Antonio Casali

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Antonio Casali
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 71 anni
Nascita Roma
25 maggio 1715
Morte Roma
14 gennaio 1787
Sepoltura Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio (Roma)
Conversione
Appartenenza
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Creazione
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Creato
Cardinale in pectore
12 dicembre 1770 da Clemente XIV (vedi)
Pubblicato
Cardinale
15 marzo 1773 da Clemente XIV (vedi)
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Cardinale per 13 anni, 9 mesi e 30 giorni
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Antonio Casali (Roma, 25 maggio 1715; † Roma, 14 gennaio 1787) è stato un cardinale italiano.

Cenni biografici

Nato a Roma, secondo dei sette figli di Giovanni Battista Casali, marchese di Postina, e di Maria Maddalena Millini. Gli altri fratelli erano Alessandro, Lodovico (gesuita, rettore del Collegio Romano), Faustina e altre tre ragazze. Pronipote del cardinale Savio Mellini (1681) e nipote del cardinale Mario Mellini (1747), per parte di madre. Pro-pro-prozio del Cardinale Giovanni Battista Casali del Drago (1899).

Formazione e carriera ecclesiastica

Inviato a studiare al Collegio dei Nobili di S. Carlo, Modena, 1725; in seguito, tornò a Roma, dove conseguì il dottorato in utroque iure, sia in diritto canonico che in diritto civile.

Fu destinato alla carriera ecclesiastica per riservare beni al fratello maggiore Alessandro. Era preparato accuratamente senza avere la vocazione al sacerdozio. Perfezionò la sua formazione giuridica e mostrò in diverse occasioni le sue capacità oratorie. La sua orazione In festo Ascensionis Christi oratio habita in Basilica Lateranensi ad Sanctissimum D. N. Clementem XII... ab Antonio Casalio Patritio Romano, fu pubblicata a Roma nel 1738. Entra nella prelatura romana come Referendario della Tribunali della Segnatura Apostolica di Giustizia e di Grazia, 9 agosto 1742. Relatore della Congregazione del Buon Governo, settembre 1743. Prelato della Congregazione del Concilio, 1744 e Presidente della Camera Apostolica, 12 dicembre 1750. Chierico coadiutore di monsignor Melchiorre Maggi, decano della Camera Apostolica, settembre 1751; chierico della Camera Apostolica, novembre 1751. Canonico del capitolo della basilica patriarcale liberiana, 1752. Prefetto dell'Archivio della Camera Apostolica dal dicembre 1753 al 1759, in quanto tale, egli aveva giurisdizione su tutti i notai e gli archivi pubblici degli Stati della Chiesa. Relatore della S.Congregazione del Concilio fino al 1760. Presidente della Grascia, settembre 1759-1761, controllando con eccezionale rigore i metodi di distribuzione delle derrate alimentari ai poveri.

Nel 1760 fu proposto come Nunzio apostolico in Francia, ma rifiutò con la motivazione di non essere in possesso di un un patrimonio sufficiente per far fronte a un onere così oneroso (anche nel XVIII secolo le sedi diplomatiche pontificie non erano provviste di rendite sufficienti); probabilmente la sua riluttanza era anche per il desiderio di non essere costretti a prendere gli ordini sacri. Segretario della Congregazione della Sacra Consulta, novembre 1761. Protonotario apostolico soprannumerario non partecipante. Governatore di Roma e vice-camerlengo di Santa Romana Chiesa, 26 settembre 1766; pro-governatore dalla sua promozione al cardinalato fino al 22 settembre 1774.

Succeduto a monsignor Enea Silvio Piccolomini, promosso al cardinalato, riformò la corte del governatore e snellendo le strutture processuali, ma di fronte alla abituale inerzia dei giudici, dovette ricorrere a premi in denaro per sollecitarli. Ha inoltre applicato misure severe, compresa la deposizione, in caso di grave inadempienza. Spinto dalla preoccupazione moralistica di non tenere le prigioniere nell'ozio, introdusse nel carcere femminile di San Michele una filatura di lana, canapa e lino. Fonda il Conservatorio di San Pietro in Montorio per i poveri, un panificio e una fabbrica per la produzione di altri beni, che fu poi chiamato Conservatorio Pio nel 1782 a causa di l'appoggio di Papa Pio VI.

Ordini sacri: non ricevette mai nessuno degli ordini sacri.

Cardinalato

Creato cardinale e riservato in pectore nel concistoro del 12 dicembre 1770 e pubblicato nel concistoro del 15 marzo 1773, ha ricevuto il cappello rosso il 18 marzo 1773 e la diaconia di San Giorgio in Velabro, il 19 aprile 1773. Fu ascritto alle Congregazioni di Propaganda Fide, della Sacra Consulta, ad di Avignone e Lauretana. Protettore, tra gli altri, dell'Ospizio Apostolico di San Michele, dell'arciconfraternita del Gonfalone, dell'arciconfraternita del SS. Crocifisso di San Marcello e del Conservatorio di San Pietro in Montorio, da lui fondato; e del Collegio Germanico, già della Compagnia di Gesù. Prefetto della Congregazione del buon governo, 26 marzo 1773 fino alla sua morte. Membro della commissione, presieduta dal cardinale Mario Marefoschi, che nel 1773 eseguì la soppressione della Compagnia di Gesù.

Considerato troppo moderato, anche se assente per malattia durante le attività cruciali della commissione nel settembre 1773, fu sostituito grazie all'intervento del ministro spagnolo in Roma, José Moñino, conte di Floridablanca. Poi, tornò a lavorare nella congregazione e, insieme al cardinale Andrea Corsini e contro il cardinale Francesco Saverio de Zelada, Mario Marefoschi e Francesco Carafa della Spina di Traetto, risparmiarono ai gesuiti tenuti prigionieri in Castel Sant'Angelo un duro trattamento. Alla vigilia della morte di Clemente XIV, ritenendo che vi potessero essere turbative dell'ordine pubblico, il cardinale Casali ordinò l'adozione di severe misure preventive, come la mobilitazione di tutte le forze di polizia e il trasferimento a Castel Sant'Angelo dei detenuti che si trovavano nelle carceri del Campidoglio e nelle nuove carceri.

Partecipò al conclave del 1774-1775, che elesse papa Pio VI; il 22 settembre 1774, adducendo che non poteva, dall'interno del conclave, provvedere a un'efficace sorveglianza della pace pubblica di Roma, nella quale c'erano notevoli tumulti, si dimise dalla carica di pro-governatore e fu sostituito da monsignor Giovanni Potenziani. Nell'agosto del 1775, in qualità di prefetto della S.C. del Buon Governo, realizzò la visita apostolica alla comunità di Frascati, richiesta da alcuni suoi vicini; tra l'altro, riformò gli statuti dell'Annona e del Monte di pietà, e le condizioni per i contratti e le locazioni della comunità, le misure adottate per estinguere i debiti dell'Università dei bovattieri. Inoltre, ordinò una indagine sul capitale della Comunità e preparazione di un inventario esatto di tutti i beni di proprietà della Comunità. L'anno seguente si unì alla congregazione particolare istituita da Pio VI con il motu proprio del 27 luglio 1776, per rivedere il piano di riforma fiscale già approntato alcuni anni prima dal pontefice quando era tesoriere generale. Il cardinale Casali si è detto sostanzialmente favorevole al progetto, suggerendo emendamenti che sono stati accettati. La congregazione speciale concluse i suoi lavori il 7 gennaio 1777, approvando quasi completamente il piano proposto.

Optò per la diaconia di Santa Maria ad Martyres, il 17 febbraio 1777. Il 15 dicembre successivo, il cardinale emanò l' Editto sulla formazione del catasto e allibrazione universale del terratico, che richiedeva la formazione di una congregazione in ogni proprietà dei terreni, la loro estensione e il loro valore; le operazioni durarono fino al febbraio 1786. Fu nominato protettore della Società georgica di Montecchio, fondata nel 1778, ed esortò gli Stati rivolgersi in particolare all'educazione pratica dei contadini. Il cardinale Casali prestò particolare attenzione, per la promozione del commercio, alle strade, la cui amministrazione dipendeva dalla S.C. di Buon Governo. Fu realizzata la nuova strada da Velletri a Terracina (terminata nel 1786) e una da Frosinone a Piperno; sono state migliorate quelle della Cassia tra Viterbo e Ronciglione, la Lauretana (nei pressi di Pedaso) e la Clementina. Furono realizzati i ponti di Ceprano sul fiume Liri e di Benevento sul Calore e il castello di Grottamare venne ricostruito. Come amministratore di Terracina il Casali, il cardinale ampliò la città e migliorò il porto; diede nuovo impulso anche alle terme di Nocera Umbra e Viterbo. Profondo conoscitore della cultura antiquaria, coadiuvato da un segretario, Angelo Comolli, conoscitore delle arti, il cardinale Casali si appassionava anche di scavi archeologici. Già nel 1772 aveva trovato e donato a papa Clemente XIV l'ara di Vulcano (detta ara Casali), descritta in una pubblicazione dell'antiquario Orazio Orlandi. Nel novembre del 1777 il cardinale donò a papa Pio VI, per il Museo Pio Clementino, le statue di Endimione e Niobide. Per diversi anni soffrì di gotta.

Morte

Morto il 14 gennaio 1787, poco prima delle 18, a Roma. Esposto nella chiesa di Sant' Agostino a Roma, dove si svolsero i funerali, e sepolto nella tomba di famiglia a Roma, nella cappella di S. Pietro Apostolo della stessa chiesa.

Successione degli incarichi

Predecessore: Segretario della Congregazione della Sacra Consulta Successore: Emblem Holy See.svg
Baldassarre Cenci 23 novembre 1761 - 16 febbraio 1771 Marcantonio Marcolini I
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Baldassarre Cenci {{{data}}} Marcantonio Marcolini
Predecessore: Governatore di Roma Successore: Emblem Holy See.svg
Enea Silvio Piccolomini Rustichini 26 settembre 1766 - 15 marzo 1773 Giovanni Cornaro I
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Enea Silvio Piccolomini Rustichini {{{data}}} Giovanni Cornaro
Predecessore: Vice-Camerlengo della Camera Apostolica Successore: Emblem Holy See.svg
Alberico Archinto 26 settembre 1766 - 15 marzo 1773 Giovanni Cornaro I
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Alberico Archinto {{{data}}} Giovanni Cornaro
Predecessore: Prefetto della Congregazione del Buon Governo Successore: Emblem Holy See.svg
Federico Marcello Lante Montefeltro della Rovere 26 marzo 1773 - 14 gennaio 1787 Filippo Carandini I
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Federico Marcello Lante Montefeltro della Rovere {{{data}}} Filippo Carandini
Predecessore: Cardinale diacono di San Giorgio in Velabro Successore: CardinalCoA PioM.svg
Nicola Perrelli 19 aprile 1773 - 17 febbraio 1777 Romoaldo Guidi I
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Nicola Perrelli {{{data}}} Romoaldo Guidi
Predecessore: Cardinale diacono di Santa Maria ad Martyres Successore: CardinalCoA PioM.svg
Domenico Orsini d'Aragona 17 febbraio 1777 - 14 gennaio 1787 Ignazio Gaetano Boncompagni Ludovisi I
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Domenico Orsini d'Aragona {{{data}}} Ignazio Gaetano Boncompagni Ludovisi
Voci correlate