Egidio Albornoz
Egidio Albornoz Cardinale | |
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Il Card. Gil Albornoz, da una miniatura del Registrum recognitionis et iuramenti fidelitatis civitatum ad Innocentium VI | |
Età alla morte | circa 57 anni |
Nascita | Carrascosa del Campo (Cuenca) 1310 ca. |
Morte | Buonriposo (Viterbo) 24 agosto 1367 |
Sepoltura |
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Nominato arcivescovo | dal Capitolo della cattedrale di Toledo, confermato da Papa Benedetto XII il 13 maggio 1338 |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni |
Creato Cardinale |
17 dicembre 1350 da Clemente VI (vedi) |
Cardinale per | 16 anni, 8 mesi e 7 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Egidio Albornoz (Gil Álvarez Carrillo de Albornoz) (Carrascosa del Campo (Cuenca), 1310 ca.; † Buonriposo (Viterbo), 24 agosto 1367) è stato un cardinale spagnolo.
Biografia
Di nobile casato, frequentò la corte di Castiglia, come membro del Consiglio reale. Nel 1338 fu nominato arcivescovo di Toledo, primate di Spagna e cancelliere del re. L'anno seguente tenne un sinodo locale ha cui presero parte se vescovi suffraganei. La sua fama di diplomatico e di politico era pari a quella di guerriero, abilità ed esperienze maturate quando, dal 1340 al '50, aveva servito la Chiesa ed il re Alfonso XI come legato pontificio sui campi di battaglia castigliani nella reconquista cristiana contro i Mori, specialmente a Rio Salado (1340) e nell'assedio di Algesiras (1344).
Cardinalato
Ad Avignone nel 1350 fu nominato cardinale da Clemente VI e capo della Penitenzieria Apostolica. Morto il papa il 6 dicembre 1352, il suo successore Innocenzo VI - che del giovane Albornoz era stato maestro di studi giuridici nello Studio di Tolosa - si pose come obbiettivo politico il ritorno a Roma della Curia. Era però necessario restaurare l'autorità papale nei territori pontifici. Gli anni della cosiddetta "prigionia avignonese", tra il 1305 e il 1377, avevano incoraggiato l'affermazione di piccoli potentati locali, minando alle fondamenta la solidità dello Stato della Chiesa. Nel giugno del 1353 il papa Innocenzo VI lo nominò legato in Italia e vicario generale nei dominî della Chiesa, con l'incarico di riorganizzare lo Stato allora in piena dissoluzione.
Recupero degli Stati della Chiesa
Albornoz legò la sua fama in modo particolare alla pacificazione e alla riorganizzazione politico-amministrativa degli Stati della Chiesa, in preparazione del ritorno dei pontefici da Avignone a Roma, dove, dopo la fuga di Cola di Rienzo (1353), si era impadronito della città Francesco Baroncelli, che vi comandava con sistemi dittatoriali, mentre negli Stati pontifici si erano installati al potere dei tirannelli, che in pratica si erano resi indipendenti dall'autorità pontificia.
Il compito di Albornoz era particolarmente difficile, ma non impari alle sue forze: si guadagnò dapprima la neutralità dei governi di Milano e della Toscana per essere sicuro alle spalle e poi riportò all'obbedienza al governo pontificio l'Umbria e il Lazio, facendo leva sulle mutue gelosie dei signorotti che vi spadroneggiavano, in particolare Giovanni da Vico in Umbria e Tuscia.La Curia non sempre approvava la sua illuminata moderazione e la sua politica di concessioni nei confronti dei signorotti locali.
Quindi richiamò a Roma Cola di Rienzo, nominandolo senatore a vita, ma gli errori del tribuno furono causa della sua morte (1354) e Albornoz trovò così il campo sgombro alla sua opera. Albornoz si rivolse verso il Ducato di Spoleto[1], poi verso la Marca anconetana e infine raggiunse la Romagna. Vi sconfisse Malatesta a Rimini, Francesco Ordelaffi a Cesena e Giovanni Manfredi a Faenza. L'anno seguente (1358) fece rientrare le ribellioni degli Ordelaffi a Forlì e ridusse all'obbedienza Spoleto e Perugia. Nel 1363 fu sottomessa anche Bologna.
La promulgazione delle Costituzioni egidiane
Nel 1357 promulgò le cosiddette Costituzioni egidiane, più propriamente dette Liber Constitutionum Sanctae Matris Ecclesiae. Un corpus di disposizioni - legislative, amministrative, giudiziarie - funzionale dapprima alla sola Marca anconetana, ma in seguito proposto per tutto lo Stato Pontificio che durò fino ai primi dell'Ottocento. La sua azione politica e militare veniva sempre accompagnata da un'ampia documentazione, attraverso atti redatti da notai, che attestavano solennemente la sottomissione dei poteri comunali e dell'aristocrazia locale all'autorità pontificia.
Per intrighi della Curia venne sostituito, nella carica di legato e vicario generale da Androino de la Roche, per cui tornò per breve tempo ad Avignone (ottobre 1357-settembre 1358). Reintegrato nella carica di legato in Italia per gli insuccessi di Androino e tornato in Italia nell'ottobre del 1358, sottomise gli Ordelaffi e occupò, con abile manovra militare, Bologna difendendola poi contro i Visconti di Milano. Con l'elezione a papa di Urbano V (settembre 1362), che scese a patti con i Visconti, affidando di nuovo le trattative ad Androino de la Roche, l'Albornoz vide sconfessata la sua linea politica.
La mediazione per il ritorno dei papi a Roma
Durante la seconda legazione in Italia (1358-1367) gli fu fedele collaboratore il nipote, Gomez de Albornoz (+ Anagni 1377)[2]
Il ritorno a Roma di Urbano V nel 1367 fu dovuto solo all'abile opera politico-militare di Albornoz. Morì ancora nel pieno della sua azione a servizio della Santa Sede a Viterbo[3] Fondò a Bologna, il Collegio di Spagna uno dei più antichi Collegi universitari per gli studi giuridici, da lui riccamente dotato per testamento.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo di Toledo | Successore: | |
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Jimeno de Luna | 13 maggio 1338 - 17 dicembre 1350 | Gonzalo de Aguilar |
Predecessore: | Abate ordinario di Alcalá la Real | Successore: | |
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primo abate | 1341 - 1364 | Antón Sánchez |
Predecessore: | Penitenziere maggiore | Successore: | |
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Etienne Aubert | dicembre 1352 - dicembre 1356 | Francesco degli Atti | I |
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Francesco degli Atti | 18 novembre 1357 - ottobre 1358 | Guillaume Bragose | II |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Clemente | Successore: | |
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Pierre Bertrand seniore | 17 dicembre 1350 - dicembre 1356 | Guillaume de la Jugée |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Sabina | Successore: | |
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Bertrand de Déaulx | dicembre 1356 - 24 agosto 1367 | Guglielmo d'Aigrefeuille il Vecchio |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
- Vescovi di Toledo
- Abati di Alcalá la Real
- Cardinali presbiteri di San Clemente
- Cardinali vescovi di Sabina-Poggio Mirteto
- Vescovi spagnoli
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