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Bonifazio Bevilacqua Aldobrandini, o Bonifacio (Ferrara, 1571; † Roma, 7 aprile 1627) è stato un cardinale e patriarca italiano.
Cenni biografici
Nacque a Ferrara 1571, quinto degli otto figli di Antonio Bevilacqua, conte e governatore di Modena, e della sua moglie isabella Turchi. Fu aggregato alla famiglia Aldobrandini da papa Clemente VIII il 3 aprile 1601. La famiglia era imparentata con papa Gregorio XIV.
Compì i suoi studi all'Università di Padova dove ottenne il dottorato in utroque iure attorno al 1590. Entrò nello stato ecclesiastico nello stesso anno.
Tornò a Ferrara e divenne arcidiacono del capitolo della cattedrale dal 1590 al 1597. Nel 1591 si recò a Roma entrando al servizio di papa Gregorio XIV come prelato domestico. Fu governatore di Fano nel 1593, referendario dei Tribunali della Segnatura Apostolica di Giustizia e di Grazia nel 1594, Governatore di Camerino dal 1596 al 1599.
Episcopato
Fu eletto patriarca titolare di Costantinopoli, con dispensa per non aver ancora raggiunto l'età canonica nel 1598.
Cardinalato
Fu creato cardinale nel concistoro del 3 marzo 1599. Ricevette il cappello rosso e il titolo presbiterale di santa Anastasia il 17 marzo dello stesso anno. Ancora in quell'anno fu nominato prefetto della Sacra Consulta. L'anno seguente fu inviato legato a Perugia e in Umbria, mandato che si concluse nel 1606.
Nella sua azione politica il Bevilacqua si schierò sempre col partito francese nei quattro conclavi a cui prese parte. Nel secondo conclave del 1605 si adoperò insieme coi cardinali Giovanni Dolfin, Bartolomeo Cesi, Alessandro d'Este e Pietro Aldobrandini, in favore di Domenico Toschi. Nel 1621 ebbe un ruolo di primo piano, riuscendo a far fallire la candidatura di Pietro Campori, sostenuto dagli Spagnoli, e appoggiando autorevolmente l'elezione del cardinale Alessandro Ludovisi, che prese il nome di Gregorio XV. Il suo comportamento in questa occasione gli guadagnò la durevole inimicizia sia del cardinale Alessandro d'Este, che aveva tentato in ogni modo di convincerlo a sostenere il Campori, sia quella di Guido Bentivoglio, che lo ripagò con un pesante giudizio delle sue Memorie.
Nel 1601 optò per il titolo di san Girolamo degli Schiavoni e fu trasferito alla sede di Cervia, con il titolo personale di patriarca.
Paolo V lo ammise nella congregazione del Buon Governo, Gregorio XV a quella dell'Indice di cui divenne prefetto del 1621. Nel 1611 il Bevilacqua aveva cambiato ancora il proprio titolo cardinalizio in quello di santa Prisca, nel 1613 in quello di san Pietro in Vincoli, mutato ancora in quello di santa Maria in Trastevere nel 1621. Urbano VIII gli affidò la sede suburbicaria di Sabina nel 1623 mutata nel 1626 in quella di Frascati. Infine anche la Repubblica di Lucca gli concesse la cittadinanza onoraria, nel 1622, insieme con i nipoti Antonio e Ferdinando Bevilacqua.
Bevilacqua è ricordato come uomo colto, protettore di artisti e letterati. Fece costruire il monumento sepolcrale di Torquato Tasso nella chiesa di sant'Onofrio al Gianicolo, anche se non non vi sono riscontri che vi fossero stati suoi precedenti rapporti col poeta.
Morì a Roma il 7 aprile 1627 e fu sepolto nella cappella di san Sebastiano Martire nella basilica romana di sant'Andrea della Valle.
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