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Antonio Maria Doria Pamphilj Cardinale
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Titolo cardinalizio
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Incarichi attuali
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Età alla morte |
71 anni
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Nascita
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Napoli 28 marzo 1749
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Morte
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Roma 31 gennaio 1821
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Sepoltura
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Chiesa di Sant'Agnese in Agone (Roma)
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Conversione |
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Appartenenza |
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Vestizione |
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Vestizione |
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Professione religiosa |
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Ordinato diacono |
suddiaconato il 14 maggio 1785 e il diaconato il 16 maggio 1785 dal fratello Giuseppe Maria Doria Pamphilj
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Ordinazione presbiterale |
ordini minori l'8 maggio 1785
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Ordinazione presbiterale |
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Nominato Abate |
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(vedi)
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Creato Cardinale
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14 febbraio 1785 da Pio VI (vedi)
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Deposto dal cardinalato
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35 anni, 11 mesi e 17 giorni
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Antonio Maria Doria Pamphilj o Doria Landi Pamphili o Doria Pamphili Landi (Napoli, 28 marzo 1749; † Roma, 31 gennaio 1821) è stato un cardinale italiano.
Cenni biografici
Nacque a Napoli, figlio secondogenito del principe Giovanni Andrea Doria e di Eleonora Carafa della Stadera, figlia del duca d'Andria. Il primogenito Andrea divenne principe alla morte del padre nel 1764, mentre il terzogenito Giuseppe Maria, seguì pure lui la carriera ecclesiastica divenendo cardinale. La famiglia Doria Landi Pamphili annovera molti cardinali e prelati di altro rango, tra i quali il nipote di Antonio Maria, cardinale Giorgio Doria Pamphili (1816). Altri cardinali della famiglia furono Girolamo Doria (1529); Giovanni Doria (1604); Giorgio Doria (1743); Sinibaldo Doria (1731). La famiglia era in parentela pure con papa Innocenzo X. Altri cardinali della famiglia Pamphili furono Girolamo Pamphilj (1604); Camillo Pamphili Francesco Maria (1644); e Benedetto Pamphilj, O.S.Io.Hieros. (1681).
Formazione e attività prelatizia
Trascorse l'infanzia nel palazzo di Fassolo, presso Genova, ove venne educato da tutori privati. La famiglia nel 1761 si trasferì a Roma. Qui studiò sino al 1767 assieme al fratello Giuseppe Maria presso i gesuiti del Collegio dei Nobili. Quando la Compagnia di Gesù fu espulsa dagli Stati borbonici, furono ritirati da quell'istituto e frequentarono per breve tempo il collegio Clementino tenuto dai padri somaschi e poi si avviò agli studi di giurisprudenza, prima privatamente e poi all'archiginnasio della Sapienza, dove ottenne il dottorato in utroque iure il 15 luglio 1769.
Entrato in prelatura il 27 luglio 1769 fu nominato chierico della camera apostolica per mano di papa Clemente XIV. Dal 1778 al 1780 fu presidente della Grascia (ramo della burocrazia romana che amministrava l'approvvigionamento di carni, grassi e olio). Nel 1780 divenne vicario presso la basilica di Santa Maria Maggiore.
Cardinalato
Fu creato cardinale da papa Pio VII nel concistoro del 14 febbraio 1785 con il fratello Giuseppe Maria, in deroga alla bolla emanata oltre due secoli prima da Giulio II che proibiva l'elevazione al cardinalato di due fratelli carnali. Ricevette la berretta cardinalizia il 17 febbraio successivo e l'11 aprile di quell'anno ottenne la diaconia dei Santi Cosma e Damiano, mutato nel 1789 con quello di Santa Maria in Martyres e nel 1800 con quello di Santa Maria in via Lata. Fu abate commendatario delle abbazie di Foligno, Assisi e Pesaro dal 1785. Venne iscritto quale membro alle sacre congregazioni per l'Immunità Ecclesiastica, dei Riti, del Cerimoniale, della Sacra Consulta e del Buon Governo. Protettore dei Canonici Regolari del Santissimo Salvatore e della chiesa nazionale genovese, ottenne il protettorato sulla chiesa di Sant'Agnese in Piazza Navona, del Collegio Clementino e della chiesa abbaziale di San Martino ai Monti. Divenne cardinale protettore dell'ordine dei Celestini (e nello specifico della congregazione di Montevergine), del Monastero delle Religiose Filippine e dell'Arciconfraternita della Pietà de' Carcerati. L'8 maggio 1785, per mano di suo fratello Giuseppe Maria, ricevette gli ordini minori, poi il suddiaconato il 14 maggio di quell'anno e il 16 il diaconato. Divenne protettore dell'Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso nel 1787.
Era a Napoli quando lo Stato pontificio fu occupato dai Francesi. Con la caduta del Regno di Napoli nel 1798 cercò rifugio dapprima a Messina ancora sotto i Borboni e poi a Trieste, Venezia e Padova, dove prese dimora presso il convento cittadino di Sant'Antonio. Qui ebbe la notizia della morte in prigionia di Pio VI avvenuta a Valence il 29 agosto 1799. Con gli altri cardinali presenti a Padova in quel momento (il fratello Giuseppe, Stefano Borgia, Carlo Livizzani Forni, Ludovico Flangini e Enrico Benedetto Stuart di York) presero le decisioni circa le modalità di effettuazione del conclave, che si decise di tenere a Venezia, nell'isola di San Giorgio.
Apertosi il conclave, la sua candidatura fu esclusa sin dall'inizio dall'imperatore Francesco II, perché legato alla corte spagnola. I Doria avversarono la candidatura di Alessandro Mattei auspicata dall'Impero, schierandosi in favore di Carlo Bellisomi e bloccando di fatto, per parecchio tempo, l'elezione. Dopo l'elezione a pontefice del cardinale Gregorio Chiaromonti, il Doria, in qualità di cardinale protodiacono, il 21 marzo 1800 incoronò solennemente Pio VII papa a Venezia, nella chiesa di san Giorgio.
Il 3 luglio di quello stesso anno rientrò a Roma con il papa e la corte pontificia. Il 9 luglio fu voluta da Pio VII una congregazione particolare per la riforma economica del Palazzo Apostolico e per l'abolizione degli abusi, di cui il Doria fece parte. Il 28 marzo dell'anno seguente fu nominato prefetto della Congregazione delle Acque, delle Paludi Pontine e della Chiane, in riconoscimento all'interesse che per lungo tempo aveva mostrato in questo campo e per l'importanza dell'agricoltura e dell'irrigazione nella ripresa economica dello Stato della Chiesa.
Fu uno dei quattordici cardinali non romani espulsi dalle autorità francesi il 23 marzo 1808. Fu dapprima a Napoli e poi a Pegli col fratello Giuseppe Maria. L'anno seguente un ordine del ministro dei Culti dell'Impero francese lo costrinse a portarsi a Parigi insieme con gli altri cardinali, mentre il papa era in stato di prigionia. Fu uno degli undici cardinali che presero parte al matrimonio tra Napoleone Bonaparte e l'arciduchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, guadagnandosi l'appellativo di cardinale rosso.[1] Nel settembre 1810 gli venne consentito di lasciare Parigi per cause di salute e si stabilì a Genova. Dopo la restaurazione del governo pontificio fece ritorno a Roma. Nominato camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali nel 1818, rimase in carica sino all'anno seguente. Il 10 ottobre 1819 venne nominato arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. L'ultimo incarico ufficiale gli pervenne nel 1820 quando venne nominato prefetto della Sacra Congregazione per la Disciplina dei Regolari.
Morte
Morì a Roma il 31 gennaio 1821. La sua salma venne esposta nella chiesa romana di Santa Maria in Vallicella e sepolta poi nella tomba di famiglia nella chiesa di Sant'Agnese in Agone.
Successione degli incarichi
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Note |
- ↑ I 14 cardinali ricordati come "cardinali rossi", per aver partecipato alla cerimonia nuziale, erano: Giuseppe Maria Doria Pamphilj, Antonio Maria Doria Pamphilj, Ippolito Antonio Vincenti Mareri, Antonio Dugnani, Antonio Felice Zondadari, Giuseppe Maria Spina, Carlo Francesco Caselli, Aurelio Roverella, Antonio Despuig y Dameto, Fabrizio Ruffo, Giuseppe Albani, Charles Erskine, Alphonse-Hubert de Latier de Bayane e Jean-Siffrein Maury.
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Bibliografia |
- Marina Formica «DORIA PAMPHILI LANDI, Antonio Maria». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma : Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vol. 41 (1992) (online)
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