Museo Diocesano di Ancona
Museo Diocesano di Ancona | |
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Manifattura fiamminga, Arazzo con Ultima Cena (metà del XVII secolo) | |
Categoria | Musei diocesani |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Marche |
Regione | Marche |
Provincia | Ancona |
Comune | Ancona |
Diocesi | Arcidiocesi di Ancona-Osimo |
Indirizzo | Piazza Duomo, 9 60121 Ancona (AN) |
Telefono | +39 320 8773610 |
Fax | +39 071 9943521 |
Posta elettronica | museo.ancona@diocesi.ancona.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Arcidiocesi di Ancona-Osimo |
Tipologia | arte sacra, archeologia |
Contenuti | arazzi, arredi sacri, ceramiche, codici miniati, dipinti, lapidi, manoscritti, monete, medaglie, metalli, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture, suppellettile liturgica, tessuti |
Servizi | accoglienza al pubblico, biblioteca, biglietteria, bookshop, didattica, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Sistema Museale della Provincia di Ancona |
Sede Museo | Palazzo Arcivescovile antico |
Datazione sede | XI secolo |
Fondatori | mons. Cesare Nembrini Pironi Gonzaga |
Data di fondazione | 1834 |
Il Museo Diocesano di Ancona, collocato nell'antico Palazzo Arcivescovile, venne istituito nel 1834, per volere dell'arcivescovo Cesare Nembrini Pironi Gonzaga (1824 - 1837), con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di San Ciriaco e dal territorio diocesano.
Il Museo ha una sede distaccata presso il Museo Diocesano di Osimo.
Storia
Il Museo, uno dei più antichi d'Italia, poiché venne fondato nel 1834, ebbe una prima sede nella Cripta delle Lacrime, sottostante al braccio destro della dalla Cattedrale di San Ciriaco.
In seguito ai molti danni subiti dal Duomo e dalla raccolta stessa, durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, nel 1952 la collezione fu trasportata nell'antico Palazzo Episcopale, residenza dei vescovi dall'XI al XVIII secolo.
Nel 1972, il Palazzo venne danneggiato gravemente dal terremoto e le opere trasportate in deposito.
Dopo i lavori di ristrutturazione e restauro, iniziati nel 1977, il Museo è stato riaperto al pubblico il 27 novembre 1993.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale, articolato su due livelli, si sviluppa in diciotto sale espositive, lungo il quale sono presentati reperti archeologici, opere e suppellettile liturgica, databili dal II al XX secolo, disposti in ordine cronologico e per nuclei tematici.
Sala I - Origini del Cristianesimo
Nella sala, attraverso i vari reperti architettonici e scultorei presenti, è possibile ripercorrere i momenti più salienti della storia delle origini del Cristianesimo ad Ancona. Di rilievo:
- Reliquiario del sasso di santo Stefano (XV secolo), in rame dorato, di bottega abruzzese, che contiene il celebre sasso o memoria che sarebbe stato utilizzato per la lapidazione del protomartire, avvenuta a Gerusalemme attorno al 36 - 37 d.C. del protomartire cristiano. Secondo la tradizione, riportata anche in un sermone del 425 di sant'Agostino, un mercante-marinaio, dopo aver assistito a Gerusalemme alla lapidazione del martire, raccolse uno dei sassi che avevano colpito santo Stefano e lo portò con sé ad Ancona, dando così precoce avvio al Cristianesimo nel territorio.
Sala II - Paleocristiano e Bizantino
La sala è una delle più antiche del Vecchio Episcopio, infatti una parete e gli archi che la dividono in due parti risalgono all'XI secolo come i pulvini posti su colonne di granito di epoca romana. Tra le opere di epoca paleocristiana conservate vi sono:
- Sarcofago di Tito Flavio Gorgonio con Storie della vita di Gesù Cristo (IV secolo), in marmo scolpito: l'arca, appartenuta la rappresentante imperiale romano ad Ancona, presenta sulla fronte del coperchio una delle prime e rare rappresentazioni della Natività di Gesù.
- Sarcofago di san Dasio (V secolo), legionario romano e cristiano martire nel 303 a Dorostoro nella Mesia (attuale Bulgaria).
- Evangeliario di san Marcellino di Ancona (VI secolo), in pergamena, con una legatura (1756 ca.), in argento sbalzato, di Vincenzo Belli.
Sala III - San Ciriaco
Nella sala, dedicata alla figura di San Ciriaco di Gerusalemme, vescovo e patrono della città, sono conservati oggetti che ne documentano la figura ed il culto, tra i quali si notano:
- Telo di san Ciriaco di Gerusalemme (X secolo), in seta, di manifattura mediorientale, utilizzato per avvolgere il corpo del Santo e rinvenuto durante la ricognizione delle spoglie nel 1755.
- Statua di san Ciriaco di Gerusalemme (XIII secolo), in pietra.
- Paliotto di san Ciriaco di Gerusalemme (1464), originariamente un piviale ornato da un ricco stolone con formelle ricamate i cui disegni sono stati attribuiti ai camerinesi Giovanni Boccati e Girolamo di Giovanni. Il manufatto tessile, in velluto veneziano, forse è legato alla committenza del vescovo Antonio Fatati per onorare il papa Pio II suo ospite.
Sala IV - V, Romanico
Nelle due sale sono conservati reperti del periodo romanico, provenienti sia dalla Cattedrale, sia da chiese non più esistenti. Di rilievo:
- Pluteo del vescovo Lamberto con figurazioni zoomorfe e santi (terzo quarto del XII secolo), in marmo intarsiato. In origine il complesso transennava il braccio sinistro sopraelevato della Cattedrale, separandone il presbiterio dal resto della basilica paleocristiana, da dove è stato rimosso nel XVII secolo per volere del vescovo Carlo Conti. Nelle lastre sono raffigurati: San Ciriaco di Gerusalemme e Santo Stefano, figura femminile in trono, san Matteo, san Lorenzo, san Luca, san Giovanni evangelista, santa Palazia e san Liberio.[1]
- Parziale ricostruzione del portale con lunetta raffigurante Gesù Cristo benedicente tra i santi titolari ed l'archivolto decorato da Fregi fitomorfi e zoomorfi(inizio del XIII secolo), proveniente dall'antica Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, gravemente danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Sala VI - Gotico
La sala presenta le opere del periodo gotico, tra cui si notano:
- Gesù Cristo crocifisso e Gesù Cristo benedicente (XIV secolo), in pietra scolpita, provenienti dalla Chiesa del SS. Sacramento e da quella dedicata a Santa Margherita, oggi demolita.
- Madonna con Gesù Bambino e San Paolo (XIV secolo), in pietra scolpita, provenienti dall'antica Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Sala VII - Medaglie e monete
Di grande interesse è la raccolta numismatica del Museo che va dal periodo greco-romano fino all'età contemporanea con le medaglie del Sinodo Diocesano sulla Famiglia (1984) e del Giubileo del 2000. Di interesse particolare interesse storico:
- Medaglia di Traiano, che reca nel verso la più antica rappresentazione del porto traianeo di Ancona.
- Agontano, in argento, moneta coniata dalla zecca di Ancona in un'epoca di autonomia politica ed economica.
- Medaglia commemorativa della battaglia di Lepanto (1571), in oro, con la riproposizione della flotta cristiana vittoriosa.
Sala VIII - Campane
La sala accoglie le sette campane già esposte nel chiostro, tra le quali meritano attenzione:
- Campana (XIII secolo), in bronzo, realizzata da Magister Petrus.
- Campana con Stemma della famiglia Fatati (1483), in bronzo.
- Campana (1495), in bronzo, realizzata da Magister Bartolomeus.
- Campana con Madonna con Gesù Bambino, san Cristoforo e un angelo con l'Eucaristia (1701), in bronzo.
Sala IX - Quattrocento
La sala documenta due celebri personaggi del Quattrocento, legati alla storia della Chiesa anconetana e della città:
- il papa Pio II;
- l'arcivescovo Antonio Fatati (1463 - 1484).
Infatti, Pio II, durante il suo pontificato, si era attivato per organizzare una nuova crociata e per questo aveva incaricato l'arcivescovo Antonio Fatati di allestire la flotta che sarebbe dovuta salpare dal porto di Ancona per la Terra Santa. Il papa raggiunse la città per mettersi alla testa dell'impresa, ma purtroppo, la morte lo colse nell'Episcopio (sede attuale del Museo), il 14 agosto 1464.
A testimonianza dei rapporti intercorsi tra il Papa e il Vescovo, nella sala sono esposti:
- Bolla pontificia (1460) di nomina del Fatati.
- Croce processionale (XV secolo), argento con smalti traslucidi.
- Codice Pontificale del vescovo Antonio Fatati (seconda metà del XV secolo), opera di bottega abruzzese.
- Pietra tombale di papa Pio II, proveniente dalla Cattedrale.
Sala X - Quattrocento e Cinquecento
La sala documenta lo sviluppo e la fioritura artistica rinascimentale nel territorio anconetano. Di rilievo:
- Sarcofago del beato Gabriele Ferretti (1489), attribuito a Giannetto di Domenico da Brioni, coadiuvato dai lapicidi lombardi Baldassarre e Taddeo.
Sala XI - Calvario
Nella sala sono state collocate:
- Dipinti raffiguranti Gesù Cristo crocifisso, Santa Maria Maddalena, San Giovanni evangelista, Ladroni e Soldato (secondo - terzo quarto del XVIII secolo), tempera su tavole sagomate, attribuite a Nicola Bertucci, provenienti dalla Chiesa del Gesù: questi dipinti costituivano la macchina d'altare rievocante la XII stazione della Via Crucis, che veniva utilizzata nella celebrazione delle Tre Ore di Agonia del Venerdì Santo.
Sala XII - XIII, Tesoro e tessuti
Nelle due sale è conservato il Tesoro della Cattedrale, che presenta una ricca collezione di suppellettile ecclesiastica e paramenti sacri, tra cui spiccano:
- Calice con un rivestimento di coralli, realizzato da bottega trapanese.
- Oggetti liturgici donata da papa Benedetto XIV, vescovo di Ancona dal 1727 al 1731, che era solito inviare in occasione della festa del Santo patrono (4 maggio) alla Cattedrale:
- Reliquiario della Sacra Spina, in cristallo di rocca e filigrana dorata.
- Ostensorio, ornato di rubini composti in grappoli d'uva, smeraldi e diamanti.
- Reliquiario della Sacra Lancia, in argento dorato e lapislazzuli.
Sala XIV - XVI, Pinacoteca
Nelle tre sale sono documentati tre secoli di storia dell'arte della pittura italiana, con particolare riferimento alla realtà marchigiana. Di particolare interesse storico-artistico:
- Madonna della Misericordia e santo martire (1410 - 1420), tempera su tavola, di Olivuccio di Ciccarello.
- Madonna con Gesù Bambino in trono e santi detta Sacra conversazione (fine XV - inizio XVI secolo), tavola di scuola umbro-marchigiana.
- Sette icone (XVI secolo), tavole di scuola italo-cretese, provenienti dall'iconostasi della Chiesa di Sant'Anna dei Greci, distrutta con i bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale. I dipinti raffigurano:
- Resurrezione di Lazzaro,
- Ascensione,
- Trasfigurazione,
- Dormitio Virginis,
- San Nicola di Bari,
- Maria Vergine glicophilousa,
- Maria Vergine odighitria con sant'Anna.
- Immacolata Concezione tra San Giovanni Battista, san Bonaventura, Duns Scoto, re Davide, Adamo ed Eva (seconda metà del XVI secolo), olio su tela, dell'urbinate Filippo Bellini.
- Gesù Cristo crocifisso tra sant'Agostino e santa Monica (1585), olio su tela, di Ercole Ramazzani.
- San Tommaso da Villanova che elargisce elemosine ai poveri (prima metà del XVIII secolo), olio su tela, di Pier Leone Ghezzi.
Sala XVII - XVIII, Stendardi ed arazzi
Nella ultime due sale sono esposti:
- Cinque stendardi processionali con Storie della Passione (1753), olio su tela, di Nicola Bertuzzi per la Confraternita dei Mercanti e degli Artisti, proveniente dal cosiddetto Teatro Sacro (cappella della congregazione). I dipinti, che venivano portati in processione il Venerdì Santo, raffigurano:
- Orazione di Gesù nell'Orto del Getsemani,
- Flagellazione di Gesù,
- Ecce Homo,
- Gesù Cristo incontra la Veronica,
- Crocifissione di Gesù Cristo.
- Quattro arazzi (metà del XVII secolo), di manifattura fiamminga di Bruxelles su cartoni disegnati da Pieter Paul Rubens, raffiguranti:
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