Celio Piccolomini

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Celio Piccolomini
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 72 anni
Nascita Siena
1609
Morte Siena
24 maggio 1681
Sepoltura Cattedrale di Santa Maria Assunta (Siena)
Conversione
Appartenenza
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Ordinazione presbiterale 1656
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Nominato arcivescovo 16 ottobre 1656 da Alessandro VII
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Consacrazione vescovile Basilica di San Giovanni in Laterano (Roma), 29 ottobre 1656 dal card. vescovo Giulio Cesare Sacchetti
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14 gennaio 1664 da Alessandro VII (vedi)
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Celio Piccolomini (Siena, 1609; † Siena, 24 maggio 1681) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.

Cenni biografici

Nacque a Siena nel 1609 da Alessandro Piccolomini Carli e da Lucrezia Ugurgieri, appartenenti a importanti famiglie del patriziato senese.

Formazione e attività diplomatica

Nella sua città il giovane Celio studiò grammatica e retorica presso le scuole dei padri gesuiti, poi studiò filosofia e si addottorò In utroque iure presso l'università di Siena, svolgendo in seguito professione di avvocato.

Le sue competenze legali gli avvalsero l'ingresso nel mondo della burocrazia romana durante il pontificato Barberini, sotto il patrocinio del cardinale senese Alessandro Bichi suo cugino. Ricoprì la carica di luogotenente civile dell'Auditore di camera e tra il 1630 e il 1634 fu inviato con funzioni informative presso il Bichi, nunzio apostolico in Francia, dove si guadagnò le simpatie di Luigi XIII.

Sempre come collaboratore del Bichi il Piccolomini dovette inoltre occuparsi della pace tra il Papa e i principi italiani a seguito della guerra di Castro, con i trattati che nel 1643 chiusero la prima fase del conflitto.

Nel successivo pontificato di Innocenzo X non trovò importanti incarichi ma con l'elezione di Alessandro VII Chigi la sua carriera accelerò, con l'ordinazione sacerdotale nel 1656, il nuovo papa senese promosse il Celio suo cameriere segreto, canonico di San Pietro e Segretario dei memoriali.

Considerato fervido antigiansenista, Piccolomini si occupò della redazione della bolla Ad Sanctam Beati Petri Sedem[1], promulgata l'11 ottobre 1656, con la quale il papa Chigi ribadiva la condanna delle cinque proposizioni di Giansenio già pronunciata dal suo predecessore nella bolla Cum occasione.

Ministero episcopale

Preconizzato nunzio straordinario in Francia, il 16 ottobre di quell'anno Piccolomini fu nominato arcivescovo titolare di Cesarea di Mauritania, sede di cui mantenne la titolarità fino alla nomina a cardinale; una nomina strumentale, quella alla chiesa orientale, che gli avrebbe consentito di potere esercitare le funzioni di vescovo nel corso della nunziatura.

Fu consacrato vescovo il 29 seguente nella basilica patriarcale liberiana dal cardinal Giulio Cesare Sacchetti, coadiuvato da mons. Carlo de Vecchi (Ch), allora vescovo di Chiusi, e da mons. Francesco Ruccini (Ch), vescovo di Pistoia e Prato.

Piccolomini tenne la nunziatura parigina, dapprima in forma straordinaria, e poi con incarico stabile per circa sette anni, fino all'agosto del 1663.

Cardinalato

Fu creato cardinale nel concistoro del 14 gennaio 1664 con il titolo di cardinale presbitero di San Pietro in Montorio. Rientrato a Roma, il 21 aprile 1664 venne deputato da Alessandro VII al governo della legazione di Romagna, dove entrò in carica nel giugno successivo.

Nel dicembre del 1668 il cardinale Piccolomini figura tra i cardinali dell'Inquisizione chiamati a decidere sul caso dei quattro vescovi giansenisti francesi.

Tre anni dopo fu eletto arcivescovo della sua città natale, cattedra spesso retta da membri della sua famiglia. Come arcivescovo di Siena il ministero di Piccolomini si distinse per il rispetto continuo degli obblighi imposti dalla residenza, per una moderazione e mitezza indiscusse, e per una spiccata attenzione al governo spirituale. Tenne due visite pastorali nel 1673, 1678 e 1680 e tre sinodi diocesani.

Piccolomini prese parte a tutti i conclavi del suo cardinalato che elessero papa Clemente IX Rospigliosi, Clemente X Altieri e Innocenzo XI Odescalchi, e al successo di quest'ultimo sembra che Piccolomini abbia concorso in modo determinante.

Morte

Morì il 24 maggio 1681 nella sua sede vescovile, e fu sepolto nella Cattedrale di Santa Maria Assunta (Siena) davanti alla tomba di Santa Caterina da Siena.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Segretario dei Memoriali Successore: Emblem Holy See.svg
Costanso Centofiorini 1655 - 1656 Volumnio Bandinelli I
II
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con
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Costanso Centofiorini {{{data}}} Volumnio Bandinelli
Predecessore: Vescovo titolare di Cesarea di Mauritania
(titolo personale di arcivescovo)
Successore: BishopCoA PioM.svg
? 16 ottobre 1656 - 11 febbraio 1664 Biagio Pisani I
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con
con
? {{{data}}} Biagio Pisani
Predecessore: Nunzio apostolico in Francia Successore: Flag of the Vatican City.svg
Nicolò Guidi di Bagno 27 ottobre 1656 - agosto 1663 Carlo Roberti I
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con
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Nicolò Guidi di Bagno {{{data}}} Carlo Roberti
Predecessore: Cardinale presbitero di San Pietro in Montorio Successore: CardinalCoA PioM.svg
Camillo Astalli-Pamphili 11 febbraio 1664 - 24 maggio 1681 Marco Galli I
II
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con
con
Camillo Astalli-Pamphili {{{data}}} Marco Galli
Predecessore: Legato apostolico di Romagna Successore: Emblem Holy See.svg
Volumnio Bandinelli 21 aprile 1664 - 22 agosto 1667 Carlo Roberti I
II
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con
con
Volumnio Bandinelli {{{data}}} Carlo Roberti
Predecessore: Arcivescovo di Siena Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Ascanio Piccolomini 18 marzo 1671 - 24 maggio 1681 Leonardo Marsili I
II
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con
con
Ascanio Piccolomini {{{data}}} Leonardo Marsili
Note
  1. Giacinto Bandoni Difesa della bolla d'Alessandro VII Ad Sanctam contra gli sforzi dell'ultime ... testo bolla
Bibliografia
  • Stefano Calonaci, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 93, (2005), PICCOLOMINI, Celio