Ludovico Zacconi

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Ludovico Zacconi, O.S.A.
Presbitero
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al secolo Giulio Cesare
battezzato
ERRORE in "fase canonizz"
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2 - Prattica di musica, vol, 1, title page.jpg

La pagina iniziale della Prattica di musica
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 71 anni
Nascita Pesaro
11 giugno 1555
Morte Fiorenzuola di Focara
23 marzo 1627
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Vestizione Pesaro, 25 agosto 1568
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale Pesaro, 16 maggio 1575
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a Cardinale
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
Durata del
pontificato
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore {{{predecessore}}}
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerato da {{{venerato da}}}
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
Ricorrenza [[{{{ricorrenza}}}]]
Altre ricorrenze
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Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
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Successore
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Onorificenze
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Altri titoli
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Consorte

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Figli
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Collegamenti esterni
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Storico di apprezzato valore, versato nelle dottrine ecclesiastiche, predicatore di bella fama, scienziato e meccanico, astrologo reputato, musicista insigne, buon cantore e sonatore, letterato e poeta, come appare anche dal semplice elenco delle sue opere
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(Francesco Vatielli, Un musicista pesarese nel secolo XVI - Ludovico Zacconi)

Ludovico Zacconi, al secolo Giulio Cesare (Pesaro, 11 giugno 1555; † Fiorenzuola di Focara, 23 marzo 1627) è stato un presbitero, compositore e teorico di musica sacra, frate agostiniano italiano. Personaggio eclettico e studioso di vasta cultura teorico-musicale, era conosciuto al tempo ben oltre i confini nazionali ed attualmente è oggetto di approfonditi studi.

Notizie biografiche

Nacque a Pesaro[1]; i genitori Matteo e Margherita al momento del Battesimo gli imposero il nome di Giulio Cesare. Morirono entrambi quando ancora era molto piccolo, e il nonno paterno[2], che lo allevò benignamente, all'età di otto anni lo inviò a Roma dallo zio Francesco; questi era capo cuoco nella casa del cardinale Giovanni Antonio Serbelloni, e per un anno e mezzo il giovinetto rimase al suo servizio come paggio.

Nel frattempo frequentava la chiesa di Sant'Agostino, dove maturò la decisione di abbracciare la vita monastica.

Invano i parenti tentarono di ostacolarlo nella sua vocazione: rimandato a Pesaro, appena entrato nel tredicesimo anno di età, e cioè il 25 agosto 1568, prese dal Priore Lorenzo Brunori l'abito ecclesiastico nel Convento agostiniano di Pesaro mutando il nome in Ludovico.

Sin dalla sua entrata nel noviziato intraprese gli studi musicali, specialmente del canto gregoriano; si applicò ai doveri della vita da lui scelta, diventando nel 1573 suddiacono; nel frattempo, grazie all'interessamento anche economico di padre Francesco Fossa da Fossombrone studiò l'organo e intraprese l'attività di organista[3].

Gli studi comprendevano anche la grammatica e la matematica, sotto l'insegnamento del Priore Paolo Luchini[4], che fu poi nominato Priore Generale dell'Ordine.

Ricevette l'ordinazione sacerdotale il 16 maggio 1575, dopo di che si spostò al convento di Matelica[5], poi nel 1576 fu a San Severino Marche[6], dove si perfezionò nel canto; quindi nel 1577 si trasferì ad Ancona presso l'Eremo di Capodimonte[7], dove la sua crescente abilità nel campo musicale lo portò a gareggiare col Priore Guglielmo Intrico nei madrigali e dove imparò a suonare clavicembalo, liuto e viola da gamba; fino a quando per interessamento del cardinal Serbelloni fu infine inviato per sei anni a Venezia presso il convento agostiniano di Santo Stefano.

Qui egli continuò saltuariamente gli studi letterari e soprattutto si dedicò alla musica, mantenendosi suonando e cantando da tenore nel coro del convento[8], dove lo soprannominarono il Pesarino. Nel frattempo continuò il perfezionamento pratico, imparò ad applicare le gorgie e gli altri abbellimenti vocali e fu finalmente accettato come studente di composizione e di contrappunto da Andrea Gabrieli. Fu in questi anni che iniziò la raccolta paziente del molto materiale suo e di altri musicisti, abitudine che egli coltivò per tutta la vita. Strinse anche una fraterna amicizia con il beato Giovanni di Monte Cassio; conobbe Gioseffo Zarlino e divenne amico dell'agostiniano Tiburzio Massaino.

Nel 1583 Zacconi riprese i suoi studi letterari trascurati a Pavia fino alla promozione al cursorato; finalmente liberato dagli studi dedicò se stesso interamente alla musica. Iniziò a studiare il contrappunto improvvisato, ma, non soddisfatto, continuò questa disciplina a Mantova con padre Ippolito Baccusi, che in quel momento era maestro di cappella della cattedrale.

I grandi progressi fatti sotto la guida del maestro agostiniano lo convinsero a sostenere l'esame per cantore della cappella nella Basilica di San Marco a Venezia; lo superò, ma non prese mai servizio[9].

Grazie al titolo conseguito a Pavia, divenne per diversi mesi predicatore a Boara Polesine fino al 10 luglio 1585, quando si recò a Graz dove il successivo 20 luglio fu assunto come tenore alla corte dell'arciduca d'Austria Carlo[10]. L'arciduca lo tenne in grande considerazione: in almeno due occasioni lo condusse con sè a Baden; e poiché a Graz non c'era un convento agostiniano, Zacconi chiese ed ottenne dal principe, oltre a una rendita, una chiesa con casa annessa, dove fondò un monastero nel quale egli potè mantenere la regola della vita cenobitica. Frequentò inoltre ancora lo studio delle materie teologiche presso i Gesuiti.

Cinque anni più tardi (1590), morto Carlo, fu sciolta la Cappella dei cantori, ed egli insieme agli altri fu licenziato. Costretto a ritirarsi, con l'appoggio dell'arciduchessa Massimiliana Maria di Wittelsbach[11], grande appassionata di musica, si trasferì a Monaco di Baviera, dove visse alla corte del duca Guglielmo V[12], come cantore e scrittore di musica nella cappella diretta da Orlando di Lasso. Nel 1592 tornò per qualche mese a Venezia ove, mentre esercitava il ruolo di maestro di cappella nel convento di Santo Stefano, realizzò il 1° ottobre la stampa della prima parte della sua opera principale, intitolata Prattica di musica, dedicata a Guglielmo V.

Tornò a Monaco, ma, stanco della vita di corte, non benevola verso di lui, nel 1596 si congedò e rientrò in Italia, ma iniziò per lui un periodo ancor più movimentato: con l'incarico di lettore e predicatore si recò presso i conventi di Fossombrone[13] e di Genova[14]; nel 1600 fu nominato per due anni Vicario generale del Cenobio di Creta, dove si trasferì per ricoprire il ruolo di vicario dei conventi agostiniani nell'isola; tornato in Italia nel 1602, fu rinnovato lettore e predicatore del convento veronese; nel 1603 era conventuale nell'Eremo di san Nicola in Valmanente.

Nell'anno 1610 fu eletto Priore di Pesaro, dove scrisse il commentario: Relationi repertoriali del Convento di S. Agostino di Pesaro con quelle anco di S. Nicola di Valmanente.

Non si mosse più da Pesaro, tranne alcuni viaggi a Venezia ove il 4 ottobre del 1622 pubblicò con l'editore Vincenti Veteris agnosco vestigia flammae, cioè la seconda parte della Prattica di Musica, che dedicò alla granduchessa di Toscana Maddalena d'Austria.

Morì di un colpo apoplettico mentre stava predicando dal pulpito a Fiorenzola di Focara, nella contea di Pesaro.

Le opere

Prattica di musica, vol. I - illustrazione, pag. 15

La figura di Ludovico Zacconi è complessa, e fino ad oggi solo in parte esplorata.

La sua formazione culturale non fu eccezionale: nella sua stessa autobiografia, stilata nel 1625[15] egli si descrisse come pittore, musicista, e poeta; da quest'opera apprendiamo anche che non conosceva il greco e aveva difficoltà col latino. Lo studio delle lettere fu da lui avviato e interrotto a più riprese, e anche la formazione musicale non fu organica, e per questo fu criticato da Zarlino.

Nel contempo, la sua vita a cavallo fra la fine del Rinascimento e l'inizio del Barocco lo condusse in diversi monasteri agostiniani e presso i Gesuiti, a Venezia e alle corti austriache e perfino a Creta.

Fu così che la sua produzione di scritti comprese:

  • opere strettamente musicali, come canoni, risoluzione di canoni altrui, ricercari;
  • trattati in materia musicale, fra cui la Prattica di Musica di cui infra;
  • scritti inerenti la sua attività di religioso: sermoni, commenti biblici, opere teologiche e devozionali, un trattato sulle indulgenze;
  • opere legate alle sue cariche nell'Ordine agostiniano;
  • poesie;
  • proverbi;
  • un trattato di astrologia.

In particolare quest'ultimo non deve stupire in quanto Zacconi, uomo devotissimo e ligio alla Chiesa Romana, si mosse certamente in ambienti dove si stava diffondendo la filosofia ermetica, che legava la musica all'astronomia e all'astrologia[16], e che aveva quel gusto per le combinazioni criptate e gli enigmi di cui troviamo evidenti tracce nella stessa Prattica di musica, specialmente in certi disegni illustrativi opera dell'autore stesso, e che alcuni critici di oggi chiamano i geroglifici musicali di padre Zacconi[17].

Prattica di musica

L'opera principale di Zacconi è un trattato, come dice il titolo, destinato ai compositori ma soprattutto agli esecutori di musica, principalmente ai cantori; per questo si tratta di un'opera assai preziosa. Fu pubblicata a Venezia in due volumi, il primo nel 1592 e il secondo nel 1622.

Il volume I è diviso in quattro libri:

  1. libro 1, che percorre la storia della musica, e che include descrizioni di abbellimenti che Zacconi riteneva indispensabili per l'esecuzione di musica scritta dopo il tempo di Josquin Desprez: fra le altre, l'accento nella nota di passaggio, la rottura di una nota e l'elaborata Gorgia;
  2. libro 2, che tratta di modus, tempus e prolazione; tratta ampiamente e risolve i problemi di segni temporali in conflitto nella messa di Palestrina intitolata L'homme armé (1570);
  3. libro 3, ove l'autore trattò delle proporzioni[18];
  4. libro 4, ove Zacconi discusse, come conclusione alla considerazione dei 12 modi, una pregevole classificazione degli strumenti musicali; in sottintesa ma evidente polemica con l'opera di Zarlino I Sopplimenti Musicali (1588), Zacconi aggiunse una nuova classificazione per fasce, che fu successivamente accolta come principio cardinale di classificazione da Michael Praetorius nel Syntagma Musicum (1618) e da Pietro Cerone nel libro 21 del suo Melopeo y maestro (1613).

Il tema principale del volume II (1622) è il contrappunto improvvisato ed è anch'esso suddiviso in quattro libri: nel libro 1 Zacconi riesaminò gli argomenti già discussi nel volume I; i restanti tre libri introducono i cantanti ai numerosi dispositivi del contrappunto improvvisato. Egli distinse due tipi fondamentali di contrappunto improvvisato: quello eseguito nelle chiese da molti cantanti contemporaneamente sopra al canto gregoriano nella voce più bassa (tenor), e quello del singolo esecutore nel canone sopra un cantus firmus.

In ogni caso emerge come l'opinione di Zacconi e di tutti i musicisti di quel periodo si fondasse in questo: qualunque cantore era tenuto non solo a studiare le melodie scritte ma anche ad imparare le tecniche di improvvisazione, attraverso figure codificate dette abbellimenti. Zacconi classificò le figure in cinque specie e le arricchì con moltissimi esempi, propri e di altri musicisti come Girolamo Diruta, Giovanni Maria Artusi, Scipione Cerreto[19], Adriano Banchieri, Orazio Tigrini, Gioseffo Zarlino.

L'opera fu scritta in volgare, e non in latino come la consuetudine aulica avrebbe voluto: questa fu una scelta precisa di Zacconi, che a dispetto dei suoi mecenati volle comporre un'opera divulgativa, leggibile da chiunque fosse interessato alla pratica della musica:

« Dico: di non essermi mosso a compor quest'opera; se non per dar lume; e aiutar quei volenterosi gioveni, che pratticando la Musica, e in cantarla ne pigliano gran gusto, e piacere, bramano di scolari, diventar perfetti e compositori. E perche questo non si sa se non per via di contrapunto sodo, e buono, m'apparecchio qui per via d'esso d'aprirne molte singolari, e industriose vie, vedendo che fin qui molti Musici più ch'eccellenti morendo, quel tanto che di raro sapeano, più tosto si son voluto portarlo in sepoltura, che lasciarlo in scrittura ad ogn'uno che l'havesse voluto havere. Et i vivi ch'ancor frà di noi dimorano, altresì tenendosi in ciò il meglio in saccoccia per ancor loro forsi far il simile, se ne servano solamente in alcune occasioni, senza che la communanza de scolari n'habbino punto a partecipare. »
(Ludovico Zacconi, Prattica di Musica, parte II, pag. 5)

Il testo presenta alcuni limiti, sia nella forma, completa ed esaustiva ai limiti della pedanteria, sia in alcuni contenuti (ad esempio nella ricostruzione della origine del diesis). Ma nonostante queste carenze la Prattica di musica è un trattato eccellente e completo sulle norme della polifonia rinascimentale per i cantori delle cappelle musicali, e offre informazioni importanti, spesso uniche, circa le modalità ed il gusto dell'esecuzione musicale nel XVI secolo, avendo come riferimento lo stile alla Palestrina: non vi si trova infatti alcun accenno al nascente Barocco (a dispetto degli studi musicali condotti alla scuola di Andrea Gabrieli).

Zacconi è quindi fondamentale per capire tutto il terreno della musica praticata alla fine del XVI secolo, e soprattutto la tecnica usata dai cantori dell'epoca, tecnica probabilmente molto diversa dalla nostra, e il vero significato dei molti abbellimenti che dilagarono poi nel barocco. Le variazioni musicali infatti non avevano solo uno scopo ornamentale, ma anche un significato più profondo e spirituale che oggi noi non sappiamo più cogliere.

L'opera è poi piena di curiosità: la più evidente sono i disegni, a volte veri e propri geroglifici di sapore esoterico, tutti di mano dello Zacconi a illustrazione dello scritto.

Un'altra particolarità: si deve a Zacconi e alla sua alla Prattica di Musica l'adozione della parola SI per indicare la settima nota della scala musicale: il nome è l'acronimo delle due lettere iniziali delle parole Sancte Johannes, il verso adonio che conclude la prima strofa dell'inno di San Giovanni[20].

Infine, egli introdusse fra gli strumenti da lui trattati anche il violino, che era appena stato inventato e fino ad allora veniva usato solo per le musiche da balletto[21].

Altre opere

Prattica di musica, vol. I - illustrazione, pag. 143a
Prattica di musica, vol. I - illustrazione, pag. 143b
Prattica di musica, vol. I - illustrazione, pag. 144
Prattica di musica, vol. I - illustrazione, pag. 145
Prattica di musica, vol. I - illustrazione, pag. 146

Come già accennato, Zacconi compose moltissime opere di varia natura. Ne possediamo un elenco di 67 titoli dal Perini[22], il quale a sua volta fa riferimento come fonti alla autobiografia dello Zacconi e al catalogo di P. Mag. Fr. Pietro Nicola Mazza, Priore di Pesaro, compiuto nell'anno 1749 il 10 maggio.

L'elenco del Perini è il seguente:

  1. Vita con le cose avvenute al P. Bacc. Lodovico Zacconi da Pesaro dell'Ord. erem. di S. Agostino - Nota del Perini: Constat hoc opus 127 capitulis cum operum accurato regesto.
  2. Prattica di musica divisa in quattro libri. Venezia 1592. Appresso Bartolomeo Carampolli, edito in Venetia 1596 in fol.
  3. Prattica di musica, seconda parte. Venezia. Appresso Iacomo Vincenti. 1622.
  4. Compendio delle vite di tutti i santi. Venezia. Appresso Sebastiano Combi, 1612.
  5. Il verdeggiante e fiorito prato di varii esempi ecc. Venezia. Appresso Sebastiano Combi, 1615.
  6. Istruzione dei Sacerdoti dell'Ill.mo Card. Toleto. Da Marco Manzonio Padovano ridotta in compendio e dal P. Fr. Ludovico Zacconi tradotta in volgare con l'aggiunta de doi sacramenti che vi mancano, cioè dell'estrema unzione et ordine, con licenza dei Superiori e privilegio. In Venezia. Presso Sebastiano Combi, 1618.
  7. La vita e miracoli del glorioso P. San Nicola da Tolentino dell'Ordine erem. di S. Agostino. In Pesaro per Flaminio Concordia, 1623.
  8. Pronostici perpetui con l'astrologiche ricchezze di natura. Rimini. Appresso Giovanni Simbeni, 1623.
  9. Cronica dell'Agostiniana Religione. Pesaro per Fabio Concordia, 1626.
  10. Scuola dei mortali - Nota del Perini: Huius operis autographum asservatur in bibliotheca Oliveriana Pisauri, Mss. N. 545.
  11. Il memorial historico del R. P. Lodovico Zacconi. - Nota del Perini: Duobus libris digestum et ordine alphabetico. Autographum in Oliveriana. Mss. N. 546-547.
  12. I Sacri tempii di Maria Vergine. Nota del Perini: Oliveriana. Mss. N. 553.
  13. Le sacre immagini di Gesù Cristo Crocifisso. Nota del Perini: Oliveriana. Mss. 556.
  14. La vita e miracoli del glorioso B. P. Frat'Antonio dalla Mandola della Marca Anconitana dell'ord. erem. di S. Agostino. Nota del Perini: Hoc opus deperiisse testatur Zacconius ipse in laudato suorum operum regesto.
  15. La Cintura di Santa Monica con l'indulgenze concesse da N. S. Papa Paolo V ai Cinturati. Nota del Perini: Oliveriana. Mss. 554.
  16. Dugento casi avvenuti et accaduti nei primi tempi.ìì Nota del Perini: Desideratur.
  17. Canoni musicali. Nota del Perini: Oliveriana. Mss. N. 559, autographum. Hoc opus commentario prosecutus fuit Pisaurensis Franciscus Vatielli in opusculo cui titulus: "Canoni musicali" di Ludovico Zacconi. Pesaro Nobili. 1905.
  18. Le regole di canto fermo. Nota del Perini: Exciderunt.
  19. Recercarii di sonar in organo. Nota del Perini: Desideratur.
  20. Il Diversorio Celeste. Nota del Perini: Oliveriana, Mss. 564.
  21. Il Pomario Cristiano. Nota del Perini: Autographum in Oliv. Mss. N. 558.
  22. Il Diporto dell'estate. Nota del Perini: Autographum in Oliv. Mss. N. 557.
  23. Protoplaustro Girosolimitano unico e singolare, col quale i fedeli cristiani passano dalla Chiesa terrena e militante alla celeste e trionfante. Diviso e compartito in due parti per maggior comodità d'ogni persona, composto e fatto dal P. Bacc. L. Zacconi ecc. tra sacri Teologi minimo professore. - Nota del Perini: Hoc opus deperiit.
  24. L'humane astuzie. - Nota del Perini: Oliveriana Mss. N. 564.
  25. L'Archivio regale e Prontuario signorile. - Nota del Perini: Oliveriana Mss. Num. 361. Huius operis, in quatuor partes digesti, duo tantum supersunt.
  26. Cronica molt'ampla et universale. - Nota del Perini: Oliveriana Mss. N. 549.
  27. La Drogheria historiale. - Nota del Perini: Oliveriana Mss. N. 564.
  28. Il Pianto di David Profeta nei suoi sette salmi. - Nota del Perini: Excidit.
  29. Lavacro di coscienza col vero modo di confessarsi bene. - Nota del Perini: Autographum apud Oliv. Mss. N. 566.
  30. Trattato dell'Indulgenze. - Nota del Perini: Autographum apud Oliv. Mss. N. 536.
  31. L'horticello dei confessori diviso e distinto in doi libri. - Nota del Perini: Hoc opus deest in Oliveriana Bibliotheca.
  32. Rime e Poesie in ogni genere. - Nota del Perini: Desiderantur.
  33. 33. Lettere in ogni genere. - Nota del Perini: Depenierunt.
  34. Officina medicinale. - Nota del Perini: Deest.
  35. Le Gioie de' Principi. - Nota del Perini: Oliveriana Mss. N. 560.
  36. Il consorzio peregrino fatto in dialogo. - Nota del Perini: Deest.
  37. Manual Concionatorio. - Nota del Perini: Autographum in Oliv. Mss. N. 555.
  38. La tesoreria concionatonia. - Nota del Perini: Desideratur.
  39. Li proverbi italiani. - Nota del Perini: Desunt.
  40. Il campo delle miserie umane. - Nota del Perini: Oliv. Mss. N. 550-51.
  41. Risoluzioni e partiture di canto. - Nota del Perini: Perierunt.
  42. Partiture e risoluzioni di canto contrappunti di D. Ferdinando de los Infantes Hispano. - Nota del Perini: Desunt.
  43. Lo Scrigno musicale.
  44. Sommario e raccolta dei più principali e necessari privilegii, grazie ed immunità dell'alma nostra Agostiniana Religione. - Nota del Perini: Periit.
  45. Il memorial della plebe. - Nota del Perini: Oliveriana Mss. 552.
  46. Orditura cronacale, ossia Storia di Pesaro. - Nota del Perini: Oliveriana Mss. 322-323.
  47. Viaggi di Gerusalemme e di S. Iacopo di Galizia. - Nota del Perini: Oliv. Mss. N. 526.
  48. L'astrologiche ricchezze di natura. - Nota del Perini: Oliveriana. 364. NB. Usque hactenus pervenit recensio iuxta regestum auctoris, hic prosequitur recensio peracta a P. Mag. Fr. Petro Nicolao Mazza 10 Maii 1749.
  49. L'arca esemplare de' Predicatori. - Nota del Perini: Opus imperfectum quod pervenit ordine alphabetico ad litt. C. et ad verbum Castità. Asservatur in Oliveriana Mss. N. 564.
  50. Le devozioni insigni della Agostiniana Religione. - Nota del Perini: Oliveriana Mss. N. 564 e N. 571.
  51. Della Croce Santa di N. Signore. - Nota del Perini: Opus imperfectum. Deperiit.
  52. I Sacri Tempii di Maria Vergine. Seconda parte. - Nota del Perini: Opus imperfectum, quod modo desideratur.
  53. De restitutione simplex, brevis et utilis tractatus. - Nota del Perini: Periit.
  54. Expositio in Psalmum CXLII. Ianuae 1598. - Nota del Perini: Oliveriana. Mss. 523.
  55. L' Agostiniane glorie. - Nota del Perini: Oliveriana. Mss. 548.
  56. Axiomata, idest Sententiae notiores ex novo veterique testamento excerptae, ordine alphabetico dispositae tribus libris distinctae. - Nota del Perini: Superest liber primus, qui asservatur in Oliveriana Mss. N. 545.
  57. Lilium theologicum alphabetico ordine diversas continens materias ad exornandos sermones. Prima Pars. Ianuae a. D. 1600. Secunda Pars, a. D. 1600. - Nota del Perini: Ianuae. Autographum in Oliveriana Mss. N. 569.
  58. Arca Clericalis. Vol. 1.
  59. Thronus exemplorum, alphabetico ordine dispositus. - Nota del Perini: Vol. I, autographum.
  60. Conciones quadragesimales. - Nota del Perini: Vol. I, autographum.
  61. Origine della città di Pesaro e suo progresso. - Nota del Perini: Mss. Oliveriana N. 223, di ff. 410.
  62. Nozze e venuta in Pesaro della Signora Lucrezia d'Este, prima moglie di Francesco Maria II (sesto ed ultimo duca d'Urbino).
  63. Epilogo e raccolta delle nozze del Sig. Costanzo Sforza con Camilla d'Aragona.
  64. Lettere a Camillo Giordani. - Nota del Perini: Oliveriana N. 421.
  65. Relazioni repertoriali del Convento di S. Agostino di Pesaro con quelle anco di San Nicola di Valmanente. - Nota del Perini: Oliveriana. N. 436.
  66. Relazione della fondazione del Convento di S. Agostino di Pesaro nel 1282 e del Convento di San Nicola di Valmanente con altre notitie. - Nota del Perini: Oliveriana N. 602.
  67. Memorie sopra due Madonne, cioè di S. Marco (che è quella dei Servi) e della Scala (che è quella del Porto). - Nota del Perini: Oliveriana Mss. N. 386. Consulendus Franciscus Vatielli, Un Musicista Pesarese nel sec. XVI, Pesaro. Nobili 1904, e I Canoni Musicali di Ludovico Zacconi, Pesaro. Nobili 1905. Haec ad verbum accepimus, a P. F. N. C. ex Analectis Augustinianis, Vol. III, p. 453.

A noi sono giunti in folio:

  • vari esemplari della Prattica di Musica, di cui è stata pubblicata anche una ristampa anastatica;
  • la Vita con le cose avvenute al p. bacc(ellie)re fra Lodovico Zacconi da Pesaro conservata in manoscritto a Bologna nel Museo internazionale e Biblioteca della musica e ristampato in edizione anastatica;
  • il Compendio delle vite di tutti i santi;
  • Il verdeggiante e fiorito prato di varii esempi;
  • i Pronostici perpetui con l'astrologiche ricchezze di natura;
  • la Istruzione dei Sacerdoti dell'Ill.mo Card. Toleto. Da Marco Manzonio Padovano ridotta in compendio e dal P. Fr. Ludovico Zacconi tradotta in volgare con l'aggiunta de doi sacramenti che vi mancano, cioè dell'estrema unzione et ordine..
Note
  1. A Venezia secondo Waldo Selden Pratt, op.cit.
  2. Così dice David Perini, op.cit.; altri indicano invece uno zio Orazio
  3. Notizia negata da Gerhard Singer, op.cit.
  4. Anche questa circostanza è contestata da Gerhard Singer, op.cit., il quale sostiene che Zacconi non ha mai citato i nomi dei suoi insegnanti di musica, e che un Padre Paolo, identificato da Vatielli come Paolo Luchini, è menzionato nella autobiografia solo una volta: anzi, dopo il noviziato di Zacconi Luchini di rabbia lo escluse dal provare uno dei suoi falsobordoni perché non poteva cantare la parte; non vi sarebbe quindi alcuna prova che Luchini fosse l'insegnante di Zacconi.
  5. Il convento agostiniano di Matelica fu attivo tra il 1378 e il 1866
  6. Il convento agostiniano di San Severino Marche fu attivo tra il 1252 e il 1866
  7. L'Eremo di Capodimonte, intitolato a Sant'Agostino, fu attivo fra il 1300 e il 1866
  8. Diretto da Ippolito Baccusi secondo Gerhard Singer, op.cit.
  9. La vicenda non è affatto chiara; David Perini, op.cit., in proposito riporta "... perrexit Venetias animo se dandi S. Marci Capellae, quae tunc temporis maxime florebat. Rebus adversis fractus et non flexus, post innumera discrimina, Lectoris gradu insignitus, perrexit Graecium Graiacum ...".
  10. Carlo II (Vienna 3 giugno 1540 – Graz 10 luglio 1590), arciduca, della dinastia degli Asburgo, governò sull'Austria Interna dal 1564 alla morte. Cattolico, promosse la Controriforma, favorendo l'insediamento dei Gesuiti in Austria.
  11. Massimiliana Maria di Wittelsbach (Monaco di Baviera 4 luglio 1552 – Monaco di Baviera 11 Luglio 1614, principessa di Baviera, non si sposò e visse a Monaco, presso la corte del fratello Guglielmo V. Coltivò gli studi musicali e a Monaco fu particolarmente legata alla famiglia del maestro della cappella di corte Orlando di Lasso. Grazie agli affettuosi rapporti con sua sorella Maria Anna, moglie dell'arciduca Carlo II d'Austria, principe di Graz, fra il 1595 e il 1598 visse presso la corte della sorella.
  12. Guglielmo V di Wittelsbach, detto il Pio (Landshut 29 settembre 1548 – Oberschleißheim, 7 febbraio 1626), duca di Baviera dal 1579 al 1597, fu uno dei più ferventi cattolici regnanti bavaresi. Fondò scuole e collegi cattolici e sedi per vari ordini religiosi, specialmente missionari ed educatori come i Gesuiti, i Cappuccini e le Orsoline. Quando abdicò in favore del figlio Massimiliano I si ritirò in monastero.
  13. Il convento di S. Agostino a Fossombrone fu attivo tra il 1337 e il 1866.
  14. L'antico convento di Sant'Agostino a Genova, sito nell'omonimo stradone, risale al XIII secolo ed oggi è adibito a museo.
  15. Edita in versione anastatica a cura di Fernando Sulpizi da Hyperprism nel 2005. Il manoscritto si trova nel Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna
  16. Bisogna anche considerare che in quei tempi l'astrologia non era considerata una pratica magica ma una branca scientifica e che il confine tra essa e l'astronomia era ancora assai poco certo
  17. In particolare la musicologa Laurence Wuidar ha approfondito questo tema.
  18. In questo libro Zacconi insistette sull'utilizzo del tactus uguale per la proportio tripla, sesquialtera e hemiola, e del tactus ineguale per altre proporzioni correttamente annotate
  19. Scipione Cerreto (Napoli 1551 – Napoli 1633), teorico della musica, compositore e liutista italiano, capo della confraternita musicale napoletana Congregazione della Madonna degli Angeli e noto oggi solo come teorico, a causa della perdita delle sue composizioni. Nei suoi trattati musicali rimase rigorosamente entro le regole del contrappunto nello stile osservato della polifonia rinascimentale.
  20. Come noto, l'inno di San Giovanni servì a Guido d'Arezzo per la denominazione e l'intonazione delle note della scala musicale; tuttavia la scala guidoniana, che usava la prima sillaba di ogni verso dell'inno, si fermava al LA.
  21. In effetti prima di Zacconi non ci sono giunri spartiti di musiche per violino; ma sappiamo che fin dalla metà del Cinquecento esso era usato anche in Chiesa e durante le processioni, per esempio a Venezia. Il violino sarebbe poi comparso ufficialmente nell'opera Orfeo di Claudio Monteverdi (1607).
  22. David Perini, op.cit.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni