Fernando de Valdés y Salas

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Fernando de Valdés y Salas
Arcivescovo
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al secolo
battezzato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 85 anni
Nascita Salas
1483
Morte Madrid
9 dicembre 1568
Sepoltura Collegiata di Santa María la Mayor a Salas
Appartenenza
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Vestizione [[]]
Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
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Consacrazione vescovile 18 ottobre 1529 dal vescovo Francisco Mendoza
Elevazione ad Arcivescovo 27 agosto 1546 papa Paolo III
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Incarichi ricoperti
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Proclamazioni
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Fernando de Valdés y Salas (Salas, 1483; † Madrid, 9 dicembre 1568) è stato un arcivescovo spagnolo.

Cenni biografici

Nacque nel 1483 a Solis nelle Asture da Juan Fernández de Valdés-Salas e Mencía de Llano y Valdés. Studiò all'università di Salamanca dove in seguito fu professore di diritto canonico. Ebbe un figlio naturale, il cavaliere Don Juan de Osorio. Suo fratello Juan de Salas y Valdez prese parte alla conquista del Perù.

Protetto dal cardinale Francisco Jiménez de Cisneros, fu membro del Consiglio Supremo dell'Inquisizione (1516) e vescovo di Elna (1529), Orense (1530), Oviedo (1532), León (30 maggio 1536) e Sigüenza (29 ottobre 1536).

Ricoprì la presidenza della Cancelleria Reale di Valladolid e fu infine nominato arcivescovo di Siviglia (1546). Ha presieduto il Consiglio di Castiglia ed è stato Consigliere di Stato. Come inquisitore generale (1547-1566) nominato dallo stesso Filippo II diresse il famoso processo contro l'arcivescovo di Toledo Bartolomé de Carranza(ch) (1559) anche se finì per respingere il Grande Inquisitore, passando il suo processo a Roma. Nel 1561 scrisse le istruzioni al Sant'Uffizio stampate l'anno seguente. mantenne il titolo di inquisitore generale, ma in realtà Diego de Espinosa lo sostituì.

Inquisitore generale

Come capo dell'Inquisizione Generale riogranizzò la Corte Suprema e dei Tribunali Distrettuali, mettendo a capo di queste istituzioni persone di sua fiducia e mantenendo l'unità procedurale basata su lettere concordate, che si concretizzarono in una nuova Raccolta delle Istruzioni del Sant'Uffizio (1561), che furono in vigore fino alla soppressione dell'Inquisizione.

Prestò particolare attenzione all'ortodossia della dottrina e a controllare la propaganda degli eretici che fu attuata con misure contro i libri, che sfociarono nella censura delle Bibbie del 1554, e con la pubblicazione dell'Indice dei libri proibiti che furono pubblicati nel 1551 e nel 1559, l'ultimo dei quali divenne un punto di riferimento per quelli compilati in seguito, nonostante includesse importanti opere di spiritualità come le opere di Erasmo da Rotterdam, padre Luis de Granada O.P., san Giovanni d'Avila e san Francesco Borgia S.J..

Represse con veemenza i sospettati di luteranesimo scoperti a Siviglia e Valladolid nel 1558 che culminarono nell' autos-da-fé del 1559-1561, in cui circa dodici persone furono condannate al rogo. Lo stesso anno 1559 iniziò il famoso processo contro l'arcivescovo di Toledo, Bartolomé Carranza[1] O.P., accusato di alumbradismo e luteranesimo dai condannati di Valladolid. Durante le prime fasi processuali Carranza respinse l'inquisitore generale per la sua animosità personale. Nominati giudici arbitri della causa due uditori di cancelleria, essi diedero ragione al prigioniero e costrinsero Valdés a rinunciare alla causa, sebbene rimanesse inquisitore generale. Nonostante la causa fosse stata sottoposta all'inquisizione romana da papa san Pio V, con il trasferimento del prigioniero a Roma nel 1567, Carranza fu condannato per veemente sospetto di eresia nel 1576.

Nel 1566 i rapporti tra Valdés e Filippo II si deteriorarono, il re gli avrebbe chiesto di rientrare in sede a Siviglia per implementare le nuove disposizioni del concilio di Trento ma il prelato rimase a Madrid. Perse ogni influenza nell'Inquisizione spagnola quando il cardinale Diego Espinosa Arévalo, presidente del Consiglio Reale, fu nominato inquisitore coadiutore, con pieni poteri.

Morì a Madrid il 9 dicembre 1568, la salma fu traslata a Salas e sepolta nella collegiata di Santa María la Mayor, edificata per volere dei suoi genitori, in una bella tomba di alabastro realizzata tra il 1576 e il 1582 dallo scultore manierista Pompeo Leoni.

Mecenatismo

Fernando de Valdés promosse la cultura mediante numerose fondazioni. A Salamanca fondò il Collegio di San Pelagio e nella sua patria, le Asturie, diede impulso alla fondazione dell'università di Oviedo, per la cui costruzione destinò un cospicuo lascito nel suo testamento (tuttavia per questa ci vollero ben quarant'anni prima che potesse divenire realtà, iniziando la sua attività solo nel 1608); contribuì all'erezione di numerosi edifici culturali e assistenziali (Città di Salas, Palazzo Valdés-Salas, Collegiata di Santa Maria Maggiore, ove fu traslata la sua salma; gli ultimi due sono stati dichiarati Monumento nazionale).

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Elne Successore: BishopCoA PioM.svg
Guillermo Valdenese (Ch) 24 maggio 1529 - 12 gennaio 1530 Girolamo Doria (Amministratore apostolico) I
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Guillermo Valdenese (Ch) {{{data}}} Girolamo Doria (Amministratore apostolico)
Predecessore: Vescovo di Orense Successore: BishopCoA PioM.svg
Orlando Carretto della Rovere 12 gennaio 1530 - 1º luglio 1532 Rodrigo Mendoza Manrique I
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Orlando Carretto della Rovere {{{data}}} Rodrigo Mendoza Manrique
Predecessore: Vescovo di Oviedo Successore: BishopCoA PioM.svg
Diego Acuña(Ch) 1º luglio 1532 - 30 maggio 1539 Martín Tristán Calvete (Ch) I
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Diego Acuña(Ch) {{{data}}} Martín Tristán Calvete (Ch)
Predecessore: Vescovo di León Successore: BishopCoA PioM.svg
Pedro Álvarez de Acosta (Ch) 30 maggio - 29 ottobre 1539 Sebastián Ramírez de Arellano (Ch) I
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Pedro Álvarez de Acosta (Ch) {{{data}}} Sebastián Ramírez de Arellano (Ch)
Predecessore: Vescovo di Sigüenza Successore: BishopCoA PioM.svg
Juan García Loaysa, O.P. 29 ottobre 1539 - 27 agosto 1546 Fernando Niño de Guevara (Ch)
(amministratore apostolico)
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Juan García Loaysa, O.P. {{{data}}} Fernando Niño de Guevara (Ch)
(amministratore apostolico)
Predecessore: Arcivescovo di Siviglia Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Juan García Loaysa, O.P. 27 agosto 15469 dicembre 1566 Gaspar Zúñiga Avellaneda I
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Juan García Loaysa, O.P. {{{data}}} Gaspar Zúñiga Avellaneda
Predecessore: Inquisitore generale di Spagna Successore: Inquisición española.svg
Juan García Loaysa, O.P. 20 gennaio 1547 - 9 dicembre 1566 Diego Espinosa Arévalo I
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Juan García Loaysa, O.P. {{{data}}} Diego Espinosa Arévalo
Note
  1. (ES) José Ignacio Tellechea Idígoras, Bartolomé Carranza de Miranda su dbe.rah.es. URL consultato il 30-12-2022
Bibliografia