Buon Pastore
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Il Buon Pastore è un'immagine biblica che indica principalmente Gesù, "il Pastore grande delle pecore" (Eb 13,20 ). Il Vangelo secondo Giovanni dedica all'immagine una sua celebre pagina (10,1-18)[1].
L'immagine ha le sue radici nell'Antico Testamento e anche, tra gli altri passi del Nuovo, nei Vangeli sinottici, soprattutto nella Parabola della pecorella smarrita (Mt 18,12-14 ; Lc 15,1-7 ).
Nella Bibbia
Radici veterotestamentarie
Per approfondire, vedi la voce Pastore |
L'immagine affonda le sue radici nella matrice nomadica del popolo ebraico, basata sull'allevamento del bestiame. La vita dei pastori era spesso sentita in tensione con quella sedentaria degli agricoltori[2]. La Bibbia rivela spesso una certa nostalgia per il nomadismo[3], anche sulla base della vicenda dell'esodo, quando Israele aveva vagato per quarant'anni nelle steppe della penisola sinaitica.
Nell'Antico Testamento il pastore è la guida del gregge e lo guida attraverso la valle oscura; il bastone è il simbolo e lo strumento della sua autorità; la presenza del pastore è sicurezza per il gregge (Sal 23,4 ). Il Pastore divino "le mie lacrime nell'otre suo raccoglie" (Sal 56,9 ), impedendo che le sofferenze si dissolvano nel non senso e nel nulla.
L'immagine del pastore è usata dal profeta Ezechiele per delinea il comportamento negativo dei pastori di Israele, ossia dei capi politici e religiosi; essi si preoccupano solo di "nutrirsi di latte, di rivestirsi di lana, di ammazzare le pecore più grasse, ignorando le pecore deboli, non curando le inferme, non fasciando le ferite, non riportando le disperse" (34,1-4). Perciò YHWH annuncia che si farà egli stesso pastore del suo popolo e le condurrà a pascolare sui monti alti d'Israele (34,11).
Anche il Deuteroisaia usa l'immagine di YHWH: egli si farà pastore che conduce con tenerezza e forza gli esiliati verso la terra d'Israele (Is 40,11 )[4].
Gesù, Buon Pastore
I sinottici presentano numerosi tratti che annunziano l'allegoria di Gv 10,1-18 .
- La nascita di Gesù a Betlemme (Mt 2,6 ) ha realizzato la profezia di Michea (Mi 5,1 );
- la sua misericordia rivela in lui il pastore voluto da Mosè (Nm 27,17 ), perché egli viene in aiuto alle pecore senza pastore (Mt 9,36 ; Mc 6,34 );
- Gesù si considera come inviato alle pecore perdute di Israele (Mt 15,24; 10,6 ; Lc 19,10 );
- il "piccolo gregge" dei discepoli che egli ha radunato (Lc 12,32 ) rappresenta la comunità escatologica alla quale è promesso il regno dei santi dell'Altissimo (cfr. Dn 7,27 ); esso sarà perseguitato dai lupi esterni (Mt 10,16 ; Rm 8,36 ) e da quelli interni, travestiti da pecore (Mt 7,15 ); sarà disperso, ma, secondo la profezia di Zaccaria, il pastore colpito lo radunerà nella Galilea delle genti (Mt 26,31-32 ; cfr. Zc 13,7 );
- infine, allla fine dei tempi, il Signore separerà le pecore dai capri (Mt 25,31-32 ).
Nella stessa linea altri scritti del Nuovo Testamento presentano "il pastore grande delle pecore" (Eb 13,20 ), maggiore di Mosè, il "capo dei pastori" (1Pt 5,4 ), "il pastore e il guardiano" che ha ricondotto le anime smarrite guarendole con le sue stesse lividure (1Pt 2,24-25 ).
Nell'Apocalisse, poi, Cristo-agnello diventa il pastore che conduce alle fonti della vita (Ap 7,17 ) e che colpisce i pagani con uno scettro di ferro (19,15; 12,5)[5].
Nel quarto vangelo queste indicazioni sparse formano un quadro grandioso e unitario che presenta la Chiesa sotto il vincastro dell'unico pastore (Gv 10,1-18 ). La particolarità, in riferimento agli annunci dell'Antico Testamento, è che non si tratta tanto del re, signore del gregge, quanto del Figlio di Dio che rivela ai suoi l'amore del Padre.
Il discorso di Gv 10,1-18
Per approfondire, vedi la voce Pericope del Buon Pastore |
Il discorso di Gesù riprende i dati anteriori e li approfondisce:
- come in Ezechiele (34,17), si tratta di un giudizio (Gv 9,39 );
- Israele assomiglia a pecore sfruttate (Ez 34,3 ), in balia "dei ladri, dei predoni" (Gv 10,1.10 ), disperse (Ez 34,5-6.12 ; Gv 10,12 );
- Gesù, come YHWH, le "fa uscire" e le "guida al buon pascolo" (Ez 34,10-14 ; Gv 10,11.3.9.16 );
- ciò farà sì che esse conoscano il Signore (Ez 34,15.30 ; Gv 10,15 ) che le ha salvate (Ez 34,22 ; Gv 10,9 );
- l'"unico pastore" annunziato (Ez 34,23 ) si identifica con Gesù (Io sono, Gv 10,11 ).
Altri dati sono invece originali:
- Gesù è il mediatore unico, la porta per accedere alle pecore (Gv 10,7 ) e per andare ai pascoli (10,9-10);
- egli solo delega il potere pastorale (cfr. 21,15-17);
- egli solo dà la vita nella piena libertà dell'uscire e dell'entrare[6].
- la nuova esistenza è fondata sulla mutua conoscenza del pastore e delle pecore (10,3-4.14-15), amore reciproco fondato sull'amore che unisce il Padre e il Figlio (14,20; 15,10; 17,8-9.18-23);
- Gesù è il pastore perfetto perché dà la sua vita per le pecore (10,15.17-18);
- egli non è soltanto "percosso" (Mi 26,31 ; Zc 13,7 ), ma dà spontaneamente la propria vita (Gv 10,18 );
- le pecore disperse che egli raduna vengono sia dal recinto di Israele che delle nazioni (10,16; 11,52);
- infine, il gregge unico così radunato è unito per sempre, perché l'amore del Padre onnipotente lo custodisce e gli assicura la vita eterna (10,27-30).
Il Buon Pastore, modello dei pastori della Chiesa
È con il modello di Gesù che devono identificarsi i pastori della Chiesa, a partire da Pietro, che riceve la missione di pascere le pecore del gregge di Cristo risorto (Gv 21,15-17 ). Ed è lo stesso apostolo ad ammonire i pastori della Chiesa a "pascere il gregge di Dio..., facendosi modelli del gregge" (1Pt 5,1-4 ).
Nell'arte
Fino all'inizio del IV secolo l'unica iconografia di Gesù utilizzata era la sua rappresentazione come Buon Pastore, recante sulle spalle una pecorella smarrita. L'immagine si trova nelle pitture delle catacombe e nell'arte paleocristiana.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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