator Rosa.[20]
- alla parete sinistra, Monumento funebre di Ottavio Corsini (1641-1642 ca.), in marmo di Alessandro Algardi.[21]
- alla parete destra, Monumento funebre di Ottaviano Acciaioli (1660 ca.), in marmo di Ercole Ferrata.[22]
Lungo la navata destra si aprono cinque pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a san Vincenzo Ferrer, detta anche Cappella Fantoni, si conserva:
- all'altare, San Vincenzo Ferrer benedice la folla (1598-1599), olio su tela di Domenico Cresti detto il Passignano;[23]
- nel pavimento, Tomba del marchese Onofrio del Grillo (1787): ispiratore del protagonista del celebre film Il marchese del Grillo (1981) di Mario Monicelli, tratto dall'omonimo romanzo di Luca Desiato.
- nella seconda cappella, dedicata a san Filippo Benizi, detta anche Cappella Firenzuola, progettata nel 1583-1588 da Giacomo della Porta, si notano:
- all'altare, San Filippo Benizi (1671 ca.), olio su tela di ambito toscano.
- alle pareti laterali, Storie della vita di san Simone e san Giuda Taddeo (primo quarto del XVII secolo), affreschi attribuiti a Orazio Gentileschi.
- nel vestibolo d'accesso alla sacrestia, strutturalmente simile a una cappella, si nota:
- alla parete sinistra, Busto di papa Clemente XII (1750 ca.), in marmo di Filippo Della Valle.
- nella quarta cappella, dedicata a san Girolamo, detta anche Cappella Mancini, sono collocati:
- all'altare, San Girolamo penitente nel deserto (1599), tavola di Santi di Tito.[24]
- alla parete sinistra, San Girolamo dirige la costruzione di un monastero (1599), olio su tela di Domenico Cresti detto il Passignano: la chiesa raffigurata nell'opera sembra essere quella progettata da Michelangelo;
- alla parete destra, San Girolamo nello studio (1599), tavola di Ludovico Cardi detto il Cigoli.[25]
- nella quinta cappella, dedicata a san Filippo Neri, detta anche Cappella Torriani, progettata dall'architetto Ferdinando Fuga, si nota:
- all'altare, Stauroteca con busto di San Filippo Neri (2002), in bronzo di Giuseppe Ducrot: l'opera contiene la croce appartenuta al santo.
- all'esterno, sul pilastro destro, Monumento funebre di Francesca Caldarini Pecori Riccardi (1655), in marmo, attribuito da molti studiosi ad Ercole Antonio Raggi mentre da altri a Lorenzo Merlini.[26]
Controfacciata
Nella controfacciata, sopra al portale centrale è collocato:
- sulla cantoria, Organo a canne (1673), in legno dorato.
Archivio dell'Arciconfraternita dei Fiorentini e Museo d'Arte Sacra
Nella Basilica sono collocati:
- Archivio Storico dell'Arciconfraternita dei Fiorentini che conserva scritti, documenti, progetti e spartiti, databili dal XV secolo a oggi, fra i quali documenti curiosi come il verbale di cacciata di Leonardo da Vinci dal sodalizio per il mancato pagamento della tassa d'ingresso.
- Museo d'Arte Sacra San Giovanni dei Fiorentini, allestito nel sottotetto della navata destra, inaugurato nel 2001, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente prevalentemente dalla chiesa e da altri edifici di culto del territorio diocesano.
Per approfondire, vedi la voce Museo d'Arte Sacra San Giovanni dei Fiorentini |
Note | |
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Bibliografia | |
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