Cattedrale di San Lorenzo (Genova)
Cattedrale di San Lorenzo | |
Genova, Cattedrale di San Lorenzo (XII secolo) | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Liguria |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Liguria |
Provincia | Genova |
Comune | Genova |
Diocesi | Genova |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | Cattedrale |
Dedicazione | San Lorenzo |
Vescovo | Angelo Bagnasco |
Stile architettonico | Gotico |
Inizio della costruzione | XII secolo |
Completamento | XIV secolo, fine |
Data di consacrazione | 1181 |
Consacrato da | papa Gelasio II |
Strutture preesistenti | Area funeraria |
Pianta | Basilicale triabsidata |
Coordinate geografiche | |
Italia |
La Cattedrale di San Lorenzo, detta anche Duomo di Genova, è la chiesa episcopale sede della cattedra dell'arcivescovo di Genova. L'edificio è stato consacrato nel 1118 da papa Gelasio II, quando non era ancora ultimata e restava da eseguire la facciata.
Storia
Origini
La cattedrale di Genova è intitolata a san Lorenzo, arcidiacono della Chiesa romana che subì il martirio a Roma nel 258. La dedicazione è da ricondurre, secondo la tradizione, al viaggio che il santo fece per accompagnare il papa Sisto II in Spagna, in tale occasione avrebbe sostato presso il capoluogo ligure, dove fu ospite insieme al pontefice in una casa situata nell'area dell'attuale cattedrale. In quel sito, dopo il loro martirio, sarebbero sorte una cappella e poi una chiesa dedicate al santo.[1]
I ritrovamenti archeologici attestano che una comunità cristiana stabile era sicuramente presente nella città di Genova nella metà del III secolo e impiegava effettivamente come luogo di sepoltura proprio la zona di San Lorenzo; il materiale rinvenuto fa pensare che tale area funeraria fosse già in uso in epoca romana.[1][2]
Dai Dodici Apostoli a San Lorenzo
Secondo la tradizione, il sito sul quale sorge l'edificio era occupato dai resti di una più antica chiesa risalente al VI secolo, eretta da una comunità di esuli provenienti dalla città di Milano e rifugiatisi a Genova con il proprio vescovo e tutto il clero, messi in fuga dall'invasione longobarda del 569.[3] È necessario, inoltre, qui ricordare che all'epoca la Cattedrale genovese era la Basilica dei Dodici Apostoli, che si trovava nel borgo suburbano posto a occidente del centro abitato, ossia nella parte commerciale e mercantile della città tardo antica: in essa si conservava il corpo di san Siro, terzo vescovo di Genova (345 - 375/380); in seguito questa chiesa venne dedicata al santo pastore e, ricostruita nel corso del XVI secolo (l'edicio esiste ancora oggi).
Le prime notizie certe che attestano l'esistenza della Cattedrale di San Lorenzo risalgono all'878, anno in cui il vescovo Sabatino (887-915) predispose la traslazione delle reliquie di san Romolo.
Grazie alle indagini archeologiche si è potuta escludere la presenza nel sito di edifici religiosi anteriori alla prima metà del VI secolo. La Cattedrale di San Lorenzo non sembra quindi essere stata la prima sede vescovile della città: le fonti storiche e la tradizione religiosa menzionano, infatti, diversi nomi di vescovi risalenti al IV - V secolo. L'arcivescovo, il beato Jacopo da Varagine indica, inoltre, nella sua Cronaca Civitatis Ianuae (fine XIII secolo) la Chiesa di San Siro (allora intitolata ai Dodici Apostoli) come la prima cattedrale cittadina.
San Lorenzo cattedrale
Durante il X secolo, la Cattedrale di San Lorenzo acquisì una crescente importanza all'interno del contesto cittadino, sia dal punto di vista religioso che civile, grazie anche alla sua collocazione più comoda e sicura nel tessuto urbano: a partire dal 1007, quando l'antica basilica di San Siro fu affidata ai monaci benedettini, San Lorenzo divenne sede vescovile esclusiva,[4] e l'unica chiesa della città nella quale si esercita la cura delle anime, e in particolare si celebrano i battesimi. È officiata da un capitolo che è il diretto erede del corpo di chierici "cardinali", o de cardine, attestati in tempi precedenti. La funzione "parrocchiale" e liturgica la pone al centro di una comunità urbana che necessita del suo volto sacro: ne ha bisogno dal punto di vista istituzionale e rappresentativo e anche per le esigenze di una fede effettiva e vissuta.
Ricostruzione romanica
Fra il XI e il XII secolo le autorità cittadine disposero la costruzione di un edificio sacro in grado di rappresentare la crescente potenza di Genova:[5] il progetto fu affidato ai Magistri Antelami, ossia a maestranze (architetti, scultori, carpentieri e scalpellini), provenienti dalla Valle d'Intelvi, nel comasco. Il Duomo venne ricostruito nelle forme romaniche che ancora oggi si possono apprezzare: è del 10 ottobre 1118 la pergamena che attesta la consacrazione dell'altare da parte di papa Gelasio II, quando i lavori erano ancora lontani dalla loro conclusione. La città, in questo periodo, stava diventando sempre più importante e potente, nel 1133 la sede genovese venne elevata da papa Innocenzo II a dignità arcivescovile, la nuova cattedrale doveva quindi la testimoniare in modo concreto e visibile questa ascesa, grazie alle molte risorse economiche impegnate nella costruzione, provenienti dai notevoli guadagni derivanti dalle Crociate e da alcune fortunate imprese militari. La prima fase costruttiva portò a compimento le absidi, il transetto, una parte delle murature laterali e il portale settentrionale. Nella fase successiva furono realizzati il portale meridionale, una torre nolare sormontata da una cuspide e la copertura delle navate a capriate lignee a vista. Inoltre, proprio in quest'epoca l'interno venne decorato con cicli di dipinti murali, ad affresco, caratterizzati da temi storico celebrativi. Oggi di questa fase costruttiva restano solo le murature laterali con i relativi portali e le parti alte della navata centrale, che ha però subito profondi rimaneggiamenti alla fine del XIX secolo.
Ampliamento gotico
Dopo il terremoto del 1222 si diede un nuovo impulso all'opera edilizia, decidendo di rinnovare totalmente la Cattedrale e avviando un nuovo progetto architettonico che comportò una profonda trasformazione della chiesa romanica secondo il gusto gotico: la facciata venne delimitata da due torri, mentre all'interno si introdusse un endonartece e furono coperte le navate con delle volte che scaricavano al suolo mediante pilastri a fascio. Benché opera di maestranze franco-normanne, il progetto gotico prevedeva l'introduzione di diversi elementi decorativi propri della tradizione architettonica mediterranea in grado di mitigare l'impianto francese della Cattedrale. Dell'antica costruzione romanica furono salvati i due portali laterali di San Giovanni (a sinistra) e San Gottardo (a destra). I lavori subirono, però, una battuta d'arresto a metà del XIII secolo, probabilmente per una grave crisi economica. Inoltre, il rovinoso incendio del 1296 comportò seri danni al duomo e per questo si dovette procedere al restauro delle parti degradate: si sostituirono i capitelli calcinati, i falsi matronei e le absidi, mentre si arrivò a concludere la costruzione dell'endonartece con la sovrastante tribuna. A questa fase (fine XIII - inizio XIV secolo) risalgono i dipinti murali sopravvissuti della controfacciata e delle due lunette delle navate laterali, opera di un anonimo pittore di tradizione bizantina.
Dal Trecento al Settecento
Nel corso del XIV e XV secolo cominciò la costruzione delle cappelle e degli altari laterali, fra cui ricordiamo in particolare quella destinata ad accogliere le ceneri di san Giovanni Battista, nella navata sinistra
Nel 1455 si arrivò al compimento della loggia alla sommità della torre nord-orientale, ma per quella opposta si dovette attendere fino al 1522 quando fu ultimata in forme ormai manieristiche.
Nel XVI secolo, un nuovo incendio conseguente all'esplosione di un deposito di polvere da sparo, situato all'interno del Palazzo Vescovile, comportò gravi danni alle strutture di copertura della navate: nel 1550 le magistrature cittadine incaricarono del restauro l'architetto Galeazzo Alessi (1512-1572). Nonostante il progetto contemplasse un completo rifacimento del Duomo, si eseguirono soltanto le volte a botte sulle navate, la cupola all'incrocio del transetto (demolendo la torre nolare), una nuova pavimentazione e si ristrutturò la zona absidale, che venne ultimata solo nel corso del XVII secolo, quando venne decorata con le Storie della vita di di san Lorenzo di Lazzaro Tavarone.
Dall'Ottocento al Duemila
Nel XIX secolo furono intrapresi una serie di progetti e opere per il recupero della facies medioevale della cattedrale: nel 1894 iniziarono i lavori di consolidamento e ripristino delle strutture medievali, diretti fra gli altri anche da Alfredo d'Andrade, che riguardarono i muri perimetrali interni ed esterni, i protiri e alcuni elementi dei portali laterali e parte delle finestre. Il timpano e le due quadrifore della facciata vennero ripristinati nel corso degli anni Trenta del secolo scorso.
In occasione del Giubileo del 2000 furono avviati notevoli lavori di consolidamento e di restauro che interessarono gran parte dell'edificio sacro. L'11 novembre 2001 è stato consacrato il nuovo altare a conclusione dell'intervento di adeguamento liturgico curato dall'architetto Mario Semino.
Descrizione
Esterno
Facciata
All'inizio del XIII secolo, secondo recenti studi, risale la costruzione gotica che comprende la parte inferiore della facciata, con due torri impostate ai lati e l'atrio interno (o pseudonartece) con volte e costoloni. Il confronto dei tre portali della facciata di San Lorenzo con quelli delle zone d'origine del gotico francese li data molto precocemente, tanto da far postulare l'impiego di maestranze normanne che hanno utilizzato materiali locali con la diacronia chiaro-scura a fasce bianche e nere,[6] tipica della cultura architettonica dell'alto Tirreno. Sopra l'alto basamento scalato, decorato da formelle e fregi a intagli figurati, il rilievo strutturale è disegnato da fasci di colonnine su sfondo di marmi policromi con tarsie e, oltre quella di raccordo, dai costoloni degli archi.
Il portale maggiore presenta un interessante apparato decorativo che presenta:
- negli stipiti, Due bassorilievi con Storie di Maria Vergine e Albero di Jesse.
- sulle mensole, Madonna del latte e Abramo con gli eletti.
- nella lunetta, Gesù Cristo con simboli degli evangelisti e Martirio di san Lorenzo, originariamente policromi su fondo di tessere musive.
Inoltre, coevi e posti agli estremi della facciata si trovano:
- Due leoni stilofori (XIII secolo), in marmo, di scuola antelamica.
- Statua di Santo con meridiana (sovrastante il leone di destra), detto anche l'Arrotino (XIII secolo), in marmo, di ambito gotico francese.
Ai lati della scalinata sono collocati:
- Due leoni (1840), in marmo, realizzati da Carlo Rubatto.
Gli ordini superiori della facciata, con bifore e quadrifore, testimoniano una ripresa della fabbrica alla fine del XIII secolo affidata ormai a maestranze liguri. Il rosone, al centro, è del XV secolo, mentre le vetrate furono eseguite nel XIX secolo.
Campanile
Il progetto iniziale prevedeva una facciata a due torri campanarie: la torre di sinistra, incompiuta, ha una loggia, eretta tra il 1445 e il 1447 da Giovanni da Gandria; quella di destra, compiuta nel 1522 da Pietro Carlone, risulta essere l'unico campanile e ospita un concerto di sette campane.[7]
Lato sinistro
Il lato sinistro o settentrionale è affacciato sulla piazzetta di San Giovanni il Vecchio, dove si erge l'omonima chiesa riedificata nel XVI secolo e utilizzata a battistero della Cattedrale.
Sul lato sinistro si apre:
- Portale di San Giovanni, documentato già nel 1130, con protiro su mensole intagliate e colonne, è decorato con lastre a motivi fitomorfi e zoomorfi.
Lato destro
Sul lato destro o meridionale, posto lungo via San Lorenzo si apre, coevo alla realizzazione della Porta Soprana:
- Portale di San Gottardo, datato intorno al 1160, ha un apparato decorativo di grande qualità artistica che presenta rilievi a nastri incrociati con figure e animali di ambito lombardo.
Inoltre, accanto al portale è collocata:
- Tomba di Antonio Grimaldi decorata con Gesù Cristo e simboli degli evangelisti (XV secolo), proveniente dalla Commenda di San Giovanni di Pré.
Interno
L'interno, a pianta basilicale triabsidata, è divisa in tre navate da colonne marmoree trecentesche sormontate da finti matronei. I capitelli delle colonne che dividono le navate risalgono all'inizio del XIV secolo; si tratta pertanto di colonne, nel primo ordine, di epoca gotica, più recenti delle arcate del falso matroneo da esse sorrette, che risulta invece appartenente alla costruzione romanica (XI-XII secolo). Infatti le colonne dell'ordine inferiore e le soprastanti arcate a fasce bianche e nere rappresentano una sostituzione delle precedenti colonne e arcate romaniche a seguito di una devastazione e incendio avvenuta durante le lotte tra le fazioni.[8] Per sostituirle lasciando intatta la parte superiore si crearono adeguate strutture di carpenteria in legno, la realizzazione delle quali era agevolata anche dalla grande esperienza in materia che veniva dalla cantieristica navale consona alle attività portuali. Si poté così cambiare le colonne inferiori lasciando intatte le arcate romaniche del soprastante matroneo.
Controfacciata
Sulla controfacciata, si segnalano:
- nella lunetta sopra il portale centrale, Giudizio Universale e Glorificazione di Maria Vergine (fine XIII - inizio XIV secolo), affresco, di ambito bizantino.
Lungo la navata destra si notano:
- accanto al portale laterale, Monumento funebre del cardinale Pietro Boetto (1949), realizzato da Guido Galletti;
- sopra la precedente opera, * Ultima Cena (1626), affresco staccato, di Lazzaro Tavarone, proveniente dal demolito Ospedale di Pammatone.
- accanto all'altare del Sacro Cuore, Trittico dell'Assunzione di Maria (1903), olio su tela, di Gaetano Previati.
- alla colonna di fronte all'altare, Pulpito (1526), in marmo, di Pier Angelo della Scala.
- nel transetto sinistro, sopra la cantoria marmorea, Organo con ante raffiguranti Storie della vita di san Lorenzo (1635), olio su tavola, di Andrea Ansaldo.
Inoltre, vi è curiosamente conservata:
- Granata navale da 381 mm che il 9 febbraio 1941 colpì il tetto del Duomo, durante la seconda guerra mondiale, nel corso di un bombardamento inglese, rimanendo miracolosamente inesplosa.[9]
Cappella Senarega
In fondo alla navata destra si accede alla cappella Senarega o di Nostra Signora del Soccorso, ricostruita nel XVI secolo, nella quale si notano:
- nella volta, Storie della vita di san Sebastiano (1690 ca.), affreschi di Giovanni Andrea Carlone.
- all'altare neoclassico, progettato da Carlo Barabino, sono collocati:
- Statua della Madonna del Soccorso (XV secolo);
- Angeli (1827), in marmo, di Ignazio Peschiera.
- alle pareti, entro nicchie, Statue dei dottori della Chiesa e di san Sebastiano (1586), in marmo, dello scultore francese Pietro Francavilla.
- alla parete destra, Gesù Cristo crocifisso con la Madonna, san Giovanni apostolo e san Sebastiano (1596), olio su tela, di Federico Barocci.[10]
- alla parete sinistra, Madonna tra san Stanislao e san Francesco Borgia (1735 ca.), di Lorenzo De Ferrari.
Presbiterio
Nel presbiterio sono conservate varie opere, fra cui spiccano per valore e interesse culturale:
- all'altare maggiore, Statua dell'Incoronata (1632), in bronzo, eseguita da Giovanni Battista Bianco su disegno del Fiasella.
- nell'abside, Coro ligneo (XVI secolo): opera iniziata nel 1514 da Anselmo de' Fornari, proseguita tra il 1527 e il 1530 da Gian Michele Pantaleoni e terminata tra il 1540 e il 1546 da Francesco Zambelli.
- nel catino absidale, San Lorenzo indica nei poveri il tesoro della Chiesa (1622), affresco di Lazzaro Tavarone.
- nella volta, Martirio di san Lorenzo (1624), affresco di Lazzaro Tavarone.
- alle pareti, entro nicchie:
- San Matteo evangelista (prima meta del XVI secolo), di Giovanni Maria Passallo;
- San Giovanni evangelista (1541), del Giovanni Angelo Montorsoli;
- San Marco e san Luca (1553), di Gian Giacomo Della Porta.
Cappella Lercari
A sinistra del presbiterio si apre la cappella Lercari, nella quale si segnalano:
- sulla volta, Assunzione di Maria, Incoronazione di Maria fra santi e profeti (1565-1567), affreschi, eseguiti da Giovan Battista Castello detto il Bergamasco, su commissione di Franco Lercari.
- alle pareti laterali, Sposalizio di Maria Vergine e Presentazione di Gesù al Tempio (1567-1569), affreschi, di Luca Cambiaso.
- ai lati dell'altare, ciclo di quattro dipinti (1567-1569), olio su tela, di Luca Cambiaso, raffiguranti:
Lungo la navata sinistra, oltrepassato l'ingresso al Museo del Tesoro della Cattedrale si trovano:
- Cappella Cybo, voluta all'inizio del XVI secolo dal vescovo Giuliano Cybo, dove si conservano:
- Altare di san Pietro e san Paolo (1533-1537), in marmo, di Niccolò Da Corte, Giovanni Giacomo e Guglielmo Della Porta;[11]
- entro nicchie, Statue di Mosè, san Giovanni Battista, san Paolo e Gesù Cristo redentore (XVI secolo), in marmo, di Guglielmo Della Porta.
- Cappella di San Giovanni Battista, costruita tra il 1451 e il 1465 su progetto Domenico Gagini e completata tra il 1456 e il 1465 da Elia Gagini, è decorata da uno splendido prospetto marmoreo a tre fornici, con ornati, rilievi (Storie della vita di san Giovanni Battista), tondi (Annunciazione), lunette (Evangelisti e Dottori della Chiesa) e con un coronamento gotico fiorito di cuspidi e archi, sormontati da statue. L'interno si presenta a pianta rettangolare con piccola abside e arcate ai lati. Di rilievo:
- Altare con Storie della vita di san Giovanni Battista (1950) in marmo, di Guido Galletti;[12]
- sovrasta l'altare, Baldacchino (1530-1532), in marmo, di Niccolò da Corte e Gian Giacomo Della Porta.
- entro nicchie, Statue marmoree raffiguranti:
- Abacuc, Isaia, Adamo, Eva, Elisabetta e Zaccaria (1496) di Matteo Civitali;
- Madonna e San Giovanni Battista (1504), di Andrea Sansovino.
- a sinistra, appoggiata a terra, Urna (inizio del XIII secolo), in marmo, realizzata da maestranze francesi: l'opera contenne le ceneri di san Giovanni Battista, portate a Genova nel 1098.
- Cappella De Marini, all'interno della quale si conserva:
- Monumento funebre di Giorgio Fieschi (1461), realizzato da Giovanni Gagini;
- sotto la precedente opera, Statua di Giuliano Cybo giacente (post 1549), in marmo, attribuita ai Della Porta, proveniente dalla cappella Cybo.
Battistero
Ai lati dell'altare della Cappella De Marini, due piccole porte immettono nella chiesa medievale di San Giovanni Vecchio, completamente riedificata nel XVI secolo e utilizzata a battistero della Cattedrale. All'interno si notano:
- Due dipinti (terzo quarto del XVI secolo), olio su tela, di Luca Cambiaso, provenienti dalla Cappella Lercari, raffiguranti:
- Dipinto murale con San Giorgio fra san Barnaba e san Giovanni Battista (XIII-XIV secolo), affresco, affine a quello posto sopra il portale centrale sulla controfacciata.
Curiosità
La leggenda del cagnolino è una tradizione metropolitana - non molto conosciuta - che narra come nella fase finale della costruzione della cattedrale (XIV secolo) un amico di uno degli scultori (o, secondo altre versioni, lo scultore stesso) avesse perso il proprio cane a cui era molto affezionato. Per ricordare il piccolo animale, ne scolpì una piccola riproduzione, ancor oggi ben visibile, ad altezza d'uomo, a destra del portale laterale destro del duomo.
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