Catacomba di Trasone (Roma)
Catacomba di Trasone | |
Donna velata orante (inizio IV secolo), affresco | |
Altro nome | Catacomba "ad Saturninum" |
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Nome antico | Coemeterium Thrasonis ad s. Saturninum |
Collocazione storica | Impero romano |
Civiltà | Cristiana |
Oggetto generico | Area funeraria |
Oggetto specifico | Catacomba |
Scopritore | Antonio Bosio |
Data scoperta | XVI secolo |
Datazione | III secolo |
Preesistenze | Cava di arenaria |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Diocesi di Roma Vicariatus Urbis |
Amministrazione | |
Ente | Pontificia Commissione di Archeologia Sacra |
Indirizzo | Via Salaria - Roma (RM) |
Telefono | +39 06 4465610 |
Fax | +39 06 4467625 |
Posta elettronica | pcas@arcsacra.va |
Note | |
Visita a richiesta | |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Catacomba di Trasone, detta anche "ad Saturninum", è un'area funeraria, situata a Roma, lungo il lato sinistro della via Salaria Nova, nel moderno quartiere dei Parioli.
Toponimo
Il nome della catacomba, come per la maggior parte dei cimiteri romani, deriva dal nome del proprietario o del fondatore del complesso ipogeico: Trasone era un ricco cittadino romano, vissuto all'epoca dell’imperatore Diocleziano (284 - 305), convertitosi al cristianesimo, nominato nella passio di santa Susanna.
Nelle fonti antiche, la catacomba è chiamata anche Coemeterium Thrasonis ad s. Saturninum, in memoria del principale martire ivi sepolto, i resti della cui basilica nel sopra terra erano ancora visibili alla fine del XVI secolo.
Martiri deposti nella catacomba
Le fonti ricordano molti martiri venerati nella catacomba di Trasone, delle cui tombe non è però stata ancora trovata alcuna traccia archeologica. Tra questi, in particolare:
- san Saturnino di Cartagine, menzionato nella Depositio martyrum al 29 novembre ( III kal. dec. Saturnini in Trasonis e celebrato in un carme di papa Damaso I. Saturnino era originario di Cartagine, esiliato a Roma durante la persecuzione dell'imperatore Decio (249 - 251) e morto durante quella ordinata da Valeriano nel 257-258.
- santi Crisanto e Daria, indicati nel Martirologio geronimiano al 12 agosto e ricordati anche da papa Damaso.
Inoltre, il De locis sanctis martyrum quae sunt foris civitatis Romae (altro itinerario per pellegrini della fine del VII secolo) riporta la notizia secondo la quale nel cimitero di Trasone erano sepolti 72 martiri.
Storia
La catacomba ha avuto origine nel III secolo da una cava di arenaria trasformata in luogo di sepoltura. Nel sopra terra venne costruita una basilica dedicata a san Saturnino, la cui esistenza è attestata dal Liber Pontificalis nella biografia di Felice IV (526 - 530), in cui si afferma che il pontefice la rifece dalle fondamenta; altri restauri furono eseguiti sotto papa Adriano I (772 - 795) e Gregorio IV (827 - 844).
Gli antichi itinerari dei pellegrini, in particolare la Notitia ecclesiarum urbis Romae, parlano anche dell'esistenza di una basilica ipogea, dedicata ai martiri Crisanto e Daria.
Una prima parte della catacomba venne scoperta ed esplorata da Antonio Bosio alla fine del XVI secolo: nei resti della basilica di San Saturnino (chiamata ai suoi tempi di santa Citronina) scoprì il passaggio, oggi scomparso, che immetteva nelle gallerie sotterranee. Le stesse ricerche e studi furono condotti nel 1629 da Francesco Maria Torrigio.
Nel corso del XVII e XVIII secolo, come la maggior parte dei cimiteri cristiani, la catacomba fu devastata dai profanatori di tombe alla ricerca delle reliquie dei martiri che vi penetravano per asportare tutto ciò che potevano.
La seconda parte del cimitero venne scoperto nel 1872 da Giovanni Marangoni. Ulteriori scavi e studi sulla catacomba furono intrapresi a partire dal 1966.
Descrizione
La catacomba, che sviluppandosi su cinque livelli, raggiunge la massima profondità conosciuta nei cimiteri cristiani. Essa si estende quasi completamente sotto l’attuale Villa Grazioli ed il suo parco, mentre un lucernario è visibile nel cortile della Palazzina Reale di Villa Ada.
Dall'attuale accesso si scende al primo livello della catacomba; il secondo livello corrisponde all'antica cava di arenaria, da cui si scende ai livelli inferiori. Di particolare importanza sono due dipinti murali, ad affresco, databili tra la fine del III secolo e l'inizio del IV secolo, che hanno permesso la datazione delle origini del complesso funerario. Essi raffigurano:
Inoltre, al secondo livello, è stata rinvenuta l'iscrizione con il celebre epitaffio dedicato a Severa, databile al 269 d.C.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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