Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo di Genova
Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo di Genova | |
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Teramo Danieli e Simone Caldera, Arca processionale delle ceneri di san Giovanni Battista (1438 - 1445), argento in parte dorato con sfondi in talco traslucido porpora, verde e azzurro | |
Categoria | Musei civici e diocesani |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Liguria |
Regione | Liguria |
Provincia | Genova |
Comune | Genova |
Diocesi | Arcidiocesi di Genova |
Indirizzo | Piazza San Lorenzo 16123 Genova (GE) |
Telefono | +39 010 2471831 |
Fax | +39 010 5574701 |
Posta elettronica | info@arti-e-mestieri.it tesoro@publinet.it |
Proprietà | Arcidiocesi di Genova, Comune di Genova |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | dipinti, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, bookshop, visite guidate |
Sede Museo | Palazzo Arcivescovile, locali sotterranei |
Fondatori | mons. Giuseppe Siri |
Data di fondazione | 1956 |
Il Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo di Genova ha sede in alcuni ambienti sotterranei al cortile del Palazzo Arcivescovile e venne istituito nel 1956, per volere del cardinale Giuseppe Siri con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di San Lorenzo.
Storia
Il Museo, inaugurato nel 1956, fu progettato dai celebri architetti Franco Albini (1905 – 1977) e Franca Helg (1920 – 1989), ispirandosi alle tombe a tholos micenee, ed ordinato dalla storica dell'arte Caterina Marcenaro. Esso costituisce, nel campo della museologia moderna, un vero e proprio capolavoro riconosciuto anche sul piano internazionale.
Il Museo è uno scrigno sotterraneo di grande fascino, che il rivestimento di pietra grigia di promontorio ed i diversi livelli fanno sembrare più grande di quanto non sia in realtà. Una soluzione moderna, voluta dalla committenza: il cardinale Giuseppe Siri, (a Genova, dal 1946 al 1987), che tra l'altro non volle che questo avesse un accesso dalla strada, per venire incontro alle necessità liturgiche del Duomo, poiché molti degli oggetti esposti erano ancora in uso.
Percorso espositivo ed opere
L'itinerario museale si sviluppa in tre sezioni espositive, attraverso altrettanti percorsi tematici.
- il legame fra la Cattedrale e la città;
- il culto di san Giovanni Battista;
- la storia della Cattedrale.
Sezione I - Cattedrale e la città
La sezione presenta opere e suppellettile ecclesiastica che documentano il forte legame fra il Duomo e la città. Di rilievo:
- Reliquiario, detto Sacro Catino (I secolo), di vetro verde soffiato. La tradizione più antica lo identifica come parte del bottino rinvenuto dai Crociati a Cesarea nel 1101 e portato a Genova in quanto ritenuto il Sacro Graal, ovvero il piatto utilizzato da Gesù Cristo nell'Ultima Cena per l'istituzione dell'Eucarestia e da Nicodemo per raccoglierne il sangue dopo la Crocifissione. Secondo gli scrittori spagnoli faceva invece parte del bottino di Almeria conquistata nel 1147 con l'aiuto dei genovesi; mentre per S. Antonino, arcivescovo di Firenze, sarebbe stato preso dai genovesi a Tortosa in Soria. Di certo vi è che nel XII secolo si trovava a Genova custodito nella Cattedrale, nel XIII secolo venne riprodotto da anonimi scultori nelle formelle delle porte di San Lorenzo e nel 1319 venne dato in pegno al cardinale Fieschi per il prestito da lui fatto alla Repubblica Genovese.
- Ultima Cena (IX secolo), opera di arte islamica.
- Stauroteca bizantina, detta Croce degli Zaccaria (XIV secolo), in lamina d'oro, gemme, pietre preziose e cristalli di rocca. L'opera, che custodisce due frammenti della Vera Croce, veniva un tempo utilizzata dagli arcivescovi genovesi per la benedizione del doge appena eletto, oggi per accogliere il nuovo Arcivescovo che entra in Cattedrale.
- Espositorio processionale, detto Arca processionale del Corpus Domini (1553), in argento dorato intagliato e cesellato, opera del milanese Francesco de' Rocchi, in collaborazione con diversi argentieri fiamminghi e tedeschi, e commissionata dal Magistrato dei Padri del Comune. A questi sono da attribuire:
- placchette, collocate sui fianchi della cassa con le Storie della Passione di Gesù Cristo, in argento, realizzate su disegni di Luca Cambiaso;
- figure a tutto tondo dei Profeti, delle Sibille, degli Angeli e di Gesù Cristo risorto, opera dell'argentiere veneto Agostino Groppo;
- tabernacolo, collocato sulla cima, realizzato da Desiderio Croce;
- assemblaggio delle diverse parti e figure, realizzato nel 1611 da Luca Vigne;
- espositorio eucaristico per accogliere il Sacramento, modificato successivamente con l'inserimento di una sfera che doveva sorreggere l'Ostia consacrata, realizzato nel 1705 dall'orafo Felice Porrata.
- Paliotto del Corpus Domini (1599), in argento cesellato e fuso, di Melchiorre Suez. Sull'opera sono raffigurati:
- entro nicchie, Quattro evangelisti;
- entro ovali, San Giovanni Battista, San Lorenzo e San Sebastiano.
- Paliotto della Madonna (XVIII secolo), in argento dorato sbalzato, opera di argentiere genovese.
- Statua dell'Immacolata Concezione (1747), in argento sbalzato cesellato, di Francesco Maria Schiaffino. L'opera venne offerta dai genovesi al doge Gio Francesco Brignole Sale e dai lui donata alla Cattedrale nel 1748.
- Reliquiario a statua di san Lorenzo (1828), in argento sbalzato, cesellato e fuso, opera di bottega orafa genovese, donata da monsignor De Alberti.
- Paliotto del Santissimo Sacramento (1892), in argento sbalzato e fuso, di argentiere genovese; al centro è raffigurata l'Ultima cena di Leonardo da Vinci.
Sezione II - Culto di san Giovanni Battista
Nella sezione sono conservate opere ed oggetti devozionali, legati al culto di san Giovanni Battista, tra le quali spiccano:
- Piatto di san Giovanni Battista (eseguito nel I secolo e successivamente nel XV secolo decorato con la Testa del Santo), in calcedonio, oro e smalti, eseguito da orafi dell'area egizio-palestinese mentre la decorazione è opera di artisti di Limoges. Secondo la tradizione, sarebbe stato usato per raccogliere la testa del Battista, dopo la decapitazione. L'opera venne donata alla Cattedrale da papa Innocenzo VIII - di origine genovese - il quale, a sua volta, la aveva ricevuta dal cardinale Balue, consigliere e amico del re di Francia.
- Reliquiario a cofanetto per le ceneri di san Giovanni Battista, detto Arca di Federico Barbarossa (XII secolo), in legno rivestito da lamine d’argento e pietre, di bottega orafa francese e genovese. L'opera è di forma rettangolare con coperchio a doppio spiovente decorato da motivi vegetali. I lati sono divisi in scomparti delimitati da colonnine con bassorilievi che raffigurano Scene della vita di san Giovanni Battista. Secondo la tradizione sarebbe stata donata alla Cattedrale da Federico Barbarossa nel 1178 durante la sua visita a Genova per adorare le ceneri del Santo.
- Arca processionale delle ceneri di san Giovanni Battista (1438 - 1445), in argento in parte dorato con sfondi in talco traslucido porpora, verde e azzurro, realizzata dagli orafi liguri Teramo Danieli e Simone Caldera. La cassa ha la forma di una cattedrale gotica a spioventi, sorretta agli angoli da leoni accovacciati. Sui lati, suddivisi in scomparti sono raffigurate Scene della vita di san Giovanni Battista. L’opera venne commissionata dal Doge e dal Consiglio degli Anziani allo scopo di portare in processione le ceneri del Santo patrono della città di Genova, tradizione tutt'ora seguita.
- Reliquiario a cassetta per il rito del bacio delle ceneri di san Giovanni Battista (seconda metà del XVI secolo), in argento dorato, di bottega orafa genovese. Il reliquiario a cassetta dalle forme geometriche è decorato da una cornice che presenta elementi ornamentali molto usati da pittori e scultori del Cinquecento a Roma e Firenze. L'iscrizione, sopra il coperchio, ne rivela la provenienza:
« | Nel 1576 l’arcivescovo Cipriano Pallavicini dopo aver raccolto le ceneri del Battista in una borsa di raso, le chiuse dentro questa cassetta rettangolare. » |
- Stipo per le ceneri di san Giovanni Battista (fine XVI - inizio XVII secolo), in cristallo di rocca, argento dorato, pietre e smalti, di bottega orafa fiorentina, appartenuto alla famiglia Pinceti e venduto dopo annose trattative nel 1665 al Duomo di Genova.
Sezione III - Storia della Cattedrale
La terza sezione documenta, attraverso i materiali esposti, la storia della Cattedrale, tra i quali meritano attenzione:
- Bolla di consacrazione emessa da papa Gelasio II nel 1118, con sigillo originale.
- Reliquiario a braccio di sant'Anna (XI - XII secolo), in argento dorato, opera di oreficeria bizantina.
- Reliquiario a braccio di san Giacomo (XIV secolo), in argento in parte dorato, di di oreficeria lombarda.
- Piviale di papa Gelasio II (fine XV secolo), in broccato e fili d'oro, di manifattura italiana. Secondo la tradizione venne indossato da papa Gelasio II nel 1118 per consacrare la Cattedrale di San Lorenzo, ma altre fonti lo smentiscono
- Piviale dei Doria (1555), in velluto cremisi su fondo laminato d'oro. Alcune fonti sostengono che venne eseguito su disegno di Perin del Vaga.
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