Abbazia di San Gallo

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Abbazia di San Gallo
Convent of St Gall.jpg
L'abbaziale
Stato bandiera Svizzera
Cantone Canton San Gallo
Località San Gallo (città)
Diocesi San Gallo
Religione Cattolica
Oggetto tipo Abbazia
Oggetto qualificazione benedettina
Dedicazione San Gallo
Sigla Ordine qualificante O.S.B.
Sigla Ordine reggente O.S.B.
Fondatore San Gallo
Data fondazione 612
Stile architettonico Barocco, rococò
Inizio della costruzione 750
Completamento XVIII secolo
Materiali laterizio, pietra
Coordinate geografiche
47°25′23″N 9°22′38″E / 47.423, 9.3772 bandiera Svizzera
Mappa di localizzazione New: Svizzera
San Gallo
San Gallo
Coira
Coira
Reichenau
Reichenau

L'Abbazia di San Gallo (in tedesco Fürstabtei Sankt Gallen) fu per molti secoli una delle principali abbazie benedettine d'Europa. È situata nella città di San Gallo nell'odierna Svizzera.

Storia

Medioevo

Sostenuto dal clero di Arbon e dal duca Gunzo, attorno al 612 il frate irlandese-franco Gallo, compagno del monaco itinerante irlandese Colombano il Giovane e poi divenuto santo, si stabilì come eremita presso la cascata della Steinach fondando una prima cella monastica nella regione di regola celtico-irlandese, scritta dal suo maestro Colombano a Luxeuil.

Il romitaggio, dopo la morte di san Gallo, andò in rovina ma il conte Waltram di Turgovia nel 719 incaricò il monaco Otmaro, che aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale presso la sede vescovile di Coira, di fondarvi una comunità monastica. Accanto al convento Otmaro creò un ospizio per poveri e un lebbrosario. I primi monaci furono originari della Rezia come quest'ultimo, in seguito entrarono nel convento anche membri della nobiltà locale alemanna. Durante il periodo dell'abbaziato di Otmar, il registro dei professi annovera 53 nomi. Due membri della comunità, Magno da Füssen e Teodoro, furono missionari in Algovia e fondarono monasteri a Kempten e a Füssen. La crescita del numero di monaci andò di pari passo con il rafforzamento economico dell'abbazia, a cui furono trasmessi molti possedimenti in Turgovia, nello Zürichgau e più in generale nell'area alemanna fino al Neckar. Tra i donatori spicca la stirpe di Beata, insediata lungo il bacino superiore del lago di Zurigo.

Grazie alla mediazione del maestro di palazzo franco Carlomanno, fratello di Pipino il Breve, che in occasione del suo viaggio a Roma nel 747 visitò la tomba di Gallo, il convento adottò la regola di san Benedetto. Con l'annessione dell'Alemannia da parte dei Franchi, seguita all'udienza di Cannstatt del 746, l'abate di san Gallo entrò in conflitto con questi ultimi, anche per aver protestato contro l'appropriazione di beni conventuali da parte di conti franchi. Nel 759 venne arrestato e confinato sull'isola di Werd nei pressi di Eschenz, dove morì il 16 novembre dello stesso anno. Le spoglie furono traslate a san Gallo dieci anno dopo.

Attorno al 760 un accordo sancì la dipendenza dell'abbazia sangallese dal vescovo di Costanza, da cui riuscì però gradualmente ad affrancarsi nel corso del IX secolo. Dall'imperatore Ludovico il Pio ottenne l'immunità nel 818, mentre l'imperatore Ludovico il Germanico concesse la libera elezione dell'abate nel 833 e la soppressione degli ultimi censi dovuti al vescovo di Costanza nel 854, divenendo abbazia imperiale. Altri abati importanti furono Hartmut (872-883) e Salomon (890-920), che con il nome di Salomon III rivestì contemporaneamente la carica di vescovo di Costanza. Il fatto che gli abati ricoprissero anche funzioni di prestigio nell'Impero portò vantaggi al monastero, dove soggiornarono re e imperatori.

L'Invasione degli Ungari[1] del 926, che non toccò la biblioteca e il tesoro dell'abbazia, preventivamente evacuati nel monastero di Reichenau, provocò però l'incendio del cenobio del 937 e rappresentò un duro colpo per l'abbazia.

La rinascita spirituale del X secolo sotto gli abati Purchart (958-971), Notker (971-975) e Ymmo (976-984), fu accompagnata da un'intensa attività edilizia: vennero erette le cappelle di san Gallo, di san Giovanni e del santo Sepolcro nonché la chiesa di san Lorenzo, fu decorata la chiesa abbaziale e venne ultimata la cinta muraria attorno al convento e all'abitato attiguo. La scuola, la liturgia e l'arte sangallesi esercitarono una forte influenza ad Einsiedeln, Magonza, Augusta (dove fu vescovo Ulrich, ex allievo della scuola conventuale e protetto di Wiborada), e anche in Ungheria, grazie all'attività missionaria del monaco sangallese Prunward, che nel 974 ca. battezzò il principe Geza.

Nel tre secoli che seguirono il monastero divenne uno dei principali capisaldi del Sacro Romano Impero in terra alemanna. Fu coinvolto nella lotta delle investiture che oppose l'imperatore Enrico IV e papa Gregorio VII. Ulrich von Eppenstein, abate dal 1077 al 1121, dal 1086 anche patriarca di Aquileia, seguì una politica filoimperiale. Questi fu il primo di una serie di abati nobili, attivi soprattutto sul versante politico e militare e preposti a un ristretto numero di monaci anch'essi nobili. L'abbazia e la città divennero un principato indipendente su cui gli abati regnarono vantando il titolo di principe del Sacro Romano Impero. Ulrico de Sacco, abate dal 1204 al 1220, nella contesa per Rheineck venne sconfitto nella battaglia sul Breitfeld dal vescovo di Costanza nell'agosto del 1208. Nel 1287 le tensioni con re Rodolfo I d'Asburgo e l'abate Wilhelm von Montfort costrinsero quest'ultimo a vivere in parte nella fortezza di Rappenstein nel Martinstobel, a Digione e a Verona. La diminuzione delle prebende e l'introduzione di riforme monastiche indussero alcuni conventuali dell'abbazia sangallese a sporgere querela contro l'abate principe presso re Rodolfo, che nel 1288 lo sostituì con l'anti-abate Konrad von Gundelfingen. Dopo la morte del re nel 1291, Martinstobel fu reintegrato nella carica di abate a San Gallo.

Malgrado l'abilità politica ed amministrativa di molti abati dell'XI-XII secolo, la comunità monastica registrò un declino, oltre che spirituale e culturale anche sul piano economico, dovuto all'alienazione di beni alla nobiltà laica, al conferimento di feudi a ministeriali, ai costi della corte abbaziale e agli impegnativi servizi prestati ai sovrani. Ne derivò un esaurimento dello slancio intellettuale e l'inizio della cosiddetta età del ferro, durata fino alla seconda metà del XV secolo.

Il capitolo di Petershausen, tenutosi nel 1417 a margine del Concilio di Costanza, diede avvio alla riforma interna nel XV secolo. Visite pastorali ordinate da papa Martino V portarono alla deposizione dell'abate Heinrich von Gundelfingen e all'insediamento di riformatori come Konrad von Pegau, originario della Sassonia, e Heinrich von Mansdorf. Nel 1451 l'abate Kaspar von Landenberg[2] stipulò un patto perpetuo di comborghesia con i cantoni protettori Zurigo, Lucerna, Svitto, Glarona, con cui il principato abbaziale divenne un Paese alleato della Confederati. Nel 1454 un'alleanza con la Confederazione fu siglata anche dalla città di San Gallo, che nel 1457, grazie alla mediazione di Berna, poté riscattare dall'abbazia diversi diritti importanti (pesi e misure, nomina dell'Ammann o del maestro monetiere) e venne esonerata dall'omaggio solenne all'abate.

Il convento visse in quel periodo vari tentativi di riforma della vita monastica, ma con scarso successo sino all'energico Ulrich Rösch,[3] abate dal 1463 al 1491. Questi senza aderire a una congregazione di orientamento riformatore rinnovò la disciplina monastica introducendo severe norme di clausura. Oltre a garantire le necessarie risorse economiche alla scuola conventuale, inviò giovani monaci nelle Università e favorì il riordino e l'ampliamento della biblioteca. L'opera di rinnovamento comprese anche la costruzione del nuovo convento di Mariaberg presso Rorschach e il nuovo coro della chiesa abbaziale, ultimato nel 1483. Rösch promosse inoltre il pellegrinaggio alla Madonna del Cancello nella chiesa abbaziale, che fino alla Riforma protestante attirò numerosi devoti anche da altre regioni.

Cronotassi degli abati Medioevo

  • Otmar (719 – 759)
  • Giovanni (759 – 782)
  • Ratperto (782)
  • Waldo (782 – 784)
  • Werdo (784 – 812)
  • Wolfleoz (812 – 816)
  • Gozberto (816 – 837)
  • Bernwigo (837 – 840/41)
  • Engilberto (840/841)
  • Grimaldo (841 – 872)
  • Hartmut (872 – 883)
  • Bernardo (883-890)
  • Salomone (890 – 919)
  • Hartmann (922 – 925)
  • Engilberto (925 – 933)
  • Thieto (933 – 942)
  • Craloh (942 – 958)

Era moderna

La Riforma protestante vide la Confederazione Elvetica dividersi tra cantoni rimasti fedeli a Roma e cantoni che abbracciarono la riforma. La nuova fede attecchì nelle campagne appenzellesi, nel Rheintal, nell'Alte Landschaft e nel Toggenburgo (dove si diffuse grazie a Ulrico Zwingli). L'abate Franz Gaisberg, nel trattato di Rapperswil del 1525 impose la legittimità della signoria del principe abate sulle rimostranze dei contadini. La Riforma, introdotta a San Gallo nel 1529, mise in pericolo l'esistenza stessa dell'abbazia. Alla fine di febbraio di quell'anno si verificarono episodi di iconoclastia nella chiesa abbaziale. La morte di Gaisberg, avvenuta nel castello di Rorschach, venne perciò tenuta segreta a lungo, fino all'elezione del suo successore da parte dei conventuali, nel frattempo rifugiati a Einsiedeln. Nel 1530 Zurigo e Glarona, due dei quattro cantoni protettori dell'abbazia, vendettero gli edifici conventuali alla città di San Gallo. Dopo la fine delle ostilità, nel febbraio del 1532 l'abbazia e la città raggiunsero un accordo, per cui quest'ultima dovette cedere nuovamente lo Stiftsbezirk e indennizzare finanziariamente il monastero. In seguito la città, stretta all'interno del principato abbaziale, non ebbe più la possibilità di espandersi territorialmente. Il 1º marzo 1532 il principe abate Diethelm Blarer von Wartensee poté reinsediarsi nel convento e ristabilire rapidamente la signoria territoriale abbaziale. La politica ecclesiastica e temporale di Blarer von Wartensee fu portata avanti dai suoi successori. In campo religioso gli abati attuarono le riforme del Concilio di Trento, favorendo le conversioni nelle zone riformate del principato, vigilando sui predicatori e promuovendo intensamente l'attività pastorale in tutto il principato.

I contrasti in epoca moderna con i vescovi di Costanza, alla cui giurisdizione gli abati cercarono di sottrarsi con grande energia, videro un primo successo nel 1613 con la conclusione di un concordato che comportò la creazione del tribunale vescovile e di un vicariato generale autonomo: le parrocchie del territorio abbaziale vennero così sottratte alla giurisdizione e alle visite pastorali vescovili. L'abbazia di San Gallo ebbe un ruolo importante e molto attivo in seno alla Congregazione dei Benedettini svizzeri, fondata nel 1602, inviando ripetutamente monaci nei conventi in difficoltà, in particolare a Disentis e Pfäfers.

Particolare fu il rapporto con la città di San Gallo, anch'essa Paese alleato degli Svizzeri e, quale città imperiale, fino al XVII secolo, legata all'Impero. I rapporti divennero particolarmente difficili negli anni della Riforma protestante. Dato che lo Stiftsbezirk era attorniato dalla città-Stato di San Gallo, che a sua volta era circondata dal territorio del principato abbaziale, per entrambe le parti fu necessario trovare un modus vivendi soddisfacente. Di fatto la coesistenza nel XVIII secolo fu pacifica.

Nel Toggenburgo[4] nel XVII secolo scoppiarono ripetutamente conflitti tra i sudditi e il principato abbaziale. La situazione divenne esplosiva quando l'abate Leodegar Bürgisser (1696–1717), per migliorare i collegamenti con la Svizzera centrale cattolica, dopo il 1700 diede avvio alla costruzione della strada del valico dell'Hummelwald attraverso il Ricken. Gli abitanti di Wattwil rifiutarono di obbedirgli, e i contrasti tra l'autorità abbaziale e i Toggenburghesi, insoddisfatti per vari motivi, si estesero fino a sfociare nella seconda guerra di Villmergen.[5] Dal 1710 la popolazione occupò tre castelli abbaziali e i conventi di Neu Sankt Johann e Magdenau. Nel 1712 Zurigo e Berna invasero l'Alte Landschaft, la Turgovia sangallese e l'abbazia stessa, che fu saccheggiata. Furono tra l'altro sottratti fondi dell'archivio e della biblioteca. Mentre Berna li restituì dopo la pace di Baden (1718), un compromesso tra Zurigo e San Gallo è stato raggiunto solo nel 2007.

L'abate Joseph von Rudolfi (1717–740) riuscì a riorganizzare il principato abbaziale, in grosse difficoltà dopo gli avvenimenti di inizio secolo, ottenendo risultati notevoli nella ricostituzione dell'apparato amministrativo e il riordino dell'archivio saccheggiato nel 1712. Si dimostrò abile e accorto anche nella gestione del patrimonio abbaziale e nella cura delle anime, che fu migliorata; inoltre si registrò un nuovo forte aumento del numero di monaci.

Il suo successore Cölestin Gugger (1740-67), uno degli abati sangallesi di maggiore spicco, malgrado l'intensa attività edilizia, tra cui l'erezione della nuova chiesa abbaziale in stile barocco e della biblioteca conventuale (1758-67), affidati all'architetto Peter Thumb, lasciò in eredità una situazione finanziaria solida.

Pankraz Vorster (1796-1805) fu l'ultimo abate di San Gallo. Travolto dagli eventi non poté impedire il tracollo del principato abbaziale. All'inizio di aprile dal 1798 la maggior parte del principato abbaziale venne aggregato al nuovo cantone Säntis della Repubblica elvetica. Il 10 maggio le truppe francesi entrarono a San Gallo e stabilirono il loro quartier generale nello Stiftsbezirk. Il principe abate fuggì a Vienna. Solo qualche monaco rimase nel convento per garantire le funzioni religiose. Nel maggio del 1799, all'inizio della seconda guerra di coalizione, l'esercito austriaco occupò la Svizzera orientale. Tornato nel convento, l'abate Vorster cercò di ripristinare il principato abbaziale. Già alla fine di settembre successivo il suo tentativo poteva però dirsi fallito, per cui riprese la via dell'esilio, questa volta in maniera definitiva.

L'atto di mediazione del 1803, con cui Napoleone Bonaparte diede un nuovo assetto federalistico alla Confederazione Elvetica, portò alla nascita del canton San Gallo. Dall'esilio l'abate Vorster non riconobbe mai la soppressione del monastero e continuò a lottare instancabilmente per il ripristino del principato abbaziale, rifiutandosi di rinunciare alla sovranità, ma l'8 maggio 1805 il Gran Consiglio sangallese decretò la fine del principato abbaziale e la soppressione del monastero. Padre Vorster proseguì la sua lotta ancora per diversi anni, come in occasione del congresso di Vienna. Nel 1823 la Santa Sede prese atto della soppressione dell'abbazia e istituì al suo posto la doppia diocesi di Coira e San Gallo, dal 1836 la Diocesi di San Gallo divenne indipendente e la chiesa abbaziale fu elevata a cattedrale.

Cronotassi degli abati dell'era moderna

Beni culturali

La biblioteca di San Gallo è considerata una delle più ricche di tutto il medioevo. Ospita una delle più impressionanti collezioni di libri in lingua tedesca del primo medioevo. Nel 2005 conteneva più di 160.000 libri, di cui 2.200 scritti a mano e 500 risalenti a prima dell'anno 1000. In seguito la Stiftsbibliothek diede inizio ad un progetto per la digitalizzazione degli inestimabili manoscritti.

La libreria contiene il Codex Abrogans, uno dei più antichi testi in lingua tedesca esistente, risalente al ottavo secolo.

È presente inoltre un cartiglio senza eguali del nono secolo, noto con il nome di Pianta di San Gallo, il quale racchiude gli unici documenti d'architettura risalenti a 700 anni fa, tra la caduta dell'Impero ed il tredicesimo secolo. I piani non vennero mai eseguiti ed il loro nome è dovuto al fatto di essere stati conservati all'interno dell'abbazia, dove possono tuttora essere trovati. I piani rappresentavano la costruzione di un monastero ideale, concepito da uno dei concili tenuti ad Aquisgrana per la riforma del monachesimo nell'Impero franco, durante i primi anni dell'imperatore Ludovico I (tra l'814 e l'817).

Nel 1983 il convento di San Gallo venne inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni dell'umanità come "perfetto esempio di grande monastero Carolingio".

Note
  1. Ernst Tremp, Dizionario storico della Svizzera - Invasioni degli Ungari su hls-dhs-dss.ch URL consultato il 15-12-2018.
  2. Magdalen Bless-Grabher, Dizionario storico della Svizzera - Landenberg Breitenlandenberg Kaspar von su hls-dhs-dss.ch URL consultato il 15-12-2018.
  3. Philipp Lenz, Dizionario storico della Svizzera - Rösch, Ulrich su hls-dhs-dss.ch URL consultato il 15-12-2018.
  4. Hans Büchler, Dizionario storico della Svizzera - Toggenburgo su hls-dhs-dss.ch URL consultato il 15-12-2018
  5. Denominata anche guerra del Toggenburgo o guerra del Dodici (Zwölferkrieg) in riferimento alla data del conflitto, la seconda guerra di Villmergen oppose i cantoni riformati di Zurigo e Berna, alleati con Ginevra e Neuchâtel, ai cantoni cattolici di Lucerna, Uri, Svitto, Untervaldo e Zugo, coalizzati con il Vallese e il principe abate di San Gallo. Nel corso delle ostilità, scaturite dalla sommossa (dettata non solo da ragioni confessionali) dei sudditi del Toggenburgo contro l'autorità signorile, si sommarono rivalità per l'egemonia nella Confederazione, tensioni religiose e questioni di politica estera. Gli scontri si conclusero con la sconfitta dei cattolici e la quarta Pace nazionale, siglata l'11 agosto 1712 ad Aarau, che coinvolse anche i cantoni confederati. (Dss).
Bibliografia
Collegamenti esterni