Catacomba di San Senatore (Albano Laziale)
Catacomba di San Senatore | |
Catacomba di San Senatore, cripta | |
Collocazione storica | Impero romano |
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Civiltà | Cristiana |
Oggetto generico | Area funeraria |
Oggetto specifico | Catacomba |
Dedicazione | San Senatore d'Albano |
Scopritore | Ludovico Perez de Castro |
Data scoperta | 1671 |
Datazione | III - V secolo |
Inizio della costruzione | III secolo, fine |
Completamento | V secolo |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Albano Laziale |
Diocesi | Sede suburbicaria di Albano |
Primi scavi | |
Datazione | 1720; XIX secolo, seconda metà; 1989 |
Organizzazione | Pontificia Commissione di Archeologia Sacra |
Archeologo | Marcantonio Boldetti |
Secondi scavi | |
Archeologo | Giovanni Battista de Rossi |
Terzi scavi | |
Archeologo | Vincenzo Fiocchi Nicolai |
Amministrazione | |
Ente | Museo Diocesano di Albano Laziale |
Responsabile | Dott. Roberto Libera |
Indirizzo |
Via della Stella, 5 00041 Albano Laziale (RM) |
Telefono | +39 06 93269490 |
Posta elettronica | info@museodiocesanodialbano.it |
Sito web | sito web ufficiale |
Sito web 2 | [1] |
Note | |
Visita a richiesta rivolgendosi al Museo Diocesano | |
Coordinate geografiche | |
Lazio | |
La Catacomba di San Senatore è un'area funeraria cristiana, situata al XV miglio dell'antica via Appia, attualmente situata nel territorio del comune di Albano Laziale (Roma).
Storia
Il complesso cimiteriale, nei pressi della chiesa di Santa Maria della Stella, proprio di fronte al sepolcro degli Orazi e Curiazi, è una delle più importanti catacombe suburbicarie di Roma, prova dell'importanza della Chiesa albanense fin da età notevolmente antica, come si deduce anche dalle notizie sulle donazioni di Costantino e dalla costruzione contemporanea di una basilica dedicata a san Giovanni Battista.
La catacomba, utilizzata per la sepoltura dalla fine del III al V secolo, sicuramente nel VII secolo era ancora meta di pellegrinaggio come attesta l'itinerario altomedievale De locis sanctis martyrum quae sunt foris civitatis Romae (metà del VII secolo),[1] e continuò ad essere frequentato fino al IX secolo, quale santuario del martiri qui deposti.
Nel IX secolo, le reliquie dei martiri vennero traslate nella Cattedrale di San Pancrazio riedificata da alcuni decenni.
Successivamente, il monumento cadde in un lungo periodo di oblio tanto che se ne persero le tracce sino alla riscoperta nel 1671 ad opera del padre carmelitano Ludovico Perez de Castro. Oltre ad una sommaria descrizione da parte di Marcantonio Boldetti, che nel 1720 effettuò una prima esplorazione del complesso funerario, solo nella seconda metà del XIX secolo le conoscenze su questa catcomba registrano un nuovo impulso, grazie alle ricerche sistematiche attuate da Giovanni Battista de Rossi.
L'attuale precario stato di conservazione della catacomba non è dovuta solo al tempo, ma anche ai saccheggi e manomissioni cui fu soggetta. Non ultimo quello operato durante la Seconda Guerra mondiale, quando la popolazione la utilizzò come rifugio antiaereo.
Nel 1989, in seguito ad una frana antistante l'accesso della catacomba, venne intrapresa una nuova e sistematica indagine a cura della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, diretta da Vincenzo Fiocchi Nicolai, che ha permesso di chiarire l'evoluzione storica e topografica del complesso.
Martiri deposti nella catacomba
Le fonti storiche ricordano la presenza nel cimitero di alcuni martiri albanensi:
- san Senatore commemorato il 26 settembre nel Martyrologium Hieronymianum;
- santi Secondo, Carpoforo, Vittorino e Severiano menzionati l'8 agosto nella Depositio Martyrum.
Descrizione
La catacomba, di modeste dimensioni, fu ricavata in una cava preesistente di pozzolana: la volta e il pavimento sono costituiti da grossi strati di peperino che racchiudevano la pozzolana stessa, per questo il complesso ha una struttura estremamente irregolare ed asimmetrica.
Dall'ingresso attuale sulla Via Appia, che è quello utilizzato in origine, si scende per una ripida scalinata in un'ampia cripta irregolare, illuminata da un grande lucernario. L'ambiente è quasi completamente decorato da affreschi che documentano come questo luogo fosse frequentato dai primi cristiani pressoché senza interruzione dalle origini fino al IX secolo. I dipinti murali raffigurano:
- sulla parete sinistra, Gesù Cristo fra quattro i martiri albanensi e due benefattori (V secolo);
- nella parete di fondo, Gesù Cristo fra Maria Vergine e san Smaragdo (IX secolo): questo martire è commemorato al VII miglio della via Ostiense, nello stesso giorno di quelli albanensi (8 agosto).
Nel cubicolo, adiacente la cripta,, si trova un arcosolio in cui sono dipinti:
- Gesù Cristo fra san Pietro, san Paolo, san Lorenzo e un santo (fine V secolo).
Ancora prima di risalire le ripide scale dell'uscita si può visitare, a sinistra, un ambiente quasi quadrangolare preesistente alla utilizzazione della catacomba da parte dei cristiani, ove è conservato un pozzo circolare in opera reticolata, una vasca ed un cunicolo. Sulle pareti soprastanti la vasca si notano dipinti frammentari, databili alla fine del II secolo. Questo ambiente potrebbe essere stato utilizzato come battistero.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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