Stefano Nardini
Stefano Nardini Cardinale | |
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Età alla morte | circa 64 anni |
Nascita | Forlì 1420 ca. |
Morte | Roma 22 ottobre 1484 |
Sepoltura | Grotte Vaticane |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni |
Nominato arcivescovo | 13 novembre 1461 da papa Pio II |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni |
Creato Cardinale |
7 maggio 1473 da Sisto IV (vedi) |
Cardinale per | 11 anni, 5 mesi e 15 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Stefano Nardini (Forlì, 1420 ca.; † Roma, 22 ottobre 1484) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Nacque a Forlì intorno al 1420, figlio di Nardino, signore di Poggio Berni e di altri luoghi del Montefeltro e da Giulia dall'Aste, anch'ella di famiglia eminente. Stefano aveva una sorella, Gesumina, che sposò Nicolò da Marsciano e due fratelli, Pierpaolo e Cristoforo, entrambi capitani d'arme, per lungo tempo al servizio del papa. Stefano era nipote del futuro arcivescovo di Milano e cardinale Carlo Nardini.
Formazione e attività diplomatica
Stefano, in gioventù, intraprese la carriera militare al servizio di Antonio I Ordelaffi, signore di Forlì e di Francesco Sforza. In seguito studiò a Bologna dove il 19 giugno 1445 ottenne il dottorato in utroque iure.
Trasferitosi a Roma, intraprese la carriera ecclesiastica. Fu chierico di camera nel 1451 durante il pontificato di Nicolò V. L'anno successivo, fu inviato come nunzio apostolico presso la corte francese. Sotto Callisto III ottenne un canonicato nella basilica di san Pietro e, tra l'aprile e l'ottobre 1456, fu notarius apostolicus. Nel 1458 fu nominato tesoriere generale della Marca anconitana. Sotto Pio II fu ambasciatore in Germania presso l'imperatore Federico III d'Asburgo. In seguito fu di nuovo nunzio in Francia e in Aragona, per dirimere delle questioni con i rispettivi sovrani e, in seguito a questa missione, il sovrano di quest'ultimo regno abrogò una legge che contrastava con gli interessi della Santa Sede.
Episcopato
Per volere di Pio II, il 13 novembre 1461, fu eletto arcivescovo di Milano, superando le resistenze del duca Francesco Sforza, preoccupato per la nomina di un prelato della Curia romana, che non avrebbe potuto assicurare una costante presenza in sede, presenza necessaria, secondo il duca, per risolvere la difficile situazione finanziaria della Chiesa milanese.
Nardini prese possesso della diocesi solo due anni dopo, il 16 maggio 1463. Il soggiorno milanese non fu lungo, dato che partì per Firenze verso ottobre dello stesso anno, confermando le previsioni del duca circa la scarsa propensione del prelato alla residenza. Nei pochi mesi della sua permanenza, Nardini ebbe comunque modo di farsi apprezzare, non solo per l'attenzione verso la sede arcivescovile, che si premurò di fare ingrandire e restaurare, ma anche per le sue qualità personali, tali da spingere lo Sforza ad affidargli un incarico nel Consiglio segreto.
Nel viaggio di ritorno a Roma, si fermò a Firenze, dove ebbe diversi colloqui con Cosimo de' Medici per convincerlo a sostenere la crociata che Pio II voleva, ma senza successo. Fece parte del seguito pontificio nel viaggio verso Ancona, dove Pio II si doveva imbarcare per partire per la crociata e dove invece trovò la morte il 14 agosto 1464. Nardini cercò subito di acquistarsi meriti presso il nuovo pontefice Paolo II, appoggiandolo, insieme a Teodoro de Lelli, nel proposito di non osservare gli obblighi della capitolazione elettorale.
Nella prospettiva del conseguimento della porpora cardinalizia, Nardini continuò a sollecitare l'appoggio del duca di Milano. Ma durante il pontificato di Paolo II lo scopo non fu raggiunto, anche se la sua carriera, soprattutto diplomatica, continuò ad arricchirsi di ruoli prestigiosi.
Questi continui incarichi politici e la costante assenza dalla sede portarono il Nardini a nominare una serie di vicari capitolari e vescovi ausiliari, negli Annali della Fabbrica del duomo di Milano. Diversi sono i nomi di coloro che ricoprirono questi incarichi: in primo luogo Lancillotto conte di Medde e Romano de Barni, ma anche Ambrogio de' Crivelli prevosto di sant'Ambrogio, Davide de Lanterii, Pino dell'Aste da Forlì e Giovanni da Viterbo.
Dalle accuse di perseguire esclusivamente interessi personali e famigliari, Nardini si difese con una lunga lettera al duca di Milano in data 3 novembre 1466. Con la successione di Galeazzo Maria nella guida del ducato, l'impegno pastorale e organizzativo nella diocesi di Nardini si intensificò: da segnalare soprattutto gli interventi intesi a ristabilire la disciplina del clero secolare e regolare.
Alla morte di Paolo II, Nardini tornò a Roma, dove fu nominato commissario dell'Urbe durante il conclave del 9 agosto 1466 nel quale fu eletto Francesco della Rovere (Sisto IV). Tra i sostenitori della candidatura del nuovo papa vi era il duca di Milano. Nardini fu eletto vice-camerario e non rientrò a Milano, ma mantenne con il duca contatti epistolari.
Cardinalato
Nardini si segnalò presso il nuovo Papa per il suo ingegno e le sue capacità. Per questo motivo fu tra i collaboratori preferiti di papa Sisto IV che lo elevò al rango di cardinale presbitero pro illa vice della diaconia di sant'Adriano al Foro. Tre anni dopo optò per il titolo cardinalizio di Santa Maria in Trastevere. Gli anni del cardinalato furono ricchi di soddisfazioni, finanziarie e di prestigio, per Nardini, il quale ricevette dal pontefice numerose commende.
Fu nominato abate commendatario del monastero di Saint-Sauveur de Lodève il 31 agosto 1473 e del monastero benedettino di Saint-Sauveur de Blaye, nell'arcidiocesi di Bordeaux il 21 novembre 1473, nominato anche abate commendatario del monastero benedettino di Santo Stefano di Genova, carica che tenne dal 24 dicembre 1473 al 15 marzo 1474. Il 5 luglio 1479 rassegnò le dimissioni dalla commenda del monastero benedettino di San Cuesna, nella arcidiocesi di Barcellona e l'11 gennaio 1480 anche dal monastero vallombrosiano di San Bartolomeo, nella diocesi di Novara. Il 30 gennaio dello stesso anno rinunziò anche all'incarico di abate commendatario del monastero benedettino di sant'Ambrogio a Milano. Fu nominato camerlengo del Sacro Collegio, carica che ricoprì dal 8 gennaio 1481 al 7 gennaio 1482.
Nel conclave celebrato dopo la morte di Sisto IV, Nardini fu anche fra i candidati favoriti, ma riuscì eletto Giovan Battista Cibo (Innocenzo VIII). Il nuovo pontefice il 21 settembre 1484 lo nominò legato ad Avignone ma un mese dopo, il 22 ottobre, a Roma lo raggiunse la morte.
Il Nardini non fu soltanto un valente diplomatico e politico. Il prelato fu infatti il fondatore del "Collegio Nardini"[1]. Questo collegio, voluto per sostenere studenti poveri, lo accomuna a numerosi altri ecclesiastici letterati che, a partire dal Trecento e più intensamente in età umanistica, indirizzarono i loro sforzi caritatevoli verso questa specifica opera di promozione culturale e sociale.
Nel 1483 fece ricostruire la sacrestia di Santa Maria in Trastevere, la sua chiesa titolare e fece donazioni consistenti all'arcidiocesi di Milano, costruendo il palazzo arcivescovile e una sontuosa villa fuori dalle mura cittadine.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo di Milano | Successore: | |
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Carlo Nardini | 1461-1484 | Giovanni Arcimboldi |
Predecessore: | Governatore di Roma | Successore: | |
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Corrado Caracciolo | 11 gennaio 1462 - 4 aprile 1472 | Ausias Despuig |
Predecessore: | Vice-Camerlengo della Camera Apostolica | Successore: | |
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Tommaso Parentucelli | 11 gennaio 1462 - 4 aprile 1472 | Ausias Despuig |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sant'Adriano al Foro pro illa vice |
Successore: | |
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Hugues de Lusignan sino al 1431 Sede vacante (1431-1473) |
1473-1476 | Giovanni d'Aragona |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere | Successore: | |
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Amico Agnifilo della Rocca | 1476-1484 | Jorge da Costa |
Predecessore: | Camerlengo del Sacro Collegio | Successore: | |
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Giovanni Battista Zeno 1480 - 1481 |
1481 - 1482 | Ausias Despuig 1482 - 1483 |
Note | |
Bibliografia | |
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- Vescovi di Milano
- Governatori di Roma
- Cardinali Camerlenghi
- Cardinali presbiteri di Sant'Adriano al Foro
- Cardinali presbiteri di Santa Maria in Trastevere
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