Conclave del maggio 1605
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Caravaggio, Ritratto di papa Paolo V (1605), olio su tela; Parigi, Museo del Luovre. | |||
Durata | dall'8 maggio al 29 maggio 1605 | ||
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Luogo | Palazzo Apostolico (Vaticano) | ||
Partecipanti | 61 (6 assenti) | ||
Scrutini | 27 | ||
Decano | Tolomeo Gallio | ||
Camerlengo | Pietro Aldobrandini | ||
Protodiacono | Francesco Sforza | ||
Segretario del conclave | Muzio Riccerio | ||
Eletto Papa |
Camillo Borghese Paolo V | ||
Precedente |
Conclave del marzo 1605 | ||
Successivo |
Conclave del 1621 Gregorio XV | ||
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Il conclave del maggio 1605 venne convocato a seguito della morte del Papa Leone XI, avvenuta a Roma il 27 aprile 1605.
Si svolse nella Cappella Sistina dall'8 al 16 maggio. Dopo ventisette scrutini venne eletto papa il cardinale Camillo Borghese che assunse il nome di papa Paolo V. L'elezione venne annunciata dal cardinale protodiacono Francesco Sforza.
- Camerlengo Pietro Aldobrandini.
- Maresciallo del Conclave[1] Paolo Savelli.[2]
- Governatore del Conclave[3] mons. Alessandro Borghi.[4]
- Governatore di Roma mons. Benedetto Ala di Cremona.[5]
- Cerimoniere Pontificio mons. Paolo Alaleone. [6]
- Segretario del Collegio Cardinalizio Muzio Riccerio.
L'ambasciatore veneziano era Agostino Nani.[7][8] L'ambasciatore francese era Philippe de Béthune,[9] fratello di Sully. L'ambasciatore spagnolo era il marchese Juan Fernández Pacheco de Villena. L'ambasciatore toscano di Ferdinando I de' Medici era il cavalier Belisario Vinta.[10]
Fazioni
I cardinali erano quelli del conclave di marzo a eccezione del cardinale Girolamo Agucchi, morto il 27 aprile, poiché Leone XI non aveva creato nuovi cardinali. Dei sessantasette cardinali, sessantuno presero parte all'elezione finale. Dopo il precedente conclave le alleanze divennero più fragili. Il partito francese e il granduca di Toscana avevano avuto successo, e quello spagnolo erano stato sconfitto e le ostilità e le delusioni di molti cardinali non si erano ancora dissipate.
Il cardinale Pietro Aldobrandini (nipote di Clemente VIII) e il cardinale Andrea Baroni Peretti Montalto (pronipote di Sisto V) furono i capigruppo dei due schieramenti. La fazione di Aldobrandini, alleanza di interessi disparati, comprendeva il gruppo dei cardinali creata da suo zio, detti "i nuovi cardinali", e nominalmente aveva ventisei voti, ma le ambizioni di molti di quei cardinali diminuivano il controllo che aveva sui loro voti. Montalto (anche se lui stesso aveva solo 33 anni) era il leader nominale dei ventitré "cardinali più anziani" ma quella leadership di per sé non portava molto sostegno reale, dal momento che non c'era unità negli anziani. Nel precedente conclave aveva anche rappresentato gli interessi del re di Spagna.
Uno dei grandi problemi del secondo conclave del 1605 fu il numero di aspiranti candidati. Il cardinale Montalto aveva cinque membri della sua fazione che erano considerati "papabili": Domenico Pinelli (vescovo di Porto), Girolamo Bernerio (vescovo di Albano), Antonio Maria Sauli (il cardinale protoprete), Innocenzo del Bufalo (detto Camerino) e Gregorio Petrocchini de Montelparo (tutti creati da papa Sisto V). Nominalmente poteva essere in grado di raccogliere circa ventuno voti. Lo stesso cardinale Montalto, tuttavia, aveva mostrato interesse per il cardinale Camillo Borghese.
La fazione del cardinale Aldobrandini comprendeva ora una decina di cardinali che erano "papabili": Cesare Baronio, Lorenzo Bianchetti, Ottavio Acquaviva d'Aragona, Girolamo Pamphili, Roberto Bellarmino, Domenico Ginnasi, Paolo Emilio Zacchia (detto San Marcello), Domenico Toschi, Giovanni Francesco Biandrate di San Giorgio Aldobrandini (detto San Clemente) e Camillo Borghese – anche se quando si trasse di promuovere un candidato al papato, Aldobrandini non era entusiasta di nessuno dei primi cinque, meno di tutti Cesare Baronio.
I cinque cardinali spagnoli da parte loro dovettero, per l'esiguo numero, trovare alleanze trasversali. La loro strategia quindi era quella di escludere, se possibile, i candidati più indesiderabili. Questi includevano i cardinali Innocenzo del Bufalo (Camerino), Cesare Baronio, Séraphin Olivier-Razali e Agostino Valier. Erano anche ostili verso le prospettive di Giovanni Evangelista Pallotta e Domenico Ginnasi. Inoltre l'ambasciatore spagnolo, marchese di Villena, nutriva risentimenti personali per Aldobrandini che, nel conclave di marzo, non aveva tenuto conto delle istruzioni del re di Spagna.
Il Granduca di Toscana, Ferdinando I, si impegnò a ricordare ai cardinali francesi François de Joyeuse e Jacques Davy Duperron che avrebbe voluto vedere Borghese eletto Papa, un augurio che aveva già espresso agli spagnoli: Lerma, Villena e il cardinale Antonio Zapata y Cisneros.
I cardinali francesi erano soggetti alla volontà del re di Francia. Enrico IV aveva espresso le sue preferenze nell'ottobre del 1604, in un memoriale al suo ambasciatore e al cardinale de Joyeuse: Baronio era la sua prima scelta. Al re erano comunque graditi anche i cardinali Valier (Valerio), Sauli, Palotta, Bufalo e Séraphin Olivier; non si oppose a Pompeio Arrigoni e Camillo Borghese. Mentre avrebbe posto la sua esclusiva sulle candidature Tolomeo Galli, Bernerio, Lorenzo Bianchetti o Montelparo e non aveva simpatie per Zacchia.
All'inizio del Conclave dunque, la fazione di Aldobrandini sembrava avere ventisei voti. La fazione di Montalto, con i cinque spagnoli, ne deteneva lo stesso numero.
Elezione
I conclavisti iniziarono le votazioni il 9 maggio. Dopo una settimana di veti incrociati fra i porporati di Clemente VIII, quelli creati da Sisto V e i filofrancesi e i filospagnoli, nella notte fra il 15 e il 16 maggio, tutte le fazioni si dichiararono d'accordo sul Toschi e la mattina seguente i seguaci dei due ex cardinal nipoti tentarono un'elezione per acclamazione. Tuttavia, la partita doveva dimostrarsi tutt'altro che chiusa: i cardinali oratoriani Cesare Baronio e Francesco Maria Tarugi, con il gesuita Roberto Bellarmino, si dichiararono fermamente contrari all'ipotesi di un Toschi papa. In particolare Bellarmino lo accusò esplicitamente di usare un linguaggio sboccato. A questo punto, la fazione del cardinale Peretti tentò di forzare la mano con una convergenza sul nome dello stesso Baronio, ma i cardinali favorevoli a Toschi non cedettero. Si assistette al movimento contemporaneo, tumultuoso, dei due gruppi verso la sala Regia del Palazzo Vaticano. Relazioni del tempo riferiscono che i cardinali venivano strattonati a forza: non pochi videro i propri rocchetti strappati. Il clima rimase arroventato per diverse ore, con i due gruppi concentrati nelle cappelle ai lati della sala Regia, la Paolina e la Sistina. Il cardinale Aldobrandini affrontò il cardinale Damasceni Peretti palesemente alterato. Solo a sera inoltrata si arrivò a un nome di compromesso, vagliando tra le candidature di cardinali più giovani e rapidamente si trovò un accordo sul nome di Camillo Borghese, che sin dall'inizio era risultato gradito a tutte le parti, ma non proposto per la sua relativa giovane età.[11]
I 61 Cardinali presenti al conclave
I 6 Cardinali assenti
Nome | Titolo cardinalizio | Creato cardinale da | Nazionalità | Commenti |
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Ascanio Colonna | Cardinale presbitero di Santa Pudenziana | Sisto V | Italiano | (65 anni) |
Pierre de Gondi | Cardinale presbitero di San Silvestro in Capite | Sisto V | Francese | (72 anni) |
Carlo III di Lorena-Vaudémont | Cardinale diacono di Sant'Agata alla Suburra | Sisto V | Francese | (37 anni) |
Fernando Niño de Guevara | Cardinale presbitero dei Santi Silvestro e Martino ai Monti | Clemente VIII | Spagnolo | (64 anni) |
Bernardo de Sandoval y Rojas | Cardinale presbitero di Sant'Anastasia | Clemente VIII | Spagnolo | (61 anni) |
Bernard Maciejowski | Cardinale presbitero di San Giovanni a Porta Latina | Clemente VIII | Polacco | (57 anni) |
Note | |
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Fonti | |
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