Pompeo Arrigoni
Pompeo Arrigoni Cardinale | |
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Età alla morte | 64 anni |
Nascita | Roma 2 marzo 1552 |
Morte | Torre del Greco 4 aprile 1616 |
Sepoltura | Cattedrale di Benevento |
Ordinazione presbiterale | nessuna informazione |
Nominato arcivescovo | 7 febbraio 1607 da Paolo V |
Consacrazione vescovile | 24 febbraio 1607 dal papa Paolo V |
Creato Cardinale |
5 giugno 1596 da Clemente VIII (vedi) |
Cardinale per | 19 anni, 9 mesi e 29 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Pompeo Arrigoni (Roma, 2 marzo 1552; † Torre del Greco, 4 aprile 1616) è stato un arcivescovo e cardinale italiano.
Cenni biografici
Nacque a Roma il 2 marzo 1552, anche se un documento contemporaneo della corte di Madrid colloca la nascita nel 1548. Era figlio di Giovanni Giacomo, la famiglia era originaria della Lombardia.
Compì i suoi studi superiori a Perugia, Bologna e Padova: nello Studio di quest'ultima città si addottorò in utroque iure. Rientrato a Roma esercitò a lungo l'avvocatura ordinaria e difese in più occasioni gli interessi della corona spagnola. Re Filippo II di Spagna nel 1584 gli ottenne dal papa Gregorio XIII la nomina ad avvocato concistoriale. In quella veste presentò a Sisto V, a nome della corte spagnola, un'istanza per la canonizzazione di Diego d'Alcalá e il 25 giugno 1588 tenne in proposito un'orazione in concistoro.
Fu uditore della Sacra Rota nel 1590, con la sua grande competenza giuridica e la finezza diplomatica divenne una delle personalità di maggior rilievo della Curia romana. Clemente VIII lo ebbe tra i suoi più ascoltati consiglieri e nel concistoro del 5 giugno 1596 lo creò cardinale, ricevendo il 21 giugno seguente la diaconia di Santa Maria in Aquiro. Ricevette gli ordini maggiori il 24 gennaio 1597 e mutò titolo in quello di cardinale presbitero di Santa Balbina.
Fu ascritto alla Congregazione del Sant'Uffizio e il pontefice gli affidò delicati incarichi: nel 1598 accompagnò il papa nel viaggio fatto a Ferrara per prendere possesso della città devoluta alla Santa Sede. Il pontefice lo volle nella commissione per l'annullamento del matrimonio del re di Francia Enrico IV con Margherita di Valois e nel 1601 volle la sua assistenza nella congregazione de Auxiliis divinae gratiae che tentava di risolvere la difficile questione dottrinale sollevata dall'opera di Luis de Molina S.I. e nel 1604 lo incaricò di presiedere al capitolo romano dei teatini per l'elezione dei nuovo generale dell'Ordine.
L'Arrigoni mantenne sempre una notevole indipendenza di giudizio e di azione rispetto alle varie forze politiche che agivano sulla Chiesa. Anche la corte spagnola, che pure aveva a lungo rappresentato presso la Curia, lo riteneva così poco arrendevole alle proprie esigenze che una commissione di statisti spagnoli nel 1601 lo incluse tra i cardinali che i membri spagnoli del futuro conclave non avrebbero in nessun caso dovuto eleggere.
Nel primo conclave del 1605, alla morte di Clemente VIII, l'Arrigoni sembrò avere qualche possibilità di essere eletto papa, ma il parere negativo della Spagna non gli permise di ottenere sufficienti consensi. Finì per schierarsi tra i sostenitori di Alessandro de' Medici, alla cui proclamazione dette un deciso contributo.
Leone XI lo volle tra i suoi più vicini collaboratori e gli affidò la Dataria, che resse dapprima come prefetto e poi come prodatario dal 21 maggio 1605. Lo chiamò inoltre a far parte, insieme con i cardinali Baronio, Cesi e Du Perron, della Congregazione della stamperia vaticana e gli affidò l'incarico di dirigere una nuova edizione delle decretali.
La candidatura dell'Arrigoni nel conclave seguito alla morte di Leone XI il 27 aprile fu sino alla fine contrapposta da quella del cardinale Camillo Borghese; ma allorché questi fu eletto l'Arrigoni conservò la fiducia che in lui avevano avuto i precedenti pontefici. Papa Paolo V lo ascrisse alla Congregazione dell'Indice e di quella di Propaganda Fide e lo confermò nella carica di datario. Lo volle inoltre nel comitato di cardinali preposto ai lavori per l'ampliamento della basilica di San Pietro.
Nel 1607, per l'aggravarsi dei contrasti teologici tra gesuiti e domenicani, la controversia sulla grazia si impose nuovamente all'attenzione dei pontefice. Questi chiamò a far parte del ristretto gruppo di cardinali dai quali volle essere assistito in quell'occasione anche l'Arrigoni, che propose a Paolo V una posizione il più possibile cauta, sconsigliando la proibizione dell'opera del Molina, opponendosi alla formulazione di troppo rigide proposizioni teologiche, che avrebbero provocato una ripresa della polemica protestante, e chiedendo un nuovo esame del problema.
Sul finire di quell'anno, per motivi di cui non si hanno notizie, l'Arrigoni fu privato della carica di datario, affidata in seguito al cardinale Michelangelo Tonti, e si allontanò da Roma. Nominato arcivescovo di Benevento il 7 febbraio ricevette dal pontefice la consacrazione episcopale assieme al cardinal Anselmo Marzato, O.F.M. Cap. nella cappella Sistina il 24 seguente. Da allora si dedicò quasi esclusivamente alla sua diocesi, pur partecipando talvolta ai lavori delle Congregazioni di cui faceva parte. Come membro dell'Inquisizione romana nel maggio del 1616 partecipò a una delle sedute in cui si esaminarono le posizioni di Galileo.
Morì a Torre del Greco il 4 aprile 1616.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B. Clun.
- Papa Sisto IV
- Papa Giulio II
- Cardinale Raffaele Sansone Riario
- Papa Leone X
- Papa Paolo III
- Cardinale Francesco Pisani
- Cardinale Alfonso Gesualdo di Conza
- Papa Clemente VIII
- Papa Paolo V
- Cardinale Pompeo Arrigoni
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Aquiro | Successore: | |
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Antonmaria Salviati | 21 giugno 1596 - 24 gennaio 1597 | Lorenzo Magalotti |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Balbina | Successore: | |
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Gaspar de Quiroga y Vela | 24 gennaio 1597 - 4 aprile 1616 | Antonio Zapata y Cisneros |
Predecessore: | Cardinale protettore dell'Almo Collegio Capranica | Successore: | |
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Michele Bonelli | 1600 - 4 aprile 1616 | Tiberio Muti |
Predecessore: | Segretario della Congregazione della Romana e Universale Inquisizione | Successore: | |
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Camillo Borghese | 1605 - 4 aprile 1616 | Giovanni Garzia Millini |
Predecessore: | Datario di Sua Santità | Successore: | |
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Lucio Sassi | 1605 - 1607 | Michelangelo Tonti |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Benevento | Successore: | |
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Massimiliano Palumbara (Ch) | 7 febbraio 1607 - 4 aprile 1616 | Alessandro di Sangro (Ch) |
Bibliografia | |
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- Cardinali diaconi di Santa Maria in Aquiro
- Cardinali presbiteri di Santa Balbina
- Cardinali protettori
- Segretari della Sacra Congregazione della Romana e Universale Inquisizione
- Datari apostolici
- Vescovi di Benevento
- Presbiteri italiani del XVII secolo
- Italiani del XVII secolo
- Presbiteri del XVII secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1607
- Vescovi italiani del XVII secolo
- Vescovi del XVII secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da Paolo V
- Concistoro 5 giugno 1596
- Cardinali italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
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- Cardinali creati da Clemente VIII
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- Morti il 4 aprile