Alessandro Mattei
Alessandro Mattei (Roma, 20 febbraio 1744; † Roma, 20 aprile 1820) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.
Cenni biografici
Nacque a Roma dal principe Girolamo, dei duchi di Giove e da Maria Caterina Altieri, maggiore dei quattro figli avuti dalla seconda moglie. Gli altri figli del secondo matrimonio furono: Carlo Maria che divenne canonico della patriarcale basilica vaticana; Lorenzo Girolamo, cardinale nel 1833; Maria Eugenia, che fu suora a Regina Coeli. Dal primo matrimonio con Anna Maria Falconieri nacque un figlio Giuseppe, quarto duca di Giove. Alessandro apparteneva a una delle più antiche famiglie dell'aristocrazia romana, parente per parte di madre di papa Clemente X, del cardinal Luigi Mattei e del cardinal Vincenzo Maria Altieri.
Formazione e attività prelatizia
Fu avviato molto giovane alla carriera ecclesiastica. Entrò nel Seminario Romano nel 1754 laureandosi nel 1762. In seguito studiò presso l'Università La Sapienza di Roma. Nel 1768 fu ordinato presbitero e si addottorò in utroque iure. Subito dopo ricevette i primi incarichi in prelatura. Il 13 luglio fu nominato prelato domestico e il 21 luglio referendario delle due Segnature. Nel 1770 fu nominato ponente della congregazione del Buon Governo, nel 1775 visitatore apostolico dell'abbazia di Farfa e prelato della congregazione del Concilio e l'anno seguente uditore del camerlengato.
Episcopato
Il 17 febbraio 1777 papa Pio VI lo promosse arcivescovo di Ferrara. Fu consacrato il 23 febbraio nella chiesa, storicamente legata alla famiglia Mattei, di Basilica di Santa Maria in Ara Coeli al Campidoglio a Roma, dal cardinale Bernardino Giraud, ex arcivescovo di Ferrara, assistito dall'arcivescovo Marcantonio Conti (Ch) e dal vescovo Giuseppe Maria Carafa (Ch). Pure in quell'anno fu nominato Assistente al Soglio Pontificio. L'arcivescovo condusse la diocesi di Ferrara con zelo e dedizione, celebrando il Concilio di Ferrara nel giugno del 1781.
Cardinalato
Fu creato cardinale in pectore nel concistoro del 12 luglio 1779 e fu pubblicato solo nel concistoro tenutosi a Ferrara il 22 maggio 1782; ricevette la porpora cardinalizia e il titolo di cardinale presbitero di santa Baldina, nel concistoro tenutosi a Imola il 27 maggio seguente. Nel 1796 optò per il titolo di Santa Maria in Aracoeli in memoria della sua consacrazione episcopale. Fu assegnato alle congregazioni dei Vescovi e regolari, dei Riti, dell'Indice e della Fabbrica di San Pietro.
Il 22 giugno 1796 l'esercito francese occupò Ferrara e, dopo una tregua conclusa fra la Santa Sede e Napoleone Bonaparte, fu definito il passaggio di Ferrara sotto il controllo francese. L'arcivescovo si adoperò per contenere i primi moti di protesta sviluppatisi nelle campagne. In agosto, quando i Francesi lasciarono Ferrara sotto la pressione delle truppe austriache, Mattei assunse il governo della legazione. Il 19 agosto fu convocato a Brescia da Bonaparte che lo affrontò con estrema durezza, confinandolo a Milano e poi a Brescia. Fu liberato alla fine di settembre e ottenne di rientrare a Ferrara, che dall'ottobre entrò a fare parte della Repubblica Cispadana, che il 29 giugno dell'anno seguente divenne Repubblica Cisalpina.
Nel mese di ottobre 1796 incontrò di nuovo Bonaparte che gli propose di fungere da mediatore con il pontefice per avviare negoziati di pace. Gli affidò una lettera in cui erano espresse le intenzioni del Direttorio e le proprie garanzie a favore di una pace che avrebbe risparmiato sofferenze per la popolazione romana. Mattei giunse a Roma il 27 ottobre dove le proposte di Buonaparte non furono accettate. Nel febbraio l'esercito francese varcò i confini e si diresse verso Roma. Il papa allora inviò alcuni plenipotenziari, tra i quali il Mattei, per sottoscrivere il trattato di pace che fu siglato a Tolentino il 19 febbraio 1797. Oltre a varie clausole vessatorie prevedeva per la Santa Sede la rinuncia alle Legazioni e ad Avignone.
Dopo la firma del trattato il Mattei ritornò a Ferrara. Con la proclamazione della Repubblica Cisalpina fu richiesto a tutti i funzionari un giuramento di fedeltà. Il Mattei invitò a non prestare il giuramento e venne pertanto espulso nel marzo del 1798 dal territorio della Cisalpina.
Morto in esilio Pio VI, alla fine di novembre del 1799 si riunì a Venezia il conclave, Mattei fu indicato tra i papabili. La sua candidatura fu sostenuta dalla corte viennese, in contrapposizione a quella del vescovo di Cesena, cardinale Carlo Bellisomi, provocando una situazione di stallo superata alla fine con la proposta della candidatura del cardinale Chiaromonti, vescovo di Imola, che divenne papa il 14 marzo 1800 con il nome di Pio VII.
Dopo la nomina del nuovo pontefice, Mattei optò per il titolo di cardinale vescovo di Palestrina, mantenendo sino al 1807 l'amministrazione di Ferrara.
Nel settembre 1804 tenne il Concilio di Palestrina, i cui atti furono stampati a Roma in quello stesso anno. Divenne esaminatore dei vescovi in teologia il 22 giugno 1805. Nel 1807 fu nominato cardinale protettore dei Cappuccini. Nel 1809 optò per la sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina. Il 10 giugno 1809, quando Roma era occupata dai francesi, fu espulso dall'urbe ed esiliato a Bologna. Fu poi a Parigi per ordine imperiale, dove giunse nel mese successivo di novembre.
Si rifiutò di partecipare alle cerimonie del matrimonio di Napoleone, come conseguenza del suo rifiuto l'imperatore francese gli proibì di indossare l'abito porpora cardinalizio e fu indicato come uno dei quattordici "cardinali neri".[1] Fu segregato a Rethel nelle Ardenne per ordine imperiale. Ivi rimase assieme al cardinale Francesco Maria Pignatelli fino alla firma del Concordato di Fontainebleau siglato da papa Pio VII il 25 gennaio 1813. Raggiunto il pontefice, fu esiliato di nuovo il 27 gennaio 1814 ad Alais e liberato da un ordine del governo provvisorio il 2 aprile di quell'anno. Di nuovo raggiunse la corte papale in viaggio verso Roma.
Durante gli anni di esilio in Francia compose un'opera di meditazioni spirituali, poi pubblicata a Roma nel 1814: Meditazioni delle verità eterne per fare gli esercizi spirituali, secondo il metodo di sant'Ignazio distribuite in otto giorni.
Rientrato a Roma insieme con il pontefice il 24 maggio, fu confermato nella carica di prodatario, nominato decano del Collegio cardinalizio e spostato, il 26 settembre nella sede suburbicaria di Ostia e Velletri. Fece l'ingresso solenne a Velletri il 5 ottobre.
Nel 1815 divenne prefetto della Sacra Congregazione delle Cerimonie e nel 1817 Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana e presidente della Fabbrica di San Pietro. L'imperatore d'Austria Francesco I, nel corso della sua visita a Roma nel 1819, lo insignì, quale Decano del Collegio cardinalizio, della gran croce di Santo Stefano d'Ungheria.
Morte
Morì a Roma il 20 aprile 1820. I funerali si tennero nella chiesa di san Marcello a Roma e sepolto nella cappella di famiglia nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli.
Iscrizione
Iscrizione sulla tomba del cardinale Mattei. |
XP
ALEXANDRI |
Onorificenze
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria | |
— Roma, 1819 |
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII, O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Bernardino Giraud
- Cardinale Alessandro Mattei
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo di Ferrara | Successore: | |
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Bernardino Giraud | 17 febbraio 1777 – 2 aprile 1800 Amministratore apostolico: 2 aprile 1800 – 5 gennaio 1807 |
Paolo Patricio Fava Ghisleri |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Balbina | Successore: | |
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Girolamo Spinola | 27 maggio 1782 – 3 aprile 1786 | Antonio Felice Zondadari |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria in Ara Coeli | Successore: | |
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Innocenzo Conti | 3 aprile 1786 – 2 aprile 1800 | Francesco Maria Locatelli |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Palestrina | Successore: | |
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Leonardo Antonelli | 2 aprile 1800 – 27 marzo 1809 | Aurelio Roverella |
Predecessore: | Pro-datario di Sua Santità | Successore: | |
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Aurelio Roverella | 26 marzo 1808 – 20 aprile 1820 | Giulio Gabrielli il Giovane |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina | Successore: | |
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Luigi Valenti Gonzaga | 27 marzo 1809 – 26 settembre 1814 | Giuseppe Maria Doria Pamphilj |
Predecessore: | Sottodecano del Collegio cardinalizio | Successore: | |
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Luigi Valenti Gonzaga | 27 marzo 1809 – 26 settembre 1814 | Giuseppe Maria Doria Pamphilj |
Predecessore: | Prefetto della Congregazione del cerimoniale | Successore: | |
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? | 14 giugno 1815 – 20 aprile 1820 | Giulio Maria della Somaglia |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
- Cardinali in pectore
- Cardinali creati in pectore da Pio VI
- Vescovi di Ferrara
- Cardinali presbiteri di Santa Balbina
- Cardinali presbiteri di Santa Maria in Ara Coeli
- Cardinali vescovi di Palestrina
- Amministratori apostolici di Ferrara
- Datari apostolici
- Cardinali vescovi di Porto-Santa Rufina
- Decani del Collegio cardinalizio
- Cardinali vescovi di Ostia
- Governatori di Velletri
- Prefetti della Congregazione delle Cerimonie
- Arcipreti della Basilica di San Pietro
- Presidenti della Fabbrica di San Pietro
- Presbiteri ordinati nel 1768
- Presbiteri italiani
- Presbiteri del XVIII secolo
- Italiani del XVIII secolo
- Presbiteri per nome
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- Vescovi italiani del XVIII secolo
- Vescovi del XVIII secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da Bernardino Giraud
- Italiani
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- Concistoro 27 maggio 1782
- Concistoro 12 luglio 1779
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