Domenico Toschi
Domenico Toschi Cardinale | |
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File:Card. Domenico Toschi.jpg | |
Età alla morte | 84 anni |
Nascita | Castellarano 11 giugno 1535 |
Morte | Roma 26 marzo 1620 |
Sepoltura | Chiesa di San Pietro in Montorio (Roma) |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 10 maggio 1595 da papa Clemente VIII |
Consacrazione vescovile | 21 maggio 1595 dal card. vescovo Mariano Pierbenedetti |
Creato Cardinale |
3 marzo 1599 da Clemente VIII (vedi) |
Cardinale per | 21 anni e 23 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Domenico Toschi (Castellarano, 11 giugno 1535; † Roma, 26 marzo 1620) è stato un cardinale e giurista italiano.
Cenni biografici
Nacque a Castellarano, oggi nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, da una famiglia probabilmente di origini toscane, da Onesta Bardiani moglie di Giovanni Battista Toschi, notaio e procuratore. Fu battezzato il 21 giugno seguente nella chiesa di santa Maria a Castellarano. Il suo padrino era Nicolò delli Cegotti e la sua madrina era Caterina Toschi. Aveva cinque fratelli (Bartolomeo, che morì giovanissimo; Bartolomeo, Paolo Emilio, Prospero e Antonio) e sei sorelle (Lavinia, Giustina, Ippolita, Francesca e Maria, che avevano una sorella gemella che non sopravvisse). Era zio di Giovanni Battista Toschi, vescovo di Narni, che gli successe alla guida di Tivoli, e di Marcantonio Genovesi,[1] vescovo di Montemarano e poi di Isernia.
Formazione e attività prelatizia
Visse nel paese natale fino all'adolescenza. A 10 anni la famiglia lo mandò a Reggio Emilia presso lo zio Giovanni, esperto latinista. Nel 1551 era a Roma dove lavorò presso mons. Filippo Archinto, vicario generale di Roma e nel 1553 ne divenne cameriere e segretario. Quando Archinto fu nominato Nunzio apostolico a Venezia, Toschi lo accompagnò con l'incarico di abbreviatore. Il 24 ottobre 1555, grazie alle facoltà di cui era in possesso, Archinto lo creò protonotario apostolico.
Toschi si fermò inizialmente a Venezia anche quando, nel giugno 1556, Archinto fu sostituito da Antonio Trivulzio. Poi però seguì il primo quando venne nominato arcivescovo di Milano. Entrare in città non fu facile: prima il pericolo di peste obbligò i due a restare in quarantena a Parpanese, presso Pavia; poi, si frappose la spinosa questione del mancato placet da parte delle autorità milanesi. Ne derivò una situazione di stallo e nel marzo 1558 i due si trasferirono a Bergamo. Toschi si recò a Roma per informare papa Paolo IV ma non poté essere di aiuto per il superamento della contesa. Il 21 giugno 1558 Archinto moriva, mettendo fine alla contesa.
Toschi, in qualità di uditore, passò quindi al servizio di Sigismondo II d'Este di San Martino, governatore di Pavia. Intraprese gli studi giuridici presso il collegio Castiglioni di Pavia dove il 17 aprile 1562 conseguì il dottorato in utroque iure. L'anno seguente, fu nominato commissario di San Martino in Rio e sindacatore degli ufficiali del governo milanese in territorio pavese.
Divenne canonico nel capitolo della cattedrale di Reggio Emilia. Tornò a Roma e lavorò come avvocato in città e in Curia. Fu referendario del Tribunale della Segnatura Apostolica e revisore generale del cardinale Pierdonato Cesi, legato a Bologna dal 1580 al 1584. Fu quindi vice-legato a Bologna dal 20 luglio 1585 al 13 agosto 1586.
Presentatosi al granduca Ferdinando de' Medici riuscì presto a ottenere la carica di suo consigliere e di uditore del Supremo Magistrato. Ne approfittò per approfondire gli studi giuridici. Restò a Firenze fino al 1592, anno in cui fu eletto pontefice l'Aldobrandini Clemente VIII. Tornato a Roma, Toschi fu nominato uditore della congregazione della Sacra Consulta.
Episcopato
Fu eletto vescovo di Tivoli nel 1595, consacrato il 21 maggio 1595 nella chiesa romana del Gesù dal cardinale Mariano Pierbenedetti, coadiuvato da mons. Marcantonio Bizoni,[2] vescovo di Foligno, e da mons. Fabrizio Perugini,[3] vescovo di Terracina. Ancora nell'agosto di quell'anno fu nominato vice-camerlengo e governatore di Roma, carica che tenne sino alla nomina cardinalizia nel 1599.
Cardinalato
Fu creato cardinale presbitero nel Concistoro del 3 marzo 1599 assieme ad altri dodici prelati. Ricevette il 13 marzo seguente il cappello rosso e il titolo presbiterale di san Pietro in Montorio. Nel 1604 optò per il titolo di sant'Onofrio. Partecipò al primo conclave del 1605 che elesse papa Leone XI e al secondo conclave del 1605 che vide l'elezione Paolo V.
I Conclavi del 1605
Nel due conclavi il cardinal Toschi si schierò con la fazione legata all'ex cardinal nipote, Pietro Aldobrandini. Il suo nome compariva nelle liste di cardinali papabili almeno dal 1603 e qualche relazione fatta circolare dagli osservatori al momento della chiusura del conclave ne diede ancora conto. Tuttavia egli non ebbe mai realmente speranze. Invece nel successivo conclave seguito alla morte di Leone XI Medici iniziato l'8 maggio, la candidatura di Toschi prese maggiore consistenza con l'appoggio dei cardinali fedeli ad Aldobrandini, del granduca di Toscana Ferdinando de' Medici e dal duca di Savoia Carlo Emanuele I. Infatti dopo una settimana di veti incrociati fra i diversi raggruppamenti che comprendevano: la fazione Aldobrandini detta dei cardinali nuovi; la fazione del cardinal nipote di Sisto V Alessandro Damasceni Peretti detta dei cardinali vecchi, i filofrancesi e i filospagnoli, Toschi parve effettivamente vicino alla tiara. Nella notte fra il 15 e il 16 maggio tutte le fazioni si dichiararono concordi sul suo nome e la mattina seguente i seguaci dei due ex cardinal nipoti tentarono un'elezione per acclamazione.
Il suo alloggio venne spogliato di tutti i beni dai conclavisti: segno che l'elezione era ormai certa. La notizia penetrò addirittura all'esterno: molti si presentarono di fronte alla residenza romana di Toschi, presso la chiesa di san Simeone, nel rione Ponte. Tuttavia, la partita doveva dimostrarsi tutt'altro che chiusa: i cardinali oratoriani Cesare Baronio e Francesco Maria Tarugi e il gesuita Roberto Bellarmino si dichiararono fermamente contrari all'ipotesi di un Toschi papa. A questo punto la fazione del cardinale Peretti tentò di forzare la mano con una convergenza sul nome dello stesso Baronio, ma i cardinali favorevoli a Toschi non cedettero. Solo a sera inoltrata, si trovò, tra i due capigruppo, un nome di compromesso nella persona del cardinal Camillo Borghese che prese il nome di Paolo V.
Lavoro giuridico
Nel 1605 furono edite a Roma con dedica al nuovo pontefice le Practicarum conclusionum iuris, in omni foro frequentiorum,[4] un’opera poderosa in otto volumi che aveva richiesto anni di impegno, in cui il cardinale Domenico Toschi tratta le più importanti questioni giuridiche appartenenti al diritto civile e canonico. Una vera e propria enciclopedia del diritto in forma di repertorio, composta da più di 9.200 voci ordinate alfabeticamente. Che rappresentarono per tutto il XVII secolo il repertorio giuridico per antonomasia. Avvocati, giudici, studiosi vi trovavano sintetizzate le principali opinioni della dottrina civilistica, penalistica e canonistica, dai giuristi del Due-Trecento, fino ai quasi contemporanei commentatori cinquecenteschi.
Nel 1606 si dimise dal governo della diocesi in favore del nipote Giovanni Battista Toschi. Nel 1610 riprese il titolo di san Pietro in Montorio. Fu camerlengo del Collegio Cardinalizio, nell'anno 1616 - 1617.
Morte
Morì a Roma il 26 marzo 1620. I funerali si tennero nella chiesa di santa Maria dell'Anima a Roma. Fu sepolto nel centro del coro della chiesa del suo titolo
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
- Vescovo Antonio Lauro
- Papa Sisto V
- Cardinale Mariano Pierbenedetti
- Cardinale Domenico Toschi
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vice-legato a Bologna | Successore: | |
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Anton Maria Salviati legato pontificio |
20 luglio 1585 al 13 agosto 1586 | Enrico Caetani legato pontificio |
Predecessore: | Vescovo di Tivoli | Successore: | |
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Giovanni Andrea Croce[5] | 10 maggio 1595 - 31 luglio 1606 | Giovanni Battista Toschi[6] |
Predecessore: | Governatore di Roma | Successore: | |
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Mariano Pierbenedetti | 19 agosto 1595 - 3 marzo 1599 | Ferdinando Taverna |
Predecessore: | Vice-camerlengo di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Mariano Pierbenedetti | 19 agosto 1595 - 3 marzo 1599 | Ferdinando Taverna |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Pietro in Montorio | Successore: | |
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Guido Pepoli | 17 marzo 1599 - 25 luglio 1604 | Anselmo Marzato, O.F.M.Cap. | I |
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Maffeo Barberini | 5 maggio 1610 - 26 marzo 1620 | Cesare Gherardi | II |
Predecessore: | Cardinal presbitero di Sant'Onofrio | Successore: | |
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Flaminio Piatti | 25 luglio 1604 - 5 maggio 1610 | Maffeo Barberini |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Vescovi di Tivoli
- Governatori di Roma
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