Chiesa di San Michele Arcangelo (Bastia Umbra)

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Chiesa di San Michele Arcangelo
BastiaUmbra ChiesaS.Michele 1962.png
Chiesa di San Michele Arcangelo (1962)
Stato bandiera Italia
Regione Flag of Umbria.svg Umbria
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Umbria
Provincia Perugia
Comune Stemma Bastia Umbra
Diocesi Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino
Religione Cattolica
Indirizzo Piazza Mazzini
06083 Bastia Umbra (PG)
Telefono +39 075 8001148
Proprietà Parrocchia di San Michele Arcangelo
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione parrocchiale
Dedicazione San Michele arcangelo
Fondatore Don Luigi Toppetti
Data fondazione 1962
Architetto Antonio Bindelli
Stile architettonico Razionalista, neoromanico
Inizio della costruzione 1955
Completamento 1962
Data di consacrazione 29 settembre 1962
Consacrato da Giuseppe Placido Nicolini, Santiago Luis Copello
Strutture preesistenti Chiese di Sant'Antonio Abate e della Buona Morte con annesso oratorio
Pianta basilicale a tre navate
Altezza Massima 25 m
Larghezza Massima 18,15 m
Profondità Massima 45,30 m
Coordinate geografiche
43°04′00″N 12°33′00″E / 43.066667, 12.55 Flag of Umbria.svg Umbria
Mappa di localizzazione New: Umbria
Bastia Umbra
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Assisi
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Perugia
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La Chiesa di San Michele Arcangelo è un edificio di culto, ubicato a Bastia Umbra (Perugia), che sorge sul lato orientale di Piazza Mazzini, fulcro del centro storico, dove venne edificata tra il 1955 e il 1962.

Storia

La Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo fu eretta sul luogo dove esistevano due chiese contigue del XVII secolo, dedicate a Sant'Antonio abate e alla Buona Morte con annesso oratorio. In seguito alla loro demolizione, decisa al fine di ottenere uno spazio sufficiente alla realizzazione di un grande tempio, le cui dimensioni potessero contenere l'aumentata popolazione bastiola,[1] la parrocchia scelse il progetto dell'architetto perugino Antonio Bindelli (18991985), risalente al 1953. La chiesa sorse, per dirla con i bastioli, "moderna, accogliente, sobria" come la volle, primo fra tutti, l'allora parroco don Luigi Toppetti. Nel 1955 iniziarono le demolizioni e, di seguito, i lavori di costruzione, eseguiti dalla ditta Lunghi e Ciambottini di Bastia Umbra.

La chiesa venne consacrata il 29 settembre 1962, come ricorda la lapide in travertino apposta sul muro sinistro del portico, alla presenza dell'allora vescovo di Assisi, Giuseppe Placido Nicolini, e del cardinale Santiago Luis Copello, all'epoca titolare di San Lorenzo in Damaso a Roma.

L'imponente costruzione s'ispira alla tradizione dell'architettura sacra umbra del Duecento-Trecento, riletta in chiave moderna, secondo uno stile razionalista esportato nella regione in epoca fascista e post bellica, dove domina un senso di forme pure e monumentali, giustapposte secondo criteri di simmetria. Questo è lo stile proprio di Antonio Bindelli, che trova riconoscibili riscontri in un altro suo progetto di edilizia sacra, la parrocchiale di San Felicissimo a Ponte Felcino, frazione di Perugia.[2] Anche se quest'ultima è ad unica navata, notevoli sono le analogie: nel nitore del rivestimento lapideo, dove si coniuga "l'astrattezza dello stile moderno con la familiarità dei materiali"; nel portico antistante e nel ricorso all'elemento dell'arco, che nell'edificio felciniano si moltiplica nelle dodici aperture del finestrone.

Il progetto contemplava un nuovo campanile, che doveva essere alto 47 metri, terminante a cuspide dove, avrebbe trovato posto il serbatoio idrico: una soluzione in verità troppo ardita, poiché l'oscillazione prodotta dalle campane avrebbe reso la torre instabile. Tra tutte le chiese disegnate dal Bindelli, solo a San Felicissimo si concretizzò il suo progetto del campanile, benché nove anni dopo la consacrazione; bisogna arrivare al 1991 per vedere compiuto il campanile di Ponte San Giovanni; mentre a Bastia non verrà mai realizzato.

Descrizione

Esterno

La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto ad Est), si sviluppa per 45,30 metri in lunghezza e 18,15 in larghezza, mentre la massima altezza che raggiunge è di 25 metri. Per tutta la larghezza della facciata a capanna, interamente rivestita da lastre di pietra a corsi regolari, si sviluppa un portico a sette arcate, leggermente sopraelevato sulla piazza, e arricchita dal rosone e da dieci nicchie. Sulle pareti laterali si aprono dodici monofore, alte 7 metri e larghe 1,5.

Dal portico, si accede alla chiesa attraverso tre portali bronzei, dei quali solo il centrale presenta sui battenti un apparato decorativo realizzato nel 1962 da Umberto Travaglini e raffigurante:

Interno

L'interno, a pianta basilicale a tre navate, presenta il presbiterio rialzato rispetto alla navata con volta a calotta. I confessionali sono inseriti nelle pareti delle navate laterali, due per lato. Le volte sono a crociera sulla navata centrale e a botte, in senso trasversale all’asse della chiesa, sulle navate laterali. Il registro inferiore di pareti e pilastri è rivestito di lastre in pietra.

Chiesa di San Michele Arcangelo (1962), interno

Ad un'attenta osservazione, l'interno rispetta alcune istruzioni del Concilio Vaticano II (11 ottobre 19628 dicembre 1965), dimostrando di anticipare parzialmente le indicazioni che usciranno dai lavori conciliari. L'altare maggiore è realizzato con una grande mensa in pietra, isolato e non adiacente al muro di fondo, al contempo perdurano elementi che rimangono nel solco della tradizione, come la presenza dei due altari laterali con i rispettivi tabernacoli (rimossi alla metà degli anni Ottanta).

L'apparato decorativo della chiesa fu curato da Pietro Vitali e realizzato da alcuni giovani artisti e da botteghe dell'Italia centrale che collaborarono con lui, mettendolo in opera in gran parte già per la consacrazione della stessa. Tra le opere presenti si notano:

Flavio Pancheri, Presepio (1962), in legno intagliato policromo

Inoltre, sugli altari laterali sono collocate due grandi pale realizzate nel 1962, in rame smaltato applicato su legno, da Edgardo Abbozzo, raffiguranti:

Lungo la parete sinistra si apre il battistero, dove sulla parete di fondo è ubicato:

Note
  1. Bastia era in quegli anni nel pieno del boom industriale e demografico, oggetto di una massiccia immigrazione; l'unico luogo in grado di svolgere la funzione di fulcro cittadino era la piazza centrale, da qui la sofferta decisione di abbattere le antiche vestigia.
  2. La chiesa di Ponte Felcino fu realizzata sulle macerie della precedente, bombardata nel 1944; fu ultimata nel 1951 e consacrata il 1 ottobre 1952. Ancora di Bindelli è la Chiesa di Cristo Re a Ponte San Giovanni - altra frazione del capoluogo umbro -, costruita sulla bombardata chiesa di San Bartolomeo e consacrata nel 1965. Complessivamente al Bindelli sono attribuiti solo tre edifici sacri.
Bibliografia
  • AA.VV., Una Chiesa, una Piazza, una Città, Editore Grafiche Diemme, Bastia Umbra 1987, pp. 9-61
  • Katia Brigiari, Bastia Umbra. Guida storico-artistica, Editore Edimond, Città di Castello 2008, pp. 38-39
  • Ottorino Gurrieri, Bastia Umbra nel passato, nel presente e nell'avvenire, Perugia 1954, pp. 2, 19, 21-25
  • Mariella Lucioni, Teresa Morettoni, Un Palio, una Chiesa, una Parrocchia, in 1962-2012. 50 anni di Palio, Editore Futura, Perugia 2013, pp. 72-80
Voci correlate
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 26 maggio 2019 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.