Cattedrale di San Lorenzo (Genova)

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Cattedrale di San Lorenzo
Genova Cat.S.Lorenzo.jpg
Genova, Cattedrale di San Lorenzo (XII secolo)
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Liguria
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Liguria
Provincia Genova
Comune Stemma Genova
Diocesi Genova
Religione Cattolica
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione Cattedrale
Dedicazione San Lorenzo
Vescovo Angelo Bagnasco
Stile architettonico Gotico
Inizio della costruzione XII secolo
Completamento XIV secolo, fine
Data di consacrazione 1181
Consacrato da papa Gelasio II
Strutture preesistenti Area funeraria
Pianta Basilicale triabsidata
Coordinate geografiche
44°24′28″N 8°55′52″E / 44.4078, 8.93098 bandiera Italia

La Cattedrale di San Lorenzo, detta anche Duomo di Genova, è la chiesa episcopale sede della cattedra dell'arcivescovo di Genova. L'edificio è stato consacrato nel 1118 da papa Gelasio II, quando non era ancora ultimata e restava da eseguire la facciata.

Storia

Origini

La cattedrale di Genova è intitolata a san Lorenzo, arcidiacono della Chiesa romana che subì il martirio a Roma nel 258. La dedicazione è da ricondurre, secondo la tradizione, al viaggio che il santo fece per accompagnare il papa Sisto II in Spagna, in tale occasione avrebbe sostato presso il capoluogo ligure, dove fu ospite insieme al pontefice in una casa situata nell'area dell'attuale cattedrale. In quel sito, dopo il loro martirio, sarebbero sorte una cappella e poi una chiesa dedicate al santo.[1]

I ritrovamenti archeologici attestano che una comunità cristiana stabile era sicuramente presente nella città di Genova nella metà del III secolo e impiegava effettivamente come luogo di sepoltura proprio la zona di San Lorenzo; il materiale rinvenuto fa pensare che tale area funeraria fosse già in uso in epoca romana.[1][2]

Dai Dodici Apostoli a San Lorenzo

Cattedrale di San Lorenzo (interno)

Secondo la tradizione, il sito sul quale sorge l'edificio era occupato dai resti di una più antica chiesa risalente al VI secolo, eretta da una comunità di esuli provenienti dalla città di Milano e rifugiatisi a Genova con il proprio vescovo e tutto il clero, messi in fuga dall'invasione longobarda del 569.[3] È necessario, inoltre, qui ricordare che all'epoca la Cattedrale genovese era la Basilica dei Dodici Apostoli, che si trovava nel borgo suburbano posto a occidente del centro abitato, ossia nella parte commerciale e mercantile della città tardo antica: in essa si conservava il corpo di san Siro, terzo vescovo di Genova (345 - 375/380); in seguito questa chiesa venne dedicata al santo pastore e, ricostruita nel corso del XVI secolo (l'edicio esiste ancora oggi).

Le prime notizie certe che attestano l'esistenza della Cattedrale di San Lorenzo risalgono all'878, anno in cui il vescovo Sabatino (887-915) predispose la traslazione delle reliquie di san Romolo.

Grazie alle indagini archeologiche si è potuta escludere la presenza nel sito di edifici religiosi anteriori alla prima metà del VI secolo. La Cattedrale di San Lorenzo non sembra quindi essere stata la prima sede vescovile della città: le fonti storiche e la tradizione religiosa menzionano, infatti, diversi nomi di vescovi risalenti al IV - V secolo. L'arcivescovo, il beato Jacopo da Varagine indica, inoltre, nella sua Cronaca Civitatis Ianuae (fine XIII secolo) la Chiesa di San Siro (allora intitolata ai Dodici Apostoli) come la prima cattedrale cittadina.

San Lorenzo cattedrale

Durante il X secolo, la Cattedrale di San Lorenzo acquisì una crescente importanza all'interno del contesto cittadino, sia dal punto di vista religioso che civile, grazie anche alla sua collocazione più comoda e sicura nel tessuto urbano: a partire dal 1007, quando l'antica basilica di San Siro fu affidata ai monaci benedettini, San Lorenzo divenne sede vescovile esclusiva,[4] e l'unica chiesa della città nella quale si esercita la cura delle anime, e in particolare si celebrano i battesimi. È officiata da un capitolo che è il diretto erede del corpo di chierici "cardinali", o de cardine, attestati in tempi precedenti. La funzione "parrocchiale" e liturgica la pone al centro di una comunità urbana che necessita del suo volto sacro: ne ha bisogno dal punto di vista istituzionale e rappresentativo e anche per le esigenze di una fede effettiva e vissuta.

Ricostruzione romanica

Cattedrale di San Lorenzo (interno)

Fra il XI e il XII secolo le autorità cittadine disposero la costruzione di un edificio sacro in grado di rappresentare la crescente potenza di Genova:[5] il progetto fu affidato ai Magistri Antelami, ossia a maestranze (architetti, scultori, carpentieri e scalpellini), provenienti dalla Valle d'Intelvi, nel comasco. Il Duomo venne ricostruito nelle forme romaniche che ancora oggi si possono apprezzare: è del 10 ottobre 1118 la pergamena che attesta la consacrazione dell'altare da parte di papa Gelasio II, quando i lavori erano ancora lontani dalla loro conclusione. La città, in questo periodo, stava diventando sempre più importante e potente, nel 1133 la sede genovese venne elevata da papa Innocenzo II a dignità arcivescovile, la nuova cattedrale doveva quindi la testimoniare in modo concreto e visibile questa ascesa, grazie alle molte risorse economiche impegnate nella costruzione, provenienti dai notevoli guadagni derivanti dalle Crociate e da alcune fortunate imprese militari. La prima fase costruttiva portò a compimento le absidi, il transetto, una parte delle murature laterali e il portale settentrionale. Nella fase successiva furono realizzati il portale meridionale, una torre nolare sormontata da una cuspide e la copertura delle navate a capriate lignee a vista. Inoltre, proprio in quest'epoca l'interno venne decorato con cicli di dipinti murali, ad affresco, caratterizzati da temi storico celebrativi. Oggi di questa fase costruttiva restano solo le murature laterali con i relativi portali e le parti alte della navata centrale, che ha però subito profondi rimaneggiamenti alla fine del XIX secolo.

Ampliamento gotico

Dopo il terremoto del 1222 si diede un nuovo impulso all'opera edilizia, decidendo di rinnovare totalmente la Cattedrale e avviando un nuovo progetto architettonico che comportò una profonda trasformazione della chiesa romanica secondo il gusto gotico: la facciata venne delimitata da due torri, mentre all'interno si introdusse un endonartece e furono coperte le navate con delle volte che scaricavano al suolo mediante pilastri a fascio. Benché opera di maestranze franco-normanne, il progetto gotico prevedeva l'introduzione di diversi elementi decorativi propri della tradizione architettonica mediterranea in grado di mitigare l'impianto francese della Cattedrale. Dell'antica costruzione romanica furono salvati i due portali laterali di San Giovanni (a sinistra) e San Gottardo (a destra). I lavori subirono, però, una battuta d'arresto a metà del XIII secolo, probabilmente per una grave crisi economica. Inoltre, il rovinoso incendio del 1296 comportò seri danni al duomo e per questo si dovette procedere al restauro delle parti degradate: si sostituirono i capitelli calcinati, i falsi matronei e le absidi, mentre si arrivò a concludere la costruzione dell'endonartece con la sovrastante tribuna. A questa fase (fine XIII - inizio XIV secolo) risalgono i dipinti murali sopravvissuti della controfacciata e delle due lunette delle navate laterali, opera di un anonimo pittore di tradizione bizantina.

Dal Trecento al Settecento

Nel corso del XIV e XV secolo cominciò la costruzione delle cappelle e degli altari laterali, fra cui ricordiamo in particolare quella destinata ad accogliere le ceneri di san Giovanni Battista, nella navata sinistra

Nel 1455 si arrivò al compimento della loggia alla sommità della torre nord-orientale, ma per quella opposta si dovette attendere fino al 1522 quando fu ultimata in forme ormai manieristiche.

Nel XVI secolo, un nuovo incendio conseguente all'esplosione di un deposito di polvere da sparo, situato all'interno del Palazzo Vescovile, comportò gravi danni alle strutture di copertura della navate: nel 1550 le magistrature cittadine incaricarono del restauro l'architetto Galeazzo Alessi (1512-1572). Nonostante il progetto contemplasse un completo rifacimento del Duomo, si eseguirono soltanto le volte a botte sulle navate, la cupola all'incrocio del transetto (demolendo la torre nolare), una nuova pavimentazione e si ristrutturò la zona absidale, che venne ultimata solo nel corso del XVII secolo, quando venne decorata con le Storie della vita di di san Lorenzo di Lazzaro Tavarone.

Dall'Ottocento al Duemila

Nel XIX secolo furono intrapresi una serie di progetti e opere per il recupero della facies medioevale della cattedrale: nel 1894 iniziarono i lavori di consolidamento e ripristino delle strutture medievali, diretti fra gli altri anche da Alfredo d'Andrade, che riguardarono i muri perimetrali interni ed esterni, i protiri e alcuni elementi dei portali laterali e parte delle finestre. Il timpano e le due quadrifore della facciata vennero ripristinati nel corso degli anni Trenta del secolo scorso.

In occasione del Giubileo del 2000 furono avviati notevoli lavori di consolidamento e di restauro che interessarono gran parte dell'edificio sacro. L'11 novembre 2001 è stato consacrato il nuovo altare a conclusione dell'intervento di adeguamento liturgico curato dall'architetto Mario Semino.

Descrizione

Esterno

Facciata

All'inizio del XIII secolo, secondo recenti studi, risale la costruzione gotica che comprende la parte inferiore della facciata, con due torri impostate ai lati e l'atrio interno (o pseudonartece) con volte e costoloni. Il confronto dei tre portali della facciata di San Lorenzo con quelli delle zone d'origine del gotico francese li data molto precocemente, tanto da far postulare l'impiego di maestranze normanne che hanno utilizzato materiali locali con la diacronia chiaro-scura a fasce bianche e nere,[6] tipica della cultura architettonica dell'alto Tirreno. Sopra l'alto basamento scalato, decorato da formelle e fregi a intagli figurati, il rilievo strutturale è disegnato da fasci di colonnine su sfondo di marmi policromi con tarsie e, oltre quella di raccordo, dai costoloni degli archi.

Lunetta del portale centrale con Gesù Cristo con simboli degli evangelisti e Martirio di san Lorenzo (XIII secolo)

Il portale maggiore presenta un interessante apparato decorativo che presenta:

Inoltre, coevi e posti agli estremi della facciata si trovano:

  • Due leoni stilofori (XIII secolo), in marmo, di scuola antelamica.
  • Statua di Santo con meridiana (sovrastante il leone di destra), detto anche l'Arrotino (XIII secolo), in marmo, di ambito gotico francese.

Ai lati della scalinata sono collocati:

Carlo Rubatto, Leone (1840), marmo

Gli ordini superiori della facciata, con bifore e quadrifore, testimoniano una ripresa della fabbrica alla fine del XIII secolo affidata ormai a maestranze liguri. Il rosone, al centro, è del XV secolo, mentre le vetrate furono eseguite nel XIX secolo.

Campanile

Il progetto iniziale prevedeva una facciata a due torri campanarie: la torre di sinistra, incompiuta, ha una loggia, eretta tra il 1445 e il 1447 da Giovanni da Gandria; quella di destra, compiuta nel 1522 da Pietro Carlone, risulta essere l'unico campanile e ospita un concerto di sette campane.[7]

Lato sinistro

Il lato sinistro o settentrionale è affacciato sulla piazzetta di San Giovanni il Vecchio, dove si erge l'omonima chiesa riedificata nel XVI secolo e utilizzata a battistero della Cattedrale.

Sul lato sinistro si apre:

  • Portale di San Giovanni, documentato già nel 1130, con protiro su mensole intagliate e colonne, è decorato con lastre a motivi fitomorfi e zoomorfi.

Lato destro

Sul lato destro o meridionale, posto lungo via San Lorenzo si apre, coevo alla realizzazione della Porta Soprana:

  • Portale di San Gottardo, datato intorno al 1160, ha un apparato decorativo di grande qualità artistica che presenta rilievi a nastri incrociati con figure e animali di ambito lombardo.

Inoltre, accanto al portale è collocata:

Interno

L'interno, a pianta basilicale triabsidata, è divisa in tre navate da colonne marmoree trecentesche sormontate da finti matronei. I capitelli delle colonne che dividono le navate risalgono all'inizio del XIV secolo; si tratta pertanto di colonne, nel primo ordine, di epoca gotica, più recenti delle arcate del falso matroneo da esse sorrette, che risulta invece appartenente alla costruzione romanica (XI-XII secolo). Infatti le colonne dell'ordine inferiore e le soprastanti arcate a fasce bianche e nere rappresentano una sostituzione delle precedenti colonne e arcate romaniche a seguito di una devastazione e incendio avvenuta durante le lotte tra le fazioni.[8] Per sostituirle lasciando intatta la parte superiore si crearono adeguate strutture di carpenteria in legno, la realizzazione delle quali era agevolata anche dalla grande esperienza in materia che veniva dalla cantieristica navale consona alle attività portuali. Si poté così cambiare le colonne inferiori lasciando intatte le arcate romaniche del soprastante matroneo.

Controfacciata

Sulla controfacciata, si segnalano:

Ambito bizantino, Giudizio Universale e Glorificazione di Maria Vergine (fine XIII - inizio XIV secolo), affresco

Navata destra

Lungo la navata destra si notano:

Inoltre, vi è curiosamente conservata:

Cappella Senarega

In fondo alla navata destra si accede alla cappella Senarega o di Nostra Signora del Soccorso, ricostruita nel XVI secolo, nella quale si notano:

Lazzaro Tavarone, San Lorenzo indica nei poveri il tesoro della Chiesa (1622), affresco

Presbiterio

Nel presbiterio sono conservate varie opere, fra cui spiccano per valore e interesse culturale:

Lazzaro Tavarone, Martirio di san Lorenzo (1624), affresco

Cappella Lercari

A sinistra del presbiterio si apre la cappella Lercari, nella quale si segnalano:

Navata sinistra

Lungo la navata sinistra, oltrepassato l'ingresso al Museo del Tesoro della Cattedrale si trovano:

Battistero

Ai lati dell'altare della Cappella De Marini, due piccole porte immettono nella chiesa medievale di San Giovanni Vecchio, completamente riedificata nel XVI secolo e utilizzata a battistero della Cattedrale. All'interno si notano:

Curiosità

La leggenda del cagnolino è una tradizione metropolitana - non molto conosciuta - che narra come nella fase finale della costruzione della cattedrale (XIV secolo) un amico di uno degli scultori (o, secondo altre versioni, lo scultore stesso) avesse perso il proprio cane a cui era molto affezionato. Per ricordare il piccolo animale, ne scolpì una piccola riproduzione, ancor oggi ben visibile, ad altezza d'uomo, a destra del portale laterale destro del duomo.

Galleria fotografica

Note
  1. 1,0 1,1 Riccardo Navone, Viaggio nei caruggi. Edicole votive, pietre e portali, Editore F.lli Frilli, Genova 2007 ISBN 9788875633349, p. 138
  2. Aldo Padovano, Felice Volpe, La grande storia di Genova Enciclopedia - Volume primo, Editore Artemisia Progetti, 2008, pp. 81-82.
  3. Molti storici non ritengono credibile la teoria, secondo cui l'edificio sarebbe stato eretto per volontà del vescovo di Milano nel corso del suo soggiorno genovese conseguente alla prima conquista longobarda.
  4. Lo spostamento della cattedrale dal suburbio a un sito intramurale è un dato comune a molte diocesi dell'Italia centro-settentrionale.
  5. L'origine dei finanziamenti per la cattedrale è così ricordata dall'arcivescovo, il beato Jacopo da Varagine:
    (LA) (IT)
    « Credimus autem quod opus tam sumptuosum et nobile ecclesie Sancti Laurentij fecit commune Ianue et non persona aliqua specialis. » « Per la verità crediamo che l'opera tanto sontuosa e nobile della chiesa di San Lorenzo sia stata compiuta dal comune di Genova e non da qualche privato. »
  6. Nella Genova medioevale, la diacronia era simbolo di nobiltà, tanto che sole le famiglie aristocratiche più in vista avevano diritto alle fasce bianche e nere come rivestimento dei loro edifici: i Doria e gli Spinola, ghibellini; i Fieschi e i Grimaldi, guelfi. La Chiesa di San Matteo, nell'omonima piazza, mostra il rivestimento bianco e nero in quanto l'edificio sacro era dei Doria.
  7. Mollisi, 2004, p. 49.
  8. Una di tali lotte venne sedata dalla mediazione dell'arcivescovo, il beato Jacopo da Varagine.
  9. Una seconda granata della stessa salva colpì invece l'edificio del vicino Archivio esplodendo e distruggendolo; tuttora è visibile presso la sede ricostruita un piccolo frammento dell'ogiva rimasto dopo l'esplosione.
  10. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri"
  11. Ibidem
  12. Ibidem
Bibliografia
  • Federico Alizeri, Notizie dei Professori del Disegno in Liguria, in "Scultura", vol. IV, Genova 1877
  • Anna Rosa Calderoni Masetti e Gerhard Wolf (a cura di), La Cattedrale di San Lorenzo a Genova, col. "Mirabilia Italiae", Editore Franco Cosimo Panini, Modena 1995 ISBN: 9788857004754
  • Luigi Augusto Cervetto, I Gaggini da Bissone, loro opere a Genova e altrove, Milano 1903
  • Fabio Di Clario, Architettura polimaterica e accorgimenti percettivi, policromia della scultura e uso delle immagini nella Cattedrale di Genova fra XII e XIII secolo, in Medioevo: l'Europa delle Cattedrali, I convegni di Parma, 9, atti (Parma, 19-23 settembre 2006), a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Milano 2007, pp. 464-479
  • Fabio Di Clario, Il "Piatto del Battista" di Genova: le origini e il viaggio di un joyau franco-fiammingo, in Genova e l'Europa atlantica. Inghilterra, Fiandre, Portogallo. Opere, artisti, committenti, collezionisti, a cura di P. Boccardo e Clario Di Fabio, Cinisello Balsamo 2006, pp. 35-47
  • Fabio Di Clario, La chiesa di un Comune senza "Palazzo". Uso civico e decorazione "politica" della Cattedrale di Genova fra XII e XIV secolo, in Medioevo: l'Europa delle Cattedrali, I convegni di Parma, 9, atti (Parma, 19-23 settembre 2006), a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Milano 2007, pp. 464-479
  • Clario Di Fabio, Mercato suntuario e committenza artistica tra Genova, Lombardia, Francia, Borgogna e Inghilterra nell'autunno del Medioevo. "Spie" e tipologie, in Entre l'Empire et la mer. Traditions locales et échanges artistiques dans la région alpine (Moyen Age - Renaissance), actes du colloque, a cura di Mauro Natale e S. Romano, Roma 2007, pp. 11-40
  • Fabio Di Clario, Da Dinant a Genova fra Quattro e Cinquecento: il candelabro pasquale della Cattedrale di San Lorenzo, in Ibidem, pp. 59-67.
  • Ezia Gavazza, Ricerche sull'attività dei Gaggini architetti a Genova, in Edoardo Arslan (a cura di), Arte e artisti dei laghi lombardi, I, Tipografia Editrice Antonio Noseda, Como 1959, pp. 175-183
  • Giuseppe Merzario, I Maestri Comacini. Storia artistica di mille duecento anni (600- 1800), volumi I-II, G. Agnelli, Milano, 1893.
  • Giorgio Mollisi, La Genova dei Ticinesi. Gli artisti provenienti dal Ticino a Genova dal Medioevo al Settecento, in ArteStoria, a. 5, n. 20, Edizioni Ticino Management, Lugano 2004, pp. 48-49.
  • Andrea Spiriti, I Gaggini. Una stirpe di artisti bissonesi, in Giorgio Mollisi (a cura di), Bissone terra di artisti, Arte&Storia, a. 8, n. 41, Editore: Ticino Management S.A., dicembre 2008, pp. 36-38.
  • Dino Puncuh, Il cammino della Chiesa genovese. Dalle origini ai nostri giorni, Arcidiocesi di Genova 1999.
  • Touring Club Italiano (a cura di), Liguria, col. "Guide Rosse", Editore Touring, Milano 2005, pp. 120-125 ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
  • Scheda sulla Cattedrale nel sito ufficiale dell'Arcidiocesi di Genova su chiesadigenova.it. URL consultato il 03-03-2022
  • Scheda sulla cattedrale nel sito ufficiale della Chiesa Cattolica - BeWeB Beni Ecclesiastici su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 03-03-2022
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 16 dicembre 2019 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.