Basilica del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio (Roma)
Basilica del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio | |
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Roma, Basilica del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Marsala, 42 00185 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 4927221; +39 06 49272257; +39 06 49272256 |
Posta elettronica | sacrocuore-parrocosdb@donbosco.it |
Sito web | |
Proprietà | Società Salesiana di San Giovanni Bosco |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | Gesù Cristo |
Sigla Ordine qualificante | S.D.B. |
Fondatore | san Giovanni Bosco, papa Pio IX |
Data fondazione | 1870 |
Architetto | |
Stile architettonico | neorinascimentale |
Inizio della costruzione | 1880 |
Completamento | 1887 |
Data di consacrazione | 14 maggio 1887 |
Consacrato da | cardinale Lucido Maria Parocchi |
Strutture preesistenti | giardini di Villa Peretti-Montalto |
Pianta | croce latina |
Materiali | travertino, laterizi a vista |
Larghezza Massima | 30 m |
Lunghezza Massima | 28 m |
Iscrizioni | VENITE AD ME OMNES / QUI LABORATIS E ONERATI ESTIS / ET EGO / REFICIAM VOS; QUISQUIS / HOC TEMPLUM / BENEFICIA PETITURUS INGREDITUR / CUNCTA / SE IMPETRASSE LAETETUR |
Marcatura | stemma di papa Leone XIII |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio è una chiesa di Roma, situata nel centro storico della città, nel quartiere Castro Pretorio, nei pressi della Stazione Termini.
Storia
Dalla fondazione ad oggi
Dopo il 1860, papa Pio IX (1846-1878) aveva fatto acquistare un terreno sulla strada allora denominata Via di Porta San Lorenzo (l'odierna via Marsala), dove precedentemente sorgevano i giardini di Villa Peretti-Montalto,[1] con l'intenzione di farvi edificare una chiesa da dedicare a san Giuseppe, che l'8 dicembre 1870 venne dichiarato dallo stesso pontefice "patrono della Chiesa universale".
In quegli anni si stava affermando, soprattutto in Francia, un forte movimento di devozione al Sacro Cuore di Gesù, che si diffuse anche in Italia grazie all'opera dei barnabiti, in particolare all'energica e assidua predicazione del padre Antonio Maresca, trovando largo seguito fra i fedeli, tanto che Pio IX modificò il suo progetto e accettò che la nuova chiesa avesse questa dedicazione.
La costruzione iniziata nel 1870 con la posa della prima pietra, però, si fermò già allo stadio delle fondamenta, sia per mancanza di fondi e per una grave disorganizzazione interna, che soprattutto per la fine traumatica dello Stato Pontificio e l'annessione di Roma al Regno d'Italia.
Per incarico del nuovo pontefice, Leone XIII (1878-1903), la chiesa fu realizzata da san Giovanni Bosco (1815–1888) con le offerte del mondo cattolico, tra il 1880 e il 1887, su progetto dell'architetto Francesco Vespignani (1808-1882). Fu solennemente consacrata il 14 maggio 1887 dal cardinale vicario Lucido Maria Parocchi (1833-1903). Due giorni dopo, il 16 maggio, lo stesso san Giovanni Bosco officiò la Messa all'altare di Maria Ausiliatrice: sarà la sua unica celebrazione nel nuovo edificio.
Il Sacro Cuore di Gesù è sede parrocchiale, istituita il 2 febbraio 1879 con il decreto vicariale Postremis hisce temporibus ed affidata alla Società Salesiana di San Giovanni Bosco con il decreto vicariale definitivo Ea Exquilini del 15 marzo 1881 che ha recepito la convenzione stipulata l'11 dicembre 1880 tra la Diocesi di Roma e san Giovanni Bosco, approvata da Leone XIII. La chiesa fu la prima nuova parrocchiale di Roma capitale dell'Italia unita.
Benedetto XV, l'11 febbraio 1921 con la lettera apostolica Pia societas, ha elevato la chiesa alla dignità di Basilica minore.[2]
Nel 2010, la chiesa è stata sottoposta ad un importante restauro conservativo che, tra le altre cose, ha attuato la sistemazione del presbiterio in previsione del bicentenario della nascita di san Giovanni Bosco (1815–2015).
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio, istituito da papa Paolo VI il 5 febbraio 1965: l'attuale titolare è il cardinale Giuseppe Versaldi.
Descrizione
Esterno
Facciata
La basilica presenta una facciata a salienti, in travertino e laterizi a vista, suddivisa in due ordini: l'inferiore, partito da lesene corinzie, è aperto da tre portali (dei quali il centrale è più grande rispetto ai due laterali), affiancati da colonne in granito nero sulle quali poggiano i timpani semicircolari fortemente aggettanti con lunette decorate a mosaico raffiguranti:
- al centro, Sacro Cuore di Gesù tra due angeli adoranti;
- a sinistra, San Giuseppe;
- a destra, San Francesco di Sales.
Sopra i portali laterali sono collocate due iscrizioni nelle quali si legge:
- a sinistra,
(LA) | (IT) | ||||
« | VENITE AD ME OMNES / QUI LABORATIS E ONERATI ESTIS / ET EGO / REFICIAM VOS » | « | Venite a me, voi tutti che lavorate e siete oppressi, e io vi ristorerò » |
- a destra,
(LA) | (IT) | ||||
« | QUISQUIS / HOC TEMPLUM / BENEFICIA PETITURUS INGREDITUR / CUNCTA / SE IMPETRASSE LAETETUR » | « | Chiunque entra in questo tempio per chiedere benefici, gioisca di quelli già concessi » |
Sulla cornice marcapiano, che separa i due ordini, ai lati, sono collocate due statue raffiguranti:
- a sinistra, San Francesco di Sales (primo quarto del XX secolo), in travertino di Eugenio Baroni;
- a destra, Sant'Agostino (primo quarto del XX secolo), in travertino di Adolfo Pantoresi.
L'ordine superiore, interamente rivestito in travertino, è aperto al centro da una grande trifora tra due coppie di lesene corinzie che sorreggono il timpano con la croce apicale e due statue di Angeli in preghiera, che al centro racchiude lo stemma di papa Leone XIII.
Campanile
La basilica è affiancata da un imponente campanile, dalle forme neorinascimentali ed anch'esso interamente rivestito in travertino, a pianta quadrangolare, con una cella campanaria aperta da eleganti trifore e contenente cinque campane. Il campanile è sormontato dalla grande e caratteristica statua raffigurante:
- Gesù Cristo redentore (1931), in bronzo dorato di Enrico Cananeo.
Interno
L'interno presenta una pianta a croce latina con tre navate suddivise da da otto colonne e due pilastri di granito grigio, con transetto e cupola.
La navata centrale e il transetto sono coperti da un soffitto a cassettoni con i lacunari del registro centrale decorati:
- al centro, rilievo con Sacro Cuore di Gesù (1887), in legno intagliato, scolpito e dorato, di Andrea Bevilacqua;
- ai lati, Storie del Nuovo Testamento (1887), affreschi di Virginio Monti.
Lungo la navata sinistra sono ubicati tre pregevoli altari:
- al primo altare, che funge da battistero, si conserva:
- bassorilievo Battesimo di Gesù Cristo (ultimo quarto del XIX secolo), in marmo di ambito romano.
- al secondo altare, dedicato ai santi Gioacchino e Anna, si nota:
- pala con Educazione di Maria Vergine (1991), olio su tela di Guido Guidi.
- nel terzo altare, dedicata a san Giovanni Bosco e san Domenico Savio, è collocata:
- pala con San Giovanni Bosco e san Domenico Savio (1934), olio su tela di Giuseppe Crida.
Transetto sinistro
Nel terminale del transetto sinistro è posta la cappella, dedicata alla Madonna Ausiliatrice, dove è collocata:
- all'altare, pala con Madonna con Gesù Bambino in gloria tra angeli detta Madonna Ausiliatrice (ultimo quarto del XIX secolo), olio su tela di Giuseppe Rollini: la figura mariana è impreziosita dalla corona e dallo scettro (benedetti da Giovanni XXIII nel 1961) che vi furono deposti dal cardinale Paolo Marella (1895–1984) a nome del Capitolo Vaticano il 31 maggio 1963.
Presbiterio
Il presbiterio, rialzato di alcuni gradini, è occupato dall'imponente mostra d'altare[3] dove si può ammirare:
- al centro, Sacro Cuore di Gesù tra angeli (1887), olio su tela di Franz van Rohden
- in basso, Mensa d'altare (1887), in marmi policromi di ambito romano, eseguita su disegno di Francesco Vespignani.
Transetto destro
Nel terminale del transetto destro è posta la cappella, dedicata a san Giuseppe, dove è collocata:
- all'altare, pala con San Giuseppe, patrono della Chiesa Universale (1893), olio su tela di Giuseppe Rollini.
Lungo la navata destra sono ubicati:
- all'inizio, Statua di papa Pio IX (1887), in marmo di Francesco Confalonieri.
- al primo altare, dedicato a santa Maria Domenica Mazzarello, si conserva:
- pala con Santa Maria Domenica Mazzarello indica la Madonna Ausiliatrice (1966), olio su tela di Paolo Giovanni Crida.
- al secondo altare, dedicato ai san Francesco di Sales, si nota:
- pala con San Francesco di Sales (ultimo quarto del XIX secolo), olio su tela del Piombi.
Camerette di Don Bosco
Sul retro della Basilica si conserva un ambiente che ricorda il passaggio e la permanenza di san Giovanni Bosco a Roma, chiamato familiarmente le Camerette di Don Bosco. Si tratta di un ampio locale che ha ospitato il Santo nel suo ultimo viaggio nell'Urbe, in occasione della consacrazione della chiesa, il quale vi alloggiò dal 30 aprile al 18 maggio 1887.
Lo spazio originariamente era suddiviso in due ambienti separati da una parete, oggi abbattuta per consentire l'ampliamento e la sua trasformazione in cappella. La prima stanza veniva utilizzata da Don Bosco come studio per il ricevimento di quanti desideravano incontrarlo, mentre quella attigua era attrezzata come camera da letto, con l'aggiunta di un altare armadio per la celebrazione privata della Messa da parte del Santo, ormai molto affaticato e in precarie condizioni di salute. Qui Don Bosco ha operato due miracoli, che contribuirono a confermare la fama di santità, ancora in vita: liberò dalla sordità un seminarista, che vedeva compromessa la sua vocazione da questo difetto fisico, e guarì una donna che da molti anni aveva un braccio paralizzato.
Quando la Chiesa canonizzò Don Bosco, questi ambienti divennero meta di continui pellegrinaggi e di devota permanenza. L'afflusso costante di fedeli convinse i salesiani ad abbattere la parete divisoria delle due stanze allo scopo di offrire un unico ambiente, utilizzabile per l'incontro e la preghiera. Inoltre, per avvicinare ancora meglio il visitatore alla presenza viva del Santo vi è stata allestita una teca contenente vari oggetti da lui utilizzati mentre si trovava a Roma.
Note | |
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Bibliografia | |
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