Chiesa greco-cattolica melchita

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Chiesa greco-cattolica melchita
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La Cattedrale della Dormizione di Nostra Signora a Damasco
Classificazione cattolica
Fondazione
Fondatore Data Kyrillos VI Tanas
1724
Separata da Chiesa greco-ortodossa di Antiochia
Associazione È una delle Chiese sui iuris della Chiesa cattolica
Diffusione Siria, Libano, Israele, Palestina, Giordania, Turchia, Egitto, Sudan, Argentina, Brasile, Venezuela, Canada, Stati Uniti d'America, Messico, Australia, Nuova Zelanda
Lingua arabo
Primate Youssef Absi
Stato bandiera Siria
Sede Damasco
Forma di governo episcopale
Membri 1.568.239 (Annuario 2017)

La Chiesa greco-cattolica melchita (arabo: كنيسة الروم الملكيين الكاثوليك, Kanisat alruwm almalakiayn alkathulik) è una chiesa cattolica sui iuris di rito bizantino, insignita del titolo patriarcale, con base in Medio Oriente.

Il nome "melchita" è siriaco e indica propriamente i "regali", cioè i fedeli cristiani orientali che erano fedeli alla religione del re-imperatore bizantino rappresentata dal credo di Calcedonia (Gesù vero Dio e vero uomo), mentre era diffuso il cristianesimo monofisita (Gesù solo Dio) e quello nestoriano (Gesù uomo e Dio in maniera simbolica).

Ha sede a Damasco, è guidata dal patriarcato di Antiochia dei melchiti, è tradizionalmente di lingua e identità araba, è diffusa perlopiù nel territorio degli antichi patriarcati di Antiochia, di Gerusalemme e di Alessandria d'Egitto, cioè in Siria, Libano, Israele e Palestina, con vaste comunità nel resto del mondo arabo e in America Latina.

Caratteristiche

Nell'attuale uso comune, il termine "melchita" è attribuito ai soli cattolici di rito bizantino e di lingua araba. In passato, con il termine "melchita" si designavano tutti i cristiani di rito bizantino, sia cattolici sia ortodossi, dei patriarcati di Alessandria, di Antiochia e di Gerusalemme. Nel VII secolo avvenne una scissione, all'interno della Chiesa di Antiochia, tra calcedonisti e non calcedonisti. Questi ultimi chiamarono "melchiti" (da malkā, ossia "re" in siriaco) i fedeli dell'altra parte, che conservavano nelle questioni cristologiche la fede calcedonese dell'imperatore bizantino (Gesù vero Dio e vero uomo). I cattolici melchiti sono chiamati in arabo Rūm Kathūlīk, dove il termine Rūm indica Costantinopoli in quanto "nuova Roma".

La liturgia in uso presso i melchiti segue il rito bizantino, caratteristico della maggior parte dei cristiani orientali. Esso fu codificato e sistematizzato da San Giovanni Crisostomo ed è rimasto pressoché invariato dai secoli VI-VII secolo. I melchiti seguono le varianti greche del rito bizantino, ma si distinguono da altri cristiani d'Oriente poiché usano come lingua liturgica principalmente l'arabo.

Oggi la maggioranza dei melchiti vive tra Siria, Libano (dove rappresentano il terzo gruppo cristiano dopo i maroniti e i greco-ortodossi) e in Israele (dove rappresentano la maggioranza dei cristiani).

Storia

Nel V secolo, il Concilio di Calcedonia decretò la cosiddetta dottrina "cristologica": Gesù unigenito Figlio di Dio, Gesù è veramente Dio e veramente uomo. Marciano, imperatore di Costantinopoli, pose i decreti del Concilio come legge dello Stato. Coloro che accettarono le decisioni del Concilio furono, pertanto, detti "uomini del re" o "melchiti".

Nel VII secolo, il Medio oriente fu occupato dai musulmani. I cristiani del Medio Oriente continuarono a riconoscere l'autorità del Patriarcato di Costantinopoli, cui si mantennero fedeli anche dopo lo scisma con la Chiesa di Roma del 1054.

Nel XVII secolo le missioni cattoliche in Medio oriente sostennero il movimento di vescovi, clero e fedeli delle chiese ortodosse locali che iniziavano a vedere con favore un ritorno nel seno della cattolicità, anche per godere della protezione accordata dai sultani ottomani ai cattolici in base al regime delle Capitolazioni siglate da Solimano il Magnifico con il re di Francia Francesco I.

Nel 1709 Cirillo III, patriarca di Antiochia, riaffermò l'autorità del Papa. Le comunità ecclesiali locali si divisero tra chi vedeva nel riconoscimento del primato romano un'occasione di salvezza e chi considerava i missionari latini incapaci di comprendere la tradizione orientale. Nel 1724 la parte di clero favorevole al ritorno sotto l'autorità spirituale dichiarò formalmente l'unione con la Santa Sede.

Nel corso del XIX secolo i rapporti tra la Chiesa melchita e la Santa Sede non furono esenti da tensioni, dal momento che Pio IX (1846-1878) cercò a più riprese di affermare la supremazia papale (si pensi in particolare alla bolla Revursurus del 1866) e spesso di avviare una particolare latinizzazione della liturgia e del diritto canonico. Solo con Leone XIII (1878-1903) e l'enciclica Orientalium dignitas i rapporti tra la Santa Sede e le comunità cattoliche di rito bizantino si distesero, riconoscendo la specificità non latina del culto orientale.

Durante il Concilio Vaticano II Massimo IV, patriarca di Antiochia, contribuì all'apertura del dialogo con la Chiesa ortodossa.

Dall'inizio del XXI secolo la Chiesa melchita, al pari di molte altre comunità cattoliche e ortodosse, vive nuovi momenti di tensione, in particolare a causa dell'elevato tasso di emigrazione, dell'instabilità politica nei territori del Medio Oriente, e più di recente per le minacce di gruppi fondamentalisti islamici.

Struttura ecclesiastica

La Chiesa greco-cattolica melchita è suddivisa nelle seguenti circoscrizioni ecclesiastiche:

In Medio Oriente

Con la lettera apostolica Orientalium dignitas, papa Leone XIII nel 1894 estese la giurisdizione del patriarca greco-melchita di Antiochia «sopra tutti i fedeli del medesimo rito che dimorano entro i confini dell'Impero Turco».[1] Questa decisione definì il territorio su cui il patriarca cattolico greco-melchita di Antiochia esercita la sua giurisdizione, che comprende tutte le nazioni che costituivano l'impero ottomano.[2]

Nella diaspora

Sedi immediatamente soggette alla Santa Sede:

Ordini religiosi

La Chiesa greco-cattolica melchita ha alcuni ordini religiosi propri, tra cui:

Maschili

Femminili


Note
  1. Orientalium dignitas, nº XIII.
  2. Žužek, Studio storico giuridico sui titoli del patriarca dei Greco-Melkiti, pp. 186-187. La giurisdizione si estende anche sull'Egitto e sul Sudan; infatti, come scrive Žužek (p. 186), nel «diritto non basta "conquistare" un territorio, perché esso de iure non appartenga più allo stato di cui faceva parte precedentemente».
  3. Le arcieparchie di Alessandria e di Gerusalemme non compaiono nell'Annuario pontificio, che considera l'arcieparchia di Damasco dei Melchiti l'unica eparchia propria del patriarca: Gerusalemme è, invece, indicata come territorio dipendente dal patriarcato, mentre Alessandria è inclusa nel territorio dipendente dal patriarcato di Egitto, Sudan e Sud Sudan]].
  4. L'esarcato patriarcale d'Istanbul (francese)
  5. Elenco dal Sito web della Chiesa melchita.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni