Museo Diocesano "Carlo Maria Martini" di Milano
Museo Diocesano "Carlo Maria Martini" di Milano | |
Chiostro (XIII secolo), sede museo | |
Categoria | Musei diocesani |
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Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Lombardia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Milano |
Comune | Milano |
Diocesi | Arcidiocesi di Milano |
Indirizzo |
Corso di Porta Ticinese, 95 20123 Milano (MI) |
Telefono | +39 02 89404714; +39 02 89420019 |
Fax | +39 02 89407577 |
Posta elettronica | info.biglietteria@museodiocesano.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Arcidiocesi di Milano |
Tipologia | arte sacra, arte |
Contenuti | arazzi, arredi sacri, ceramiche, dipinti, disegni e grafica, libri antichi a stampa, monete, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, audioguide, biblioteca, biglietteria, bookshop, caffetteria, didattica, fototeca, guardaroba, mediateca, organizzazione eventi e mostre temporanee, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Convento di Sant'Eustorgio, chiostri |
Datazione sede | XIII secolo |
Fondatori | cardinale Carlo Maria Martini |
Data di fondazione | 7 dicembre 2001 |
Coordinate geografiche | |
Milano | |
Il Museo Diocesano "Carlo Maria Martini" di Milano ha sede nei Chiostri di Sant'Eustorgio, parte dell'antico convento domenicano (XIII secolo) e venne istituito il 7 dicembre 2001 per volontà del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano (1979-2002), per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico proveniente dal territorio diocesano, dalla Quadreria Arcivescovile e da donazioni private.
Storia
Il Museo, inaugurato dal cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano (1979-2002), il 7 dicembre 2001, è il punto di arrivo di auspici e di decisioni che hanno visto protagonisti - seppure con diverse modalità di intervento - alcune tra le maggiori figure di Arcivescovi milanesi degli ultimi ottant'anni.
La prima idea del Museo risale al 1931, quando il beato Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano, incoraggia la nascita di un'istituzione specificamente dedicata a promuovere l'arte presso "le persone a Dio dedicate" e al tempo stesso volta a impedire la dispersione del patrimonio artistico dell'Arcidiocesi. Il suggerimento viene accolto solamente nel 1960 dal cardinale Giovanni Battista che individua, come sede del nuovo Museo, i Chiostri di Sant'Eustorgio, luogo di storia e di preghiera fra i più significativi per la storia del cristianesimo ambrosiano, ma anche gravemente danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale.
Negli anni Ottanta, sarà il cardinale Carlo Maria Martini a portare a termine il progetto di Schuster, avviando la ricostruzione e il riadattamento dei chiostri, affidati allo studio Belgiojoso. I lavori di restauro e allestimento del Museo terminarono nell'autunno 2001. Dal 2017 il museo è dedicato al suo fondatore.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa in dodici sezioni espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databile dal IV al XXI secolo.
Sezione I - Corridoio d'ingresso
Nel corridoio d'ingresso sono esposti:
- Tre arazzi fiamminghi con Storie di Costantino (terzo quarto del XVII secolo), in lana, tessuti da Geraert van der Strecken, su cartone di Abraham van Diepenbeeck.
Sezione II - Sant'Ambrogio
L'itinerario di visita si apre con un nucleo di opere legate alla storia della Basilica di Sant'Ambrogio o alla vita di sant'Ambrogio, vescovo di Milano (374-397), fra i quali spiccano:
- Catafalco di sant'Ambrogio (IV secolo), dove, secondo la tradizione, furono deposte le spoglie del Santo durante le esequie.
- Frammenti delle imposte lignee (IV - VI secolo), provenienti dal portale maggiore della prima Basilica di Sant'Ambrogio.
- Clipeo con il Busto di sant'Ambrogio benedicente (X secolo), in stucco policromo, di bottega lombarda: questa è l'opera del quale Francesco Petrarca in una lettera ai familiari, nell'agosto 1353, scriveva:
« | Manca solo la voce, perché tu creda di vedere Ambrogio redivivo. » |
- Stalli lignei (XV secolo), provenienti dal coro Basilica di Sant'Ambrogio.
- Pie donne (primo quarto del XVI secolo), affresco staccato, di un anonimo pittore lombardo.
- Gesù Cristo portacroce (primo quarto del XVI secolo), affresco staccato, attribuito ad Andrea Solario.
Sezione III - Opere provenienti dalla Diocesi
Nella sezione sono esposte opere provenienti dal territorio diocesano e comprendono alcune significative testimonianze, sia pittoriche sia scultoree, per la storia dell'arte lombarda dal XIV al XIX secolo. Tutte le opere di questa sezione provengono da diverse parrocchie dell'Arcidiocesi di Milano realizzate da grandi artisti. Di notevole interesse:
- Corteo dei Magi (fine XIV - prima metà del XV secolo), affresco strappato, di Michelino da Besozzo e bottega.
- Crocifissione (fine XIV - inizio XV secolo), tempera su tavola, di Anovelo da Imbonate.
- San Francesco d'Assisi riceve le stigmate (fine XV - inizio XVI secolo), tempera su tavola, di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone.
- Trittico dell'Assunta (seconda metà del XV - inizio XVI secolo), olio su tavola, di Marco d'Oggiono.
- San Giovanni Battista decollato (XVI secolo), olio su tavola, di Bernardino Campi, proveniente dal Santuario di Montevecchia.
- Furto sacrilego (1731), olio su tela, di Alessandro Magnasco.
- Gesù Cristo crocifisso con santa Maria Maddalena (1827), olio su tela, di Francesco Hayez.
Sezione IV - Arciconfraternita del SS. Sacramento
Nel salone dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento sono presentati i dipinti dedicati ai miracoli operati dall'Eucaristia e realizzati fra il XVII e il XVIII secolo da Filippo Abbiati, Carlo Preda e il Legnanino, per essere esposte lungo le navate del Duomo, durante la festa del Corpus Domini.
Sezione V - Arredo liturgico
Nella sezione è esposta la suppellettile liturgica, proveniente dal territorio diocesano, spesso veri capolavori ideati per funzioni liturgiche. Questi costituiscono la documentazione storica e culturale dell'artigianato artistico lombardo dal IV al XX secolo. Di notevole importanza:
- Capsella di san Nazaro (metà del IV secolo), in argento sbalzato, cesellato, parzialmente dorato, oro in lamina, di bottega tardo-antica, proveniente dalla Basilica dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore.
- Capsella (fine XI secolo), in stucco, di bottega lombarda.
- Colomba eucaristica (primo quarto del XIII secolo), in rame dorato in lastra con smalti champlevés, opera di bottega di Limoges, proveniente dalla Basilica dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore.
- Piatto di Sant'Ambrogio (ultimo quarto XIV secolo), in argento inciso a bulino, di bottega lombarda.
- Croce processionale (XVI secolo), in argento, metallo sbalzato e cesellato, argentato e dorato, di bottega lombarda.
- Legatura di messale (seconda metà del XVI secolo), attribuibile ai Delfinoni, su probabile disegno del pittore Aurelio Luini, proveniente dal Santuario di Santa Maria presso san Celso (Milano).
- Servizio da lavabo, composto da brocca e bacile (1570 ca.), in argento sbalzato, cesellato e dorato, eseguito dall'argentiere di Norimberga, Wenzel Jamnitzer, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria presso San Celso a Milano;
- Due calici (fine XVIII - inizio XIX secolo), in argento sbalzato, fuso e dorato, di Agostino Arbuschi.
- Fermaglio di piviale (1865) e calice (1866), in argento dorato, di Giovanni Bellezza.
- Ostensorio (1907), in metallo a fusione argentato e dorato, argento, vetro, cristallo e gemme, di Eugenio Bellosio.
Sezione VI - Collezione Marcenaro
Le sculture esposte in questa sezione sono un deposito della Fondazione Cariplo di Milano. Si tratta della parte più importante della collezione della storica dell'arte, Caterina Marcenaro, donata nel 1976 alla Fondazione. Esse occupano un arco cronologico dal XIII al XVII secolo e sono riconducibili a vari ambiti artistici dal Nord Europa, alla Liguria, al Centro Italia. Di particolare pregio:
- Santo vescovo (XV secolo), in legno scolpito, di anonimo scultore valdostano.
- Gesù Cristo crocifisso (XVII secolo), in legno scolpito e dipinto, di anonimo scultore tedesco.
- Madonna dolente (ultimo quarto XVII secolo), in legno scolpito, incamottato e dipinto, di scultore napoletano.
- San Giovanni evangelista (1720 ca.), olio su tavola, di Nicola Grassi.
- Madonna (XIX secolo), in terracotta dipinta, di bottega fiorentina.
Sezione VII - Collezione A. Crespi
La raccolta di 41 fondi oro, eseguite tra il XIV e il XV secolo, per la gran parte di ambito toscano e umbro, donati dal collezionista Alberto Crespi, rappresenta un unicum nel panorama museale milanese. Tra le opere di maggior rilievo si segnalano:
- Quattro dipinti con Storie della Passione di Gesù Cristo (secondo quarto del XIV secolo), tempera su tavola, del Maestro di Camerino.
- Ancona con Madonna con Gesù Bambino benedicente (secondo quarto del XIV secolo), tempera su tavola, di un pittore dell'ambito di Paolo Veneziano.
- Scomparto di polittico con Santa Cecilia (1340-1348), tempera su tavola, di Bernardo Daddi.[1]
- Crocifissione di Gesù Cristo (1346-1355), tempera su tavola, di Nardo di Cione.[2]
- Scomparto di polittico con San Filippo apostolo (seconda metà del XIV secolo), tempera su tavola, di Antonio Veneziano.[3]
- Scomparto di polittico con Santo vescovo (1370 ca.), tempera su tavola, del Maestro della Misericordia orcagnesca.[4]
- Madonna con Gesù Bambino tra san Giovanni Battista, san Pietro, san Paolo e sant'Antonio abate, Trinità (fine XIV secolo), tempera su tavola, di Taddeo di Bartolo.[5]
- Scomparto di polittico con Madonna con Gesù Bambino incoronata da due angeli, detta Madonna dell'Umiltà (fine XIV - inizio XV secolo), tempera su tavola, di Gherardo di Jacopo Neri detto lo Starnina.[6]
- Due dipinti con San Gabriele arcangelo annunciante e Maria Vergine annunciata (prima metà del XV secolo), tempera su tavola, di Martino di Bartolomeo di Biagio.[7][8]
- Esequie di santa Cecilia (prima metà del XV secolo), tempera su tavola, di Michele di Matteo.[9]
- Due dipinti con San Giovanni Battista e San Paolo (metà del XV secolo), tempera su tavola, di Stefano d'Antonio di Vanni.[10][11]
Sezione VIII - Collezione Monti
Nella sezione sono conservate le opere della collezione del cardinale Cesare Monti, arcivescovo di Milano (1632-1650), fra le quali spiccano i dipinti di Bernardino Lanino, Cerano, Guido Reni e Tintoretto. Di rilievo:
- Salvator Mundi (XVI secolo), olio su tavola, di Bernardino Lanino.
- San Rocco e l'angelo (seconda metà del XVI secolo), olio su tela, di Vincenzo Campi.
- Caduta di san Paolo (fine XVI - inizio XVII secolo), olio su tela, di Giovan Battista Crespi, detto il Cerano.
- Giacobbe lotta con l'angelo (1610 ca.), olio su tela, Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, proveniente dalla Quadreria Arcivescovile.
- Gesù Cristo e l'adultera (XVI secolo), olio su tela, di Jacopo Robusti detto il Tintoretto.
- San Giuseppe con Gesù Bambino (1630), olio su tela, di Guido Reni, proveniente dalla Quadreria Arcivescovile.
Sezione IX - Collezione Pozzobonelli
La sezione presenta le opere della collezione del cardinale Giuseppe Pozzobonelli, arcivescovo di Milano (1743-1783). Esse raffigurano tutte soggetti arcadici, paesaggi, prospettive con figure, di ambito romano, veneto, lombardo, toscano, napoletano e fiammingo, databili tra la fine dal XVI al XVII secolo. Una collezione amabile, immersa nel gusto dei viaggiatori del Gran Tour settecentesco: i dipinti sono ispirati direttamente a luoghi reali o riferiti a paesaggi marini o collinari. Di particolare interesse storico-culturale:
- Paesaggio con contadino, ciociara e armenti (prima metà del XVIII secolo), olio su tela, di Andrea Torresana, proveniente dalla Quadreria Arcivescovile.
- Paesaggio con varie figure (prima metà del XVIII secolo), olio su tela, di Andrea Locatelli, proveniente dalla Quadreria Arcivescovile.
- Sibilla, piramide di Caio Cestio e vaso Borghese (1743 - 1744 ca.), olio su tela, di Giovanni Paolo Panini, proveniente dalla Quadreria Arcivescovile.
- Paesaggio con fiume, armenti e figure (1759), olio su tela, di Vittorio Amedeo Cignaroli.
Sezione X - Collezione Visconti
La sezione sono presentate le opere della raccolta del cardinale Federico Visconti, arcivescovo di Milano (1681-1693), tra cui:
- Ancona della Passione di Gesù (XVI secolo), in legno intagliato, dipinto e dorato, di bottega anversese.
- San Carlo Borromeo in gloria (1620 ca.), olio su tavola, di Giovan Battista Crespi detto il Cerano.
- Daniele nella fossa di leoni sfamato da Abacuc e Gezabele gettata dal palazzo Jezrael (fine XVII - inizio XVIII secolo), olio su tela, di Filippo Abbiati.
Sezione XI - Collezione Erba Odescalchi
La raccolta del cardinale Benedetto Erba Odescalchi, arcivescovo di Milano (1712-1736), comprende:
- 41 ritratti dei Santi arcivescovi milanesi canonizzati (XVIII secolo), tra i quali si ricordano:
- San Barnaba apostolo,
- Sant'Ambrogio (1707 ca.), olio su tela, di Francesco Fabbrica
- San Carlo Borromeo.
Sezione XII - Opere di provenienza diversa
Nelle collezioni del Museo, sparse lungo il percorso espositivo, vi sono alcune opere che provengono da donazioni o depositi di collezioni private. Tra queste si segnalano:
- Bassorilievi con Gesù Cristo nel sepolcro, San Francesco d'Assisi e Santa Chiara d'Assisi (XV secolo), in marmo.
- Annunciazione (1578), olio su tela, di Simone Peterzano.
- Madonna del Rosario e angeli (inizio XVII secolo), olio su tela, di Andrea Mainardi detto il Chiaveghino.
- Pietà (secondo quarto XVII secolo), olio su tela, di Giulio Cesare Procaccini.
- Gesù Cristo crocifisso con santa Maria Maddalena (ultimo quarto del XIX secolo), olio su tela, di Mosè Bianchi.
- Via Crucis (1882), affreschi strappati, di Gaetano Previati, proveniente dal cimitero di Castano Primo.
- Via Crucis (1955), in ceramica smaltata, di Lucio Fontana.
Galleria fotografica
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Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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