Santa Cecilia
Santa Cecilia Martire | |
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Santa | |
Vergine | |
Bernardo Daddi, Scomparto di polittico con Santa Cecilia (1340-1348), tempera su tavola; Milano, Museo Diocesano | |
Nascita | Roma II secolo |
Morte | Roma 230 |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 22 novembre |
Santuario principale | Basilica di Santa Cecilia in Trastevere (Roma) |
Attributi | Giglio, palma, strumenti musicali (principalmente l'organo) |
Patrona di | Musicisti, liutai, poeti, cantanti |
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Nel Martirologio Romano, 22 novembre, n. 1:
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Santa Cecilia (Roma, II secolo; † Roma, 230) è stata una martire latina sotto Marco Aurelio. Il suo culto è molto popolare poiché Cecilia è la patrona della musica. Si festeggia il 22 novembre.
Biografia
Secondo la tradizione, Cecilia sarebbe nata da una nobile famiglia romana.
Sposata al nobile Valeriano, gli avrebbe comunicato il suo voto di perpetua verginità, convertendo al cristianesimo il marito insieme al fratello di lui, Tiburzio. Anche se la relazione sembra frutto di pia fantasia, i martiri Valeriano e Tiburzio, sepolti nelle catacombe di Pretestato, sono storicamente accertati.
Dopo il processo, riferito con dovizia di particolari dall'autore della Passio, che è posteriore al 486, Cecilia, condannata alla decapitazione, ebbe tre poderosi fendenti dal carnefice, senza che la sua testa cadesse recisa: aveva domandato e ottenuto la grazia di rivedere papa Urbano I prima di morire. In attesa di questa visita ella continuò per tre giorni a professare la fede. Non potendo proferire parole, espresse con le dita il suo credo in Dio uno e trino. E in questo atteggiamento l'ha scolpita il Maderno nella celebre statua.
Cecilia venne sepolta nelle catacombe di San Callisto.
Culto
Nell'821 le sue reliquie furono fatte trasportate da papa Pasquale I nella Basilica di S. Cecilia in Trastevere.
Nel 1599, durante i restauri della basilica ordinati dal cardinale Paolo Emilio Sfondrati in occasione del prossimo Giubileo del 1600, venne ritrovato un sarcofago con il corpo di Cecilia in ottimo stato di conservazione.
Il cardinale allora commissionò a Stefano Maderno (1566-1636) una statua che riproducesse l'aspetto e la posizione del corpo di Cecilia così com'era stato trovato, statua che oggi si trova sotto l'altare centrale della chiesa.
Patrona della musica
È quanto mai incerto il motivo per cui Cecilia sarebbe diventata patrona della musica. In realtà, un esplicito collegamento tra Cecilia e la musica è documentato soltanto a partire dal tardo Medioevo.
La spiegazione più plausibile sembra quella di un'errata interpretazione dell'antifona di introito della messa nella festa della santa (e non di un brano della Passio come talvolta si afferma). Il testo di tale canto in latino sarebbe: "Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar" ("Mentre suonavano gli strumenti musicali (?), la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa"). Per dare un senso al testo, tradizionalmente lo si riferiva al banchetto di nozze di Cecilia: mentre gli strumenti musicali (profani) suonavano, Cecilia cantava a Dio interiormente. Da qui il passo a un'interpretazione ancora più travisata era facile: Cecilia cantava a Dio... con l'accompagnamento dell'organo! Si cominciò così, a partire dal XV secolo (nell'ambito del Gotico cortese) a raffigurare la santa con un piccolo organo portativo a fianco.
In realtà i codici più antichi non riportano questa lezione dell'antifona (e neanche quella che inizierebbe con Canentibus, sinonimo di Cantantibus), bensì Candentibus organis, Caecilia virgo.... Gli "organi", quindi, non sarebbero affatto strumenti musicali, ma gli strumenti di tortura e l'antifona descriverebbe Cecilia che "tra gli strumenti di tortura incandescenti, cantava a Dio nel suo cuore". L'antifona non si riferirebbe dunque al banchetto di nozze, bensì al momento del martirio.
Dedicato alla santa, nel XIX secolo sorse il cosiddetto Movimento Ceciliano, diffuso in Italia, Francia e Germania. Vi aderirono musicisti, liturgisti e altri studiosi, che intendevano restituire dignità alla musica liturgica sottraendola all'influsso del melodramma e della musica popolare. Sotto il nome di Santa Cecilia sorsero così scuole, associazioni e periodici.
Altre opere musicali dedicate a Cecilia includono l'Inno a santa Cecilia di Benjamin Britten, un Inno per santa Cecilia di Herbert Howells, la nota Missa Sanctae Ceciliae di Joseph Haydn, una messa di Alessandro Scarlatti, la Messe Solennelle de Sainte Cécile di Charles Gounod, Hail, bright Cecilia! di Henry Purcell e l'Azione sacra in tre episodi e quattro quadri di Licinio Refice (su libretto di Emidio Mucci), Cecilia (1934).
Nella letteratura
In letteratura, Cecilia è stata celebrata specialmente nei Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, in un'ode di John Dryden poi messa in musica da Haendel nel 1736 e più tardi da Hubert Parry (1889).
Nell'arte
Fra le opere di maggior rilievo storico-artistico, che la raffigurano, si ricorda:
- Scomparto di polittico con Santa Cecilia (1340-1348), tempera su tavola, di Bernardo Daddi, conservato presso il Museo Diocesano di Milano.
- Estasi di santa Cecilia tra san Paolo, san Giovanni evangelista, sant'Agostino e santa Maria Maddalena (1516), olio su tavola trasportata su tela, di Raffaello Sanzio, proveniente dalla Chiesa di San Giovanni in Monte di Bologna e attualmente conservata alla Pinacoteca Nazionale nella medesima città.
- Santa Cecilia (seconda metà del XVI secolo), olio su tela, di Jacopo Negretti detto Palma il Giovane, conservato presso il Museo Diocesano d'Arte Sacra di Pordenone.
- Santa Cecilia (1599-1600), in marmo bianco, di Stefano Maderno, collocata all'altare maggiore della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma: la scultura riproduce fedelmente la posizione del corpo in cui fu trovata la Santa, durante gli scavi di restauro della chiesa, dove è conservata ancora oggi.
- Pala d'altare con Santa Cecilia e san Valeriano incoronati da un angelo con san Tiburzio (1607 ca.), olio su tela, di Orazio Gentileschi, conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano.
- Ciclo di dipinti murali con Storie della vita di santa Cecilia (1616 - 1617), affreschi di Domenico Zampieri detto il Domenichino, conservato nella Chiesa di San Luigi dei Francesi in Campo Marzio a Roma
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