Francesco de Vico
Francesco de Vico, S.J. Presbitero | |
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Domenico Bruschi, Ritratto di Francesco de Vico (1883), affresco; Macerata, Palazzo della Provincia, sala del Consiglio | |
Età alla morte | 43 anni |
Nascita | Macerata 19 maggio 1805 |
Morte | Londra 15 novembre 1848 |
Professione religiosa | 1823 |
Ordinazione presbiterale | 1837 |
Francesco de Vico (Macerata, 19 maggio 1805; † Londra, 15 novembre 1848) è stato un presbitero, astronomo e compositore italiano.
Nacque a Macerata, figlio del conte Pietro De Vico Ubaldini e dalla contessa Amalia Archinto di Milano. Dopo i primi studi presso il convitto dei nobili di Urbino e gli studi liceali presso il convitto degli scolopi di Siena, nel dicembre 1823 entrò nella Compagnia di Gesù. Stimato per le su doti morali e per le capacità nei lavori letterari, gli venne affidato, prima che finisse il noviziato, l'insegnamento della grammatica presso il Collegio Romano, contemporaneamente studiava teologia in vista del sacerdozio, ricevette l'ordinazione sacerdotale nel dicembre del 1837. In quell'anno, durante l'epidemia di colera, si prodigò nell'assistenza ai colpiti dal morbo.
L'interesse per la matematica e l'astronomia portò padre De Vico a occuparsi di calcoli ed osservazioni astronomiche sotto la guida di D. Durnouchel, direttore della specola annessa al Collegio. Con l'utilizzo del cannocchiale di Cauchoix, per primi individuarono la cometa di Biela, il 23 agosto 1832, e la cometa di Halley, il 5 agosto 1835, ai loro ritorni al perielio.
Nel 1838 al giovane religioso fu assegnata la direzione dell'osservatorio astronomico, oltre alla cattedra di matematica e astronomia, già affidatagli nello stesso Collegio. Come direttore dell'osservatorio si preoccupò di definire con più precisione la latitudine della specola, potendo disporre di cataloghi stellari più precisi rispetto ai predecessori Boscovich e Calandrelli. Padre De Vico si dedicò quindi alle ricerche fisiche sui corpi planetari; studiò lo schiacciamento di Saturno, le suddivisioni secondarie e la rotazione dell'anello e gli studi sul pianeta Venere lo portarono a fissarne il periodo di rotazione di quell'astro e l'inclinazione del piano equatoriale sull'eclittica, conclusioni molto vicine a quelle dell'astronomo tedesco J.H. Schroter (1745-1816).
Il dibattito sulla costituzione delle nebulose portò il religioso ad intraprendere l'osservazione sistematica di questi corpi celesti con l'intento di costituire un catalogo. Eseguì quindi disegni particolareggiati di molte nebulose determinandone la posizione in base alle stelle principali a loro vicine. Nel corso di tale lavoro scoprì, tra gli anni 1844 e 1847, sette nuove comete, alla prima delle quali venne dato il suo nome. Negli stessi anni intraprese la descrizione di tutto il cielo visibile alla latitudine di Roma, fino a stelle di 11ª magnitudine.
Fu membro di numerose accademie scientifiche italiane e straniere. Oltre all'astronomia si occupò anche di musica; fu direttore del coro dei cantori della cappella papale e fu compositore di messe, mottetti, antifone ecc., rimasti tutti manoscritti.
Gli avvenimenti politici del 1848 lo costrinsero all'esilio, troncando per sempre la sua attività. Scelse l'esilio negli Stati Uniti, dove pose in salvo i libri e gli strumenti astronomici. La stima di cui godeva gli aveva procurato ospitalità anche in Francia e nel Regno Unito, ma i continui viaggi fiaccarono la sua debole costituzione.
Morì a Londra il 15 novembre 1848.
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